giovedì 6 ottobre 2016

ALLAN RIZZETTI, baritono – Intervista a cura di Ezia Di Capua

Sala Culturale CarGià - Promozione Artistica 2016
Sezione - CORO LIRICO LA SPEZIA


ALLAN RIZZETTI
ALLAN RIZZETTI: Dopo il diploma in pianoforte si è dedicato al canto lirico sotto la guida del baritono Costantino Ego e del soprano Leyla Gencer all'Accademia del Teatro alla Scala di Milano.
Ha seguito varie masterclass di perfezionamento tra cui quelle tenute dal tenore Franco Corelli, dal mezzosoprano Teresa Berganza e dal soprano Virginia Zeani e di perfezionamento musicale con Robert Kettelson. Ha frequentato  la Civica Scuola di Arte drammatica “Paolo Grassi” a Milano. Si perfeziona con il baritono Giorgio Lormi e con il tenore Vincenzo Antonio Manno a Milano.
Dopo l'esordio nel ruolo del  messaggero nell’Aida, ha debuttato nell’opera Carmen di G. Bizet (ruolo di Moralès) e ha quindi intrapreso una carriera che lo ha portato velocemente a cantare ruoli di primo baritono in teatri italiani e stranieri  Dotato di estesa vocalità e versatilità interpretativa è perfettamente a proprio agio sia in ruoli romantici sia veristi.
Nel suo repertorio figurano sia opere italiane che francesi, barocche, veriste e contemporanee. Affianca all’opera lirica anche una intensa attività concertistica .
 Allan Rizzetti, interprete di Alfio in “Cavalleria Rusticana” andata in scena  sabato 01 Ottobre, al Teatro Palmaria della Spezia, mi ha concesso in esclusiva per Sala Culturale CarGià l’intervista di seguito pubblicata che verrà estesa solo parzialmente ai quotidiani on line.
Lo ringrazio moltissimo per la sua amicizia, e  contraccambiando stima e simpatia  lo saluto caramente anche a nome di tutti i lettori.
Ezia Di Capua

Allan  com'è nata la tua passione per la lirica? 
Ero un bambino di sei o sette anni e passavo ogni sabato pomeriggio a casa dei miei nonni. Un giorno trovai dei vecchi dischi a 78 giri.  Fui molto incuriosito nel vedere questi vecchi dischi, molto consumati e pesantissimi e volli ascoltare qualcosa : Il primo disco che misi sul piatto del vecchio giradischi, fu proprio (destino volle) la Cavalleria Rusticana, nell’edizione del cinquantesimo dell’opera, sotto la direzione di Mascagni. Rimasi talmente colpito da questa musica, che per diversi giorni restai a giocare nella mia cameretta, imitando i gesti del direttore d’orchestra. Ovviamente, poi, passai anche a imitare i cantanti ma, non capendo a volte tutte le parole, me le inventavo, suscitando l’ilarità dei miei genitori. Successivamente, a nove anni, i miei genitori mi indirizzarono allo studio del pianoforte e, successivamente, allo studio del canto, prima privatamente poi all’Accademia della Scala sotto la guida di una grande insegnante quale il soprano Leyla Gencer che, oltre al canto, mi ha insegnato la disciplina e la dedizione verso questa Arte. Diciamo, quindi che dall’età di sei anni, sono sempre stato “immerso” in questo stupendo mondo pieno di Musica.

