lunedì 28 gennaio 2013

SALA CULTURALE CARGIA' 2013: RIFLESSIONE SULLA NON VIOLENZA di Gabriella Mignani


Sala Culturale CarGià, saluta il 2013 trattando il tema “ Donna e Violenza”
Un importante e significativo messaggio sostenuto dal blog
 ...... un piccolo grande passo verso il cambiamento.
....se ancora l'Arte e la Cultura possono muovere il mondo.....è nostro dovere fare il nostro possibile.
Ezia Di Capua

  
Ezia Di Capua
" Preludio"

"L’eclettismo di Ezia Di Capua è stato, nuovamente esplicitato con gusto in una pagina di musica dipinta, inquadrata con scrupolosa raffinatezza".
Questo il mio breve pensiero. Contraccambio la stima. Valerio P. Cremolini

   Quante forme di violenza esistono?  Innumerevoli, e quella sulle donne è la punta di un iceberg.
Ovviamente, il così detto “femminicidio” (che brutta parola ! Uno dei tanti neologismi di dubbio gusto) fa cronaca, buca la pagina, crea nuovi numeri per le statistiche.  Ma è solo una delle innumerevoli forme, anche subdole, che la violenza assume nella nostra società: una società spesso ingiusta, dove a volte, anche nei luoghi deputati, è difficile far valere i propri diritti.
  C' è la violenza verbale, quella del silenzio, quella dell' omissione e dell' omertà, e non solo nel nostro Sud.
Ci scontriamo, tutti i giorni, con la difficoltà del vivere: questo è umano, ma è disumana l' indifferenza, l' assuefazione all' ingiustizia e al prevaricare.
  Ci sono delitti che i tribunali non possono o non vogliono giudicare:
sono quelli contro l' anima 
(come giustamente osservava Elio Vittorini nel suo splendido libro
 “Il garofano rosso “), quelli per i quali comunque nessun risarcimento sarà mai equo.
  Certo, le donne, sono tra le prime vittime della violenza fisica, a volte per la loro stessa miopia nel vedere il nemico, che si cela sovente tra le mura di casa, in quella famiglia così decantata dai mass media e dai politici, che in Italia è diventata una trappola spesso mortale.
  Riflettiamo, allora, noi donne, su questo nostro “ non vedere “: il limite, il nemico, la nostra stessa prevaricazione.
  E riflettiamo sul fatto che siamo noi, più dei nostri compagni, a educare gli uomini e le donne del futuro.
  Solo assumendoci le nostre responsabilità, infatti, saremo veramente protagoniste, e non comprimarie o, peggio, vittime di una società che non è a misura di donna, ma spesso, purtroppo, neanche a misura d' uomo.


      Gabriella Mignani



giovedì 24 gennaio 2013

SALA CULTURALE CARGIA' 2013: RIFLESSIONE SULLA NON VIOLENZA di Franca Baronio Gambino


Sala Culturale CarGià, saluta il 2013 trattando il tema “ Donna e Violenza”
Un importante e significativo messaggio sostenuto dal blog
 ...... un piccolo grande passo verso il cambiamento.
....se ancora l'Arte e la Cultura possono muovere il mondo.....è nostro dovere fare il nostro possibile.
Ezia Di Capua




Ezia Di Capua
" Preludio"
Ho letto in questi giorni innumerevoli interventi di persone illustri, famose e molto qualificate sul tema della violenza alle donne.
So di essere assai fuori del coro, e tuttavia non ho nessunissimo interesse per questo tema particolare. Quello su cui  vorrei poter INTERVENIRE (possibilmente non solo parlando perché tutti parliamo continuamente e anche troppo senza mai poter cambiare niente) è il tema della VIOLENZA in se stesso. “Applicazioni varie” a parte.  Che la violenza sia sulle donne, sui negri,sugli ebrei, sui disabili, sui pazzi, sui nemici per idee e ideologie, sugli zingari, sui carcerati, sulle matricole universitarie e via enumerando, secondo me non importa proprio niente. Ognuno farebbe bene a riflettere davvero, profondamente, a lungo, soffrendo dentro di sé questo duro lavoro di RICERCA INTERIORE”, per imparare umilmente a VEDERE e CAPIRE, in quale punto “LA’ DENTRO DI NOI”   sta la “RADICE” della VIOLENZA.
I giudizi moralistici, i vari dettami pieni di DEVO, DOVETE  e DOBBIAMO lasceranno sempre il tempo che trovano. Belle parole per apparire su qualche blog o in qualche tavola rotonda.
Io ho incominciato a capire che cosa fosse la violenza non sulle piazze, sui blog o in tavole rotonde più o meno femministe, ma dentro a un monastero di contemplative dove dovevo stare in silenzio quasi tutto il giorno e guadagnarmi l’alloggio raschiando i pentoloni delle cucine e lavando i pavimenti delle stesse.
Avevo scelto questa via per liberarmi dalla violenza. E’ stata per quasi un anno una via durissima, che più dura non si può. E poi ci ho aggiunto anche tredici anni di analisi con una psicanalista, per andare il più possibile FINO IN FONDO alla mia ricerca.  Per pagarmi le sedute andavo a fare i servizi in casa di una ricca signora che mi faceva lucidare montagne di argenteria.
Suggerirei questo stesso percorso a chiunque voglia DAVVERO  capire fino in fondo quale sia la radice profonda in noi della violenza.  Distinzioni genitali a parte.


