domenica 31 luglio 2011

L'energia e il sentimento di Maria Giovanna Guidone

Ho conosciuto Maria Giovanna Guidone nel bellissimo ambiente di apprendimento, di sperimentazione, di confronto che è l’Accademia di Belle Arti di Carrara.
Sa mettersi in discussione, è sempre con gli occhi aperti su quel che succede, sa che in arte deve esserci una continua ricerca e così facendo si arricchisce di informazioni e di esperienze.  Maria Giovanna disegna sempre nell’aula della Scuola Libera del Nudo con una certa ansia, una certa insoddisfazione perché pretenderebbe di vedere chissà quale espressione di forza nei suoi lavori.
Io invece trovo i suoi pastelli su carta affascinanti per il suo gesto spontaneo e immediato, ricchi di sentimento e di umanità. Indaga la forma umana con una buona tenuta grafica, non ama l’astrazione, è sempre stata fedele alla poetica del realismo riuscendo ad inventare atmosfere metafisiche, instaurando quella dialettica fra l’espresso e il sottinteso. Le sue figure sono realizzate con una tensione vibrante, come in preda ad un sogno, tagliate in una luce intensa, misteriosa, realizzate con estrema delicatezza nei loro rapporti cromatici, tuttavia appaiono saldamente costruite.La pittrice riesce a creare un silenzio esistenziale che ci seduce perché le carica di una misurata sensualità. Le tonalità dei suoi dipinti possono essere accese ma mai brillanti. Il fondo da cui emerge l’immagine è tradotto in pittura pura, vibrante in ogni pennellata con piena libertà da ogni preoccupazione naturalistica.
Maria Giovanna spesso dipinge anche ad acquerello, i suoi piccoli fogli chiari sono leggeri, vibranti di sensibilità, non affatto improvvisati, ma studiati, sostenuti da una composizione ben costruita.
La Guidone attraverso il disegno, il dipinto ad olio o ad acquerello dipinge l’emozione che ha ricevuto al cospetto della figura o della natura. Non è certo il chiaro-scuro accademico che poteva darle il mezzo di esprimere quella luce nella sua unità e nella sua purezza.
Maria Giovanna ha un’energia che è dote delle anime gentili e buone, in cui la ricchezza si manifesta con molta semplicità e naturalezza ed per è questo che mi lega a lei un’affettuosa amicizia e stima.

