giovedì 28 marzo 2013

U.C.A.I. LA SPEZIA - COLLETTIVA: " PASQUA PORTA DELLA FEDE "



UNIONE CATTOLICA ARTISTI ITALIANI                                                               
Circolo Culturale “ Angiolo Del Santo “
Via Don Minzoni, 62 – La Spezia

Collettiva: “ PASQUA PORTA DELLA FEDE “
All’inaugurazione venerdi 22 marzo alle ore 17,00, sono intervenuti:
Mons Luigi Ernesto Palletti Vescovo della Spezia – Sarzana – Brugnato.
Bassano Staffieri Vescovo emerito della Spezia

Testi poetici di:
Anna Maria Barini - Valerio Cremolini - Maria Rosa Pino 

La mostra è visitabile tutti i giorni feriali (escluso il lunedì) fino al 6 aprile 2013 dalle 17,30 alle 19,30


INTRODUZIONE DI GABRIELLA  MIGNANI
E' una Pasqua speciale, quella che tutti i credenti si avviano a 
festeggiare. 
 L' elezione del nuovo Papa ha dato, se posso
Ezia Di Capua
La porta che separa il mondo delle tenebre
da quello della luce e della speranza
- particolare - 
esprimermi così, ancora più speranza a coloro che confidano nella Resurrezione di Cristo.
 Questa collettiva degli artisti dell' Ucai giunge, dunque, in un momento particolarmente significativo nella vita della Chiesa: nel nostro piccolo, il contributo è, dunque, di vera partecipazione cristiana, di grande afflato mistico con il mistero della fede.
   Penso che qualcosa di realmente profondo abbia ispirato le opere che oggi vedete esposte: con le dovute differenze di generi, sensibilità e tecniche, la mostra è bella e conferma il talento di questi artisti, riuniti in un cenacolo che assume sempre più un ruolo significante nella vita della città e della diocesi.
   Dall' era paleocristiana  fino ad oggi, l'arte al servizio della Chiesa ha descritto la lotta e la vittoria del Cristo sulla Morte ora in maniera astratta, ora in modo allusivo o più esplicito, a seconda delle correnti artistiche, dei luoghi, dei tempi, delle singole sensibilità.
   E' così anche per i nostri artisti: potete ammirare quadri e sculture molto differenti, che interpretano il mistero della Resurrezione come simbolo ( alludo alla colomba, portatrice di pace, presente in diversi quadri ), o in maniera più esplicita: chi si è soffermato sulla Croce e quindi sul momento della passione del Redentore, chi sulla sua Ascensione, chi ha voluto attualizzare il trionfo di Cristo, ponendo la sua figura in un contesto moderno.
  Chi ancora, interpretando il titolo della Mostra “ Pasqua, porta della Fede “ , ha voluto soffermarsi sul simbolo Janua: la porta che separa il mondo delle tenebre da quello della Luce e della Speranza.
   Le tecniche, come sempre, sono varie: dalla delicatezza dell' acquerello, all' incisività della grafica, con alcuni esempi di cosidetta “ arte povera “, che utilizza materiali di uso comune o di recupero in collage o composizioni. Non manca il contributo dei ceramisti.

GLI ARTISTI IN MOSTRA: Guido Barbagli, Luigina Bo, Antonella. Boracchia, Ferdinando Brogi. Angelo Del Santo, Ezia Di Capua, Pina Gentile, Anna M. Giarrizzo, Gloria Giuliano, Enrico Imberciadori, Carlo A. Longaretti, Mario Maddaluno, Marisa Marino, Sergio Maucci, Antonina Meloni, Fabrizio Mismas, Pier Luigi Morelli, Graziella Mori, Franco Ortis, Maria P. Pasquali, Marina Passaro, Maria Luisa Petri, Mirella Raggi, Rosa M. Santarelli, Giovanni Santernetti, Maria Rosa Taliercio, Carlo Vignale.


martedì 26 marzo 2013

SALA CARGIA': INCONTRO CON LA SCRITTURA DI THEA MARIA PARODI RONCON


Sala Culturale CarGia’ amplifica il progetto di Promozione Arte e Cultura 2013 riservando uno spazio alla presentazione di libri.

Ezia Di Capua

  
               Mi presento…. di Thea Maria Parodi Roncon

“ Il mio esordio letterario inizia nel ’65 con la collaborazione ad alcune riviste di formazione e contenuto politici ed io stessa esordisco come “poeta politico”. Passeranno degli anni prima di utilizzare le memorie, indagando in un passato che continua ad essere inesorabilmente presente. Questa consapevolezza avverrà più tardi, all’indomani della morte di Marianna, mia madre. Da allora ha avuto inizio una ricerca continua, una presa di coscienza, un’analisi spesso difficile e contrastata, tenuto conto dell’umana debolezza di indulgere con eccessiva benevolenza sui propri errori ed omissioni. Ho dedicato tutta la vita allo studio ed alla lettura. Mio padre, che era un appassionato di Classici, mi insegnò ad amare Dante e Virgilio, ad apprezzare i Francesi e a considerare i Greci maestri di ogni conoscenza. Pur avendo una laurea in Lettere e Filosofia, quello che ho imparato nella vita è stato il risultato dell’esperienza e di una mia personale ricerca. I miei interessi sono sempre stati vari e numerosi.
Mi sono interessata di teatro, di fotografia, di pittura, di piante e di animali;
però la maggior parte del mio tempo l’ho dedicata alla scrittura e  a cercare Dio.
Sia in una cosa che nell’altra ritengo di essere ancora in una fase dilettantistica.
Purtroppo l’avvicendarsi sempre più rapido delle stagioni mi ricorda che ad ogni alba segue un inevitabile tramonto e che esistono inderogabili scadenze, alle quali non ci si può sottrarre. La scrittura è la mia unica garanzia di sopravvivenza.”