Hai cantato in numerose opere e concerti nelle principali città italiane ed estere quali Madrid, Marsiglia, Berlino, Koblenz, Rio de Janeiro, Milano, Roma, Napoli e altre, al fianco di grandi Artisti quali Giuseppe Di Stefano, Fiorenza Cossotto, Francesco Ellero D'Artegna, Carlo Zardo e altri cosa puoi  dire di queste esperienze straordinarie ?
Innanzitutto devo dire che cantare in questi posti stupendi, a volte davvero tanto lontani, è sempre affascinante. Purtroppo, a causa delle prove serrate e dei tempi ristretti delle produzioni, non si riesce molto a fare la vita del turista e visitare quanto di bello può offrirmi quella città, però mi posso considerare onorato di cantare in teatri davvero stupendi  a fianco di grandi nomi. Da ognuno di questi grandi Artisti cui ho avuto l’onore di potermi affiancare,  ho cercato di  imparare qualcosa : dal grande Giuseppe Di Stefano l’incisività della parola, dalla signora Cossotto la ieraticità del gesto scenico, e da tutti, una grande umiltà e dedizione.

Nel comunicato stampa dedicato a Cavalleria Rusticana ho scritto di te: “da segnalare l’intensità, la sicurezza vocale e la presenza scenica del baritono Allan Rizzetti  che ha dato vita ad un Alfio disinvolto tanto nei momenti distesi, come quello della godibile sortita “Il cavallo scalpita”, quanto in quelli di forte tensione emotiva”. Cosa puoi dirci riguardo “Cavalleria rusticana” rappresentata al Teatro Palmaria della Spezia?
Sono stato molto felice di avere vinto questa audizione indetta dall’Associazione Coro Lirico La Spezia, portando in audizione il ruolo di Alfio, ruolo che mi ha dato e continua a darmi grandi soddisfazioni.  Questo mi ha permesso di conoscere personalmente il  Maestro Alberto Paloscia che ha curato la regia e il Maestro Sergio Licursi, che di questa stupenda opera ha curato drammaturgia e luci e di potere affinare scenicamente questo impervio ruolo. Non da ultimo, ho avuto il piacere di conoscere alcuni valenti Artisti locali e di lavorare con il Coro dell’Associazione, mirabilmente preparato. La sera della recita, il teatro era tutto esaurito e le tante persone presenti hanno applaudito con attenzione e con grande accoglienza sia gli interpreti sia il coro. Un’esperienza che mi piacerebbe senz’altro poter ripetere.

Spesso ti sei esibito nell'ambito della musica sacra, da ricordare: Missa Longa in C dur di Mozart, Messa di Gloria in Fa maggiore di Pietro Mascagni e più di 50 esecuzioni del Te Deum di Charpentier con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali. Che posto ha nel  tuo cuore la musica sacra ? 
Un grande posto dato che, da piccolo, ho iniziato proprio con la musica sacra, specialmente con gli Oratori di Perosi ma anche con la polifonia (Palestrina, Di Lasso, Allegri, etc.) a cantare nei primi concerti da solista e durante le funzioni. Incominciarono poi le prime “Ave Maria” ai matrimoni che mi hanno dato la possibilità di pagarmi le prime lezioni private. 

Quali sono le doti che deve avere un cantante?
Quando mi si pone questa domanda, mi piace rispondere con una frase che diceva spesso la mia insegnante : “Ricordati che per fare carriera, ci vuole ANCHE la voce”. Intendeva dire che le componenti principali per chi si avvicina a questo mestiere, sono molteplici : studio continuo, sacrificio, musicalità,  … infine sei hai anche la voce, bene.. se è pure bella, meglio. La storia della lirica è piena di bellissime voci che sono durate poco e di voci meno belle ma che, grazie alla tecnica e all’intelligenza dell’interprete, sono durate tanto. Posso aggiungere, per quanto mi riguarda, umiltà e anche un po’ di ambizione, da non confondere con l’arroganza o la presunzione.  

Quali sono le basi della tua tecnica di canto?
Le basi della mia tecnica di canto che poi, credo, dovrebbero essere le basi di ogni cantante che voglia seriamente affacciarsi a questa carriera, sono lo studio continuo, seguito da un maestro, con il quale, successivamente studiare lo spartito NOTA PER NOTA.  Per entrare più nel tecnico, tanti esercizi di respirazione, di dosare il fiato,  di capire il giusto equilibrio tra appoggio e sostegno. Per quanto mi riguarda, cerco di usare la mia voce, non imitando il colore di altri baritoni e fare quotidianamente almeno un’ora di vocalizzi. 