Prof. Marco Dolfi


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martedì 26 luglio 2011

MARIA GIOVANNA GUIDONE – il linguaggio della ricerca


Inaugurata la tanto attesa mostra di Maria Giovanna Guidone che dal 25 al 31 Luglio espone le sue opere in Sala CarGià.
Il titolo della personale “ Percorsi “  è preludio del progetto artistico che l’artista vuole offrire .
Ricercata nell’allestimento, colma di delicati cromatismi e classica nelle forme, l’arte della Guidone si impone per  il carattere deciso che è trasmesso e leggibile in ogni sua creazione.
Versatile, creativa, originale,M.G. Guidone si rivela una artista eclettica appunto attraverso differenti “percorsi” interpretati da differenti tecniche e differenti temi.
Le sue opere eleganti ci raccontano di un impegno appassionato e di una ricerca costante tesa ad elaborare con linguaggio proprio il mondo dell’arte.
Anche le  preziose porcellane , splendide come  tutte le opere di M.G.Guidone  convergono nell’intima ricerca che è naturale rivelazione dell’animo dell’artista che, preparata, fortemente autocritica, spinge la sua creatività a livelli sempre più alti.
Gli oli, gli acquerelli, i pastelli e i diversi supporti ci raccontano di un vissuto reale che, tradotto con gli occhi del cuore, rende manifesto  un vissuto interiore profondo che arricchisce le opere di mistero e di fascino.
Eccellente mostra, eccellente la presentazione del Prof . Marco Dolfi, eccellente l’accoglienza riservata  ai numerosi artisti intervenuti e agli ospiti tutti.
Maria Giovanna Guidone nata a Caracas, Venezuela, risiede a San Terenzo  di Lerici  Prov.La Spezia.
Laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne, presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Nel 2001 si è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Carrara al Corso Sperimentale di Disegno  diretto dal Prof. Walter Tacchini.
Si è diplomata nel 2005 discutendo  una tesi di laurea su “La Ceramica d’arte ad Albissola tra il 1930 e il 1950”.
Ha partecipato a numerose mostre collettive in Liguria e in Toscana. Esegue le proprie opere utilizzando  tecniche miste su tela o su tavola  raffigurando soggetti  dal vero.
Dopo un esordio nelle tecniche decorative su porcellana al terzo fuoco si è avvicinata alla pittura  inizialmente attraverso la tecnica dell’acquerello.
Attualmente frequenta la Scuola libera del nudo presso la suddetta Accademia.
Da qualche anno si dedica alla pittura ad olio su tela affiancando a questa l’uso di tecniche miste su carta e su tavola, privilegiando spesso l’uso dei pastelli.
Predilige soggetti tratti dal vero,  prestando particolare attenzione al mondo naturalistico cercando di darne una visione che vuole essere realistica ma non descrittiva, filtrata attraverso la ricerca di una visione personale della realtà che si esprime con l’alternarsi  di tinte tenui, leggere e di toni più forti , talvolta contrastanti.
MARIA GIOVANNA GUIDONE
NEL CORSO DEGLI ULTIMI ANNI HA PARTECIPATO A NUMEROSE MOSTRE  TRA LE QUALI:
- Ortonovo- Museo Etnografico – Collettiva di acquerello  aprile 2005
- La Spezia – Centro Allende V Mostra Nazionale di ceramica – Società Dante Alighieri, 2006
- Marina di Pietrasanta. “Artisti a Focette” 2^Rassegna estemporanea di pittura e scultura:  luglio 2006
- S.Terenzo – La Spezia – “Marguttiana” luglio 2006
- Pietrasanta- “Marguttiana” Agosto 2006
- Arezzo- Concorso d’arte “Flower Power” –  aprile 2007- Segnalazione Sezione Grafica
- Viareggio Torre Matilde, Mostra Artisti Accademia Belle Arti di Carrara, maggio 2007
- Lerici (SP) Shelley Memorial Days  maggio 2007
- Circolo Culturale “Angiolo Del Santo” La Spezia  “VIA LUCIS”  novembre- dicembre 2007
- Marina di Pietrasanta “Artisti in Piazza” 3^ Rassegna estemporanea di pittura  “LE FOCETTE”  luglio 2007
- Gatteo a Mare(FC)- Concorso di pittura “Il gatto” 2007
- La Spezia – Centro Allende: “Arte per la Vita con la Polizia di Stato”  dicembre 2007
- UCAI La Spezia  ottobre 2008- 1^ Rassegna d’Acquerello
- Follo (SP) Associazione Culturale “San Martino di Durasca” “Piccoli scrigni, grandi tesori”
       Dicembre 2008
- UCAI La Spezia   Mostra di pittura Rassegna di Natale- dicembre 2008
- UCAI Genova – Collettiva presso la Chiesa Romanica S.Maria del Prato - settembre 2009
- La Spezia -Palazzo della Provincia “Arte per la ricerca…con la Polizia di Stato”Collettiva d’arte della    Polizia   di Stato a favore di     Telethon - Mostra itinerante per i Comuni della Provincia della Spezia.  luglio – dicembre 2009
- La Spezia -Centro Allende  “L’autore ritrovato” Laboratorio pittorico della Scuola Arthena diretto da Giuliano Diofili, 2010
- Monterotondo – Roma – Palazzo del Comune  Collettiva di pittura su porcellana- Maggio 2010
- S.Terenzo di Lerici (SP)”- Casa Cargià”- Personale di Porcellane dipinte a mano 10-18 luglio 2010
- Massarosa – Galleria AGORÁ- Mostra di Pittura di Piccolo Formato “Città di    Massarosa”      dicembre 2010
- La Spezia _ UCAI :“Il Paesaggio spezzino”  La Spezia - febbraio 2011
- Stiava – Massarosa – Villa Gori- Mostra ARS FUTURA   -  luglio 2011
- S.Terenzo – Sala Culturale CARGIA’- Personale “Percorsi” – luglio 2011


Ezia Di Capua

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giovedì 21 luglio 2011

Giuseppe Luigi Coluccia: MATERIA, FORMA, LEGGIADRIA - Ceramica Raku di Mariagrazia Lazzeri

Dalla pittura alla scultura.
Il passo breve, due arti contigue che vivono e operano di frequente nello stesso artefice. Per quanto finzioni della realtà, sono recepite messaggio di tradizione classica, che risale all’Oriente, a Ellade e Roma, a Giappone, Cina, India. Difficile dire perché Mariagrazia abbia scelto la ceramica. Comunque, qualche domanda le faremo nel corso della presentazione. Sulla ceramica raku (o rakù, dicono i giapponesi), una prima considerazione facciamo, nel senso che la sua tradizione, in genere, presenta aspetti essenziali la proprietà e la  funzionalità. La scultura in ceramica continua l’attività grazie alla sua preziosità. Ha connotati aristocratici, di valore.

