domenica 16 settembre 2012

GEMELLAGGIO ARTISTICO TRA SAN TERENZO E FILATTIERA: Relazione di Anna Magnavacca

OMAGGIO A FILATTIERA --- Gemellaggio artistico fra Filattiera e San Terenzo. La mia grande simpatia e il mio saluto anche per il bellissimo-originale paese di San Terenzo, che spesso è per me felice meta. 

 Ho dato notizie sintetiche di Filattiera, dato il grande numero di persone che desideravano parlare in relazione al  gemellaggio artistico fra Filattiera e San Terenzo. La premiazione dei pittori vincitori della estemporanea di pittura svoltasi a Filattiera è stata molto interessante e  i lavori esposti significativi e veramente ad alto livello.
Ezia Di Capua, la direttrice della “ Sala Culturale Cargià”, ha condotto la manifestazione in modo esemplare – del resto come sempre – dando spazio a tutti e congratulandosi vivamente con i premiati.
Tutto questo in data 15 settembre 2012. Presenti alla manifestazione personalità del mondo della cultura, pittori, poeti, amici. Molto approfondita e interessante la relazione del Prof. Coluccia, noto critico d’arte.

Ogni volta che vado a Pontremoli ( le mie radici sono qui ), al ritorno mi trovo in faccia – in alto - lo stupendo borgo di Filattiera. Se è illuminato dal sole le case splendono e sembrano toccare il cielo. Se piove tutto il paese rimane come protetto da un sottile fiabesco velo. Emerge, possente, la torre, a fianco della quale si trova la chiesetta romanica
di San Giorgio, edificata nel XII secolo.
FILATTIERA , dal greco significa “ luogo fortificato”,
infatti conserva il borgo murato dei Malaspina con il castello, trasformato poi in  residenza nobiliare.
Qui – come già detto -  si trova la piccola chiesa romanica di San Giorgio, un santo molto venerato in Lunigiana. La chiesetta conserva l’epigrafe tombale del vescovo Leodgar (752 d.C.), missionario che aveva svolto opera di cristianizzazione delle popolazioni della Lunigiana, ancora pagane.

                  Filattiera possedeva due ospitali ( uno era gestito dalle comunità di
                  “ Mocrone e Filetto”, l’altro dipendeva dall’ordine di San Giacomo di
                  Altopascio), a sostentamento dei pellegrini che percorrevano la Via.             
                  Francigena.

                                
               LA PIEVE DI SORANO

Nel pensare alla pieve di Sorano mi vengono in mente le parole del Poeta Mario Luzi :  “…questa terra grigia lisciata dal vento nei suoi dossi/ nella sua  galoppata verso il mare…..”.Grigia proprio per la pietra… non certo per il paesaggio che in ogni stagione offre variegati colori e profumi: alberi in fiore, case ridenti, cieli trasparenti, dolcezza autunnale nel trionfo dei tralci. Io così mi esprimo in una poesia:
“ Silenzio di pietra e d ‘acqua/ in questo austero/ mio paese/ che abbraccia nevi/ d’ Appennino antico/ e brezze di limpido/ ligure mare. Terra dalle profonde radici,/  terra di pellegrini viandanti,/emigranti…” Infatti fra il mare (qui mi riferisco a La  Spezia e dintorni)  e la Lunigiana ci sono sempre stati contatti e per lavoro e per gite domenicali e ancora per altro. Ricordo di aver letto il libro di Alberto Cavanna:
“Bacicio do Tin” nel quale l’autore, ad un certo punto della fantastica narrazione,  faceva riferimento  al fatto che i “liguri” dal mare venivano in Lunigiana per rifornirsi di legname “…nel 1803 scoppiò una nuova guerra tra Francia e Inghilterra e la cosa nel cantiere portò un certo movimento: mastro Bacciga mandò Bacicio in Lunigiana a far scorta di legname. Bacicio rientrò dal suo giro nel pontremolese dopo una decina di giorni….”

In epoca imperiale romana la pieve di Sorano rappresentava una fattoria- locanda con magazzini e stalle. La pieve, ristrutturata, è articolata in tre navate e all’interno conserva una statua – stele.


Anna Magnavacca



sabato 15 settembre 2012

GEMELLAGGIO ARTISTICO TRA SAN TERENZO E FILATTIERA : Relazione di Luigi Leonardi


Gli  idoli  infranti

Nella chiesa o chiesetta di san Giorgio, su a Filattiera alta, un’epigrafe dell’VIII secolo sembra indicare un intento iconoclasta verso le stele antropomorfe lunigianesi.
L’epigrafe è incisa sulla cosiddetta “ lapide di Leodegar”. Fu rinvenuta nella Pieve di santo Stefano di Sorano – piana di Filattiera - Leodegar, probabilmente un vescovo, patrocinò la causa cristiana contro i cultori e le opere del paganesimo. Evidentemente molte concezioni pagane erano presenti in Lunigiana, e naturalmente anche a Filattiera, dove un cognome piuttosto diffuso era appunto “Pagani”, nome che appartiene anche alla mia famiglia di parte materna.
Ho frequentato quei luoghi da adolescente, il borgo di Co’, la chiesa di san Giorgio.. ma non interessandomi di pratiche pagane, né gentili, né cristiane, sono rimasto fuori da quella storia. Successivamente, però, la mia curiosità si è ingigantita portandomi a frugare ovunque, specie in ciò che riguarda la mia terra natale. Così scopro di avere nella mia biblioteca documenti che riguardano anche questa epigrafe. Sono scritti raccolti in un libro “Cronaca e storia di Val di Magra” che l’amico prof. Giulivo Ricci mi aveva donato anni fa.
In questo si dice che l’epigrafe di Filattiera celebra un personaggio del quale non ci è pervenuto né il nome né la qualifica, ( non fà il nome di Leodegar ) e che si attribuisce la costruzione di una chiesa e uno xenodochio, ossia una sorta di ricovero sulla via dei pellegrini, e soprattutto di aver infranto idoli pagani proprio in quel luogo. E il passo dell’epigrafe relativo agli idoli recita esattamente:
..Gentilium varia hic idola fregit.. ( Qui spezzò molti idoli pagani )
Ciò era in linea con la politica adottata dalla chiesa contro le forme idolatriche ancora in uso nell’alto medioevo. Il concilio di Tours, nel 567 ordina l’interdizione all’ingresso in chiesa per gli adoratori delle pietre. Nel 658 il concilio di Nantes stabilisce che le pietre oggetto di culto debbano essere abbattute, profondamente interrate e sopra vengano edificati oratori.
Così Leodegar, o chi altri, aveva messo in opera il suo proposito di distruzione di idoli. Ma qual’era la natura di questi “idoli infranti”? Potevano essere simulacri di divinità romane, e anche nell’VIII secolo poteva persistere un’idolatria longobarda, e dunque il termine “gentili” non poteva non risalire che ai discendenti dei romani di Luni.
Ma si identificarono gli “idola” anche in entità venerate dagli stessi longobardi, vale a dire alberi, acque, serpi. Tuttavia queste entità non si prestavano a essere “infrante”. Era molto più plausibile ricondurre gli “idola” alle pietre, ossia alle antiche statue-menhirs. Ed è probabilmente su queste che si abbatteva l’ira del presunto vescovo. E una di quelle pietre, rinvenuta nella pieve di Sorano, presentava la mutilazione della testa. Simili analogie vengono riscontrate in altri esemplari, per cui si presume la volontarietà dell’uomo. Gli “idoli infranti” sono dunque queste sculture di pietra.  E quindi con tutta probabilità le stele antropomorfe, rinvenute quasi tutte spezzate, erano idoli su cui si era riversata una furia iconoclasta.
Questo breve tuffo nel passato mi muove la considerazione che la Lunigiana, terra di passaggio, abbia vissuto la sua stagione medievale molto intensa, nel bene e nel male. Fin anche al fanatismo se ci si accaniva sulle pietre, sui simboli di una cultura scomparsa ormai da secoli, per instaurare un’altra “verità” religiosa. Il cristianesimo inaugurava il nuovo periodo dell’ “eresia”; distruggeva il vecchio sistema che lo aveva perseguitato con pari violenza, suffragato dall’assolutismo e dall’infallibilità della chiesa.
Concludo ricordando Paris Martelli, a cui è intitolato il premio per l’estemporanea di Filattiera. Ricordo di più la sua figura da ragazzo, nelle estati degli ultimi anni ’60, quando la Magra, i campi dei contadini, i piccoli borghi, la chiesa di san Giorgio, il biliardo del bar del Ponte.. erano lo spazio e il tempo della nostra disordinata libertà.

