giovedì 27 ottobre 2016

MACBETH – TEATRO CIVICO LA SPEZIA – 22 APRILE 2017 ore 21,00

Sala Culturale CarGià - Promozione Artistica 2016
Sezione - CORO LIRICO LA SPEZIA


SABATO 22 APRILE ORE 21
Associazione Coro Lirico La Spezia -  Impresa Lirica “Francesco Tamagno”

MACBETH (Opera Lirica)
Opera lirica di Giuseppe Verdi, Libretto di Francesco Maria Piave, tratto da W.Shakespeare
Direttore: MASSIMILIANO PICCIOLI
Regia: ALBERTO PALOSCIA
Coro Francesco Tamagno e Coro Lirico La Spezia
Aiuto regista Matteo Anselmi - Direttore di scena Franco Prugnotto

Organizzazione artistica ANGELICA FRASSETTO

***
Interi: I Settore Platea € 35,00 + prevendita – Barcacce € 35,00 + prevendita
I Galleria € 30,00 + prevendita – II Galleria € 20,00 + prevendita
Ridotti: Under 21 e Over 65 – I Settore Platea e barcacce € 30,00 + prevendita
I Galleria € 25,00 + prevendita – II Galleria € 15,00 + prevendita
Riduzione ai portatori di handicap deambulanti e agli accompagnatori dei disabili non deambulanti
Riduzione Ass. Fitel – Tamagno – Omaggio ai bambini sino ai 6 anni senza diritto al posto a sedere
PER INFO: 3474211455

Melodramma di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, la cui prima venne data al Teatro La Fenice di Venezia l'11 marzo del 1851. Verdi, quando musicò Macbeth, era in un periodo di grande vivacità e produttività: tra l’11 marzo 1851 e il 6 marzo 1853, il Maestro mise in scena "Macbeth", "Il Trovatore" e "La Traviata", che sono, con tutta probabilità, le sue opere più popolari e si trovò spesso in contrapposizione con il librettista. Il compositore stava sviluppando il suo modo personale di interpretare il teatro, tendendo verso la "parola scenica", un testo che fosse totalmente aderente alla situazione drammatica.
Verdi ingaggiò con Francesco Maria Piave un pesante conflitto epistolare sostenuto da un richiamo continuo e quasi ossessivo, verso una prosa concisa, forte e significante, unita all’uso di poche parole che fossero in grado di rendere la situazione drammatica. Le esigenze innovative di Verdi diedero il via allo sfrondamento della fonte originale dell'opera che riguardò anche i personaggi, ridotti a tre, Macbeth, Lady Macbeth e il Coro di Streghe, più due piccole parti, Banco e Macduff, che Verdi ampliò quando la struttura del dramma si era fatta così scarna da richiedere l’aggiunta di un’aria di Banco (“Come dal ciel precipita”), l’ampliamento di quella di Macduff (“Ah la paterna mano”) e di quella finale di Macbeth. 

La scena dell'opera Macbeth si svolge in Scozia, per la maggior parte nel castello di Macbeth e solo al principio del quarto atto è tra il confine di Scozia e Inghilterra.
Macbeth, nobile feudatario di re Duncano, si avvale dell'aiuto delle streghe per conoscere il futuro.
Spinto dalla sua sete di potere ed aiutato in questo dalla moglie uccide il suo Re per prendere il trono.
Continuerà ad uccidere per eliminare le persone che potrebbero contendergli legittimamente il trono, tormentato però da visioni spaventose.

"MACBETH" - RICCARDO MUTI clicca sul link
https://www.youtube.com/watch?v=xw8UWP1U3vI