 Thea M. Parodi Roncon

 “ARIANNA DALLE TROPPE MORTI”, romanzo storico di Thea M. Parodi Roncon
NOTA INTRODUTTIVA DELL’AUTRICE

Il nome di Arianna è legato a due motivi che costituiscono il principio e la fine del suo mito: il filo, simbolo della salvezza, e il labirinto, metafora del dubbio e
della morte.
Per noi il labirinto – già la parola indica simbolicamente un percorso accidentato e oscuro nel quale chi si addentra non è sicuro di uscirne, prigioniero delle sue stesse incertezze e paure – indica un luogo in cui le forze del Bene e del Male s’incontrano per la lotta finale, senza esclusione di colpi, lotta che porterà alla vittoria o alla sconfitta di una delle due parti. Il labirinto è dunque un cammino spirituale che l’anima intraprende nell’incertezza ma anche nella forza della propria fede, cioè nella speranza dell’aiuto divino. Arianna è il dio che, indicando all’eroe prescelto Teseo il modo di uscire vivo e vittorioso dal labirinto, gli offre la possibilità di sconfiggere il Male e raggiungere l’uscita, cioè la libertà del Bene. Questa scelta indica due opposte soluzioni: da una parte la morte di Asterio, il guardiano del labirinto, dall’altra la fede in una promessa d’amore.
Tuttavia il nome di Arianna travalica questi due motivi. C’è una ragnatela politica alle sue spalle, una resa di conti senza appello. Arianna non è solo il labirinto, è soprattutto Creta, l’isola che dominava il Mediterraneo nei traffici commerciali e alla quale le altre isole e comunità della Grecia dovevano offrire tributi e garanzie di fedeltà e sudditanza. Dalle sue coste frastagliate ed impervie partivano ordini che raggiungevano l’Oriente e l’Occidente, cioè i punti estremi della terra conosciuta. A Creta le due civiltà si fondono: la prima rappresentata dai colori sgargianti e dalle schiere chiassose del dio Dioniso, che nell’isola impianta la vite e inaugura il culto di sua madre Semele, la Dea Luna; la seconda rappresentata dalla grandiosa armonia olimpica: a Creta è nato Zeus, il padre degli dèi dell’Occidente.
Due culture coesistono dunque a Creta, ombelico del mondo, centro di una raffinata civiltà che ha avuto il suo massimo splendore all’epoca dei Palazzi, nella reggia di Cnosso e di Minosse, re dell’isola e padre di Arianna, la “splendente”, sacerdotessa della Luna e sposa di Dioniso.
Arianna sarà destinata dal Fato ad essere il perno intorno al quale ruotano queste opposte tendenze e nello stesso tempo la causa della loro disgregazione: tradirà il padre, tradirà soprattutto Creta e le sue leggi. In lei che muore, muore tutta la civiltà minoica.
 Arianna è metafora della decadenza, le sue cinque morti, narrate dal mito, sono il simbolo di un’era che finisce, epifania di riti religiosi e politici che in Arianna e nelle molteplici forme della sua morte trovano espressione e voce.