  Luigi Leonardi                                                                                                 

IN SALA CARGIA' GEMELLAGGIO ARTISTICO TRA SAN TERENZO E FILATTIERA: Cronaca dell'evento

Mike Davis
Si  è inaugurata sabato 15 settembre alle ore 11:00 in  Sala  CarGià – Galleria d’Arte sita in Via Trogu,54 a San Terenzo, la Collettiva di pittura di fine estate, seconda edizione de:
 “I territori si incontrano in nome dell’arte” – Gemellaggio artistico tra San Terenzo e Filattiera – Spino Secco e Spino Fiorito.
La collettiva, che ha avuto i patrocini del Comune di Lerici, Filattiera e delle rispettive Pro Loco fa parte del progetto di
“ Promozione Arte Cultura 2012 “ nell’ambito della “ Stagione dedicata a Carla Gallerini” a cura di Ezia Di Capua.
La direttrice di Sala CarGià, che ha ideato e promosso il  progetto  “ Gemellaggio Artistico” giunto alla sua seconda edizione e offerto il PREMIO SPECIALE CARGIA’ arricchendo il PREMIO PARIS MARTELLI, è stata lieta e orgogliosa di ospitare le opere degli artisti vincitori del Premio Paris Martelli, in  Galleria CarGià nella Collettiva di pittura presentata a cura del Prof.  G.Luigi Coluccia che si svolgerà dal 15 al 23 settembre.
L’idea, nasce con il desiderio di vedere uniti nel nome dell’arte territori differenti  per radici storiche e natura geografica e dimostrare come anche l’arte sia punto di unione, di incontro, di condivisione, di conoscenza e di scambio culturale.  La collettiva “ I territori si incontrano in nome dell’arte” ospita i pittori vincitori all’estemporanea di pittura svoltasi a Filattiera  il 20 maggio scorso Premio “ Paris Martelli. La  giuria del Premio Paris Martelli 2012 era così composta:

Domenico Mauro

Presidente di giuria Prof.Giuseppe Benelli, Presidente della Accademia Lunigianese di scienze – Giovanni Cappellini,  Giovanni Liuzzi, pittore e da Leo Forte pittore e gallerista.
La giuria ha così deciso e nominato i seguenti vincitori:
Primo classificato          Mike Davis
Secondo classificato    Domenico Mauro
Terzo classificato          Carlo Nacini
Non è facile, scrivere la cronaca dell’evento cercando di trasmettere tutta la gioia e tutta la partecipazione dei molti intervenuti che hanno onorato l’evento con grande slancio di stima e di amicizia.
Presenti le istituzioni nelle vesti dell’Assessore di Filattiera Pettazzoni, del vice presidente della Proloco di Filattiera Leoncini e della presidente della Proloco di San Terenzo Bianca Cardosi.
Importante la presenza  di Leo Forte e Giovanni Liuzzi, del presidente dell’Associazione Culturale San Martino di Durasca, della vice presidente del “Cenacolo artistico e letterario della Val di Magra” dott.ssa Anna Magnavacca.
Davvero folto il numero di amici, artisti, pittori, poeti e scrittori, fotografi  che si sono raccolti in Sala CarGia’e nella storica Via Trogu, per applaudire le opere degli artisti e per salutare questa la stagione artistica 2012 dedicata a Carla Gallerini  giunta al suo temine.

Carlo Nacini
L’allestimento della mostra  a cura di Ezia Di Capua ha egregiamente fatto da cornice alle opere. Ai presenti è stata donata una conchiglia, all’interno della quale è stato scritto Sala CarGià 2012, la firma è quella di Ezia Di Capua , un saluto molto più che affettuoso a tutti gli amici e un arrivederci al prossimo anno.
Un clima di grande armonia e festosa amicizia ha illuminato la gradevole mattinata, resa preziosa  dalle belle opere esposte, e dalle poesie inedite della poetessa Donatella Zanello da lei stessa lette catturando il silenzio di tutti seguito da complimenti e applausi . Davvero molto  belle le  poesie inedite della poetessa  Anna Magnavacca lette da Marzia Zini, agile voce recitante che ha letto anche poesie di Olga Tanti che ha partecipato con notevole interesse all’evento. Di grande spessore la relazione di Anna Magnavacca  riguardo  storia, cultura e religione del territorio di Lunigiana, assai interessante l’approfondimento che il poeta scrittore Marco Raiti ha dedicato al nostro territorio, significativo e coinvolgente l’ intervento dell’artista poeta e scrittore Luigi Leonardi, la cui relazione conclusiva è stata un omaggio  al culto e alla cultura in terra di Lunigiana.
L’Assessore Sauro Pettazzoni ha preso la parola ed energicamente ha espresso il suo compiacimento e soddisfazione per  il progetto  e per l’evento che, sviluppato armonicamente nelle sue parti ha raggiunto  pienamente lo scopo di unire in gemellaggio i due territori, fratelli nella cultura e nell’arte.   
Al termine Ezia Di Capua ha rinnovato il suo impegno a proseguire il suo progetto di promozione arte cultura e quindi ha confermato il PREMIO SPECIALE CARGIA’ 2013 nell’ambito dell’estemporanea di pittura Premio Paris Martelli che si svolgerà a Filattiera il 19 di maggio dell’anno che verrà.