MACBETH - TRAMA
Atto I
L'atto si apre in un bosco percorso da lampi e tuoni, dove alcune streghe riunite in tre crocchi commentano i sortilegi compiuti (coro “Che faceste? Dite su”). Il rullo di un tamburo annuncia l’arrivo di Macbeth e Banco, generali dell’esercito del re Duncano. Le streghe, profetizzando, salutano Macbeth sire di Glamis, sire di Cawdor e re di Scozia. Macbeth trema e Banco, chiede anch’egli una profezia.Arrivano i messaggeri del re, che annunciano a Macbeth di essere stato eletto sire di Cawdor. Banco inorridisce al pensiero che le streghe abbiano detto il vero e Macbeth dà voce ai suoi pensieri di ambizione e morte (duetto “Due vaticini compiuti or sono”). Nell’atrio del castello di Macbeth, Lady Macbeth legge una lettera del marito ove egli racconta il vaticinio delle streghe e Lady Macbeth, che teme che il marito possa tardare nel portare a termine l’impresa audace, decide che sarà lei ad accendere il cuore di Macbeth e a istigarlo all’assassinio del re Duncano (“Vieni, t’affretta”.Istigato dalla moglie, ma combattuto dalla coscienza Macbeth inizia ad avere la prima delle visioni che lo tormenteranno fino alla fine: vede un pugnale con la lama sporca di sangue. La visione spinge Macbeth ad agire e, entrato nella stanza del re, lo uccide.Lady Macbeth entra nella stanza del Re per mettere vicino alle guardie il pugnale insanguinato, mentre Macbeth viene travolto dalla coscienza del proprio delitto e dalla paura, (“Fatal mia donna, un murmure”). Il mattino quando Macduff va per svegliare il re mentre Banco dice di aver sentito lamenti e voci di morte nella notte (“Oh qual orrenda notte”) trova il re morto e tutti, Macbeth, Lady Macbeth, Malcolm ed i servi lamentano il tradimento. 

Atto II
Nella sua stanza, Macbeth ripensa alla profezia che le streghe hanno fatto a Banco: "non re ma di monarchi genitore" e vedendo in lui un nemico decide di uccidere lui ed il figlio Fleanzio. Lady Macbeth ancora una volta invita il marito a essere fermo (“Trionfai, securi alfine”).Nel parco vicino al castello di Macbeth un gruppo di sicari si riunisce per attaccare Banco e suo figlio, che camminano preoccupati da oscuri presentimenti (“Come dal ciel precipita”). Banco viene ucciso, ma Fleanzio riesce a fuggire, mentre nel castello, davanti a una mensa imbandita, dame e cavalieri salutano Macbeth, che propone un brindisi in onore della moglie (“Si colmi il calice”).La festa è interrotta dall’arrivo di un sicario dal viso sporco di sangue; Macbeth è turbato e comincia a delirare alla visione dell'ombra di Banco con i capelli insanguinati, mentre Lady Macbeth sottovoce invita il marito a svegliarsi. Quando Macbeth ritorna in sé, il banchetto riprende, ma di nuovo appare l’ombra di Banco scacciata violentemente da Macbeth. Lady Macbeth accusa il marito di pavidità e lo invita alla ragione: chi è morto non può più tornare. 


Atto III
In un’oscura caverna, intorno a un calderone che bolle, le streghe preparano una poltiglia infernale (coro “Tre volte miagola”).Macbeth le interroga e le streghe evocano le apparizioni e ne spiegano il significato. La prima, una testa coperta d’elmo, dice a Macbeth di guardarsi dal nobile scozzese Macduff; la seconda, un fanciullo insanguinato, gli dice che nessun nato di donna gli potrà nuocere; la terza apparizione, un fanciullo coronato che porta un ramoscello, dichiara Macbeth invincibile fino a quando non vedrà la foresta di Birnam muoversi.Le apparizioni magiche continuano con la sfilata dei fantasmi di otto re, la stirpe di Banco che regnerà. Macbeth li scaccia e sviene. Le streghe invitano gli  spiritI aerei a destare il re svenuto. Macbeth rinviene e incita se stesso ad accrescere il proprio potere
(“Vada in fiamme, e in polve cada”).


Atto IV
Ai confini della Scozia e dell’Inghilterra, i profughi scozzesi piangono le sorti della patria in mano a un tiranno che la insanguina (“Patria oppressa”), infatti Macbeth ha fatto uccidere i figli e la moglie di Macduff, il quale ne piange le sorti (“Ah, la paterna mano”).Malcolm, figlio di re Duncano, alla testa dei soldati inglesi, insieme a Macduff invita alla rivolta contro il tiranno (“La patria tradita”). Durante la notte nel castello, Lady Macbeth è colta da sonnambulismo: la sua dama e il medico la vegliano e assistono ad una scena rituale: Lady Macbeth si sveglia e rievoca l’assassinio di Duncano, di Banco, di Macduff e affannosamente cerca di togliere il sangue dalle mani, inutilmente. (“Una macchia... è qui tuttora”).
Le truppe nemiche assediano il castello di Macbeth che dichiara di non temere nulla in quanto le streghe hanno profetizzato che nessun nato di donna gli può nuocere.Tuttavia Macbeth si sente sfuggire la vita ed è consapevole che nessuno onorerà la sua memoria (“Pietà, rispetto, amore”) e resta fermo anche all’annuncio della morte di Lady Macbeth.La scena presenta una pianura circondata da alture e boscaglie; il fondo della scena è occupato dai soldati inglesi, i quali lentamente avanzano nascondendosi dietro a fronde d'albero (la foresta che si muove).Quando Macbeth apprende che la foresta di Birnam si muove, grida al tradimento e, impugnati spada e pugnale, fronteggia Macduff ricordandogli il presagio delle streghe, ma Macduff gli dice di non essere nato da donna ma di essere stato tolto dal seno materno, e battendosi disperatamente i due escono di scena.