Io ti conosco  non riusciresti mai a stare lontano da un palcoscenico, quali sono le principali soddisfazioni che hai avuto?

Hai ragione. Aggiungerò anche che per diverso tempo, per motivi diversi, sono stato lontano dal palcoscenico ma mi sentivo incompleto. Grazie al cielo è un lavoro che mi ha dato e continua a darmi tante soddisfazioni. Ultimamente, e proprio con Cavalleria Rusticana, ho avuto grandissime soddisfazioni : Ho affiancato il grandissimo soprano Giovanna Casolla e il tenore Piero Giuliacci al prestigioso Teatro Dal Verme di Milano in una recita dell’opera in occasione delle Celebrazioni dei settant’anni della morte del Compositore livornese. Di questa recita è stato pubblicato anche un cd “live”. Alfio è un mio ruolo “portafortuna”, dato che proprio con questo ruolo, una settimana fa, sono risultato vincitore del “Concorso Internazionale a ruoli d’opera” assegnatomi dal soprano Katia Ricciarelli. 

Ed ora dove dobbiamo venire ad ascoltarti?
A novembre ho delle recite di Barbiere di Siviglia in Piemonte, un concerto lirico al Museo Glauco Lombardi di Parma e un Gala per la Croce Rossa. A dicembre partirò per Bangkok per un Gala per il compleanno del sovrano organizzato dall’Ambasciata Italiana. A gennaio ho delle recite di Italiana in Algeri in Toscana. Febbraio/marzo ho dei concerti di operetta e un Gala per l’Ambasciata Francese in Mozambico e poi nuovamente Cavalleria Rusticana, Elisir d’amore, Bohème e il mio debutto nell’operetta “Sì” di Pietro Mascagni.  

Qual è il ruolo o l'autore che preferisci?
Ho in repertorio circa una trentina di ruoli, alcuni cantati davvero tantissime volte : Elisir d’amore, Cenerentola, Barbiere di Siviglia, Fedora, Pagliacci, Don Giovanni, Gianni Schicchi, Turandot… ma, non saprei scegliere perché siccome sono sia un passionale sia un piacione, sono davvero combattuto tra molti ruoli: Adoro Figaro del rossiniano Barbiere e David dell’Amico Fritz di Mascagni, opera stupenda. Ma un posto importante lo ricopre senza dubbio proprio Alfio. Per quanto riguarda il genere sacro, invece, senz’altro Perosi, autore dalla scrittura geniale e sensuale al pari di Puccini.

Ci racconti qualche aneddoto simpatico della sua carriera?
Ho tantissimi aneddoti con i quali potrei scrivere un libro. Ora possono divertire ma dovete immaginare il contesto : sopra un palcoscenico e tantissime persone che ti stanno guardando. Il primo aneddoto è legato a Cavalleria Rusticana cantata qualche tempo fa a Lavagna : Quando Alfio entra in scena al termine della scena del brindisi, si avvicina ai compari e, scenicamente, fa finta di scambiare quattro parole. Ovviamente anche i coristi con i quali interagisco, fanno finta di parlare, o almeno dovrebbero fare finta. Un mio “compare” di quella sera, mi si avvicina e con un’espressione davvero da funerale, mi dice sottovoce : “ e belàn, mi spiace”. Meno male che ero girato di spalle e il pubblico non ha visto le mie risate.Il secondo aneddoto è legato a una recente recita di Barbiere di Siviglia : durante la scena della barba, mi inchino per raccogliere il catino con la schiuma da barba e il rasoio. Al primo piegamento, sento che il bottone dei pantaloni si è staccato e che i pantaloni mi stanno per cadere. Ho passato tutta la scena, fino alla fine del quadro, a tenere con una mano i pantaloni facendo finta di niente. Ovviamente tutti i colleghi se ne erano accorti e ridevano come matti.