Tutti gli approfondimenti,  presentati dai Relatori che hanno partecipato al Vernissage de “ I Territori si incontrano in nome dell’arte “,  verranno pubblicati nei prossimi giorni nel blog di Sala CarGià.

Titolo della Collettiva:
“I TERRITORI SI INCONTRANO IN NOME DELL'ARTE" – Seconda edizione
Gemellaggio artistico tra San Terenzo e Filattiera - “Spino Secco e Spino Fiorito”
Genere: Arte Contemporanea
SALA CULTURALE CARGIA’ – VIA TROGU, 54 San Terenzo
dal 15  SETTEMBRE  al 23 SETTEMBRE.
La mostra è visitabile dal 15 al 23 settembre tutti i giorni dalle ore 17:00 alle 19:00
Ingresso libero




Ezia Di Capua

PREMIO SPECIALE SALA CARGIA'- GEMELLAGGIO ARTISTICO TRA SAN TERENZO E FILATTIERA - Recensione del Prof. G.Luigi Coluccia


                INCANTEVOLI VISIONI DEGLI ARTISTI PREMIATI A SAN TERENZO-SALA CARGIA'
                15 SETTEMBRE 2012, ORE 11,00

        Filattiera e San Terenzo, territori (che) si incontrano nel nome dell'arte.
        In queste parole è il senso del nostro incontro, del premio che Sala Cargià assegna oggi ai tre pittori - Mike Davis, Domenico Mauro e Carlo Nacini - che hanno preso parte alla estemporanea di Filattiera (20 maggio). Si tratta della seconda edizione del "Premio Speciale C.Paris Martelli", nel giudizio espresso dal prof. Giuseppe Benelli, Giovanni Liuzzi pittore, Leo Forte mecenate gallerista. Organizzazione e sensibilità culturale di Ezia Di Capua, che anche quest'anno onora così il gemellaggio tra i due borghi di Lunigiana. Abbiamo una rappresentanza dei Comuni Filattiera-San Terenzo di Lerici, delle Pro Loco, della giuria del Premio, e poi tanto pubblico, tanti amici e stimatori.
        Prima di presentare, desidero accennare che noi siamo qui a San Terenzo e idealmente a Filattiera, nei feudi che furono dei Malaspina - Spino secco per San Terenzo, Spino fiorito per Filattiera. Ma era tutta la Lunigiana dei Malaspina nei secoli passati. Giovanni Sforza ha dedicato lunghi studi alla Lunigiana, titolo di un suo manoscritto "I Malaspina e Dante". Ma una sua opera era stata Dante e i Pisani. Come si sa, Pisa era ghibellina, Firenze era guelfa - anche se i guelfi si dividevano tra Neri (intransigenti) e Bianchi (filoimperiali). Sappiamo che le cose nel corso del tempo sono cambiate, nel senso che Toscana è Toscana, Liguria è Liguria, come Lombardia è Lombardia (Veneto). Purtroppo la città vanno soggette a mutamento, e spesso a morte definitiva come Luni. E' testimonianza di Dante. I Malaspina di Filattiera tendevano le braccia al Veneto (o Lombardia), i Malaspina di San Terenzo erano "ghibellini", almeno finchè Genova non abbia divorato tutte le identità, accorpando a sè i domini.

        Iniziamo la presentazione degli artisti premiati.

Carlo Nacini
       3- Carlo Nacini - Conosco da vari anni l'artista Carlo. Spesso ho partecipato alle sue mostre, alle estemporanee, a opere in mostra che mi hanno preso di ammirazione e di emozione. Nacini non è il pittore che è rimasto a Follo e alla Spezia, me del suo fare artistico ha interessato varie istituzioni, anche perchè è veramente dotato di estro e fantasia, è intelligente, ed esprime spesso problematiche sociali o di costume. Una nota personale dice che egli vive e lavora alla Spezia (via Viano 134A). Dal 1960 è tutto preso dalla pittura e dalla scultura, in modo direi quasi grezzo, primitivo. Sua materi di ispirazione è tanto la pietra quanto la tela. Si applica alla scultura, servendosi di pietra arenaria, resistente. In pittura il suo paesaggio è variegato: marine, paesaggi, nature silenziose, prospettive, aree, madonne e ritratti. Lavora en plein air. Di qui il suo rapporto rispettoso con la natura e coi colori che essa porta in dono. Il suo gioco è con i colori, da cui trae effetti piacevoli, emozioni profonde. La opera (terzo premio) ritrae La Pieve di Sorano (intitolata a Santo Stefano, Filattiera). Colpisce la delicatezza cromatica e il grande silenzio della chiesa, monumento tra i più noti e originali di Lunigiana. Si è voluto premiare nell'artista Nacini il sentimento di religiosità, il tono dei colori e la concertazione di ombre e luci così appropriate alla edificiop medievale, riflesso di una fede semplice e condivisa. La professionalità artistica di Nacini si rivela anche nella accuratezza dei particolari. Opera della sua marurità, che per il momento tiene lontano il suo interrogarsi sulla vita e la società.


Domenico Mauro
         2 - Domenico Mauro - Architetto e artista, il nostro Domenico Mauro. Proviene dalla Università di Firenze, 1984 (laurea). L'anno dopo, è nel ruolo di insegnante di arte e immagine, disegno e storia dell'arte. Anche oggi il ruolo non è cambiato. La preparazione in architettura gli ha consentito scenari di osservazione ampia, in cui la realtà e la interpretazione di essa hanno costituito la fonte di apprendimento, in relazione all'ambiente, alle sue funzioni. Il suo animo fiorentino si ispira ai paesaggi toscani insegnando quasi il chiaroscuro della luce sugli oggetti. Ama la natura e la cultura, e la fortuna lo ha accompagnato sinora; le sue opere sono collocate in parecchie pinacoteche pubbliche e private.