Franca Baronio Gambino




SALA CULTURALE CARGIA' 2013: RIFLESSIONE SULLA NON VIOLENZA di Franco Ortis



La Sala Culturale CarGià, saluta il 2013 trattando il tema “ Donna e Violenza”
Un importante e significativo messaggio sostenuto dal blog
 ...... un piccolo grande passo verso il cambiamento.
....se ancora l'Arte e la Cultura possono muovere il mondo.....è nostro dovere fare il nostro possibile.
Ezia Di Capua


Ezia Di Capua
"Preludio"

Gli uomini che vogliono far valere il loro possesso sulla donna è la maniera in cui si traduce non solo per quella che è  loro vigliaccheria, che poi è presunzione, bensì anche per la loro dabbenaggine intellettuale, chiamala pure pazzia che viene da costoro esercitata anche in altri riprovevoli malaffari che il loro cervello, purtroppo malato e di che tinta, riesce a far a essi  combinare.
Non sanno cioè di commettere quegli abusi che alla fine gli si ritorcono contro e da un punto di vista materiale, cioè legale,e da quello etico spirituale che solo la futura legge di un SIGNORE può loro chiarire.
Il fatto è che a questa legge questo tipo di persona non crede e crede, erroneamente, solo nella sua legge, che ritiene perfetta e sulla quale, da vivente, mediterà tra le sbarre e da non vivente forse se ne pentirà perchè l'anima non è corporale e non fluttuerà mai tra le cose materiali.
E' comunque difficile giudicare certi comportamenti. Esiste il bene perchè c'è il male.
Esiste il buono perchè da qualche parte c'è il cattivo esiste il bello perchè da qualche parte riteniamo ci sia il brutto e non ci pensiamo due volte a ritenere esatto questo ultimo concetto  perchè in effetti il brutto non esiste, se mai il concetto di bruttezza, esiste, e dovremmo vederlo e pensarlo con occhi appannati di lacrime. 
Se l'essere vivente fosse un pittore e nemmeno tanto presuntuoso da ritenersi " er mei der monno" vedrebbe il bello o meglio la bellezza con occhi straripati di lacrime e al mondo c'è e in ogni parte chi insegna a vedere e a pensare basta saperlo cercare, se si vuole cercarlo.


Franco Ortis



mercoledì 23 gennaio 2013

SALA CULTURALE CARGIA' 2013: RIFLESSIONE SULLA NON VIOLENZA di Angelina Magnotta


La Sala Culturale CarGià, saluta il 2013 trattando il tema “ Donna e Violenza”
Un importante e significativo messaggio sostenuto dal blog
 ...... un piccolo grande passo verso il cambiamento.
....se ancora l'Arte e la Cultura possono muovere il mondo.....è nostro dovere fare il nostro possibile.
Ezia Di Capua

  
E-mail di Angelina Magnotta a Ezia Di Capua

Ezia Di Capua
" Preludio"
Bene, al mio ritorno dal tour toscano, Le prometto una riflessione sull'essere donna oggi. 
Non so quanto condivisibile, dato che a me sembra che molte di noi siano ancora avviluppate come bozzoli entro una rete atavica di fili legati all'apparenza, all'appartenenza, alla necessità (ed è la motivazione più scusabile, mentre non lo è quella dell'opportunismo), al perbenismo, al culto della facciata e via dicendo.