Com’è la scultrice Lazzeri? La sua scelta?
Dal curriculum ricavo: la sua professione, dal 1987. Ha scelto una scuola e frequentandola si è dedicata alla scultura raku, tecnica giapponese del Cinquecento, si è immersa in quella storia e in quelle operazioni secondo rituale – quasi liturgie – in cui la mano dell’artefice è prodigio, al quale si associa l’emozione della cottura con l’esito finale. Bisogna rappresentarsi la situazione: il pezzo incandescente viene estratto dal forno, immerso in acqua fredda dopo essere stato posto in ossidazione secondo una durata variabile. Dal 1998 l’artista Lazzeri ha seguito i corsi dell’Auser della Spezia, ha partecipato a mostre amatoriali con successo, si è resa conto praticamente dell’ l’interesse e apprezzamento a questo genere di lavori. D’allora le “esposizioni” e mostre sono state frequenti. Al centro “Allende” marzo 2004 e settembre 2005, con una menzione delle sue sculture raku. Al Comune di Lerici giugno 2006, a San Terenzo luglio 2008 – da notare questa mostra personale per la partecipazione di autorità e di pubblico e per il premio speciale da lei conseguito in grazia della felice manualità. Alla sala polivalente di Follo dicembre 2008, in occasione della XIII° collettiva “Piccoli scrigni grandi tesori”, promossa dal direttore artistico Giobatta Framarin dove ha conquistato una mozione speciale. Ancora a Lerici agosto 2009 in cui ha conseguito il premio per la dimostrazione pubblica di tecnica raku e cottura. Infine, a San Terenzo settembre 2010 altro premio alle sculture  realizzate con tecniche antiche.
Attualmente si dedica agli alunni di scuole elementari e medie in corsi propedeutici.
La tecnica usata dalla ceramista Lazzeri nel creare il pezzo scultoreo è completamente e rigorosamente manuale. Le sculture sono frutto di fantasia ed estro dell’artista, la quale adopera due cotture, l’una in forno elettrico a 920 gradi, l’altra in forno a gas dopo aver ossidato e cristallizzato a 980 gradi l’oggetto, tolto incandescente e messo in riduzione per alcuni minuti, poi immerso in acqua fredda avendo una temperatura di 750 gradi. La differenza termica causa talvolta delle rotture sul pezzo in lavorazione, che non incidono più di tanto sul pregio artistico, sulla bellezza o leggiadria dell’opera. Lo shok termico genera cralet, colori e lustri singolari irripetibili. Il raku è fenomeno della natura in cui agiscono terra fuoco e acqua nella manualità che sa esprimere l’artefice 
Ho esaminato alcune sculture di Mariagrazia.
Anzitutto, le prime due che chiamo:  Catini di luce, Armonia di conchiglie.  Il piacere della materia docile tra le mani trasmette una sensualità e un fare plastico che avvicina l’opera al creatore. Non importa grandezze e universalità, l’artefice che lavora il raku è  una sorta di demiurgo della natura, un piccolo dio della materia. Guardo ora altre sculture che chiamo: Intreccio di conchiglie Sfere sovrapposte, Ovale e cilindroForma leggiadra.  La materia nelle mani di Lazzeri obbedisce alla dolcezza dei segni, al gioco dei volumi che ricevono luce e chiaroscuro, ai riflessi e alle rotondità che raccolgono le colature di colore che va dall’argilla resistente, ai granelli di rosso cupo, ai pigmenti perlacei, alle linee che si partono e ritornano come alati al nido. L’”ovale” e il “cilindro” sul fondo nero balzano nella luce con bei riflessi volumetrici, grigi e bianchi, con filamenti cupi, con effetti cromatici pregevoli. Quella che ho definito “forma leggiadra” riassume forse il senso globale della visione estetica. Credo che l’artista Lazzeri abbia ormai acquisito i connotati per essere elevata a professionista della ceramica raku in Lunigiana, anche se non è largamente conosciuta in questa arte raku.
Materia forma leggiadria ho chiamato il raku di Mariagrazia.
Quanto alla tecnica, ho riportato la sua descrizione. La origine della ceramica raku risale all’epoca Momoyama (secolo XVI); il primo arista è un coreano, Chojiro, produttore di tegole, che crea le prime tazze per la cerimonia del tè. Raku significa comodo, rilassato, piacevole, e si manifesta nel sobborgo Kyoto da cui si estrae l’argilla, forse ancora oggi. Altro nome è quello del cinese Ameya, che aveva portato in Giappone l’arte raku. Il valore delle ceramiche raku è molto elevato – esse sono molto ricercate.
Colori del raku: smalto bianco, “cristallina, ossido di stagno (opacizzante); sullo smalto bianco si possono applicare altri smalti, ossidi o nitrati metallici (ossido di rame per il verde con riflessi color rosso, ossido di cobalto per il blu, ossido di manganese per il violetto/melanzana, nitrato d’argento per effetti madreperlacei dorati). E’ la scultura raku per le feste, spettacoli, esposizioni. Occorrono un forno e un tornio.
Oggi le gallerie raku sono assai diffuse.
Si può dire che l’arte raku risale al VI millennio a.C.
Ne sa in approfondimenti Ornella Paoli Rambelli, che esprime una vocazione naturalistico-ambientale. Arcidosso e Grosseto sono centri Raku famosi. La Rambelli crea arazzi, composizioni batik, acquerelli, secondo la tradizione toscana, e oggi vi ha aggiunto il raku. La gallerie raku sono molto prestigiose e utili: caffettiere, tazze (per tè), bottiglie e bicchieri, portafiori di varie dimensioni, sopramobili ornamentali, miniature a rilievo, minisculture religiose o profane, portalampade, ecc. Utensili e teiere non erano solo apprezzati dall’imperatore nel medioevo, erano anche ricercati dal popolo.
Oggi il raku è diffuso in varie parti del pianeta: Stati Uniti, Inghilterra, Italia, Germania, Olanda, Grecia. Si deve a Bernard Leach, artista inglese (morto nel 1979) il manuale Raku, fonte tuttora di conoscenze preziose.
Certo, Mariagrazia con l’arte raku, si è fatta un patrimonio di nozioni ed esperienze tecniche: lei conosce gli smalti di base, gli ossidi metallici coloranti, le varie tonalità, i fenomeni sorpresa che sono tuttavia sempre accolti con interesse.  La sua ceramica raku è arte preziosa, indubbiamente, ma anche difficile. Bisogna procedere equipaggiati. Con prudenza. Con precauzione.
Di questa mostra di Lazzeri noi siamo ammiratori, amici. E tra noi, non si sa mai, anche seguaci.