        Ha ottenuto il secondo premio col dipinto "Filattiera: paesaggio con fantasia".
        Di qua e di là, la sua osservazione si immerge nelle cose reali e ne ritrae il gioco di luce. Pensiamo sia olio la tecnica impiegata dal pittore Mauro, o piuttosto lo acrilico, nel senso che questa scelta conferisce più brillantezza al dipinto. Si può procedere alla individuazione: dall'alto, c'è un pò d'azzurro , si passa al caseggiato con una nebbbia lieve, che rende lontane le cose, la visione. Il pittore avverte allora la lontananza, e ha la intuizione di tracciare un muro divisorio, come per avvicinare gli oggetti, e tanto fa che di qua dal muro è la via con una macchina parcheggiata. La illusione ottica conferisce maggiore spazialità, mentre in primo piano c'è questa profondità di sogno, questo respiro riposante e fresco. 

Mike Davis
        1 - Mike Davis - Acquerellista è Mike Davis. L'artista, nato nel 1945 in Australia e cresciuto a Sidney, è preso da curiosità e passione per la pittura che inizia quasi da ragazzo. Nella giovinezza tale vocazione si radica di più nell'animo, grazie alle nuove esperienze in Inghilterra, Europa occidentale e Nigeria (1965-1971). Nuovamente è in Nigeria dopo la laurea in architettura nel 1981, dove si trasferisce con la moglie Lee. Inizia in questo periodo la sua esperienza dell'acquerello. E' forte il suo interesse alla luce. Gli spazi - negativi e poisitivi, ma separabili - gli permettono fascino cromatico. E' pittura, la sua, di straordinaria rapidità: i dipinti hanno il fascino della brillantezza e levità. Ci farebbe pensare ai nostri acquarellisti Oriana Cattoi e Franco Sarzani. C'è molta luce. Egli ritorna in Africa, poi in Inghilterra, e acquisisce stile, concentrazione e rapidità che esprime nella pittura, sia a Bristol nel settore urbanistico sia presso l'Accademia Reale. Si ricordano le sue esposizioni a Somerset; le sue pitture a Padova e a Siena. E' un pensionato questo Mike, e vive ora a Mochignano Chiesa vicino a Bagnone (MS). La passione e la competenza per l'acquerello ne fanno un artista maestro, di ispirazione ed esecuzione.
        Con Paesaggio di Filattiera egli si aggiudica il primo premio. Il rapporto con la natura  è amabile e ben visibile: la sua lezione di acquerello è nel dipinto preso in esame: anzitutto gli spazi di Davis: in alto il cielo celeste e grigio, poi monti blu e grigio, al centro una parte del paesaggio di Filattiera con delizia di case bianche e grige, coi tetti rosa e rosso cupo; in primo piano tanta vegetazione in verde e giallo. Tanto girare il mondo, per fermarsi in Lunigiana, all'incanto di luce ed ombra, come sono i suoi molti dipinti nel periodo della maturità.





 Prof. Giuseppe Luigi Coluccia

GEMELLAGGIO ARTISTICO IN SALA CARGIA' TRA SAN TERENZO E FILATTIERA - Ezia Di Capua: discorso di accoglienza al Vernissage de " I Territori si incontrano in nome dell'arte "

Il caro saluto a Voi tutti e il benvenuto agli artisti che, vincendo l’estemporanea di pittura a Filattiera, svoltasi il 20 del mese di maggio, si sono aggiudicati anche il PREMIO SPECIALE SALA CARGIA’ che da a loro la possibilità di esporre le loro opere in galleria per una settimana, ma non solo, perché come sappiamo esporre in sala CarGià significa promozione, significa essere inseriti in una pagina del blog, significa articoli su quotidiani e quotidiani on line significa avere una pagina  costruita dal critico d’arte, insomma un bel pacchetto di promozione artistica garantita e che rimarrà nel mondo del Web a memoria dell’evento per sempre. Ricordiamo che quanto viene messo in rete non potremmo mai più cancellarlo.  
Il premio, quindi si traduce in una questa collettiva di pittura giunta alla sua seconda edizione de “ I territori si incontrano in nome dell’arte 2012, evento patrocinato dal comune di Lerici e di Filattiera e dalle ProLoco di Filattiera e di San Terenzo. Gli artisti che avremmo il piacere di ammirare sono Mike Davis, Domenico Mauro e Carlo Nacini a cui va il nostro applauso.
Rivolgo insieme agli artisti, il grazie più sentito alle istituzioni per aver colto l messaggio culturale che Sala CarGià con impegno ed entusiasmo sostiene. La Stagione in arte dedicata a Carla Gallerini  2012 è stata davvero colma di eventi importanti e significativi e li vorrei ricordare insieme a voi partendo dal Santo Natale   Sala CarGià organizza e realizza il Natale Subacqueo nel fronte acqueo di San Terenzo, seguita dalla realizzazione del  Presepe in Sala CarGià vincitore del secondo premio al Concorso presepi indetto dalla Curia Vescovile di La Spezia e Brugnato. Col finire dell’inverno qui in Sala Cargià, si sono svolti i corsi di primo e di secondo livello di iconografia condotti dalla docente Lucia Della Scala. A seguire, la rassegna di pittura iniziata in giugno e terminata pochi giorni or sono e poi l’evento straordinario “Sala Cargia’ Atelier a cielo aperto” in luglio, Symposium d’Arte al Parco Shelley che ha visto all’opera pittori ma è stata anche teatro per l’orchestra, cabaret, Gruppi musicali, e poesia e letteratura, una vera maratona d’arte che non ci ha dato tregua e conclusa felicemente con riprese televisive in onda ancora oggi, spesso nel programma  Artis e nel programma Galleria d’Arte di Teleliguriasud. Importante ricordare il Trofeo CarGià giunto quest’anno alla sua settima edizione e che proprio oggi, nel pomeriggio verrà donato al vincitore della gara valida per i campionati nazionali sui 3000 m. Memoria David Passalacqua ……e poi ancora verrà la scuola di iconografia, il Natale, come in una ruota, gli eventi si ripeteranno con l’arrivo dei nuovi mesi, per dare vita ad una nuova Stagione in arte: “La Stagione in arte dedicata a Carla Gallerini” -  Promozione Arte e Cultura 2013 “ . Pertanto a fine mese ci contatteremo per la costruzione del nuovo calendario eventi di Sala CarGia’  Ora siamo qui così numerosi ad onorare un evento nobile nell’intento, vincente perché alla sua seconda edizione, il mio grazie sincero a tutti per la partecipazione e la condivisione di un momento così bello e singolare il cui titolo già ci spiega l’onda su cui si è mosso “ I territori si incontrano in nome dell’arte” Gemellaggio artistico tra San Terenzo e Filattiera – Spino Secco e  Spino Fiorito.alla sua seconda edizione.
L’idea, il progetto e la realizzazione totalmente a mia cura, non ha scopi di lucro, nasce con il desiderio di vedere uniti nel nome dell’arte  territori differenti  per radici storiche e natura geografica e dimostrare come l’arte sia punto di unione, di incontro e di conoscenza .
AlIora torniamo ai nostri artisti che espongono oggi nella collettiva di fine estate 2012 e nominiamoli ancora Mike Davis 1° classificato a Filattiera, Domenico Mauro secondo classificato e Carlo Nacini terzo classificato, a loro ancora i nostri complimenti.
Si sono occupati dell’evento " I Territori si incontrano in nome dell'arte " i quotidiani on line “ Città della Spezia “,
 “ Cronaca 4” i quotidiani locali, Teleliguriasud ha annunciato l’evento in seno al telegiornale. Molti siti on line in tutta Italia hanno curato l’evento   
Lascio la parola  Prof. Coluccia che ha costruito la pagina critica , poi avranno la parola quanti vorranno portare un contributo artistico e culturale all’evento. Il mio grazie sincero a tutti.