(Biblioteca di Arcola - La Spezia - 8 febbraio 2013) di Donatella Zanello
 In occasione dell’incontro presso la Sala multimediale della biblioteca civica di Arcola, Thea ha portato la maggior parte dei suoi libri, esclusa la produzione poetica.
Si tratta di meravigliosi romanzi e racconti, i cui protagonisti sono la memoria, il tempo, la natura, le passioni umane, la solitudine dorata di uno spirito libero ed indomabile.
La scrittura di questa autrice è straordinariamente fluida, brillante, ha la forza e la lucentezza del diamante, si abbatte come una spada scintillante, seziona come un bisturi, incide, spezza, risale alle origini del bene e del male con forza tumultuosa. Thea è persona di grande cultura, docente e scrittrice molto profonda. Inizia a parlare dell’argomento principale: la scrittura, il linguaggio come mezzo non solo di comunicazione ma anche di  separazione, a dimostrare che ogni cosa può trasformarsi nel suo contrario. La parola non solo  unisce ma anche divide. Dubbi e tradimenti nascono dal rivelarsi attraverso le parole.  Parlare è rivelarsi, rendere complici gli altri della propria intimità. Tuttavia l’interlocutore potrà rivoltarsi contro le parole rivelate e le parole diverranno elemento di debolezza e di sconfitta. Spesso il silenzio salvaguarda i rapporti umani più delle parole. Le parole hanno un peso. Le parole sono pericolose.
Il problema del linguaggio come mezzo di comunicazione ma anche di incomunicabilità è legato al codice della comunicazione per cui ad ogni domanda deve corrispondere una risposta e quando ciò non avviene la comunicazione è scorretta e pericolosa. Le parole sono importanti perché sono la base di tutti i rapporti umani. Per questo motivo è fondamentale per ognuno di noi poter trovare gli interlocutori giusti, cioè interlocutori che abbiano il nostro stesso codice linguistico. Altrimenti la comunicazione sarà impropria oppure impossibile e dannosa.
L’alternativa più importante alla comunicazione tra interlocutori è il diario. Una seconda alternativa è il linguaggio rivolto ad un amico od interlocutore immaginario.
Thea dichiara che alla base dei suoi romanzi c’è sempre la memoria. La memoria è il nutrimento, il terreno fertile della sua scrittura.
Un secondo elemento fondamentale nell’opera di Thea è il  paesaggio.
Il paesaggio è protagonista nei suoi romanzi e racconti, rappresenta e rispecchia lo stato d’animo dei personaggi in una vasta sequenza di sensazioni ed emozioni che si rincorrono: le nebbie, il fiume, il lago, la verde campagna, il bosco, la montagna, le colline, le strade sterrate e le paludi sorvolate dalle folaghe, i rami trascinati dalle correnti, le giuncaie, i cortili…tutto riconduce alla dimensione stupita ed innocente dell’infanzia, tutto grida alla nostalgia del passato in cui l’assenza, regina dei giorni, costruì un muro di solitudine. La natura è grandezza e sogno.
Un altro tema fondamentale che l’autrice affronta nei suoi scritti è la depressione,  malattia psichica con sintomi clinici che è caratteristica negativa della cultura occidentale, laddove si è interrotta la connessione con il creato, l’armonia primitiva con i ritmi della natura. Thea cita Erich Fromm, appartenente alla Scuola di Francoforte insieme ad Adamo e Mancuse: “La grande illusione che il progresso tecnologico portasse benessere attraverso la soddisfazione dei desideri è fallita.” L’uomo contemporaneo deve evitare di diventare ingranaggio della immensa macchina tecnologica. Il distacco dal mondo naturale provoca alienazione, fragilità e depressione. Il mondo virtuale si sovrappone erroneamente alla realtà quando cerca di sostituirla, è efficace quando cerca di rappresentarla e salvaguardarla. Il ritorno alla natura è salvifico e necessario per l’uomo moderno, tormentato da pressioni sociali intollerabili. La natura è in armonia con il tempo mentre l’uomo non lo è più, nel tentativo folle di annullare le categorie temporali, incapace di accettare l’alternarsi delle stagioni, anche quelle della propria esistenza.
Il tempo nella scrittura di Thea è una categoria indefinita, è un tempo astratto, psicologico, simbolico dello stato d’animo e ad esso legato, tempo dilatato dalla memoria e dal divampare delle passioni.
Thea espone infine la carrellata delle sue opere: alcuni romanzi sono nettamente autobiografici: “Gli apprendisti” , “Appunti di signora con gatto bianco”;
 Dietro la porta chiusa e “Il linguaggio dell’ombra” trattano del fenomeno della depressione e più in particolare di una forma depressiva definita  come “sindrome da lutto”. Questo tema ricorre anche nell’”Identikit dell’io smarrito”. “Volo ciecoè la narrazione di una strana leggenda di paese che ripercorre gli schemi della tragedia classica. In tre volumi di racconti Thea narra molteplici episodi sia autobiografici che di pura invenzione e fantasia.
Infine, due sono i bei romanzi mitologici, che nascono dal mito classico con struttura sintattica perfettamente appropriata alla dignità dell’argomento, caratterizzati da profondità di ricerca filosofica e psicologica e da una meravigliosa ricchezza lessicale: “Ipotesi su Klitemnestra” e “Arianna dalle troppe morti”.
Carmen Claps, studiosa di letteratura e principale curatrice attraverso le sue prefazioni degli scritti di Thea Maria Parodi Roncon, ha parlato diffusamente e dettagliatamente delle singole storie e dei personaggi presenti sia nei romanzi che nei racconti, anticipando nella giusta misura alcuni dettagli delle trame, senza nulla togliere a chi si appresta alla lettura di questa meritevole autrice ed anzi aumentando la curiosità e l’impazienza del lettore di conoscere questa instancabile narratrice di storie eleganti,
illuminanti e malinconiche, vere e verisimili, fantasiose e potenti, a suggerire una cultura rinnovata e salvifica del bello scrivere.

Thea Maria Parodi Roncon, laureata in Lettere e Filosofia, insegnante di Letteratura americana, vive a Castelnuovo Magra. Esordio nel 1965 con poesia politica su importanti riviste letterarie. Ha pubblicato numerosi testi di poesia ed ha al suo attivo una notevole produzione letteraria.
In data 8 febbraio 2013 Thea  ha presentato presso la Biblioteca Civica di Arcola la propria produzione letteraria, relativamente alla parte narrativa (romanzi e racconti)con introduzione di Carmen Claps.
Di seguito trascrivo il testo di presentazione redatto dall’autrice, la sintesi dell’incontro tenutosi presso la Sala multimediale della Biblioteca di Arcola in data 8 Febbraio 2013 e la nota introduttiva dell’autrice al romanzo storico “Arianna dalle troppe morti”(quest’ultimo scritto si ricollega idealmente alla nota introduttiva “Riflessione sul mito del labirinto attraverso le varie culture”da me proposta nella silloge “Labirinti”).