Ezia Di Capua – Curatore Associazione Coro Lirico La Spezia

CORO LIRICO LA SPEZIATUTTI I COMUNICATI STAMPA




giovedì 20 ottobre 2016

giovedì 6 ottobre 2016

ALLAN RIZZETTI, baritono – Intervista a cura di Ezia Di Capua

Sala Culturale CarGià - Promozione Artistica 2016
Sezione - CORO LIRICO LA SPEZIA


ALLAN RIZZETTI
ALLAN RIZZETTI: Dopo il diploma in pianoforte si è dedicato al canto lirico sotto la guida del baritono Costantino Ego e del soprano Leyla Gencer all'Accademia del Teatro alla Scala di Milano.
Ha seguito varie masterclass di perfezionamento tra cui quelle tenute dal tenore Franco Corelli, dal mezzosoprano Teresa Berganza e dal soprano Virginia Zeani e di perfezionamento musicale con Robert Kettelson. Ha frequentato  la Civica Scuola di Arte drammatica “Paolo Grassi” a Milano. Si perfeziona con il baritono Giorgio Lormi e con il tenore Vincenzo Antonio Manno a Milano.
Dopo l'esordio nel ruolo del  messaggero nell’Aida, ha debuttato nell’opera Carmen di G. Bizet (ruolo di Moralès) e ha quindi intrapreso una carriera che lo ha portato velocemente a cantare ruoli di primo baritono in teatri italiani e stranieri  Dotato di estesa vocalità e versatilità interpretativa è perfettamente a proprio agio sia in ruoli romantici sia veristi.
Nel suo repertorio figurano sia opere italiane che francesi, barocche, veriste e contemporanee. Affianca all’opera lirica anche una intensa attività concertistica .
 Allan Rizzetti, interprete di Alfio in “Cavalleria Rusticana” andata in scena  sabato 01 Ottobre, al Teatro Palmaria della Spezia, mi ha concesso in esclusiva per Sala Culturale CarGià l’intervista di seguito pubblicata che verrà estesa solo parzialmente ai quotidiani on line.
Lo ringrazio moltissimo per la sua amicizia, e  contraccambiando stima e simpatia  lo saluto caramente anche a nome di tutti i lettori.
Ezia Di Capua

Allan  com'è nata la tua passione per la lirica? 
Ero un bambino di sei o sette anni e passavo ogni sabato pomeriggio a casa dei miei nonni. Un giorno trovai dei vecchi dischi a 78 giri.  Fui molto incuriosito nel vedere questi vecchi dischi, molto consumati e pesantissimi e volli ascoltare qualcosa : Il primo disco che misi sul piatto del vecchio giradischi, fu proprio (destino volle) la Cavalleria Rusticana, nell’edizione del cinquantesimo dell’opera, sotto la direzione di Mascagni. Rimasi talmente colpito da questa musica, che per diversi giorni restai a giocare nella mia cameretta, imitando i gesti del direttore d’orchestra. Ovviamente, poi, passai anche a imitare i cantanti ma, non capendo a volte tutte le parole, me le inventavo, suscitando l’ilarità dei miei genitori. Successivamente, a nove anni, i miei genitori mi indirizzarono allo studio del pianoforte e, successivamente, allo studio del canto, prima privatamente poi all’Accademia della Scala sotto la guida di una grande insegnante quale il soprano Leyla Gencer che, oltre al canto, mi ha insegnato la disciplina e la dedizione verso questa Arte. Diciamo, quindi che dall’età di sei anni, sono sempre stato “immerso” in questo stupendo mondo pieno di Musica.