Sarebbe un bell'argomento sul quale organizzare una tavola rotonda, con libertà di opinione e di polemica nel senso alto di confronto civile ed argomentato e non necessariamente e forzatamente componibile.

Mi rendo conto che è un po' scomodo.

Non sempre la violenza è subita, talora potrebbe essere agita, nelle forme sottili dell'ipocrisia, anche da parte di donne nei confronti delle altre donne.

Ciononostante sono per la sorellanza, avendo avuto l'onore e il piacere di conoscere grandi donne, quelle che allontanano persino nel ricordo le piccole e meschine che pure ahimé capita di incontrare.


Angelina Magnotta

Angelina Magnotta Ispettore onorario per l'Alta Lunigiana, collabora con le Soprintendenze Archeologiche della Toscana e dell'Emilia,  ha pubblicato le sue scoperte di reperti importanti di storia locale sull'Archivio Storico della Deputazione di Storia patria per le Province Parmensi. Pubblica sempre su argomenti storici ed etno-antropologici, con il Centro Lunigianese di Studi Giuridici di Pontremoli, con il Centro Aullese di Studi Lunigianesi, con il Centro di Studi Romei di Firenze del quale si onora di essere socia, in collaborazione col noto Prof. Renato Stopani, il più importante autore e studioso della Via Francigena etc.
Scrive il librio : Bartali e la Shoah Campione di ciclismo e umanità. Apre il Dossier Bartali a Yad Vashem Gerusalemme, per il riconoscimento del Nostro come Giusto tra le Nazioni.E' in stampa il suo ultimo libro sulla Spongata, in connessione con la viabilità medioevale.

SALA CULTURALE CARGIA' 2013: RIFLESSIONE SULLA NON VIOLENZA di Anna Magnavacca


La Sala Culturale CarGià, saluta il 2013 trattando il tema “ Donna e Violenza”
Un importante e significativo messaggio sostenuto dal blog
 ...... un piccolo grande passo verso il cambiamento.
....se ancora l'arte e la cultura possono muovere il mondo.....è nostro dovere fare il nostro possibile.
Ezia Di Capua


FEMMINICIDIO, PAROLA ORRIBILE

Ezia Di Capua
" Preludio "

"L’eclettismo di Ezia Di Capua è stato, nuovamente esplicitato con gusto in una pagina di musica dipinta, inquadrata con scrupolosa raffinatezza".
Questo il mio breve pensiero. Contraccambio la stima. Valerio P Cremolini

 Il termine “ femminicidio” va – secondo me – inteso nel senso più ampio della parola. Si può morire fisicamente, ma spesso molte donne “ muoiono dentro”, nell’anima, nel profondo.
Alcune non ce la fanno a superare ed accolgono la strada del suicidio come una liberazione.
Altre vengono barbaramente uccise e - quasi sempre – dopo una lunga serie di maltrattamenti.
E’ qui il nocciolo del problema. Quando nel rapporto con il partner la donna comincia a subire delle violenze
(psicologiche - sessuali – maltrattamenti vari…. che finiscono quasi sempre con gravi percosse), occorre che lei stessa capisca subito la drammaticità del problema ed abbia il coraggio di  informare gli organi competenti ( molte donne non denunciano i fatti o lo fanno dopo molto tempo), in modo da poter prevenire il peggio.
E’ stato rilevato – infatti - che su 10 “femminicidi” 7 / 8 sono sempre preceduti da svariate forme di violenza, da non sottovalutare mai.

Le donne sono coloro che trasmettono – proprio fisicamente – la vita e vanno profondamente rispettate.
E’ chiedere troppo, dire che vanno amate con i loro difetti e le loro grandi virtù?
  

Anna Magnavacca
(mi chiamano “ poetessa”, non so se lo sono o quando lo sono diventata)

“ Una mia poesia che riguarda la donna”



                                                      PICCOLE COSE

Vorrei lasciare questa casa
ma ho troppe cose sparse.
Mi sarebbe difficile racimolarle tutte.
Un vecchio libro
una corrispondenza epistolare passata
abiti cari e logori
gioielli nascosti
piccole cose per me tesori.
Una tenda ricamata un rossetto finito
dopo averlo usato in tempi felici
un quadro triste
una vestaglia indossata da sempre.
Non posso andarmene -
così -
a mani vuote.
E come potrei raccogliere tutto?
Lasciata la casa,
mi accorgerei di avere dimenticato
una
di quelle piccole cose.
Sarebbe la fine
mi mancherebbe l’aria.
Morirei.
Soltanto per una cosa.
Questa è quella che tutti chiamano abitudine.
In fondo
è lei
che ti rovina la vita.