Donatella Zanello





sabato 23 marzo 2013

" LA SPEZIA QUE J'ADORE..." in mostra al Centro Allende a La Spezia, la grafica di EZIA DI CAPUA



In mostra al Centro Salvator Allende di La Spezia dal 23 marzo al 2 aprile:
" La collezione privata "  di Sergio e Giuliana Del Santo
“ La mia Contessa di Castiglione” di Lorella Morando,
La Contessa di Castiglione “ di Ezia Di Capua


Ezia Di Capua
La Contessa di Castiglione
Conclusi oggi con il convegno storico presso il Centro Salvator Allende, intitolato: “ La Spezia que j'adore...” Virginia  Contessa di Castiglione, una serie di incontri tesi ad una riflessione storico-culturale su questo personaggio storico femminile del XIX secolo, ancora così sorprendentemente moderno, organizzato da   F.I.D.A.P.A B.P.W. ITALY Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari Business and Professional Women International Distretto Nord-Ovest – Sezione La Spezia. Il convegno organizzato in collaborazione con i servizi culturali del Comune della Spezia, ha avuto il patrocinio della prefettura di La Spezia, della provincia di La Spezia, del Comune di La Spezia, dell’Istituzione per i servizi culturali, del Conservatorio “G. Puccini” di La Spezia.
Alessandra Del Monte, Presidente FIDAPA BPW ITALY Sezione La Spezia ha salutato i presenti, illustrato l’intero progetto dedicato alla Contessa, presentato le mostre pittoriche : Collezione privata di Sergio e Giuliana Del Santo e “ La mia Contessa di Castiglione” di Lorella Morando, pittrice di Castiglione Tinella comune di nascita del marito di Virginia Oldoini, Conte Francesco Verasis Asinari di Castigliole d’Asti e Castiglione Tinella., col quale il comune di La Spezia, proprio in questa occasione, ha suggellato un gemellaggio culturale.
Applauditissma, Jenny Fumanti, socia FIDAPA, autrice e cantane di fama nazionale che ha interpretato la Contessa indossando l’abito 
“ Regina di cuori “ fedele riproduzione dell’abito con cui Virginia incantò l’imperatore di Francia, realizzato da Mirella Barbagli past President. La presidente Alessandra del Monte molto si è complimentata e molto ha  ringraziato le socie pittrici: Marisa Marino che ha esposto gli acquerelli che verranno pubblicati nel libro della poetessa Chioma, e  Ezia Di Capua per la grafica dedicata alla Contessa.
Presente l’Assessore della cultura Del Prato che ha salutato e manifestato la sua approvazione per l’organizzazione degli eventi e l’impegno di F.I.D.A.P.A..Assai gradita la presenza e l’intervento di Marcella Di Salvo, Tesoriera Nazionale FIDAPA BPW ITALY che ha esteso ampiamente le sue congratulazioni a tutti i componenti di F.I.D.A.P.A.

Sono intervenuti al convegno storico  La Spezia que j'adore...” Virginia Oldoini Contessa di Castiglione:
 Sergio Del Santo
La Contessa di Castiglione: affascinante avventuriera o ardente patriota?”
Adriana Beverini
“Tratti spezzini nella corrispondenza della Contessa di Castiglione”
Marzia Ratti
“Il patrimonio immobiliare della famiglia Oldoini alla Fondega e i destini urbanistici della Spezia”
Pia Spagiari
“I soggiorni e le querelles della Contessa di Castiglione alla Spezia negli anni 1870/72”
Maria Giuliana Zucchini
La Contessa di Castiglione nelle opere letterarie”
  
Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari
International Federational Of Business And Professional Women
La Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari è un'associazione composta, in Italia,da 11.700 socie e appartiene alla Federazione Internazionale IFBPW. E' articolata in 280 sezioni distribuite su tutto il territorio nazionale, raggruppate in 7 Distretti. Ai sensi dell’art 3 del proprio Statuto, F.I.DAPA è un movimento di opinione indipendente; non ha scopi di lucro, persegue i suoi obiettivi senza distinzione di etnia, lingua e religione. La Federazione ha lo scopo di promuovere, coordinare e sostenere le iniziative delle donne che operano nel campo delle Arti, delle Professioni e degli Affari, autonomamente o in collaborazione con altri Enti, Associazioni ed altri soggetti.


Ezia Di Capua



domenica 17 marzo 2013

UN'OPERA GRAFICA DI EZIA DI CAPUA DEDICATA A VIRGINIA OLDOINI CONTESSA DI CASTIGLIONE IN MOSTRA NELL'ATRIO DEL PALAZZO DEL GOVERNO A LA SPEZIA



F.I.D.A.P.A
Distretto Nord Ovest
L’opera grafica di Ezia Di Capua dedicata a Virginia Oldoini Contessa di Castiglione, rimarrà esposta nell’atrio del Palazzo del Governo dal 18 al 22 marzo in occasione dell’evento organizzato da F.I.D.A.P.A -B.P.W Italy ( Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari  - Distretto Nord Ovest Sezione La Spezia ) Presidente Alessandra Del Monte.
L’evento, che ha avuto la collaborazione delle Istituzioni per i Servizi Culturali della Spezia e del Conservatorio musicale Giacomo Puccini,  ha titolo:
 “ La Spezia que  j’adore…” Virginia Oldoini Contessa di Castiglione.
La manifestazione  comprende una serie di incontri, tesi ad una riflessione storico - culturale sulle donne della Lunigiana  ed in particolare su questo personaggio femminile del XIX secolo di grande rilievo e attualità
Nell’ambito dell’evento sono previste letture di poesie e prosa dedicate a Virginia con performance musicale“ No name a night” . Per l’occasione sarà esposto l’abito “ Regina di cuori “  che riproduce fedelmente un abito della Contessa, 
realizzato da Mirella Barbagli pastpresident di F.I.D.A.P.A