Ezia Di Capua


sabato 1 settembre 2012

PRESENTAZIONE DEL LIBRO: " LA MISURA DELL'AMORE " DI EZIA DI CAPUA: cronaca dell'evento

SETTIMANA CULTURALE AL CASTELLO DI SAN TERENZO 2012.

Ezia Di Capua
Sabato 25 Agosto alle ore 21:30 al Castello di San Terenzo, nell’ambito della Settimana Culturale organizzata dall’Associazione Culturale Stabilis patrocinata dal Comune di Lerici, e ProLoco di  San Terenzo, è stato presentato il libro “ La Misura dell’Amore “ , opera prima di Ezia Di Capua dedicata alla madre Carla Gallerini deceduta nel 2010 e a cui è stato intitolato in ricordo del suo impegno sociale svolto nel territorio del Golfo dei Poeti, il Parco Giochi dei bambini a San Terenzo.
La presentazione del libro è stata a cura della dott.ssa Maria Letizia Stangalino e del poeta Vasco Bardi. Numerosi gli intervenuti, amici e rappresentanti del mondo dell’arte: Pittori, poeti, scrittori che hanno avuto il piacere di leggere pagine del libro, arricchendole con la loro recensione. 
Il libro “ la Misura dell’Amore” è stato presentato la prima volta, dal Prof. Giuseppe Luigi Coluccia, che ne ha scritto la postfazione, dal Sindaco E. Fresco che ne ha scritto la Prefazione, e dall’Assessore alla Cultura Pamela Misuri, in Sala Consiliare del Comune di Lerici, il 10 dicembre 2011.
Nell’allestimento realizzato da Ezia Di Capua hanno dominato il rosso, colore di passione, fiori e la gigantografia dell’ immagine che appare sulla copertina del libro, particolare dell’acquerello di Ezia Di Capua dal titolo “ Oltre “ opera premiata in Concorso Provinciale nel 2008.
Ezia Di Capua ha ringraziato calorosamente gli organizzatori e tutti gli intervenuti. Ha fatto da cornice una magica notte scossa da un vento tiepido e illuminata da lontani lampi e saette che ancor più suggestivo hanno reso l’incontro nell’antico castello che ospitava la mostra del pittore Vittorio Nobili. Ha fatto seguito un cordiale e festoso brindisi sotto le stelle.
Verrà pubblicata di seguito la presentazione del libro a cura di Maria Letizia Stangalino e tutte le recensioni dedicate al libro.

Hanno scritto relativamente a “La Misura dell’Amore” :
Prof. G.Luigi Coluccia, Dott.ssa Maria Letizia Stangalino, Vasco Bardi scrittore e poeta, Dott.ssa Donatella Zanello scrittrice e poetessa, Gabriella Molli giornalista scrittrice, Dott.ssa Gabriella MIgnani scrittrice, giornalista saggista, Anna Magnavacca scrittice poetessa, Marzia Zini, Marisa Marino pittrice, Maria Giovanna Guidone pittrice, Marco Raiti scrittore e poeta, Luigi Leonardi scrittore poeta artista

Rivolgo il mio grazie particolarmente sentito, agli organizzatori della Settimana Culturale al Castello di San Terenzo evento importante per la divulgazione e sostegno della cultura nel nostro territorio e quindi ringrazio principalmente il promotore, organizzatore e conduttore dell’evento Vasco Bardi, il Comune di Lerici, l’Associazione Culturale Stabilis e Proloco di San Terenzo.
Il mio ringraziamento più grande, tutta la mia stima e tutta la mia amicizia al poeta scrittore Vasco Bardi e alla dott.ssa Maria Letizia Stangalino che hanno presentato il libro eccellentemente, dando valore all’ opera  contribuendo alla  diffusione del libro e del ricordo di Carla Gallerini.
Ringrazio mio marito Renato Coppola, per il sostegno, l'entusiasmo e il  grande sentimento per me mostrato, anche in seno a questo momento per me così delicato. 
Ringrazio di cuore tutti  gli amici che hanno dato voce al'evento e,  in particolare Anna Ferrari e tutti coloro che attraverso la loro testimonianza hanno mostrato affetto dedizione e reso importante la presentazione del libro in un luogo tanto caro a Carla Gallerini, il Castello di San Terenzo.

Rimango in attesa di testimonianze e recensioni che verranno rese pubbliche attraverso il Blog .

Con tutto il mio cuore il mio grazie a tutti
Ezia Di Capua

" LA MISURA DELL'AMORE " - MARIA LETIZIA STANGALINO PRESENTA IL LIBRO DI EZIA DI CAPUA - SETTIMANA CULTURALE AL CASTELLO DI SAN TERENZO SABATO 25 AGOSTO 2012 ore 21,30