Hai cantato in numerose opere e concerti nelle principali città italiane ed estere quali Madrid, Marsiglia, Berlino, Koblenz, Rio de Janeiro, Milano, Roma, Napoli e altre, al fianco di grandi Artisti quali Giuseppe Di Stefano, Fiorenza Cossotto, Francesco Ellero D'Artegna, Carlo Zardo e altri cosa puoi  dire di queste esperienze straordinarie ?
Innanzitutto devo dire che cantare in questi posti stupendi, a volte davvero tanto lontani, è sempre affascinante. Purtroppo, a causa delle prove serrate e dei tempi ristretti delle produzioni, non si riesce molto a fare la vita del turista e visitare quanto di bello può offrirmi quella città, però mi posso considerare onorato di cantare in teatri davvero stupendi  a fianco di grandi nomi. Da ognuno di questi grandi Artisti cui ho avuto l’onore di potermi affiancare,  ho cercato di  imparare qualcosa : dal grande Giuseppe Di Stefano l’incisività della parola, dalla signora Cossotto la ieraticità del gesto scenico, e da tutti, una grande umiltà e dedizione.

Nel comunicato stampa dedicato a Cavalleria Rusticana ho scritto di te: “da segnalare l’intensità, la sicurezza vocale e la presenza scenica del baritono Allan Rizzetti  che ha dato vita ad un Alfio disinvolto tanto nei momenti distesi, come quello della godibile sortita “Il cavallo scalpita”, quanto in quelli di forte tensione emotiva”. Cosa puoi dirci riguardo “Cavalleria rusticana” rappresentata al Teatro Palmaria della Spezia?
Sono stato molto felice di avere vinto questa audizione indetta dall’Associazione Coro Lirico La Spezia, portando in audizione il ruolo di Alfio, ruolo che mi ha dato e continua a darmi grandi soddisfazioni.  Questo mi ha permesso di conoscere personalmente il  Maestro Alberto Paloscia che ha curato la regia e il Maestro Sergio Licursi, che di questa stupenda opera ha curato drammaturgia e luci e di potere affinare scenicamente questo impervio ruolo. Non da ultimo, ho avuto il piacere di conoscere alcuni valenti Artisti locali e di lavorare con il Coro dell’Associazione, mirabilmente preparato. La sera della recita, il teatro era tutto esaurito e le tante persone presenti hanno applaudito con attenzione e con grande accoglienza sia gli interpreti sia il coro. Un’esperienza che mi piacerebbe senz’altro poter ripetere.

Spesso ti sei esibito nell'ambito della musica sacra, da ricordare: Missa Longa in C dur di Mozart, Messa di Gloria in Fa maggiore di Pietro Mascagni e più di 50 esecuzioni del Te Deum di Charpentier con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali. Che posto ha nel  tuo cuore la musica sacra ? 
Un grande posto dato che, da piccolo, ho iniziato proprio con la musica sacra, specialmente con gli Oratori di Perosi ma anche con la polifonia (Palestrina, Di Lasso, Allegri, etc.) a cantare nei primi concerti da solista e durante le funzioni. Incominciarono poi le prime “Ave Maria” ai matrimoni che mi hanno dato la possibilità di pagarmi le prime lezioni private. 

Quali sono le doti che deve avere un cantante?
Quando mi si pone questa domanda, mi piace rispondere con una frase che diceva spesso la mia insegnante : “Ricordati che per fare carriera, ci vuole ANCHE la voce”. Intendeva dire che le componenti principali per chi si avvicina a questo mestiere, sono molteplici : studio continuo, sacrificio, musicalità,  … infine sei hai anche la voce, bene.. se è pure bella, meglio. La storia della lirica è piena di bellissime voci che sono durate poco e di voci meno belle ma che, grazie alla tecnica e all’intelligenza dell’interprete, sono durate tanto. Posso aggiungere, per quanto mi riguarda, umiltà e anche un po’ di ambizione, da non confondere con l’arroganza o la presunzione.  

