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Di
Luigi Leonardi, appassionato studioso e ricercatore della storia lunigianese, è
notevole la poliedricità dei registri narrativi e stilistici usati. L’Autore è
prevalentemente dedito agli studi storici ed alle ricerche correlate, spesso
ardue e molto impegnative, che lo conducono negli Archivi comunali e statali di
diverse città così come in luoghi aperti ed impervi, quali le montagne della
Lunigiana, teatro di stragi nazifasciste, a Bagnone, dove l’autore è nato, a
Vinca, sulle tracce delle brigate partigiane, per raccogliere le testimonianze
degli anziani che siedono, nei pomeriggi assolati, sulle porte delle case,
nelle piccole piazze dei borghi.
Un
lavoro tenace ed appassionato, che ha permesso all’autore di pubblicare
numerose opere di narrativa (“Dentro lo Stige”, “La brina sulla pelle”, “Il
sogno di un altro”, “Libertà van cercando”, “Il segreto antico di Beppe il Maniscalco”)
e saggistica (“Epurazioni”, 2011, Mursia Editore, Milano). Leonardi è storico
attento e sensibile. Nella presentazione delle proprie opere è dotato di
spiccata attitudine alla recitazione teatrale ed è voce recitante in numerose
manifestazioni culturali. E’ autore di testi teatrali, progetti didattici e
testi musicali per l’interpretazione della cantante Lucia Marchi, con la quale
ha realizzato il Cd “Sfumature”. Leonardi è tra i fondatori e redattori della
rivista culturale milanese “Malvagia”, nata nel 1981 con l’appoggio di Carlo
Cassola. E’autore di prefazioni , recensioni e note critiche per poeti e
pittori. E’ uno scrittore di grande preparazione culturale e di ampia capacità
espressiva ed interpretativa. La sua scrittura è fluida ed incisiva, non manca
di ricchezza lessicale e di costanti
riferimenti filosofici e letterari. Anche in “Divagazioni in corso”,
articolato e complesso testo poetico attualmente inedito, che ben si presta
alla recitazione in forma di monologo
teatrale, l’autore tratta un percorso di riflessione sulla caducità delle cose
umane, sul ruolo del destino, sulla storia con il suo fardello sanguinoso di
guerre.
Il libro “La strage nazifascista di Vinca”, edito da Mursia nel 2015 con
la prefazione di Pino Meneghini è l’opera più recente di Luigi Leonardi,
costruita in un percorso di ricerca storica, raccolta di testimonianze ed
interviste, classificazione di documenti durato circa tre anni. C’è molto
interesse intorno a questo libro, non fredda cronaca ma documento divulgativo,
già oggetto di numerose presentazioni ad Aulla, a Vinca, a Massa, a Sarzana.
Già il titolo del libro, come scrive Pino Meneghini nella sua prefazione, “ci
fa entrare in una dimensione inumana, di folle delirio criminale”. Ora, come nel
caso della strage di S. Anna di Stazzema, tra l’altro oggetto recentemente di
filmografia, molto numerosi sono stati i libri ed i resoconti storici e di
cronaca, gli atti giudiziari e le ricerche sulla efferata strage di Vinca.
Tuttavia, in questo ampio contesto il libro di Luigi Leonardi si evidenzia
fortemente come testo divulgativo, quasi un “reportage” di guerra, un
documentario realizzato con scatti “fotografici” di penna che si incidono nella
memoria con inchiostro indelebile. Del resto la potenza narrativa è una
caratteristica di questo autore, che cronologicamente, attraverso il ricordo,
le parole, la memoria dei testimoni sopravvissuti, ricostruisce l’orrore
devastante della strage in ogni dettaglio.“Il buio della ragione”, citando
Prèvert, genera sempre nuovi mostri e mostruosa è la strage di Vinca,
diabolica, inaccettabile. Questo libro vuole essere un monito poiché la guerra
è il male maggiore dell’umanità ed oggi più che mai se vi è un valore da
difendere per le generazioni future.
La strage nazifascista di Vinca, iniziata il
24 agosto 1944 e protrattasi per quattro giorni di demoniaca follia, non fu di
rappresaglia, come a San Terenzo Monti o a S.Anna di Stazzema ma fu un atto di
vera e propria “terra bruciata”.
L’autore con la sua peculiare scrittura dal ritmo serrato ed incalzante
ci restituisce la cronaca in diretta di uno dei più infami massacri
dell’esercito tedesco in Italia, messo in atto quando il quadro delle sorti
della seconda guerra mondiale era ormai chiaro e prossimo all’epilogo.
Nell’agosto 1944 le armate tedesche si trovavano accerchiate dagli eserciti
alleati sui due fronti orientale ed occidentale, con gli sbarchi in Nord Africa
nel 1942, in Italia nel 1943 e febbraio 1944 e nel nord della Francia nel giugno
1944. L’esercito tedesco era in ginocchio ed in ritirata in Italia e come una
bestia ferita colpiva con inaudita violenza una popolazione inerme.