B.P.W. Italy - Sezione La Spezia
In mostra acquerelli della pittrice  Marisa Marino dedicati alla Contessa. Inoltre sarà allestita una mostra dedicata interamente al "cuore". Saranno pertanto esposti, cuori realizzati con i materiali più diversi tutti comunque dedicati alla passione e al cuore di Virginia che tanto ha amato la nostra città.
Anche Ezia Di Capua, socia F.I.D.A.P.A., presenterà il suo “cuore”, delicata, preziosa e raffinata composizione realizzata in pasta di sale.


VIRGINIA OLDOINI CONTESSA DI CASTIGLIONE
Virginia Oldoini Verasis nasce a Firenze il 22 marzo 1837 dalla Marchesa Isabella Lamporecchi, figlia della ballerina Luisa Chiari e del Marchese Filoppo Oldoini di La Spezia.Entrò giovinetta alle Orsoline per una crisi mistica ma il suo ritiro durò poco.Giunta all'adolescenza era intelligente, di carattere brillante, bellissima e di gusti raffinatissimi.All'età di diciassette anni  Virginia il Conte Francesco Verasis Asinari di Costigliole d'Asti e Castiglione Tinella, di dodici anni più anziano di lei.Il matrimonio, che lei prevede noiosissimo, segna un punto di svolta: trasferitasi a Torino nel palazzo dei Castiglione che fiancheggia la residenza di Cavour, ella compie un mirabolante ingresso alla vita di corte di Vittorio Emanuele II.La sua bellezza risalta anche grazie all'inimitabile gusto per gli abiti originali e audaci. La sua eleganza, sempre ricercata fin nei dettagli, costosissima, e il suo charme conquistano tutti, inizialmente senza distinzione di sesso. Non c'è ricevimento né evento mondano al quale non venga invitata per il suo fascino e il suo spirito.  Questo il suo pensiero:

Ezia Di Capua
La Contessa Virginia Oldoini
- particolare-
«Io sono io, e me ne vanto; non voglio niente dalle altre e per le altre. Io valgo molto più di loro. Riconosco che posso non sembrare buona, dato il mio carattere fiero, franco e libero, che mi fa essere talvolta cruda e dura. Così qualcuno mi detesta; ma ciò non mi importa non ci tengo a piacere a tutti».

«Ogni donna ha il dovere di essere bella, non per sé, ma per gli altri. Per sé invece, deve essere ambiziosa, astuta e agguerrita». 

Iniziano i dissapori coniugali: Virginia è troppo bella e  indipendente, e concede i suoi favori a molte persone importanti, tra cui entrambi i fratelli Doria, il banchiere Rotschild, l'imperatore dei francesi, Cavour, Costantino Nigra, ambasciatore in Francia e a Vittorio Emanuele II.Presto il marito chiede la separazione.Dalla breve unione nacque un figlio, Giorgio, che morirà a 24 anni per malattia.Siamo in pieno Risorgimento italiano, precisamente tra la prima e la seconda guerra per l’indipendenza.Il Piemonte sconfitto dagli Austriaci nel 1849, si sta preparando per la rivincita. Il compito viene affidato a Cavour, primo ministro di Vittorio Emanuele II: lo statista crede che per riuscire nella difficile impresa al Piemonte sia necessario procurarsi un alleato potente come la Francia di Napoleone III.Cavour invia a Parigi un suo fedelissimo, Costantino Nigra, per spianare la strada alle trattative ma, riconoscendo le doti della cugina, considerate la sua intraprendenza e ambizione e l’indiscutibile fascino, le propone una “missione” a Parigi con il compito di favorire l’alleanza fra Napoleone III e il Piemonte.Tali trame di Cavour  politico-diplomatiche condotte per anni, miravano ad indurre l’Imperatore dei francesi a sostenere la causa italiana contro l’Austria.Giunta a Parigi e pienamente consapevole del valore politico della propria impresa, venne affidata all’ ambasciatore sabaudo a Parigi, con il compito di farne una spia.Virginia che conosceva quattro lingue imparò anche un codice cifrato che utilizzava nella corrispondenza che teneva  con il governo del Piemonte.Entrò  subito in società partecipando alle feste ad agli spettacoli indossando gioielli preziosissimi e vestiti audaci e inconsueti.Ebbe numerosi flirt dei quali annota tutti i particolari sul suo Journal.Questo diario è redatto dalla contessa in maniera decisamente astuta, col chiaro intento di far risaltare solo ed esclusivamente le sue doti.Durante le occasioni mondane emerge con chiarezza la sua naturale disinvoltura nei rapporti sociali, soprattutto nei confronti dei maschi; il suo rapporto con le donne è invece scandito dal motto:

«Le eguaglio per nascita. Le supero per bellezza. Le giudico per ingegno
Ezia Di Capua
realizza il prezioso cuore e la cornice

dedicati alla Contessa di Castiglione
Ed è così che, seduce Napoleone III il quale, convinto da Cavour che un'eventuale vittoria di Mazzini avrebbe risvegliato i rivoluzionari repubblicani francesi, invitò il primo ministro piemontese ad un convegno a Plombières.In quest’occasione l'imperatore francese s’impegnava formalmente ad appoggiare militarmente il Piemonte in caso d’aggressione austriaca.Dopo un anno la stella di Virginia cominciò ad affievolirsi. Un finto attentato che coinvolse un italiano,  la costrinse a rientrare in Italia.Nel 1859 incontrò l'imperatore in visita in Italia. La sua richiesta di ritornare in Francia fu accolta, ma le fu consigliato di evitare la corte.Virginia aveva accumulato molti debiti sia per la sua vita dispendiosa sia per la causa di divorzio che il marito le aveva intentato con ampia documentazione.Il suo ritorno in Francia, alla disperata ricerca d'un passato ormai lontano, coincide con la caduta della Monarchia Francese.Dopo aver brillato e scintillato dell’eleganza più sfrenata, tra balli ed amanti, e aver conosciuto i fasti e i trionfi della mondanità e della propria influenza, finisce i suoi giorni come una romantica eroina: in solitudine, malinconica, nostalgica ed inconsolabile per il fascino perduto.Come un’eroina decadente farà coprire gli specchi del suo appartamento parigino con un velo nero, affinché non rispecchino più la sua bellezza perduta, chiudendosi in un voluto eremitaggio. Il 28 Novembre 1899, all'alba del nuovo secolo, muore nella sua casa. Chiede di essere sepolta a La Spezia, senza funzione religiosa né fiori, e che non venga data alcuna notizia alla stampa né alle autorità. Avrà invece una regolare funzione religiosa, e ai suoi funerali parteciperanno camerieri, un duca e un agente di cambio. Gli storici negano qualunque influenza della contessa di Castiglione nelle questioni dell’indipendenza italiana. Mancano infatti protocolli, carte, documenti, che non si sono mai trovati. Subito dopo la sua morte polizia, autorità e servizi segreti bruciarono tutte le lettere e i documenti a lei inviati dalle massime personalità del tempo con le quali era entrata in contatto, re, politici, banchieri.Le sue disposizioni non furono eseguite poiché il testamento venne alla luce dopo la sua sepoltura. La contessa di Castiglione non viene sepolta in Italia, ma nel cimitero di Père Lachaise, dove ancora oggi riposa.
Questo il suo pensiero:

" Mon village,...Mon joli golfe,...La Spezia, que jadore....La Spezia où reve en fermant les yeux "

"Io sono io, e me ne vanto; non voglio niente dalle altre e per le altre. Io valgo molto più di loro. Riconosco che posso non sembrare buona, dato il mio carattere fiero, franco e libero, che mi fa essere talvolta cruda e dura. Così qualcuno mi detesta; ma ciò non mi importa non ci tengo a piacere a tutti".

Ezia Di Capua



giovedì 14 marzo 2013

SALA CARGIA':L'ARCHEOCLUB APUO LIGURE DEL CRINALE TOSCO-EMILIANO ALLA SCOPERTA DELLE POPOLAZIONI DELLE ALTE VIE DI MONTAGNA.



Sala Culturale CarGià ringrazia Angelina Magnotta Presidente dell'Archeoclub apuo ligure per aver trasmesso la documentazione di seguito leggibile affinchè venisse pubblicata nel Blog di Sala CarGià. 
Rendo noto che attualmente il Blog di Sala CarGià è letto nelle seguenti Nazioni :

ITALIA, STATI UNITI, FEDERAZIONE RUSSA, REGNO UNITO, GERMANIA, FRANCIA, THAILANDIA, GIAPPONE, ALBANIA, AUSTRALIA, PAESI BASSI, SPAGNA, SVIZZERA, BRASILE, UCRAINA, TERRITORI PALESTINESI, GEORGIA, ROMANIA, COSTA RICA, MALTA, ISRAELE, INDIA, REPUBBLICA CECA, GRECIA, COSTA D'AVORIO, VENEZUELA, CINA, BOSNIA ERZEGOVINA, AUSTRIA, MONACO, SVEZIA, CROAZIA, COREA DEL SUD, SLOVENIA, MONTENEGRO, IRLANDA, NORVEGIA, POLONIA, CANADA, TAIWAN, BAHAMAS, BELGIO, TURCHIA, DANIMARCA, BULGARIA, ARGENTINA, MOLDAVIA, COLOMBIA, AFGHANISTAN, ISLANDA, SAN MARINO,.....

Ringraziando Tutti sentitamente
Ezia Di Capua


www.lanazione.it/massa_carrara
cronaca.lunigiana@lanazione.net
e-mail: spe.sarzana@speweb.it
Lunedì
25 Febbraio 2013
di NATALINO BENACCI
—PONTREMOLI—

Armi primitive
E’ NATO l’Archeoclub apuo-ligure del crinale tosco- emiliano, che comprende comuni situati di qua e di là del crinale appenninico, a cominciare dalla Liguria orientale. Il via libera è stato dato dalla sede nazionale dell’Archeoclub d’Italia. Studiosi ricercatori e semplici appassionati riscoprono le dinamiche comunicative delle popolazioni delle alte vie di montagna, tutelano e valorizzano il patrimonio storico-artistico ed ambientale dei territori del crinale, con l’intento di appassionarvi anche altre persone e specialmente i giovani, per contrastare la dispersione o la cancellazione dei segni che le epoche e le generazioni passate hanno lasciato sul territorio.