Anna Magnavacca


sabato 19 gennaio 2013

SALA CULTURALE CARGIA' 2013: RIFLESSIONE SULLA NON VIOLENZA di Vasco Bardi


Sala Culturale CarGià, saluta il 2013 trattando il tema “ Donna e Violenza”.
Un importante e significativo progetto sostenuto dal blog 
........ un piccolo grande passo verso il cambiamento.
....se ancora l'Arte e la Cultura possono muovere il mondo.....è nostro dovere fare il nostro possibile.
Ezia Di Capua


Femminicidio

Ezia Di Capua
"Preludio"
Già nella mitologia Greca la donna era considerata una “preda”. La ninfa Dafne per non cedere alle furie amorose di Apollo fu tramutata in una pianta di alloro dal padre Penèo. Così la ninfa Siringa fu tramutata in un cespuglio di canne per sfuggire a Pan che voleva violentarla. Euridice fuggendo da Aristèo venne morsa da un serpente e morì, incapace di difendersi dalla forza strisciante che proveniva dagli Inferi.
Già nel primordio la coppia viene rappresentata da un uomo con la clava in mano che trascina una donna afferrandola per i capelli.
Da sempre l’uomo ha posto un riservato dominio sulla donna.
Nel Medio Evo le donne venivano bruciate come streghe, ma nessun stregone fu mai arso con la stessa frequenza.
Questa usanza ancestrale  di considerare la donna come un essere sub-umano senza alcun diritto, è arrivata ai giorni nostri, anche se mascherata da una improbabile parità sessuale.
Il “femminicidio” ha quindi radici antiche, dure a morire: reciderle, significherebbe la fine della dominazione maschile del mondo.
Da notare che la tanto vituperata “Onorata Società”, vanta fra le sue regole l’intoccabilità delle “fimmine e i picciriddi”.
Tutto è la conseguenza tragica di vari equivoci: non è l’amore che fa ardere il cuore, ma la volontà di possesso: non è la passione che pulsa nelle vene, ma la paura della perdita della “preda”.
L’uomo  non è un essere umano, ma un animale sociale più evoluto che conserva la ferocia della belva o la viltà del serpente.
C’è molto del serpente nell’uomo nelle parti meno controllate da lui. Il serpente incarna la sua psiche inferiore, la parte oscura, incomprensibile che ogni tanto riaffiora fino ad arrivare al “femminicidio”.
Di contro sono esistite donne che sono state la rovina dell’uomo: Eva ha condotto Adamo fuori dal Paradiso terrestre: la bella Elena segnò la fine di una città fiorente e la morte di migliaia di persone.
Ai giorni nostri , specie nelle coppie separate, talvolta alcune donne portano all’esasperazione l’ex marito, negandogli la casa e  i figli, o riducendoli sul lastrico.
Niente giustifica il “femminicidio”, il possesso, la violenza: il mondo però sta andando nella direzione sbagliata, dove l’equità, la comprensione hanno dato il posto alla vendetta, alla rappresaglia, alla lotta spietata per la sopraffazione dell’uno sull’altro.
Non vedo soluzione al problema: la legge e la natura sembrano proteggere il più forte: i luoghi di pena traboccano sempre più di violentatori e molestatori che pensano solo alla vendetta e alla reiterazione del reato.
E’ necessaria una rigenerazione completa del genere cosiddetto umano, impensata sino ad oggi: un nuovo ordine morale che sovverta il caos dell’interesse, dell’odio e della violenza come unici mezzi per risolvere le questioni.
Bisogna arrivare ad abolire la durezza della vita odierna, con i suoi ritmi frenetici e la spietatezza delle regole. Una durezza che con i suoi ritmi frenetici, la spietatezza delle regole contribuisce non poco all’esasperazione degli animi che non riescono più a placarsi, a trovare la quiete necessaria, a vivere in pace e che piuttosto esplodono arrivando alla conseguenza estrema della violenza.