Quali sono le basi della tua tecnica di canto?
Le basi della mia tecnica di canto che poi, credo, dovrebbero essere le basi di ogni cantante che voglia seriamente affacciarsi a questa carriera, sono lo studio continuo, seguito da un maestro, con il quale, successivamente studiare lo spartito NOTA PER NOTA.  Per entrare più nel tecnico, tanti esercizi di respirazione, di dosare il fiato,  di capire il giusto equilibrio tra appoggio e sostegno. Per quanto mi riguarda, cerco di usare la mia voce, non imitando il colore di altri baritoni e fare quotidianamente almeno un’ora di vocalizzi. 

Io ti conosco  non riusciresti mai a stare lontano da un palcoscenico, quali sono le principali soddisfazioni che hai avuto?

Hai ragione. Aggiungerò anche che per diverso tempo, per motivi diversi, sono stato lontano dal palcoscenico ma mi sentivo incompleto. Grazie al cielo è un lavoro che mi ha dato e continua a darmi tante soddisfazioni. Ultimamente, e proprio con Cavalleria Rusticana, ho avuto grandissime soddisfazioni : Ho affiancato il grandissimo soprano Giovanna Casolla e il tenore Piero Giuliacci al prestigioso Teatro Dal Verme di Milano in una recita dell’opera in occasione delle Celebrazioni dei settant’anni della morte del Compositore livornese. Di questa recita è stato pubblicato anche un cd “live”. Alfio è un mio ruolo “portafortuna”, dato che proprio con questo ruolo, una settimana fa, sono risultato vincitore del “Concorso Internazionale a ruoli d’opera” assegnatomi dal soprano Katia Ricciarelli. 

Ed ora dove dobbiamo venire ad ascoltarti?
A novembre ho delle recite di Barbiere di Siviglia in Piemonte, un concerto lirico al Museo Glauco Lombardi di Parma e un Gala per la Croce Rossa. A dicembre partirò per Bangkok per un Gala per il compleanno del sovrano organizzato dall’Ambasciata Italiana. A gennaio ho delle recite di Italiana in Algeri in Toscana. Febbraio/marzo ho dei concerti di operetta e un Gala per l’Ambasciata Francese in Mozambico e poi nuovamente Cavalleria Rusticana, Elisir d’amore, Bohème e il mio debutto nell’operetta “Sì” di Pietro Mascagni.  

Qual è il ruolo o l'autore che preferisci?
Ho in repertorio circa una trentina di ruoli, alcuni cantati davvero tantissime volte : Elisir d’amore, Cenerentola, Barbiere di Siviglia, Fedora, Pagliacci, Don Giovanni, Gianni Schicchi, Turandot… ma, non saprei scegliere perché siccome sono sia un passionale sia un piacione, sono davvero combattuto tra molti ruoli: Adoro Figaro del rossiniano Barbiere e David dell’Amico Fritz di Mascagni, opera stupenda. Ma un posto importante lo ricopre senza dubbio proprio Alfio. Per quanto riguarda il genere sacro, invece, senz’altro Perosi, autore dalla scrittura geniale e sensuale al pari di Puccini.

Ci racconti qualche aneddoto simpatico della sua carriera?
Ho tantissimi aneddoti con i quali potrei scrivere un libro. Ora possono divertire ma dovete immaginare il contesto : sopra un palcoscenico e tantissime persone che ti stanno guardando. Il primo aneddoto è legato a Cavalleria Rusticana cantata qualche tempo fa a Lavagna : Quando Alfio entra in scena al termine della scena del brindisi, si avvicina ai compari e, scenicamente, fa finta di scambiare quattro parole. Ovviamente anche i coristi con i quali interagisco, fanno finta di parlare, o almeno dovrebbero fare finta. Un mio “compare” di quella sera, mi si avvicina e con un’espressione davvero da funerale, mi dice sottovoce : “ e belàn, mi spiace”. Meno male che ero girato di spalle e il pubblico non ha visto le mie risate.Il secondo aneddoto è legato a una recente recita di Barbiere di Siviglia : durante la scena della barba, mi inchino per raccogliere il catino con la schiuma da barba e il rasoio. Al primo piegamento, sento che il bottone dei pantaloni si è staccato e che i pantaloni mi stanno per cadere. Ho passato tutta la scena, fino alla fine del quadro, a tenere con una mano i pantaloni facendo finta di niente. Ovviamente tutti i colleghi se ne erano accorti e ridevano come matti.

Cosa possiamo fare per diffondere la cultura musicale e la cultura dell'opera lirica?