Prof. Giuseppe Luigi Coluccia

martedì 19 luglio 2011

CERAMICA RAKU DI MARIA GRAZIA LAZZERI IN SALA CARGIA’

La mostra, che ha titolo “TERRA IN TRASFORMAZIONE “ ci propone un interessante percorso di opere in ceramica Raku una tecnica  nata in Giappone nel XVI°  secolo piena di storia  e di operazioni rituali.
Incanta la mostra della Lazzeri che ha allestito con classe raffinata creando spazi di luce e angoli colmi di preziosità.
Le ceramiche di Maria Grazia Lazzeri ci parlano di riti antichi, emanano forza, rigore, sono intrise di passione e ancora si rivelano leggere, morbide, decise ed evanescenti insieme, concrete nelle materia raccontano di movimenti impossibili e sono sogno e realtà, fantasia e magia.
C’è energia nella ceramica della Lazzeri, un’energia positiva che rapisce i molti presenti e si traduce in applausi ripetuti al termine della presentazione del Critico d’Arte Prof Giuseppe Luigi Coluccia.
Maria Grazia Lazzeri ha iniziato il suo percorso artistico nell’anno 1987, frequentando una scuola di base, apprendendo i primi rudimenti per lavorare la ceramica, ed ha scoperto una particolare propensione per il Raku, apprezzandone  da subito la cura dell’esecuzione che è realizzata esclusivamente a mano, e assaporando l’emozione che cresce, durante la cottura nell’attesa  del risultato finale.
Il prodotto finito, benché sia controllato,  non è mai scontato completamente, perché il pezzo viene tolto incandescente dal forno, immerso in acqua fredda dopo essere stato posto in ossidazione con tempi variabili che l'artista stabilisce di volta in volta ed è perciò che il risultato  finale può essere o non essere ciò che l’artista aveva previsto.
La Lazzeri che ha al suo attivo numerosi premi e riconoscimenti racconta come nascono le sue opere con gioia e trasmette essa stessa, la medesima serenità che le sue opere sembrano emanare. 
Tutta la mostra ha un profondo senso creativo, evocativo, magico e  fortemente positivo emerge il messaggio di comunione che il Raku  fonde tra la materia, terra madre, e l’uomo che ne libera lo spirito.
La mostra rimarrà aperta sino al 24 luglio.