Cosa possiamo fare per diffondere la cultura musicale e la cultura dell'opera lirica?

Tantissime realtà sia grandi sia piccole stanno facendo tutto il possibile con spettacoli davvero di qualità e alla portata di tutti per avvicinare all’opera molti appassionati e neofiti che, magari anche a causa di grandi distanze o di costi esorbitanti, non potrebbero permettersi di assistere a opere in grandi realtà. Purtroppo, molte di queste realtà non vengono sostenute se non grazie alla volontà e agli autofinanziamenti di pochi individui e, inesorabilmente, arrivano a chiudere i battenti. Certo, oggi grazie a canali tipo youtube, abbiamo la fortuna di ascoltare tanta musica, ma potere assistere a un’opera dal vivo, almeno una volta nella vita, è davvero una grande emozione. Faccio molti concerti/lezione insieme a una mia collega mezzosoprano e a un pianista (con i quali ho fondato il Terzetto Printemps) e vedere questi bambini che ti fanno domande, che restano in silenzio durante i brani che eseguiamo e che alla fine vengono ad abbracciarti e a chiedere cosa succede poi nell’opera che abbiamo cantato, è qualcosa di impagabile.


Davvero grazie Allan per l’interessante intervista a te giunga il mio augurio di ogni successo e felicità
Con amicizia e stima Ezia

ALLAN RIZZETTI, BARITONO - RECENSIONI
...." Punto di forza della compagnia..... e il baritono Allan Rizzetti... vocalmente e scenicamente non hanno nulla a che invidiare a nomi prestigiosi che vociferano, specialmente in questo repertorio: basta uno sguardo, un colore di voce e si calano nei difficilissimi personaggi di ... e di Dandini"
Mario Paris - (La Cenerentola - Teatro degli Arrischianti, Sarteano)

.... "da sottolineare la performance di Allan Rizzetti nella parte di Dandini che ha sicuramente impressionato per il modo di dominare la scena"
Paolo Scattoni - Chiusiblog - (La Cenerentola - Teatro Comunale Costantini a Radicofani)

... "con menzione particolare al Belcore di Allan Rizzetti"...
Claudia Abbiati - RIvista Amadeus (Elisir d'amore - Teatro Filodrammatici, Milano)

..." reso a livello scenico da un Allan Rizzetti gustosissimo per mimica e voce "....
 Matteo Paoletti - Mentelocale.it (Elisir d'amore - Teatro Filodrammatici, Milano)

..."altro protagonista assoluto il baritono Allan Rizzetti che di Belcore fa una creazione personalissima. La voce risponde con sonorità e buona lena. Il fraseggiatore è attento a imitare, pure nell'accento, le intonazioni che rendono caratteristico il "Silvio nazionale". In una parola, irresistibile.
Andrea Merli - Rivista L'OPERA (Elisir d'amore - Teatro Filodrammatici, Milano) 


…”voce di buon impasto (rotondo e pastoso) ha retto con nervi sicuri e vocalità penetrante l'arduo compito di confrontarsi pie' pari con artisti di consumata fama. Noto, ormai (a dispetto della giovane età), in repertorio rossiniano e limitrofo, ha affrontato con adeguato piglio anche il verismo di "Ad essi non perdono", ricevendo, con la Casolla, il tributo entusiasta del pubblico”
Antonio Colli – Il Corriere del Teatro

....“da segnalare l’intensità, la sicurezza vocale e la presenza scenica del baritono Allan Rizzetti  che ha dato vita ad un Alfio disinvolto tanto nei momenti distesi, come quello della godibile sortita “Il cavallo scalpita”, quanto in quelli di forte tensione emotiva”
Ezia Di Capua - Sala Culturale CarGià (Cavalleria Rusticana - Teatro Palmaria, La Spezia) 


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foto di Marco Mosti
INTERVISTA PUBBLICATA ON LINE A CURA DI EZIA DI CAPUA
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EDC

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