Tantissime realtà sia grandi sia piccole stanno facendo tutto il possibile con spettacoli davvero di qualità e alla portata di tutti per avvicinare all’opera molti appassionati e neofiti che, magari anche a causa di grandi distanze o di costi esorbitanti, non potrebbero permettersi di assistere a opere in grandi realtà. Purtroppo, molte di queste realtà non vengono sostenute se non grazie alla volontà e agli autofinanziamenti di pochi individui e, inesorabilmente, arrivano a chiudere i battenti. Certo, oggi grazie a canali tipo youtube, abbiamo la fortuna di ascoltare tanta musica, ma potere assistere a un’opera dal vivo, almeno una volta nella vita, è davvero una grande emozione. Faccio molti concerti/lezione insieme a una mia collega mezzosoprano e a un pianista (con i quali ho fondato il Terzetto Printemps) e vedere questi bambini che ti fanno domande, che restano in silenzio durante i brani che eseguiamo e che alla fine vengono ad abbracciarti e a chiedere cosa succede poi nell’opera che abbiamo cantato, è qualcosa di impagabile.


Davvero grazie Allan per l’interessante intervista a te giunga il mio augurio di ogni successo e felicità
Con amicizia e stima Ezia

ALLAN RIZZETTI, BARITONO - RECENSIONI
...." Punto di forza della compagnia..... e il baritono Allan Rizzetti... vocalmente e scenicamente non hanno nulla a che invidiare a nomi prestigiosi che vociferano, specialmente in questo repertorio: basta uno sguardo, un colore di voce e si calano nei difficilissimi personaggi di ... e di Dandini"
Mario Paris - (La Cenerentola - Teatro degli Arrischianti, Sarteano)

.... "da sottolineare la performance di Allan Rizzetti nella parte di Dandini che ha sicuramente impressionato per il modo di dominare la scena"
Paolo Scattoni - Chiusiblog - (La Cenerentola - Teatro Comunale Costantini a Radicofani)

... "con menzione particolare al Belcore di Allan Rizzetti"...
Claudia Abbiati - RIvista Amadeus (Elisir d'amore - Teatro Filodrammatici, Milano)

..." reso a livello scenico da un Allan Rizzetti gustosissimo per mimica e voce "....
 Matteo Paoletti - Mentelocale.it (Elisir d'amore - Teatro Filodrammatici, Milano)

..."altro protagonista assoluto il baritono Allan Rizzetti che di Belcore fa una creazione personalissima. La voce risponde con sonorità e buona lena. Il fraseggiatore è attento a imitare, pure nell'accento, le intonazioni che rendono caratteristico il "Silvio nazionale". In una parola, irresistibile.
Andrea Merli - Rivista L'OPERA (Elisir d'amore - Teatro Filodrammatici, Milano) 


…”voce di buon impasto (rotondo e pastoso) ha retto con nervi sicuri e vocalità penetrante l'arduo compito di confrontarsi pie' pari con artisti di consumata fama. Noto, ormai (a dispetto della giovane età), in repertorio rossiniano e limitrofo, ha affrontato con adeguato piglio anche il verismo di "Ad essi non perdono", ricevendo, con la Casolla, il tributo entusiasta del pubblico”
Antonio Colli – Il Corriere del Teatro

....“da segnalare l’intensità, la sicurezza vocale e la presenza scenica del baritono Allan Rizzetti  che ha dato vita ad un Alfio disinvolto tanto nei momenti distesi, come quello della godibile sortita “Il cavallo scalpita”, quanto in quelli di forte tensione emotiva”
Ezia Di Capua - Sala Culturale CarGià (Cavalleria Rusticana - Teatro Palmaria, La Spezia) 


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SALA CARGIA’ – PROMOZIONE ARTE E CULTURA -  LE INTERVISTE A CURA DI EZIA DI CAPUA

RENATO BONAJUTO
MASSIMILIANO FICHERA
ALFREDO ZANAZZO
CRISTINA MARTUFI
ALBERTO PALOSCIA
ALLAN RIZZETTI
CAVALLERIA RUSTICANA
Teatro Palmaria -  La Spezia 

foto di Marco Mosti
INTERVISTA PUBBLICATA ON LINE A CURA DI EZIA DI CAPUA
CRONACA 4
CITTA’ DELLA SPEZIA


EDC

domenica 2 ottobre 2016

"CAVALLERIA RUSTICANA", ANCORA SUCCESSO E APPLAUSI PER IL CORO LIRICO LA SPEZIA - Comunicato stampa a cura di Ezia Di Capua