Vasco Bardi.


venerdì 18 gennaio 2013

SALA CULTURALE CARGIA' 2013: RIFLESSIONE SULLA NON VIOLENZA di Luigi Leonardi


Sala Culturale CarGià, saluta il 2013 trattando il tema “ Donna e Violenza”.
Un importante e significativo progetto sostenuto dal blog 
........ un piccolo grande passo verso il cambiamento.
....se ancora l'Arte e la Cultura possono muovere il mondo.....è nostro dovere fare il nostro possibile.
Ezia Di Capua


 La zona buia

Ezia Di Capua
"Preludio"
Poco prima del 1100 nella letteratura italiana, ancora in lingua volgare mista a latino,  fiorì il tema misogino, ovvero un aspro antifemminismo. Ecco un esempio nel distico seguente:
                 Quid levius fumo? Fulmen. Quid fulmine? Ventus.
                 Quid vento? Mulier. Quid muliere? Nihil.
L’arcivescovo di Tours per dimostrare la scelleratezza femminile richiama episodi biblici e mitologici: Elena come rovina di Troia; san Giovanni Battista decollato per colpa di Erodiade..
Una delle invettive più efficaci per questo tema è senza dubbio una lauda di Jacopone da Todi:
              O femmene, guardate a la mortal ferute: ne le vostre vedute
              El basalisco mustrate. El basalisco serpente occide om col vedere,
              lo viso envenenato sì fa el corpo perire: peio lo vostro aspetto
              fa l’anime perdire.
Con il basilisco Jacopone si riferisce a certi bestiari, secondo i quali quel tipo di serpente, che lui associa alla donna, avrebbe avuto la facoltà di uccidere con il solo sguardo.
              Co’ non pensate, femmene, col vostro portamento quant’aneme
              A esto secolo mannate a perdamento? Solo col desiderio,
              sanz’altro toccamento, pur che li èi talento, l’aneme macellate.
In sostanza Jacopone dichiara che la donna è in grado, a suo piacimento, di portare gli uomini alla rovina.
Nel suo terzo libro del “Trattato d’amore”, dal titolo “ De reprobatione amoris”, Andrea Cappellano elenca i difetti della donna:
           Non enim aliqua unquam dilexit femina virum nec amanti mutuo se novit amoris vinculo colligare.
( Non è capace di legarsi all’amante con reciproco vincolo d’amore )
         Tenacitatis et avaritiae maculantur
( Sono macchiate di tirchieria e avidità )
           Rapax, ventris obsequio dedita, inconstans, in sermone multiplex, inobediens et contra interdica retines.
( Golosa e vorace, incostante, insincera e malfida dei discorsi, ribelle alle proibizioni)
Ora io penso che questa raffigurazione della donna abbia, in qualche modo, provenienza da una certa identificazione dell’animo femminile con la natura del “maligno”, in particolare dalla complicità con lo stesso nel peccato originale.
Funambolismi teologici, acrobazie paranoiche, visioni demoniache.. ma siamo nel più buio del medioevo. La zona buia.
Dicembre 2012. Apprendo concetti come: le donne facciano sana autocritica. Quante volte provocano? Le donne cadono nell’arroganza, si sentono sempre più indipendenti e finiscono con l’esasperare le tensioni. Quante volte vediamo ragazze e signore mature circolare per strada con vestiti provocanti e succinti? Quanti tradimenti si consumano sui luoghi di lavoro? ( Dovrebbe essere scontato che per una tale affermazione bisognerebbe frequentarli )
A parte le generalizzazioni improprie, come si può giustificare l’omicidio – in questo caso femminicidio – o lo stupro con la provocazione? Giustificare la provocazione potrebbe creare un precedente da avanzare nell’eventuale violenza non provocata.
Io penso che in ogni caso debba essere sempre la ragione a prevalere, e una certa dose di buon senso. Affidarsi a “sparate” assolutistiche ispirate da verità inconfutabili non può che generare incomunicabilità e conflitti.
E comunque se c’è una verità.. questa noi non possiamo comprenderla. Giudicare il peccato spetta a chi non conosciamo. L’improvviso silenzio di Tommaso d’Aquino è eloquente:
                                Tutto ciò che ho scritto mi sembra paglia.
 Luigi  Leonardi

giovedì 17 gennaio 2013

SALA CULTURALE CARGIA' 2013: RIFLESSIONE SULLA NON VIOLENZA di Donatella Zanello


Sala Culturale CarGià, saluta il 2013 trattando il tema “ Donna e Violenza”.
Un importante e significativo progetto sostenuto dal blog 
........ un piccolo grande passo verso il cambiamento.
....se ancora l'Arte e la Cultura possono muovere il mondo.....è nostro dovere fare il nostro possibile.
Ezia Di Capua