Questa sera siamo qui per presentare il libro di Ezia Di Capua intitolato “La Misura dell’Amore”.
Il titolo richiama l’aforisma di Sant’Agostino “La misura dell’amore è amare senza misura”, e ben si addice a quanto la protagonista del libro abbia fatto nella sua vita ed anche, direi, soprattutto a chi l’ha scritto.
La protagonista è Carla Gallerini, la madre di Ezia, che è stata una figura determinante ed importante per la storia di San Terenzo, in primo luogo perché si è dedicata con fervente passione alla tutela del suo centro storico e secondariamente perché ha messo in atto una serie di attività, fondato associazioni ed ideato eventi volti alla valorizzazione del paese e dei suoi abitanti. Ad esempio, è sua l’idea di costituire l’associazione culturale APAC (Amici Portiolo Arte e Cultura) e tra gli eventi promossi dall’associazione ci fu l’apertura del castello di San Terenzo all’arte. Ed è così che, grazie a lei, questa sera possiamo usufruire di questo bel posto.
Il libro racconta nella prima parte, intitolata Carla, la storia di Carla, appunto, i genitori, l’infanzia, l’adolescenza coi primi amori, arrivando agilmente e velocemente alla nascita della figlia Ezia. E qui l’autrice inizia ad esplorare il suo rapporto con la madre, rapporto che sarà il tema conduttore della narrazione.
Nonostante il libro sia un “dono” che Ezia ha fatto a sua madre e che quindi raccoglie i ricordi e si focalizza sulla sua figura, emergono spesso accenni, sia espliciti sia impliciti, al rapporto tra le due donne, tra madre e figlia. Il ritratto che viene così delineato è quello di una madre molto esigente, quasi “ingombrante”, poco incline a smancerie o palesi moti d’affetto, una madre che vuole il controllo su tutto e su tutti. Da questo tipo di atteggiamento si deduce che la madre fosse una persona ben sicura di sé, con le idee chiare e definite, accentratrice dell’attenzione, insomma, una personalità dal carattere forte. Un carattere che, forse, si era così plasmato a causa degli avvenimenti che aveva vissuto. Infatti la sua “durezza” era come una corazza per proteggere il suo animo più profondo, il suo sentire più intimo.
Tuttavia, mi hai detto, che questo suo atteggiamento, talvolta duro, nei tuoi confronti si è rivelato per te un punto di forza, poiché ti ha permesso di trovare in te stessa delle qualità speciali. Per stare al suo passo dovevi essere la migliore, fare qualcosa nel migliore dei modi o in un modo diverso dagli altri.
         Potresti approfondire questo aspetto del tuo rapporto con tua madre? Ti ricordi di un avvenimento nel quale sei rimasta un po’ sconcertata dal suo atteggiamento nei tuoi confronti? Ad esempio, mi ha colpito quando ti ha mandata all’asilo a tre anni e ti sei messa a piangere, e poi dici che non hai più pianto perché hai capito che non sarebbe servito a niente. Come mai? Perché dici così? Non saresti stata ascoltata, forse?
A mia madre non sono mai piaciute le lacrime, segno di debolezza e mezzo di convinzione da Lei non riconosciuto. Ho dovuto  trovare da subito  soluzioni migliori, creative, per catturare le sue attenzioni, trovare i suoi consensi e, in seguito è stato così sempre. Pertanto mi sono impegnata nel  far emergere sin dall’asilo  doti personali speciali, che potevano inorgoglire mia madre e i miei familiari. Il disegno, il canto il teatro, sono state le prime discipline apprese, e nel corso degli anni ho continuato ad approfondirle attraverso lo studio “.      
Carla si è sempre presa a cuore i problemi degli abitanti del suo borgo. Il suo lavoro di infermiera a domicilio la portava a venire in contatto con diverse realtà e il suo servizio la faceva sentire importante e necessaria. Così è in prima linea nel momento in cui bisogna lottare per non abbattere il centro storico di San Terenzo e il suo impegno è tanto appassionato che viene denominata “La Passionaria”.  Cosa ricordi di quel momento?
Un momento terribile per tutta la Comunità, il progetto prevedeva l’abbattimento di tutto il Centro Storico, che sarebbe stato sostituito da palazzoni con parcheggi sotterranei. Gli abitanti sarebbero stati privati della proprietà e soprattutto sottolineava Carla della loro storia. Carla fu grande a capeggiale l’opposizione, da vera Pasionaria a testa alta iniziò così, pienamente la sua vita che, da questo momento in poi sarà totalmente impegnata nel sociale. Vinse la sua lotta. Il centro storico è stato salvato, rivalutato ed è oggi è stupendo patrimonio culturale e storico di tutti Noi.”     
Purtroppo però la sua dedizione agli altri e alla “cosa pubblica” non le rendono il merito dovuto. Infatti quando è il momento, da parte della popolazione, di dimostrare la gratitudine a Carla per il suo impegno politico, arriva puntuale l’amara delusione: candidata nella lista civica nel 2002 come consigliere, non riesce ad essere eletta. Tu commenti l’avvenimento dicendo che ha accusato il colpo duramente, ma non ne parlò.
Un altro episodio è il rifiuto del parroco a far entrare in chiesa il Bambin Gesù del Natale subacqueo, manifestazione ideata e realizzata da Carla insieme ad associazioni sportive subacquee. Rifiuto che suona molto stonato e incomprensibile, vista la cura che Carla ha verso la chiesa e i suoi addobbi. Cura personalmente gli addobbi floreali, i paramenti per le feste con cospicui contributi sia di tempo sia finanziari.
Un evento molto sentito da Carla, a quanto mi sembra di aver capito, era l’organizzazione del carnevale. Una manifestazione che la impegnava intensamente e che le dava grandi soddisfazioni fino ad ottenere un riconoscimento ufficiale da parte del sindaco.
      Vorresti dirci qualcosa in merito alle sue reazioni a questo riconoscimento? E una domanda: partecipavi anche tu al carnevale, ai preparativi?
 “Ho partecipato  raramente e, solo nella parte progettuale, poi devo dire che, il compito della realizzazione dei carri carnevaleschi avrebbe richiesto la presenza attiva di un folto gruppo di collaboratori che, invece spesso non c’era. Troppo spesso  Carla ha lavorato da sola, nel freddo della sua ” palestrina” senza alcun sostegno neanche morale da parte della Comunità. Questo non mi piaceva affatto, la mia assenza che aveva l’obiettivo di scoraggiarla, non l’ha mai fermata. Carla voleva il Carnevale dei Bambini a tutti i costi, era il Suo Carnevale, la sua gioia, il suo progetto di bellezza che ogni anno si rinnovava. Carla Gallerini era, è, e rimarrà per sempre  la Regina del Carnevale del Golfo dei Poeti ”.   
  Veniamo ora al rapporto di Carla con l’arte. L’amore per la pittura le era stato trasmesso dai suoi genitori. Ha cercato di tradurre questa sua passione concretamente aprendo la prima galleria d’arte a San Terenzo, che però non ebbe successo, e poi ristrutturando il locale attiguo che chiamò Sala CarGià, una sala ben arredata a disposizione di pittori e scultori che vogliano esporre le loro opere.
Ammirazione particolare dimostrava per i tuoi quadri. Un esempio è il particolare che è stato usato per la copertina del libro. Il quadro s’intitola “Oltre”, ritrae una madre che allatta i suoi figli; il motivo è d’ispirazione classica, ricorda una matrona dell’antichità greca o romana.
      Puoi spiegarci la tecnica che utilizzi e raccontarci di come ti è venuta questa passione per il disegno e la pittura?
   Ringrazio per la domanda. Il disegno per me, sin dalla prima infanzia si è rivelato linguaggio, mezzo di comunicazione Posso dire che dipingo e disegno da sempre con naturale predisposizione. Dal 1976 sono presente nel panorama artistico del territorio.
Negli ultimi dieci anni ho messo a punto una tecnica personale nell’utilizzo dell’acquerello che ha riscosso molto successo e più volte i miei dipinti sono stati premiati in concorsi. Non era soddisfacente per me utilizzare l’acquerello con la tecnica consueta, scolastica. Ho creduto di poter ottenere di più, cercando di “addomesticare”, arginare il colore senza appesantirlo. In breve, lavoro su punta di piccolissimi pennelli, sotto lente di ingrandimento, usando una lacrima di acqua e altrettanto colore. Realizzo il dipinto attraverso micro puntini che a  abilmente distribuiti fanno emergere cose e figure precedentemente tracciate a matita. E’ una tecnica raffinata, per la difficoltà di affrontare la miniatura, non è una tecnica per tutti. Ma, ho sperimentato che solo attraverso questa riduzione del pigmento al semplice punto, possiamo riuscire a governare l’acquerello in tutta la sua leggerezza. E’ una tecnica che richiede molto tempo, attraverso la quale medito e cresce la mia fantasia. Infatti i temi che tratto nei miei dipinti, non sono banali, sono squarci di anima e di pensiero, tematiche di difficile comprensione, non di immediata soluzione. I miei dipinti non vanno visti, vanno osservati, e interpretati. Sono dipinti puliti, nitidi. Durante l’esecuzione non posso sbagliare mai. Un puntino di colore troppo grande o troppo vicino all’altro, cambierebbe l’effetto cromatico per cui, affronto il dipinto  con una particolare postura e respirazione, con  spirito di grande attenzione rispetto ed una tranquillità interiore che mi estranea da tutto il resto. Mi diverte cambiare i supporti, pertanto uso di volta in volta carta comune o elegante, cartoncino, carta datata, di antiquariato per cercare anche attraverso il supporto una risposta diversa del colore. Dipingere è per me una grande passione condivisa con Carla e con  tutti i miei familiari.
Non risponderò alla domanda che riguarda la descrizione del mio dipinto dal titolo  “Oltre” posso dire solo che quel dipinto aveva affascinato molto mia madre per la raffinata qualità grafica, e che lei ha ne ha compreso immediatamente  il significato interpretando immediatamente l linguaggio e il messaggio che  la composizione nasconde. Rimarrà il nostro segreto per sempre “.
Ma non hai solo la dote per il disegno, hai anche una bella voce da soprano. Come ti sei scoperta cantante? Parlaci della tua passione per la musica, il canto: avevi esordito al Parco Shelley con il gruppo MIZAR, del quale faceva parte anche tuo marito, e poi sei approdata al coro della Schola Cantorum Labronica …
"Ho cantato per molti anni, in molti cori locali poi, nel 2000, dopo audizione sono entrata nella Schola Cantorum Labronica che ha sede a Livorno  sotto la direzione del maestro di coro e orchestra Maurizio Preziosi . Il coro polifonico quando è al completo è composto da circa cento elementi. Canto anche nel coro Araund  Mascagni e nella Corale Clara Schumann  Collaboriamo con il teatro dell’opera di Livorno, siamo accompagnati da orchestre nazionali e internazionali.
Questa mia attività è stata ed è motivo di orgoglio per tutta la mia famiglia.
Devo dire, prima di continuare che il libro che ho scritto  dedicato a mia madre, descrive tutti i componenti della mia famiglia. Quindi, nelle pagine del libro, ricostruisco i profili dei i miei bisnonni e  dei miei nonni materni e paterni sino ad arrivare a Carla, mia madre e a me. Tutti i protagonisti del libro sono legati dal filo sottile della storia. E’ una ricostruzione quindi storica degli eventi più significativi in seno alla mia famiglia ma, è anche un libro colmo di poesia. Un libro scritto per non dimenticare e per non far dimenticare”. 
Devo dire che
Si può dire che madre e figlia siano accomunate da una grande e vivace creatività, talvolta agli antipodi: una a disegnare miniature, Ezia, l’altra a preparare gigantesche statue di cartapesta, Carla. Le loro realizzazioni mi sembrano quasi una metafora delle loro personalità: molto esuberante e dominante quella di Carla, meno appariscente, più pacata, ma comunque determinata e forte quella di Ezia.
Vorrei concludere riprendendo l’aforisma iniziale (che, tra l’altro, è inciso sulla targa commemorativa di intitolazione a Carla del parco giochi sul lungomare di San Terenzo): “La misura dell’amore è amare senza misura”. Se Carla ha amato senza misura San Terenzo, il suo mare, la sua sabbia, i castelli, Ezia è andata ancora oltre perché, nonostante un rapporto non sempre facile con Carla, è riuscita ad interpretare il suo linguaggio d’amore e ad amarla veramente oltre ogni misura.