Ezia Di Capua

lunedì 18 luglio 2011

PITTURA E POESIA IN SALA CARGIA’

Eccezionale evento culturale domenica 17 luglio  in Sala Cargià a San Terenzo.
Il poeta lericino Vasco Bardi, a conclusione della personale di pittura di Gio Batta Framarin, ha allietato con le sue poesie recitate in  dialetto locale gli ospiti intervenuti per salutare l’eccellente pittore.
Le pitture di Framarin ritraggono il nostro territorio e ne colgono il fascino segreto che, sparso sulle tele  ci dona atmosfere  di armonia, storia e ricordo
Talento, ingegno e professionalità di Framarin anche in questa mostra hanno trovato conferma e grande è stato il successo avuto confermato dalla grande affluenza di pubblico.
Sala CarGià che offonda le sue radici nel Centro Storico di San Terenzo, è stata cornice autentica di cultura anzi è divenuta essa stessa espressione di arte di cultura,  aperta alla condivisione  della bellezza pittorica e della forza della lirica di Vasco Bardi.
Vasco Bardi nato a Sarzana, vissuto a La Spezia, vive libero e prigioniero nel Golfo dei Poeti.
Ha pubblicato le raccolte di poesia:   “Il Cadere Lieve delle stelle”. Premiato dal comune di La Spezia nel 2003 unitamente a “Bacicia do Tin” nella rassegna “Settembrelibri” come miglior libro di poesia.
 “Donne” libro celebrativo della festa dell’”Otto marzo”.
Prosa: “Il Circolo delle stelle” per il 50° della fondazione del Circolo della Vela Erix.
“Lo Spirito di Shelley nel Golfo degli Dei” :arrivo della Goletta di Shelley a San Terenzo e ricostruzione del naufragio.
“Nonno Ettore” : saga familiare Sarzanese.
“Regolamento Illustrato del regolamento di regata”
L’evento organizzato da Ezia Di Capua, nell’ambito della “ Stagione in Arte dedicata a Carla Gallerini”  ha accolto un pubblico interessato che  ha trascorso un interessante pomeriggio  dove lo scambio di idee e di filosofie ha tessuto indimenticabili armonie .


Ezia Di Capua


giovedì 14 luglio 2011

IL TROFEO CARGIA’

Trofeo CarGià
Dal 2010 la Federazione Italiana nuoto tributa il proprio gradimento alle gare santerenzine e propone l’organizzazione dei Campionati Italiani Master Fin di fondo e mezzofondo che hanno fatto registrare oltre le 1500 presenze nelle gare del 2010.
La Sala Cultuale CarGià partecipa a questo evento, Memorial David Passalacqua, che ha il patrocinio della Regione Liguria, presentando il  TROFEO CARGIA’ giunto alla sua sesta edizione.
Il TROFEO sarà consegnato al vincitore della gara di fondo valida per il campionato italiano Fin sulla distanza di m 5000 che si svolgerà il 10 settembre 2011
Il Trofeo CarGià è stato da sempre eseguito da artisti locali.
Da un paio di anni l’artista Raffaele Cavaliere esegue su incarico delle titolari della galleria d’arte “ Sala Culturale CarGià” di SanTerenzo, Carla Gallerini ed Ezia Di Capua, “il trofeo CarGià” in occasione del “ Trittico natatorio santerenzino” che si svolge nel Golfo dei poeti a San Terenzo.
Quest’anno il Trofeo è dedicato al 150° dell’Unità d’Italia.
Per eseguire i Trofei  Cargià l’artista si avvale di una tecnica di lavoro che, tramite il recupero ed il particolare assemblaggio dei più disparati oggetti e materiali ( metallo, legno, pietra, marmo, vetro, plastiche, conchiglie e minuterie varie e Das), dà loro nuova vita reinventandone il ruolo e la funzione in una nuova originale, omogeneità di forma.
  
Carla Gallerini ritratta da Raffaele Cavaliere
Raffaele Cavaliere, pittore, scultore, grafico,è nato a San Terenzo di Lerici e vive a Lerici, in località Venere Azzurra, dove ha anche lo studio.
Compiuti gli studi presso il liceo artistico e l’Accademia delle Belle Arti di Carrara (MS), si è dedicato all’insegnamento, svolgendo parallelamente intensa attività artistica e culturale. Ha al suo attivo concorsi, esposizioni collettive e mostre personali in tutta Italia.
Ha esposto varie volte all’estero. Sue opere sono presenti in varie nazioni europee e negli USA.
Ha partecipato, in loco, a numerosissime edizioni de “ Il Piasseo “, “ La Marguttiana”, “La Calandriniana” ecc., ed ha ricoperto per alcuni anni il ruolo di consigliere delegato alla cultura presso il Comune di Lerici. E’ stato ed è membro di commissioni e giurie, ecc, in mostre d’arte, di eventi letterari e di cultura varia.
Buon ritrattista ha eseguito, fra gli altri, ritratti allo scrittore regista Mario Soldati ed alla cantante Alice e anche a Carla Gallerini nel 1979
Alcune sue più importanti e recenti mostre:
- Galleria “ Canci “ Lerici – personale
- “ Pavillon art center ” – Santa Barbara California – USA  Collettiva  di 6 artisti
- Fortezza “ Firmafede” – Sarzana – Collettiva
- Centro S: Allende – La Spezia Collettiva  di 4 artisti
- “Mito, metamorfosi e magia” – Castello di Lerici – personale
- “Futurismo oggi” Castelnuovo Lerici – Collettiva
- “ Simul – Azioni” – Villa Schif – montagnoso (MS) - personale
-  Sala CarGià -  personale