Ezia Di Capua
" Preludio"
Ho sempre avuto un’idea di libertà, nel significato più alto del termine, che mi ha aiutato ad assimilare tutte le esperienze della vita in quest’ottica vissute. Libertà di amare la vita, libertà estesa alla sfera della femminilità in quanto donna. Certamente la sovrapposizione dei ruoli che la donna si trova a dover affrontare ai giorni nostri costituisce un vero e proprio problema sociale di difficile soluzione.
Le donne si trovano spesso intrappolate e costrette a dover scegliere tra lavoro e famiglia, tra carriera e maternità, oppure devono affrontare un carico eccessivo di responsabilità e lavoro in diversi campi della vita sociale. 
Tuttavia sono anche diventate sempre più adattabili e capaci di gestire i molteplici
aspetti della propria esistenza con sempre maggiori capacità organizzative non disgiunte, direi, da una straordinaria capacità di amare che le caratterizza. E’ un dato statistico che ormai molte aziende guidate da donne hanno maggiore stabilità e garanzie di successo. Notevole è la creatività delle donne in tutti i settori dello sviluppo sociale. Proprio oggi, in un tempo in cui la donna appare definitivamente libera ed affrancata da ogni ostacolo nel dare il proprio contributo al mondo del lavoro, tutelata dalla legge sulle pari opportunità nello sviluppo professionale e di carriera, una recrudescenza di violenza contro le donne deve farci riflettere. 
Sicuramente persiste una incapacità degli uomini ad accettare la sempre
maggiore poliedricità lavorativa e sociale delle donne. Certamente ancora esiste un atteggiamento violento nei confronti delle stesse donne, tanto che nelle nostre città si ripetono continui ed efferati episodi di violenza di cui esse sono le principali vittime.
La violenza generata dal degrado prolifera ormai ovunque. 
Nella coscienza collettiva deve esservi consapevolezza di questo ma anche il coraggio di dire NO alla violenza sulle donne. NO alla violenza in generale.
Solidarietà a chi è colpito da violenza e vittima di un crimine.
Occorre disciplinare le coscienze al rispetto di se stessi e degli altri, al rispetto della vita umana,
al rispetto primario della vita come valore assoluto.
E’ necessario ritornare all’idea di spiritualità, di percorso interiore, di ricerca spirituale come unico
vero significato della nostra esistenza. Non si può “giustificare”alcun tipo di violenza. Non esistono
giustificazioni. E’ esecrabile inneggiare alla violenza. Come si può “giustificare” un crimine?
Occorre invece riflettere su quanto le donne siano importanti e comprendere di quanto amore esse sono
capaci nella loro quotidianità. Occorre rivisitare il valore della vita, la bellezza della vita.
Rifuggire l’ottica contorta e dilagante della prevalenza dell’avere sull’essere, degli oggetti sugli
esseri umani, del possesso sull’amore. La violenza non ha futuro. L’amore ha sempre un futuro.
Occorre coltivare l’idea della  non violenza nelle coscienze e nell’educazione delle nuove generazioni.
Da sempre la ricerca spirituale e l’approfondimento delle possibilità della mente conducono alla vera
libertà. Libertà che è armonia del corpo e della mente con l’universo.
A questo proposito voglio riportare alcuni aforismi del Mahatma Gandhi:

“La dignità dell’uomo richiede obbedienza ad una legge più alta, alla forza dello spirito.”
 “Questo mondo è tenuto insieme da vincoli d’amore e di dedizione. La storia non registra
i quotidiani episodi d’amore e di dedizione. Registra solo quelli di conflitto e di guerra.
In realtà, comunque, gli atti d’amore e generosità, a questo mondo, sono molto più frequenti
dei conflitti e delle dispute.”
 “Apprendere che nella battaglia della vita si può facilmente vincere l’odio con l’amore,
la menzogna con la verità, la violenza con l’abnegazione dovrebbe essere un elemento
fondamentale nell’educazione di un bambino.”

GANDHI
  
Concludo con una poesia, pubblicata nell’antologia “I poeti del LericiPea” anno 2011:

MEDITAZIONE
Quando nel silenzio
la mente è pura libertà,
la musica interiore
entra in armonia
con l’Universo.

Animali e forme meravigliose
dell’esistere, le mille divinità
di un tempio indiano,
icone polimorfe
dell’altissimo Tibet.

Scendi, mistero sacro,
meditazione che preserva
il fragile equilibrio del mondo.




Donatella Zanello

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