La strage di Vinca si è protratta per tre giorni e notti interminabili e
l’obiettivo era uccidere ogni forma vivente: uomini, donne, bambini, animali,
in tal modo eliminando completamente quello che era ritenuto dai Nazisti un
punto di riferimento e di rifornimento per le Brigate Partigiane. Oltre 170
furono le persone uccise barbaramente e solo dopo il 27 agosto gli abitanti di
Vinca cominciarono a ritornare nelle loro case, non senza aver dovuto prima
bruciare i corpi di parenti ed amici abbandonati nella calura. La falange
nazista che intervenne era comandata da un
maggiore nazista, Reder detto “Il Monco”, il quale dichiarò in una
intervista ad Enzo Biagi che la strage di Vinca era stata progettata
dall’esercito tedesco ma compiuta dalle Brigate Nere italiane. Ciò è in parte
vero, come ci riporta Pino Meneghini nella prefazione. La falange dell’esercito
tedesco era comunque specializzata in
questo genere di interventi di “terra bruciata”.
Detto tutto riguardo alla
cronologia, alla logistica, ai metodi di esecuzione della strage, ciò che
maggiormente colpisce e che è molto in evidenza nel libro è la successiva
vicenda giudiziaria, le lungaggini burocratiche del processo, l’incredibile
dilazione della giustizia per le famiglie distrutte e per le vite innocenti dei
civili falciate senza alcuna pietà. Anche questo, notiamo, è potuto accadere:
che i responsabili siano rimasti sostanzialmente impuniti nel successivo
trascorrere del tempo. In un primo momento, nel maggio 1946, si deve al
Commissario di Pubblica Sicurezza Scalamogna ed all’Agente Ausiliario di
Pubblica Sicurezza Salvatore Feria il merito di avere condotto la prima vera indagine e raccolto le testimonianze e
gli indizi più importanti per individuare i responsabili di questi orrendi
crimini verso l’umanità presso la Questura di Massa. I risultati dell’indagine
si trovano riassunti nel rapporto dell’8 Agosto 1947, con il quale venivano
denunciate alla Procura della Repubblica di Massa 63 persone, quali
responsabili di partecipazione all’eccidio di Vinca, alcune delle quali in
arresto. Il corso della giustizia si
fermò durante il processo di Perugia. Si parla, anche nel caso della strage di
Vinca, di “armadio della vergogna”, così come per la strage di S. Anna di
Stazzema.
Il
valore di questo testo divulgativo sta soprattutto nelle interviste agli
anziani di Vinca sopravvissuti: per queste persone non si tratta di ricordare
ma di “rivivere” quei giorni tragici con lo stesso terrore: il tempo si è
fermato, cristallizzato in un eterno presente e il loro dolore è sempre
presente, insanabile, attuale. Le interviste dell’autore ai testimoni della
strage risalgono tutte al 2011. I testimoni sopravvissuti sono: Celso
Battaglia, Lorenzo Battaglia, Werther Bianchini, Faliero Colonnata, Maria
Stella Del Giudice, Angiolino Federici, Eliseo Federici, Fenisia Papa, Ardelia
Ferrari, Mario Ferrari, Nando Marchi, Emanuele Orlandini, Adele Papa.
E’ per il futuro dell’umanità che si deve
conservare la memoria dell’orrore, perché tutto questo non si ripeta.
“Perché non un granello di memoria si perda”
Così conclude l’Autore. Liricamente:
“Ancora i
tocchi delle campane. Dai comignoli sale fumo. Tra le gole la sera è più
vicina. Si respira autunno e l’ineluttabile silenzio.”
Donatella Zanello
Donatella Zanello, nata a
La Spezia dove vive e lavora, autrice di poesia, narrativa e saggistica.
Laureata in Lettere Moderne
all’Università degli Studi di Pisa, vincitrice di numerosi premi letterari tra
i quali il Premio Montale Fuori di Casa 2015 Sezione Poeti Liguri per l'opera
poetica, presente con i suoi scritti in molte antologie e siti letterari,
presiede la giuria tecnica del premio di poesia “Cesare Orsini” ed è membro di
giuria di numerosi premi letterari. Ha pubblicato otto raccolte di poesia:
“Polvere di primavera”, “La donna di pietra”, “La sognatrice”, “Passiflora”,
“Il tempo immutabile”, “Poesie Provenzali”, “Labirinti”, “Il colore del mare”.
Partecipa a “reading” di poesia in
numerose manifestazioni culturali ed ha partecipato ad un programma televisivo
dedicato alla poesia su Tele Liguria Sud canale 19.
Il paesaggio ligure e mediterraneo, il
mare come fonte costante di ispirazione, il viaggio come elemento di
conoscenza, il rapporto uomo-natura, la ricerca spirituale come unico vero
significato dell’esistenza sono i temi fondamentali della sua vasta produzione
poetica.
EDC
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