Ora passiamo la parola a persone qui presenti che hanno conosciuto Carla e che vogliono dare la loro testimonianza.

Dott.ssa  Maria Letizia Stangalino
Maria Letizia Stangalino è dottoressa in Linguistica generale, insegna inglese e tedesco nella scuola superiore. Stimatrice della parola scritta in tutte le sue declinazioni di genere con una predilezione per la prosa rispetto alla poesia. Ha inoltre una profonda passione per il mare é esperta velista e istruttrice.


" LA MISURA DELL'AMORE " di Ezia Di Capua: Recensione di Vasco Bardi




LA MISURA DELL’AMORE -  Vasco Bardi: Presentazione del libro “La Misura dell’Amore” di Ezia di Capua al castello di San Terenzo, 25 agosto 2012 ore 21.30


Presentare Ezia Di Capua Gallerini Coppola, non è facile: con altri ci si può cavare brevemente: poeta, prosatore, pittore e si può concludere.
L’elenco delle molteplici attività di Ezia è molto vasto.
Professionalmente è ostetrica: diplomata a Pisa nel 1982 è anche insegnante di ostetricia: ma la sua attività interessa anche l’ambiente, l’acqua, la sicurezza sul lavoro, l’assistenza agli anziani: questo per citare poche delle altre innumerevoli cose connesse alla sua professione.
Come personaggio culturale è egittologa con conoscenza della scrittura egizia e dei geroglifici.
E’ soprano corista nella Schola cantorum labronica: partecipa a concerti in ogni parte d’Italia.
E’ gallerista: direttrice di Sala Cargià in San Terenzo, ritrovo di ogni artista del territorio.
E’ pittrice, grafica acquerellista: partecipa a mostre ed è vincitrice di numerosi premi.
E’ organizzatrice di eventi artistici rilevanti quali “L’Atelier a cielo aperto” a Parco Shelley che ha visto la partecipazione di pittori, poeti e musicisti.
Scrittrice prosatrice pubblica il suo primo e non ultimo libro “La misura dell’amore” che è stato presentato recentemente alla “Settimana culturale al castello di san Terenzo”.

