sabato 19 gennaio 2013

SALA CULTURALE CARGIA' 2013: RIFLESSIONE SULLA NON VIOLENZA di Vasco Bardi


Sala Culturale CarGià, saluta il 2013 trattando il tema “ Donna e Violenza”.
Un importante e significativo progetto sostenuto dal blog 
........ un piccolo grande passo verso il cambiamento.
....se ancora l'Arte e la Cultura possono muovere il mondo.....è nostro dovere fare il nostro possibile.
Ezia Di Capua


Femminicidio

Ezia Di Capua
"Preludio"
Già nella mitologia Greca la donna era considerata una “preda”. La ninfa Dafne per non cedere alle furie amorose di Apollo fu tramutata in una pianta di alloro dal padre Penèo. Così la ninfa Siringa fu tramutata in un cespuglio di canne per sfuggire a Pan che voleva violentarla. Euridice fuggendo da Aristèo venne morsa da un serpente e morì, incapace di difendersi dalla forza strisciante che proveniva dagli Inferi.
Già nel primordio la coppia viene rappresentata da un uomo con la clava in mano che trascina una donna afferrandola per i capelli.
Da sempre l’uomo ha posto un riservato dominio sulla donna.
Nel Medio Evo le donne venivano bruciate come streghe, ma nessun stregone fu mai arso con la stessa frequenza.
Questa usanza ancestrale  di considerare la donna come un essere sub-umano senza alcun diritto, è arrivata ai giorni nostri, anche se mascherata da una improbabile parità sessuale.
Il “femminicidio” ha quindi radici antiche, dure a morire: reciderle, significherebbe la fine della dominazione maschile del mondo.
Da notare che la tanto vituperata “Onorata Società”, vanta fra le sue regole l’intoccabilità delle “fimmine e i picciriddi”.
Tutto è la conseguenza tragica di vari equivoci: non è l’amore che fa ardere il cuore, ma la volontà di possesso: non è la passione che pulsa nelle vene, ma la paura della perdita della “preda”.
L’uomo  non è un essere umano, ma un animale sociale più evoluto che conserva la ferocia della belva o la viltà del serpente.
C’è molto del serpente nell’uomo nelle parti meno controllate da lui. Il serpente incarna la sua psiche inferiore, la parte oscura, incomprensibile che ogni tanto riaffiora fino ad arrivare al “femminicidio”.
Di contro sono esistite donne che sono state la rovina dell’uomo: Eva ha condotto Adamo fuori dal Paradiso terrestre: la bella Elena segnò la fine di una città fiorente e la morte di migliaia di persone.
Ai giorni nostri , specie nelle coppie separate, talvolta alcune donne portano all’esasperazione l’ex marito, negandogli la casa e  i figli, o riducendoli sul lastrico.
Niente giustifica il “femminicidio”, il possesso, la violenza: il mondo però sta andando nella direzione sbagliata, dove l’equità, la comprensione hanno dato il posto alla vendetta, alla rappresaglia, alla lotta spietata per la sopraffazione dell’uno sull’altro.
Non vedo soluzione al problema: la legge e la natura sembrano proteggere il più forte: i luoghi di pena traboccano sempre più di violentatori e molestatori che pensano solo alla vendetta e alla reiterazione del reato.
E’ necessaria una rigenerazione completa del genere cosiddetto umano, impensata sino ad oggi: un nuovo ordine morale che sovverta il caos dell’interesse, dell’odio e della violenza come unici mezzi per risolvere le questioni.
Bisogna arrivare ad abolire la durezza della vita odierna, con i suoi ritmi frenetici e la spietatezza delle regole. Una durezza che con i suoi ritmi frenetici, la spietatezza delle regole contribuisce non poco all’esasperazione degli animi che non riescono più a placarsi, a trovare la quiete necessaria, a vivere in pace e che piuttosto esplodono arrivando alla conseguenza estrema della violenza.

Vasco Bardi.


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