Il tutto per conservare e tramandare l’importante patrimonio storico-artistico della zona.
SI DEVE ad alcuni ricercatori, gli stessi che sono promotori del neonato Archeoclub, il fatto che
tali «segni» o tracce di epoche remote di antropizzazione del Crinale (non ultima la segnalazione alle Autorità della «Lastra del Monte Valoria», una lastra incisa con caratteri forse etruschi) e del suo sistema di comunicazione, siano venuti da diversi anni alla luce e siano stati condivisi con la pubblicazione presso numerose istituzioni ed associazioni culturali: di Parma (Deputazione di Storia Patria), di Pontremoli (Centro Lunigianese di Studi Giuridici), di Aulla (Centro Studi e Ricerche Lunigianesi) e persino di Firenze (Centro Studi Romei). Intanto si preparano altre pubblicazioni e sono in corso nuove collaborazioni sulla viabilità transappenninica del Crinale, con l’individuazione di strade e sentieri arcaici relativi anche a percorsi «prima della Cisa». Notevoli sono state le scoperte delle armi del «Guerriero di Previdè» a suo tempo consegnate alla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana: di esse si attende la datazione da parte degli esperti per avere un punto fermo nella ricostruzione storica del Castelliere omonimo e del sistema difensivo nel quale rientrava.

Una scoperta straordinaria è stata anche quella del «Parco Lunigianese delle Incisioni Rupestri», segnalato al Comune, al Parco dell’Appennino e alla Soprintendenza.A tale argomento sarà dedicatauna conferenza con proiezioni, nell’ambito del programma elaborato dall’Archeoclub. I primi reperti del crinale, nel percorso che va dal Passo del Cirone al Groppo del Vescovo, e cioè: alcune monete, un anello e una fibula sono stati rinvenuti nel 2011 e su di essi relazionò a luglio dello stesso 2011 l’ispettrice onoraria per l’Alta Lunigiana, Angelina Magnotta nella seduta scientifica indetta a Veleia dalla Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi.
LA PUBBLICAZIONE di tale relazione, che non è rientrata nel volume dell’Archivio Storico, sarà
pubblicata a breve dall’Archeoclub.Le elezioni delle cariche sociali sono state deliberate all’unanimità: presidente è la professoressa Angelina Magnotta, segretario Fulvio Campari, consiglieri i professori Angelo Mazzoni e Marco Azzerini. Sono stati infine assegnati gli incarichi e definiti i gruppi di lavoro. Prima uscita in programma a Parma, in occasione dell’esposizione straordinaria della tazza d’oro dell’Età del Bronzo e per la «Storie della prima Parma». Un bel «battesimo del fuoco» per la neonata associazione. 
‘Semaforo verde’ per l’Archeclub «Valorizziamo la nostra storia» Studiosi e ricercatori impegnati nella riscoperta del patrimonio locale
LE CARICHE Angelina Magnotta nominata presidente. A Fulvio Campari affidato il ruolo di segretario.



mercoledì 6 marzo 2013

SALA CARGIA': IL POEMETTO "OLTRE LA SIEPE DI SAMBUCO" di Anna Magnavacca interpretato dall'attrice Cristina Sarti



Anna, cara amica mia, compagna nei  caldi pomeriggi  in Sala CarGià immersi nell’arte, nella gioia di sentire e di condividere. Anna poetessa della vita, schietta, vivace, energica eppure fragile, ritrovi la tua forza nella poesia proprio là dove si infrange il mio cuore e si piega al pianto. Grazie per quanto hai scritto, grazie di avermi donato il tuo libro, la tua poesia, la tua amicizia  - Ezia

Il 2 marzo alle ore 15,30 presso il Salone Voltato del Museo Etnografico di Villafranca Lunigiana, l’attrice Cristina Sarti ha interpretato il poemetto “Oltre la siepe di Sambuco” di Anna Magnavacca – Ed. Guerra – Perugina.


Anna Magnavacca è poetessa ben conosciuta nella sua Lunigiana, sia per l’assiduo impegno letterario e culturale che per le sue doti poetiche, che l’hanno imposta all’attenzione di un pubblico appassionato e “critico”. La sua poesia, infatti, tocca le corde più intime del lettore e del conoscitore della lirica moderna per l’intensità del dettato e la proprietà formale della struttura. Attenta osservatrice della realtà che la circonda, la poetessa lunigianese coglie di essa i risvolti che hanno a che vedere con il sentimento, che appare, in ultima analisi, l’aspetto umano che maggiormente attrae il suo interesse. Con il sentimento la memoria incide con segni profondi il suo cuore, e di conseguenza i suoi versi, imprimendo loro quel carattere universale dettato dalla condivisione del ricordo e dell’esperienza passata, che accomuna molti di noi. Affetti e figure familiari ormai perdute si stagliano nelle composizioni di Anna Magnavacca sfrondandosi del carattere individuale, per ergersi ad emblema del passato formativo e dell’affettività di cui è pervasa l’infanzia  e l’adolescenza. 
Una sensazione di malinconia si diffonde dalle liriche, a segnare un percorso esistenziale non sempre felice, punteggiato di episodi dolorosi, sublimati tuttavia dalla ricchezza di un’anima generosa e gentile. La tristezza, mai effusiva, contenuta in brevi cenni, più nella scelta delle parole che nella effettiva espressione di essa, emana con una dolcezza significativa dell’accettazione serena e saggia degli eventi della vita. In questo modo la sua poesia diventa un momento di rasserenante intimità, di spirituale elevazione, di intensa emozione.


