mercoledì 27 gennaio 2016

Per il giorno della memoria : “LA STRAGE NAZIFASCISTA DI VINCA” , Mursia, 2015 di Luigi Leonardi - Recensione di Donatella Zanello

Sala Culturale CarGià - Promozione Artistica 2016
Sezione - Libri
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            Di Luigi Leonardi, appassionato studioso e ricercatore della storia lunigianese, è notevole la poliedricità dei registri narrativi e stilistici usati. L’Autore è prevalentemente dedito agli studi storici ed alle ricerche correlate, spesso ardue e molto impegnative, che lo conducono negli Archivi comunali e statali di diverse città così come in luoghi aperti ed impervi, quali le montagne della Lunigiana, teatro di stragi nazifasciste, a Bagnone, dove l’autore è nato, a Vinca, sulle tracce delle brigate partigiane, per raccogliere le testimonianze degli anziani che siedono, nei pomeriggi assolati, sulle porte delle case, nelle piccole piazze dei borghi.
           Un lavoro tenace ed appassionato, che ha permesso all’autore di pubblicare numerose opere di narrativa (“Dentro lo Stige”, “La brina sulla pelle”, “Il sogno di un altro”, “Libertà van cercando”, “Il segreto antico di Beppe il Maniscalco”) e saggistica (“Epurazioni”, 2011, Mursia Editore, Milano). Leonardi è storico attento e sensibile. Nella presentazione delle proprie opere è dotato di spiccata attitudine alla recitazione teatrale ed è voce recitante in numerose manifestazioni culturali. E’ autore di testi teatrali, progetti didattici e testi musicali per l’interpretazione della cantante Lucia Marchi, con la quale ha realizzato il Cd “Sfumature”. Leonardi è tra i fondatori e redattori della rivista culturale milanese “Malvagia”, nata nel 1981 con l’appoggio di Carlo Cassola. E’autore di prefazioni , recensioni e note critiche per poeti e pittori. E’ uno scrittore di grande preparazione culturale e di ampia capacità espressiva ed interpretativa. La sua scrittura è fluida ed incisiva, non manca di ricchezza lessicale e  di costanti riferimenti filosofici e letterari. Anche in Divagazioni in corso, articolato e complesso testo poetico attualmente inedito, che ben si presta alla recitazione in forma di  monologo teatrale, l’autore tratta un percorso di riflessione sulla caducità delle cose umane, sul ruolo del destino, sulla storia con il suo fardello sanguinoso di guerre.
                   Il libro “La strage nazifascista di Vinca”, edito da Mursia nel 2015 con la prefazione di Pino Meneghini è l’opera più recente di Luigi Leonardi, costruita in un percorso di ricerca storica, raccolta di testimonianze ed interviste, classificazione di documenti durato circa tre anni. C’è molto interesse intorno a questo libro, non fredda cronaca ma documento divulgativo, già oggetto di numerose presentazioni ad Aulla, a Vinca, a Massa, a Sarzana. Già il titolo del libro, come scrive Pino Meneghini nella sua prefazione, “ci fa entrare in una dimensione inumana, di folle delirio criminale”. Ora, come nel caso della strage di S. Anna di Stazzema, tra l’altro oggetto recentemente di filmografia, molto numerosi sono stati i libri ed i resoconti storici e di cronaca, gli atti giudiziari e le ricerche sulla efferata strage di Vinca. Tuttavia, in questo ampio contesto il libro di Luigi Leonardi si evidenzia fortemente come testo divulgativo, quasi un “reportage” di guerra, un documentario realizzato con scatti “fotografici” di penna che si incidono nella memoria con inchiostro indelebile. Del resto la potenza narrativa è una caratteristica di questo autore, che cronologicamente, attraverso il ricordo, le parole, la memoria dei testimoni sopravvissuti, ricostruisce l’orrore devastante della strage in ogni dettaglio.“Il buio della ragione”, citando Prèvert, genera sempre nuovi mostri e mostruosa è la strage di Vinca, diabolica, inaccettabile. Questo libro vuole essere un monito poiché la guerra è il male maggiore dell’umanità ed oggi più che mai se vi è un valore da difendere per le generazioni future.
             La strage nazifascista di Vinca, iniziata il 24 agosto 1944 e protrattasi per quattro giorni di demoniaca follia, non fu di rappresaglia, come a San Terenzo Monti o a S.Anna di Stazzema ma fu un atto di vera e propria “terra bruciata”.
            L’autore con la sua peculiare scrittura dal ritmo serrato ed incalzante ci restituisce la cronaca in diretta di uno dei più infami massacri dell’esercito tedesco in Italia, messo in atto quando il quadro delle sorti della seconda guerra mondiale era ormai chiaro e prossimo all’epilogo. Nell’agosto 1944 le armate tedesche si trovavano accerchiate dagli eserciti alleati sui due fronti orientale ed occidentale, con gli sbarchi in Nord Africa nel 1942, in Italia nel 1943 e febbraio 1944 e nel nord della Francia nel giugno 1944. L’esercito tedesco era in ginocchio ed in ritirata in Italia e come una bestia ferita colpiva con inaudita violenza una popolazione inerme.
            La strage di Vinca si è protratta per tre giorni e notti interminabili e l’obiettivo era uccidere ogni forma vivente: uomini, donne, bambini, animali, in tal modo eliminando completamente quello che era ritenuto dai Nazisti un punto di riferimento e di rifornimento per le Brigate Partigiane. Oltre 170 furono le persone uccise barbaramente e solo dopo il 27 agosto gli abitanti di Vinca cominciarono a ritornare nelle loro case, non senza aver dovuto prima bruciare i corpi di parenti ed amici abbandonati nella calura. La falange nazista che intervenne era comandata da un  maggiore nazista, Reder detto “Il Monco”, il quale dichiarò in una intervista ad Enzo Biagi che la strage di Vinca era stata progettata dall’esercito tedesco ma compiuta dalle Brigate Nere italiane. Ciò è in parte vero, come ci riporta Pino Meneghini nella prefazione. La falange dell’esercito tedesco era comunque  specializzata in questo genere di interventi di “terra bruciata”.
          Detto  tutto riguardo alla cronologia, alla logistica, ai metodi di esecuzione della strage, ciò che maggiormente colpisce e che è molto in evidenza nel libro è la successiva vicenda giudiziaria, le lungaggini burocratiche del processo, l’incredibile dilazione della giustizia per le famiglie distrutte e per le vite innocenti dei civili falciate senza alcuna pietà. Anche questo, notiamo, è potuto accadere: che i responsabili siano rimasti sostanzialmente impuniti nel successivo trascorrere del tempo. In un primo momento, nel maggio 1946, si deve al Commissario di Pubblica Sicurezza Scalamogna ed all’Agente Ausiliario di Pubblica Sicurezza Salvatore Feria il merito di avere condotto la prima  vera indagine e raccolto le testimonianze e gli indizi più importanti per individuare i responsabili di questi orrendi crimini verso l’umanità presso la Questura di Massa. I risultati dell’indagine si trovano riassunti nel rapporto dell’8 Agosto 1947, con il quale venivano denunciate alla Procura della Repubblica di Massa 63 persone, quali responsabili di partecipazione all’eccidio di Vinca, alcune delle quali in arresto.  Il corso della giustizia si fermò durante il processo di Perugia. Si parla, anche nel caso della strage di Vinca, di “armadio della vergogna”, così come per la strage di S. Anna di Stazzema.
           Il valore di questo testo divulgativo sta soprattutto nelle interviste agli anziani di Vinca sopravvissuti: per queste persone non si tratta di ricordare ma di “rivivere” quei giorni tragici con lo stesso terrore: il tempo si è fermato, cristallizzato in un eterno presente e il loro dolore è sempre presente, insanabile, attuale. Le interviste dell’autore ai testimoni della strage risalgono tutte al 2011. I testimoni sopravvissuti sono: Celso Battaglia, Lorenzo Battaglia, Werther Bianchini, Faliero Colonnata, Maria Stella Del Giudice, Angiolino Federici, Eliseo Federici, Fenisia Papa, Ardelia Ferrari, Mario Ferrari, Nando Marchi, Emanuele Orlandini, Adele Papa.