Sala Culturale CarGià - Promozione Arte e Cultura 2016
Sezione - CORO LIRICO LA SPEZIA
TEATRO PALMARIA LA SPEZIA
CAVALLERIA RUSTICANA
foto di Marco Mosti



COMUNICATO STAMPA A CURA DI EZIA DI CAPUA

Una serata impegnativa e intensa, al Teatro Palmaria che ha avuto l'onore di essere presentata dal Regista Alberto Paloscia che ha donato al pubblico in sala spunti di riflessione per seguire l’opera Cavalleria Rusticana e molto si è complimento con l’Associazione Coro Lirico La Spezia organizzatore e produttore dell’evento avente anche lo scopo di raccogliere fondi per le popolazioni che hanno subito il terribile sisma del 24 agosto scorso
Di certo non sono mancati gli applausi caldi e scroscianti del folto pubblico che non ha lasciato posti vuoti per il concerto dedicato alle gradi arie d’opera interpretate dal soprano Cristina Martufi e dal tenore Kentaro Kitaya, ambedue nel pieno della loro carriera artistica,  che hanno  preceduto e introdotto con le loro voci dalla particolare estensione e bellezza il melodramma in un atto del compositore livornese Pietro Mascagni su libretto di Giovanni Targioni -Tozzetti e Guido Menasci, proposto per la prima volta dallo stesso Mascagni al Teatro alla Scala di Milano nel 1926.
All’apertura del sipario, la scenografia realizzata da Franca Puliti ha catapultano immediatamente lo spettatore nella piazza di un paese siciliano di fine Ottocento con lo spaccato dell’esterno di una chiesa barocca, un’ ambientazione estremamente realistica, come del resto la foggia e i colori dei costumi creati da Alice Gozzi, Ester Impinna e Sabrina Maggiani costumiste dell’Associazione Coro Lirico La Spezia, e gli oggetti dei personaggi che hanno animato la scena in modo vivace, dinamico e armonico. 
L’abile e raffinata Regia di Alberto Paloscia e la drammaturgia e le luci di Sergio Licursi, hanno messo in evidenza il popolo contadino e, come si esige nelle novelle di Verga, sono stati presentati l’amore per il lavoro quotidiano, il fermento religioso del giorno di Pasqua, la maldicenza nei confronti della disonorata Santuzza, l’accettazione incondizionata di quella cavalleria che porta al consumarsi di un fatto di sangue che, come ha voluto fortemente far emergere il regista, ha molte similitudini  con la tragedia Greca.
Sul podio il Direttore Kentaro Kitaya, fondatore e presidente dell’Associazione Coro Lirico la Spezia, che ad oggi ha prodotto dieci opere, ha diretto abilmente con sensibilità e competenza, così come coinvolgente è stata l’esecuzione al pianoforte di Miki Kitaya che ha sostenuto mirabilmente l’opera  e il concerto d’arie d’opera al pianoforte.
Applausi anche per Maria Lyasheva all’organo
Il risultato è stato quello di un allestimento convincente, in cui lo spettatore è stato catturato da un brillante Coro Lirico che con il canto e un’interpretazione eccellente, ha condotto nella leggerezza della vita di paese, nella solennità della preghiera e nell'intensità drammatica dei duetti.
Molti gli applausi per i cinque interpreti principali, sia nelle individuali caratterizzazioni dei personaggi sia nelle relazioni con gli altri; ha spiccato  l’incisività vocale della soprano Cristina Martufi che con la sua splendida voce intensa e vellutata dalla facile estensione verso gli acuti, ha dato espressione alla passionale dignità di Santuzza; da segnalare la forza espressiva di Gianni Tridente, tenore nei panni di Turiddu, commovente in “Mamma, quel vino è generoso”  nonché l’intensità, la sicurezza vocale e la presenza scenica del baritono Allan Rizzetti che ha dato vita ad un Alfio disinvolto tanto nei momenti distesi, come quello della godibile sortita “Il cavallo scalpita”, quanto in quelli di forte tensione emotiva, Marina Cattaneo, soprano ha interpretato una credibile e intensa Mamma Lucia, Valentina Marconi, soprano una Lola brillante vivace e fascinosa, efficace in "Fior di giaggiolo".
Molto sensuale e interessante l’interpretazione artistica di Giorgia Macchi, ballerina che danzando armonicamente ha svelato in modo originale e molto apprezzato il “sogno di Santuzza”
Lo scorrere veloce degli eventi, ha portato fino alla tragica e ultima scena, dove le tre protagoniste femminili della storia, hanno gridato “Hanno ammazzato compare Turiddu!",  restando pietrificate nella raffigurazione di una vera pietà michelangiolesca,  già  prima scena a preludio dell'opera, in un gioco enigmatico di sguardi, ognuna con il proprio e personale dolore, sebbene distrutte dalla stessa perdita.
Fiori, inchini,  applausi scroscianti e soprattutto la soddisfazione del regista Alberto Paloscia che vivamente ha esternato a tutto il cast, hanno concluso e reso la serata davvero magica .
Il Coro Lirico ringrazia quanti hanno contribuito alla realizzazione dell’opera, il fotografo Marco Mosti che ha realizzato le fotografie e  quanti hanno contribuito alla  promozione dell’evento.
Il Coro Lirico La Spezia ringrazia quanti hanno voluto dare un contributo da devolvere in favore ai terremotati e rende noto che già sono stati  presi contatti con il Sindaco di Amatrice.