Cristina Sarti :Laureata in scienze politiche - Università di Pisa - Attrice

Esperienza Artistica:
Teatro:
2012. “Oltre la siepe di sambuco”, di Anna Magnavacca. Reading teatrale
2012. Virginia Woolf “Londra in scena”. A cura di Laura Lepri per Bookcity Milano . Teatro Litta Milano.
2012. Sei personaggi in cerca d'autore. Regia G. Bosetti. Compagnia Teatro Carcano Milano.
2012. Dal Buio un grido. Aldo Moro come Antigone. Regia G. Emiliani.
2011.2012: La Signora delle camelie. Di Michele Ainzara. Regia Antonio Salines.
2011: Fantasmi. Di Caterina Baroni. Regia Antonio Salines. Festival di Serravalle.
2011: La Marcolfa. Di Dario Fo. Regia Carlo Simoni. Produzione Nearonda Roma e Festival di Borgio Verezzi.
2011. La bottega del caffè. Di Carlo Goldoni. Regia Giuseppe Emiliani. Compania Teatro Carcano Milano.
2010 .Il Fantasma del castello. di Antonio Panzarella. Regia A. Panzarella.
2010 . Madame de Sade. Di Yukio Mishima. Regia P.Ferrarini. Teatro Dehon Bologna. Nippon festival Lugano.
2010 .L’Orso .di A. Cecov. Regia A. Salines.
2010 .Gamianì . di Alfred de Musset. Adattamento teatrale Riccardo Reim. Regia Antonio Salines. Seduzioni in villa. Trento.
2010 .La voce umana : di Jean Cocteau, adattamento teatrale Enrico Groppali, regia Antonio Salines.
2010. Il Volpone: di Ben Jonson, con Mascia Musy, regia Alberto Gagnarli. Musei capitolini del Campidoglio. Roma.
2009 .La battaglia di Arminio: di Heinric von Kleist, regia Antonio Salines. Centro servizi culturali Santa Chiara di Trento e assessorato alla cultura provincia di Trento.
2009. Brevi storie d’amori brevi ( Antologia Cecoviana): liberamente tratto da Anton Cechov , regia di Francesco Macedonio. Teatro Orazio Bobbio, Trieste.
2009.Capitano Ulisse: di Alberto Savinio: Edoardo Siravo, Vanessa Gravina, Virgilio Zernitz regia Giuseppe Emiliani.  Teatro Carlo Goldoni Venezia. 40 Festival Internazionale di Teatro della Biennale di Venezia.
2008/ 2009 .Le allegre comari di Winsdor: di William Shakespeare: con Antonio Salines, Corinne Clery, Vittorio Viviani regia Andrea Buscemi. Teatro La Versiliana Marina di Pietrasanta .                                                                                                                                               
2008 .Nanà: di Emile Zolà regia Antonio Salines. Rassegna “Seduzioni in villa”. Centro servizi culturali Santa Chiara. Prov. aut. di Trento.
2008 .Generazione Due Cavalli: di Marco Ferrari regia Antonio Salines, accompagnamento musicale Danny Crews.
2007/ 2008 .Le femmine sapute: (Le intellettuali) di Molière:. regia di Andrea Buscemi.
2006/ 2007..In che razza di compagnia sono capitato : commedia tratta da "l'Importanza di chiamarsi Ernesto" Oscar Wilde regia Daniela Bertini, compagnia teatrale "Il Gabbiano":
2007 .Il flauto magico: spettacolo con tecnica di teatro d' ombre e attore. compagnia Il Gabbiano, regia Daniela Bertini. Teatro Verdi Pisa.
2006/ 2007 .Rossini Rossini: commedia musicale regia Alice Guadagni e Chiara Pistoia; Adarte Danza Arte Teatro, Il Gabbiano, Filarmonica Rossini:  Teatro “G. Rossini” di Pontasserchio  (PI)
2004 .Bugs: spettacolo di teatro danza regia Cristina Rovini compagnia MK Ultra. Pisa.
2004 .Fuochi fatui: spettacolo di monologhi scelti, Oscar Wilde, Cechov, Edgar lee Master, regia Cristina Rovini. circ culturale Agorà. Pisa.
Televisione:
2011 .Format “Agricoltura domani ”, puntata zero, regia Vittorio Muscia ,Produzione  Mediafilm.
  
OLTRE LA SIEPE DI SAMBUCO   20 febbraio Ore 8

.... forse mi sono persa…in un bosco
una pietraia….un mare liscio?
In una giornata di gennaio?
( Fredda - lucida come la vetrata di un convento).
In una pianura vuota – soffice di vento?

“…tolga gli occhiali…ha la dentiera
collane orecchini….insomma lustrini? Via tutto.
Dia a me, li ritroverà”.

C’è odore di lisoformio.
I miei vestiti? La mia giacca rossa
(come il laccio che va e viene dal mio braccio)
sarà in qualche intervallo azzurro?
I miei occhiali…effetti personali…

Hanno tolto tutto…proprio tutto.
Le palpebre lottano con me.
C’è questo sole d’inverno – come un battesimo
immacolato – che tanto somiglia alla neve…
Dormire..dormire..dormire……?


Anna Magnavacca





Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...