Nella tristezza di questo inverno
mentre il freddo graffia i muri
e la mia ombra rotola veloce
nascondendosi
dietro gli angoli delle case
i miei passi frettolosi
rimbalzano sordi nelle stradine
che ti hanno visto bimba
mentre in me si annida lento
un immenso senso di vuoto irrisolto.
E così
colma di una profonda solitudine
che mi scava il cuore
ancora oggi come ieri
e sicuramente ancora domani
nel tentativo di sentire dentro me
la bellezza dell’eco delle tue parole
mi costringo a scrivere
per ridarti voce.

Basterebbe questa poesia che ho estrapolato dalla prosa del libro per definire il ruolo di scrittrice di Ezia.
“La misura dell’amore” è un libro doloroso che non ha una sola trama: ad ogni pagina spunta un aculeo, una spina che trafigge il lettore.
A prima vista sembrerebbe autobiografico, ma invece nei capitoli sono riassunti i destini di tutti gli uomini che inconsapevolmente sono travolti dagli avvenimenti e dalla Storia cieca e spietata come i loro cuori.
La trama del libro, dopo aver tracciato un buon profilo dei personaggi di famiglia, si indirizza al rapporto fra le due donne, madre e figlia che si sostengono a vicenda, perché sole, ma che non mancano di contrastarsi nel vano tentativo di trasformare la persona amata.
Sono identiche le due donne ma non lo sanno: ora Ezia quando scrive si accorge di sentire la voce della mamma che in qualche modo riesce a farsi sentire: evidentemente c’è un flusso medianico ancora acceso e che dovrebbe essere ulteriormente approfondito. Una voce dall’altrove ci spaventa, ma ci fa anche sperare in una dimensione diversa della nostra vita.
Emigranti, poliglotti, artisti: nel ceppo di questa famiglia ci sono tutti i presupposti per una chiamata  a livelli di vita vissuta più alti.
Con una candela e dei rotolini di carta pre-disegnati, Carla fa il cinema per gli amici. Ha due conigli che la seguono per strada e a volte corrono con lei:  dormono in un fondo assieme a una gallina che non fa più le uova ma che è parte ormai della famiglia. Sembra una favola e questo personaggio ha l’ingenuità e la purezza di una protagonista conosciuta: Biancaneve.
Ma la vita avanza e le  vicissitudini irrisolte,  delle quali tutti siamo vittime e protagonisti, inaridisce i cuori e le persone divengono parte di una crudele sopravvivenza: così quando Ezia chiede alla mamma se un giorno avrà anche lei le sue belle ed ammirate fattezze, ottiene una risposta mortificante. Biancaneve non corre più coi conigli ma difende lo scettro che lo specchio le ha attribuito: la metamorfosi vitale negativa anche per lei si è compiuta.
Il salvataggio del borgo antico, l’impegno nella cultura e nello sport, l’ideazione del Carnevale (una manifestazione dimezzata da un campanilismo che lo confina nel borgo di san Terenzo), la sua organizzazione preparazione e affermazione anche fuori del territorio (nelle intenzioni ), tengono occupata Carla che si fa carico di questo ininterrotto impegno verso la comunità ma soprattutto verso se stessa.
Il demone alato che sovrasta e governa l’umanità si sorregge su  due ali  che si chiamano Invidia e Gelosia.
Il paese formalmente la supporta ma sostanzialmente è la rovina sua e della sua famiglia con insinuazioni anonime: ed anche la riconoscenza è sconosciuta nel paese dove si vive, specialmente quando in tempo di elezioni le menti sono offuscate da ideologie polverose e perverse e i partiti prevaricano ed umiliano le vere intelligenze anziché premiarle: così Carla assaggia l’amarezza della sconfitta e non ottiene i voti necessari a fare politica e a far avanzare il suo paese.
 Anche al suo funerale il paese le tributa un gelido addio tanto che la figlia rimane inchiodata da tanto silenzio e non riesce a prendere la parola.
Oggi di tutto questo divenire rimane Ezia che, forse inconsciamente, ha appreso la dura lezione tenendosi lontana da tutto ciò che potrebbe essere suscettibile di riconoscenza o oblio del prossimo: la gente non ti da mai ciò che ti aspetti, ma anzi te lo fa mancare per farti vivere male.
Ezia grazie alla spietatezza del trattamento riservato alla madre Carla, fa innumerevoli cose tutte connesse alla sua professione e alla sua espressione artistica mantenendo le giuste distanze con la realtà sociale pur vivendola e partecipandola: Ezia è un pianeta sconosciuto, un percorso di continua conoscenza, di ascesa artistica e del vissuto.
Ezia non avrà lo scettro di Regina del Carnevale o una corona di carta da gettare la mattina dopo la festa, ma il bagaglio della compiutezza del suo percorso sulla terra ispirato prima di tutto alla sua famiglia, a se stessa, alla cultura e alla professione che l’ha fatta ricercatrice in campi che cercano di alleviare il dolore e la disperazione dell’umanità.
Questo è il secondo libro di Ezia: il primo è quello della sua vita.

Vasco Bardi.

Vasco Bardi, poeta, regista e scrittore ha pubblicato diversi libri: “ Donne”, “ Il Circolo delle stelle”, “ Lo spirito di Shelley nel Golfo degli Dei”, “ Nonno Ettore”, “ Il cadere lieve delle stelle”. Ha scritto “ Bela me Spèza”, “ All’orizzonte d’isola – immagini e parole dal Golfo dei Poeti.” .Promuove da anni “La settimana culturale al castello di San Terenzo”. Organizzatore dei “ I sabati del poeta “ Ideatore di “ Serata Rap,Hide Park: diciture libere”.
E’ maestro di vela e allenatore nazionale, ha iniziato al mare migliaia di giovani, fa regate con la sua barca Apt la Croix. Ha insegnato in tutti i circoli del territorio.Esperto velico per la Capitaneria di porto di La Spezia fa parte della commissione per il rilascio delle patenti nautiche.
Come velista e poeta dichiara:
A questo Golfo, a questa città, a questi borghi, che tanto mi hanno dato in ispirazione e umana accoglienza, conto di restituire-a breve-qualcosa in bellezza, immagine e poesia.  Un libro senz’altro !
Conto come molti artisti del passato di legare me stesso alla storia artistica del Golfo dove vivo libero e prigioniero.
Come velista e come uomo voglio dire che
“ Quando non hai speranze di vincere una regata  lunga e difficile, come la vita, devi saper perdere con onore e magari con il sorriso sulle labbra.”
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