E’ per il futuro dell’umanità che si deve conservare la memoria dell’orrore, perché tutto questo non si ripeta.
“Perché non un granello di memoria si perda”

Così conclude l’Autore. Liricamente:

   “Ancora i tocchi delle campane. Dai comignoli sale fumo. Tra le gole la sera è più vicina. Si respira autunno e l’ineluttabile silenzio.”



                                                                                                           Donatella  Zanello

Donatella Zanello, nata a La Spezia dove vive e lavora, autrice di poesia, narrativa e saggistica.
Laureata in Lettere Moderne all’Università degli Studi di Pisa, vincitrice di numerosi premi letterari tra i quali il Premio Montale Fuori di Casa 2015 Sezione Poeti Liguri per l'opera poetica, presente con i suoi scritti in molte antologie e siti letterari, presiede la giuria tecnica del premio di poesia “Cesare Orsini” ed è membro di giuria di numerosi premi letterari. Ha pubblicato otto raccolte di poesia: “Polvere di primavera”, “La donna di pietra”, “La sognatrice”, “Passiflora”, “Il tempo immutabile”, “Poesie Provenzali”, “Labirinti”, “Il colore del mare”.
Partecipa a “reading” di poesia in numerose manifestazioni culturali ed ha partecipato ad un programma televisivo dedicato alla poesia su Tele Liguria Sud canale 19.
Il paesaggio ligure e mediterraneo, il mare come fonte costante di ispirazione, il viaggio come elemento di conoscenza, il rapporto uomo-natura, la ricerca spirituale come unico vero significato dell’esistenza sono i temi fondamentali della sua vasta produzione poetica.

EDC

                                                                                          

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