Ezia Di Capua

domenica 10 luglio 2011

Giuseppe L.Coluccia: RICORDANDO IL GOLFO DEI POETI, DEGLI DÈI

L’artista è assai noto in Lunigiana per talento e professionalità: la pittura per lui è vita. Per anni si è dedicato con Anita sua moglie all’impegno culturale estetico di Liguria, Toscana, Emilia.
Nel tema Ricordando il Golfo (della Spezia) ha inteso entrare nelle bellezze marine e nell’entroterra di Lunigiana; come recentemente, a Barbarasco, ha dipinto i Castelli lunigianesi, avendo presente nel titolo la Francigena e i Malaspina. La sua passione si volge al paesaggio lunigianese, includendo il Golfo, e il capoluogo La Spezia il cui fascino non solo fa parte della tradizione culturale lunigianese, ma forse è un caposaldo della storia locale, connessa con altre tappe della stessa, che hanno impresso nell’arte, intesa in senso allargato, il proprio segno grafico, pittorico, architettonico. Insomma la propria cultura. Sono stati 27 i dipinti esposti nel Comune di Barbarasco (li riporto per comodità): Virgoletta: Castello e Borgo, Pieve di Sant’Andrea Montedivalli, Pontremoli Fiume, San Gimignano Castello, Madrignano Castello, Fortezza di Sarzana, Verrucola Castello, Castelnuovo Castello, Fosdinovo Castello, Tresana Panorama, Bastia Castello, Villa di Tresana, Tresana Castello, Tresana Paesaggio, Tresana Chiesa, Bastevoli Castello, Licciana Nardi Castello, Bagnone Castello, Malgrate Castello, Pontremoli Ponte, Terrarossa Castello, Filetto Borgo, Filetto Borgo, Pieve di Cristiano, Castiglione del Terziere Borgo, Filattiera Castello.
A Sala Gargià sono esposti trenta dipinti di Framarin.
Castelli, Pievi, Fortificazioni, Monumenti sono diventati la sua documentazione  forse ce li faremo entrare di sfuggita anche ora, nella mostra. Egli ha come referente il Golfo e con esso San Terenzo, Lerici, Portovenere, Isola della Spezia e in qualche modo l’entroterra di Lunigiana. L’artista è ormai un maestro, la vasta produzione forma un patrimonio archivistico di straordinaria importanza, che sta vicino al maestro Pietro Valentini ma forse lo supera in estensione. Giobatta è pittore realista, direttore della rassegna “Come nasce un'opera d’arte”. E’ nato a Gambellara (VI) nel 1946: il suo amore al paesaggio gli ha fatto attraversare la Lunigiana, accrescendo una documentazione storico-artistica straordinaria. La cura che ha per il disegno e la passione per la pittura oltre a dimostrare la capacità tecnica, denotano il pieno estro inventivo di rappresentazione come avviene nelle estemporanee, il suo slancio nella rappresentazione en plain air, e quindi il rapporto diretto con la natura, fonte di poesia.Per due volte Giobatta ha partecipato alla rassegna d’arte la Calandriniana  “Come nasce un quadro” di Sarzana. Ha pure, come direttore artistico, partecipato a ben dodici edizioni “Come nasce un’opera d’arte” (Follo-Piana Battolla). Ha partecipato alla rassegna d’arte “I! Bastione” della Spezia, seconda edizione, esponendo l’opera al Centro Culturale “Allende” del capoluogo spezzino. Le mostre personali sono innumerevoli. Come le collettive. I riconoscimenti, i premi e i consensi sono una costante che gli rende onore, dovunque sia presente.  A Barbarasco di Tresana (MS), come abbiamo detto sopra, ha folgorato con Francigena e Malaspina.