Immagini e quanto utile per la promozione artistica sarà pubblicato nel Blog di Sala CarGià, contenitore, archivio e testimonianza storica dell’arte e della cultura in transito nel Golfo dei Poeti: http://salacargia.blogspot.it.

ORGANICO CORO LIRICO LA SPEZIA – CAVALLERIA RUSTICANA

SOPRANI:  Alessandra Candido, Ezia Di Capua Carmen Venturini, Katia Murtas, Antonella Mezzani, Gaetana Veneri. Valentina Marconi, Lia Formentini, Elisa Sebastiani, Marina Cattaneo, Roberta Lodola, Ester Impinna, Marta Pratellesi.
MEZZO SOPRANO: Tiziana Biagini, Laila Ciardelli, Federica Cecchi, Luminita Neagu, Luana Cossa, Accardo Gabriella
CONTRALTO: Sandra Picasso, Alice Gozzi, Alessandra Talese,  Sabrina Paluzzi, Sabrina Maggiani.
TENORE: Gianni Tridente, Salvatore Lauria, Gioacchino Colasanto, Renato Bruschi, Tito Lorenzini, Federico Favilli, Gianmario Biddau 
BARITONOGennaro De Luca, Claudio Cardinali, Elia Fiorentini, Domenico Alfieri, Stefano Marin
BASSI: Alessandro Caroppo, Francesco Menghini, Palo Tonelli, Vincenzo Di Meo.

Ezia Di Capua – Curatore Coro Lirico La Spezia
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CAVALLERIA RUSTICANA
foto di Marco Mosti
CAVALLERIA RUSTICANA
foto di Marco Mosti
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foto di Marco Mosti




CAVALLERIA RUSTICANA
foto di Marco Mosti



















COMUNICATO STAMPA A CURA DI EZIA DI CAPUA 
PUBBLICATO NEI QUOTIDIANI ON LINE - clicca sul link per leggere

LA GAZZETTA DELLA SPEZIA
CRONACA4 
CITTA' DELLA SPEZIA 
LA SPEZIA OGGI
http://www.laspeziaoggi.it/2016/10/05/successo-per-cavalleria-rusticana-del-coro-lirico-la-spezia/ 

sabato 1 ottobre 2016

LA NAZIONE: "CAVALLERIA RUSTICANA" AL TEATRO PALMARIA - SABATO 01 OTTOBRE ORE 21,15 - articoli di Marco Magi

Sala Culturale CarGià - Promozione Artistica 2016
Sezione - CORO LIRICO LA SPEZIA
RINGRAZIO SENTITAMENTE 
LA REDAZIONE DE LA NAZIONE E IL GIORNALISTA MARCO MAGI
LA NAZIONE
MARTEDI 27 SETTEMBRE 2016
Ezia Di Capua
LA NAZIONE
SABATO 01 0TT0BRE 2016





TELE LIGURIA SUD  - TLS

INTERVISTA :
IL SOPRANO CRISTINA MARTUFI  PROMUOVE CAVALLERIA RUSTICANA
clicca sul link per leggere
https://www.youtube.com/watch?v=Z25Jj6HDm4Y


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