Ho davanti due sue opere, “Lerici” col suo mare, “Castello di San Terenzo” e mare. A guardar bene i dipinti di Giobatta si ispirano prevalentemente al Golfo spezzino-lunigianese, ma anche all’entroterra, in mezzo ad acque piene di vita, ora calme ora mosse dalla brezza: da segnalare il trittico “Eco del mare”,  Castello e Baia di San Terenzo, prima che l’area fosse vestita d’alberi (ma c’è pure il dipinto moderno della medesima area). Ci sono Marola delle Cinque Terre, Isola, e poi il porto con barche e barconi, e alcuni borghi come lo splendido caseggiato di Villafranca, in occasione della prima estemporanea voluta dall’Amministrazione Comunale, nella persona di Mario Mori. Il cumulo di particolari, i colori che vivono di sole e di ombre, la dolcezza delle tonalità mai in contrasto ma lanciate alla libertà di rappresentare case, vicoli, ponti, acque, e la gamma di trasparenze della natura sono pervase da una nota lirica piena di leggiadria, negli ampi silenzi che la sua pittura sa riportare. Il realismo, ripetiamo, scandisce la nota distintiva dei suoi dipinti.
L’opera può assumere il rilievo di documentazione tratta dalla natura. Anzi è sempre così. Certo, qui egli punta al Golfo, al mare di Lunigiana. A parte il silenzio che si estende come una coltre sulla natura osservata da Giobatta, la sua padronanza del colore e la tecnica riescono a dare la  “visione” del reale, come sottratta al tempo e alle mutazioni. Una pittura organica, dove la concertazione cromatica procede per campiture piene di luce e di ombra, con piena adesione alla realtà osservata, e raffigurata. Il movimento dell’acqua del mare corrisponde “poeticamente” al movimento delle nubi e del vento, anima di ogni dipinto.
Con le opere esprime una liturgia dell’amore alla natura di Lunigiana. E’ un mistico e un poeta insieme: vive questa passione allo stato puro, armoniosamente, umilmente. E’ un artista del segno, ha una raffinatezza cromatica, e un sentimento delle cose semplici, miti, silenziose. La Lunigiana è territorio di confine, dove sono passati i grandi personaggi della storia, i Malaspina in particolare, e le anime miti, la gente di tutti i giorni. Giobatta è capace -  le opere lo dimostrano - di trarre luce e armonia di cose da una realtà spesso negletta e dispersa. Sotto la sua mano la realtà “rivive”. Il Golfo rappresentato in questa mostra è sogno e realtà insieme, è umile grandezza, è nuda bellezza del suo essere e apparire.
Un silenzio secolare avvolge questi dipinti.
Essi parlano al cuore, sono attimi contemplativi, vivono un proprio fascino, un proprio misticismo; e recentemente il critico Francesco D’Esposito paragonava il Golfo della Spezia a quello di Amalfi, nella Italia del Sud. Bravo anche il poeta Vasco Bardi, che ha interpretato il mare di Lerici-San Terenzo in poesia dialettale. E’ così, tutte le volte che la mente di Framarin si volge al Golfo, ai borghi, è come se la energia intima di essi venisse dritta al cuore e lo invadesse di emozioni, di ricordi.
Sappiamo di questo percorso dalla Vallata del Magra al mare, al Golfo dei Poeti, a Lerici, a San Terenzo, le Cinque Terre, Portovenere: da questo microcosmo egli trae il fascino segreto e lo sparge sulle tele in modo che con lui anche noi ammiriamo -  forse, adoriamo!
Talento, ingegno e professionalità di Framarin anche in questa mostra trovano conferma.

Prof. Giuseppe Luigi Coluccia

venerdì 8 luglio 2011

Ricordando il Golfo

Si è inaugurata in Sala CarGià la mostra del pittore Framarin, il bel pomeriggio d’estate si è  fatto  cornice preziosa all’evento che ha coinvolto moltissimi artisti della provincia intervenuti per ammirare le  opere .

Sala Cargià si è animata dei colori e dei paesaggi di Framarin che emergono dalle tele e si mostrano non come pitture ma come finestre sul mondo tanto è la bellezza e la perfezione di esecuzione.
Framarin attento osservatore sa cogliere l’essenza di ciò che vede e ci regala con le sue interpretazioni prospettive inaspettate che stupiscono nei colori così intrisi di passione, tesi a definire un abbraccio morbido alle linee rigorose dell’impianto pittorico e si fanno attori principali quando interpretano angoli che appartengono alla storia del nostro territorio.
“ Ricordando il Golfo” è il titolo della mostra che, finestra sul nostro territorio, è anche poesia di mare, il mare di Framarin che, culla di emozioni, magico divenire di ricordi o dettaglio distratto, diventa vita, conoscenza  e memoria sulle tele dell’artista.
Framarin, direttore artistico dell’Associazione Culturale San Martino di Durasca soddisfatto della bella istallazione della mostra che ha personalmente curato, ha intrattenuto i presenti e il momento conviviale offerto dal ricco buffet è stato movente di scambio culturale, motore di idee e di relazioni.
Ezia Di Capua direttrice della galleria CarGià si è complimentata con l’artista e ha voluto rendere noto ai presenti il risultato dell’impegno personalmente preso relativo alla promozione arte e cultura realizzata attraverso i mass media che di fatto seguono gli eventi di Sala CarGià dall’inizio della Rassegna  e ha documentato  la visibilità che offre il blog http://salacargia.blogspot.com che è aggiornato in tempo reale ed è visitatissimo.
Emozione hanno suscitato ardenti parole del Critico d’Arte Prof. Giuseppe Luigi Coluccia che con passione ha parlato della pittura di Framarin come interprete del Golfo dei poeti, o meglio Golfo degli Dei.
Presente il critico d’arte maestro Mario Orlandi, la Presidente della ProLoco Bianca Cardosi e l’ospite d’eccezione, già annunciato attraverso la stampa: il poeta lericino Vasco Bardi che lusingato per l’invito, ammaliato dalla bella atmosfera  di amicizia ed entusiasta di respirare arte in un luogo tanto bello e suggestivo come il centro storico di San Terenzo, ci ha deliziato con alcune delle sue poesie recitate in dialetto locale. Tanti gli applausi.
Bella festa, bell’evento, bella mostra quella di Framarin che ci saluta con l’arte negli occhi e nel cuore e ricorda che la mostra in Sala CarGià a San Terenzo, resterà aperta dal 5 luglio al 17 Luglio – Festivi Compresi – Rispettando il seguente orario: 18:00 – 22:00.


Ezia Di Capua


domenica 3 luglio 2011

FRAMARIN ESPONE IN SALA CARGIA’


Si inaugurerà martedì 5 Luglio nella Sala Culturale CarGià, la personale di pittura di Gio Batta Framarin.
La mostra, che ha avuto il patrocinio del Comune di Lerici e della Pro Loco di San Terenzo è inserita nel  progetto curato da Ezia Di Capua  “ Promozione Arte Cultura 2011 “ nell’ambito della “ Stagione dedicata a Carla Gallerini”.
La mostra, che ha titolo “Ricordando il Golfo “ ci propone un interessante percorso di pitture che sono memoria e interpretazione del nostro territorio.
Le opere saranno presentate dal critico d’Arte Prof. Giuseppe Luigi Coluccia
L’evento sarà arricchito dalla presenza del poeta Vasco Bardi che reciterà alcune delle sue poesie in dialetto locale creando un momento di magico sodalizio tra pittura e poesia.
Il pittore Framarin,  direttore artistico dell’Associazione Culturale San Martino di Durasca a Follo  vanta un’ intensa  e  riconosciuta  attività artistica.
Pittore realista nato a Gambellara ( VI ) nel 1946.
Disegna e dipinge con passione rivelando tecnica di esecuzione unica per la qualità del segno e rara per la dimensione creativa che nei decenni ha contribuito ad affermare l’artista nel territorio provinciale e in altre regioni. Di temperamento deciso, eclettico, estroverso,  bene si esprime anche su grandi tele.
Il suo racconto artistico si fa poesia nelle  pietre abilmente dipinte che si fanno cuore e simbolo della pittura di Framarin che ci incanta con i suoi paesaggi, i suoi vicoli dove le luci e le ombre giocano e risvegliano angoli nascosti, colmi di fascino verista e di sottile mistero che rapiscono l’interesse dell’osservatore.  
Partecipa a due edizioni della “ Calandriniana” di Sarzana, a dodici edizioni di “ Come nasce un’ opera d’arte” nel Comune di Follo e nella seconda edizione de “ Il Bastione “ a La Spezia.
Ha esposto in numerose personali, collettive raccogliendo riconoscimenti e affermandosi vincitore di numerosi concorsi.
Nel  marzo 2011, la sua personale dal titolo “ Francigena e Malaspina”  tenuta presso il Palazzo Comunale di Tresana di Massa ha ottenuto grande successo.

La mostra in Sala CarGià a San Terenzo, resterà aperta dal 5 luglio al 17 Luglio – Festivi Compresi –
Rispettando il seguente orario: 18:00 – 22:00


Ezia Di Capua
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