mercoledì 31 agosto 2011

CORSO DI ICONOGRAFIA IN GALLERIA CARGIA’

Un autunno speciale dedicato all’Arte Sacra è questo il progetto che la Sala Culturale CarGià, promuove nel mese di ottobre  nell’ ambito della “Stagione dedicata a Carla Gallerini”.
Sala CarGià si afferma con lode  non solo come Galleria d’Arte, centro di incontro e luogo di cultura, ma anche come culla dell’arte.
Ezia Di Capua amplifica così il suo desiderio di trasmettere arte e cultura ospitando in Galleria CarGià nel mese di ottobre un Corso di Iconografia.
Docente del corso, sarà Lucia Della Scala, artista che ha  esposto le sue opere nel mese di agosto in Galleria CarGia’ presentando la sua personale dal titolo “COMUNICARE CON DIO, COMUNICARE DI DIO CON L’ARTE” che
ha  riscosso grande successo di pubblico e di critica( vedi Recensioni in http://salacargia.blogspot.com/ ).
La Della Scala  ha un curriculum eccellente insegna con passione da alcuni anni ed è grande l’impegno e l’entusiasmo col quale si prepara a sostenere questo nuovo progetto che rientra nel quadro di “ Promozione Arte e Cultura 2011” di Sala Culturale CarGià e ci ricorda quanto la tecnica di esecuzione nell’iconografia sia fondamentale  tanto da imprimere essa stessa significato profondo all’opera, infatti quando si crea un’icona si inizia  dipingendo tutto in ombra, solo dopo si porta in evidenza il particolare che si vuole illuminare. Il percorso porta
dalle tenebre alla luce e diviene  simbolo del cammino spirituale di ognuno di noi
Il corso offre una opportunità significativa di approfondimento e di conoscenza dell’Arte Sacra, e un arricchimento specifico delle competenze sempre nella ricerca dell’elevazione dello spirito.
Il programma di studio che segue. viene in questa occasione illustrato e contratto in quanto solo panorama del corso ed evita perciò di rendere volutamente espliciti  la metodologia, gli strumenti e i materiali in uso.
Obiettivi di conoscenza: Significato di iconografia.
Scrivere il sacro attraverso l'immagine, usando come linguaggio le forme e i colori.
Conoscere le Sacre Scritture e tradurle in immagini.
Conoscere i vari procedimenti tecnici per poi arrivare alla realizzazione dell'icona.
Sensibilizzare alla tradizione antica.
Obiettivi di competenza:Preparazione della tavola.
Preparazione dei colori con il tuorlo dell'uovo.
Stesura della foglia d'oro.
Valutare l'efficacia e il grado di coerenza tra fede e modo di dipingere.
Affrontare con perizia la tecnica di pittura osservando le procedure e i tempi nei quali si stendono i colori e i loro toni
Collegamenti interdisciplinari: Storia
Storia dell'arte e religione
Valutazione:
Precisione.
Padronanza delle tecniche grafiche e pittoriche, nella preparazione del colore e nella stesura dello stesso.
Precisione della stesura dell'oro (operazione molto delicata)
Puntualità nel presentare il lavoro ultimato.

A termine del corso le opere verranno valutate dal prof. Giuseppe Luigi Coluccia .

Per info.:
Ezia Di Capua: eziadicapua@libero.it

martedì 30 agosto 2011

COMUNICARE CON DIO, COMUNICARE DI DIO CON L’ARTE

Parlare di Lucia Della Scala, dell’artista Lucia Della Scala, è per me facile e piacevole.
Facile perché è pervasa, come persona e come artista, delle stesse norme fondamentali, non negoziabili direbbero i politici, che sono nel mio dna di uomo e di cittadino; piacevole perché, finalmente, ho trovato un’altra artista che nel sentire interiore, etico e religioso, ne fa opera di studio e di divulgazione.
I soggetti delle tele di Lucia tendono a farci riscoprire la dimensione spirituale accompagnandoci alla riflessione serena sul trascendente, sul creato e sulla sua bellezza, ma pure su chi quella bellezza ha ideato e creato.
Sembra facile, ma è un impegno che presuppone una convinzione personale aldilà di ogni ragionevole dubbio; è una iniziativa e una strada certamente praticabili, ma che presuppongono grande perseveranza.
Proprio per questo Lucia si rifà all’arte antica, anche nella preparazione delle tele o tavole (colla di coniglio e gesso di Bologna) e dei colori ricavati dall’uso di terre speciali mescolate con l’uovo: niente tubetti di colori già pronti, niente tele o tavole predisposte e quindi ulteriore fatica con ricerca e rispetto delle antiche regole dei maestri della pittura.
E dell’arte sacra, usata come strumento di avvicinamento al trascendente, all’essere supremo, alla bellezza assoluta, Lucia Della Scala ha raccolto anche la funzione didattica.
L’arte sacra antica in un periodo in cui la maggioranza dei cittadini era analfabeta, doveva anche insegnare, dare precise nozioni così da rendere fruibile ed accettabile il soggetto e il messaggio rappresentato.
A questo proposito basti ricordare la cappella Sistina con una successione di eventi che fa comprendere la realtà del giudizio.
Allo stesso modo nella chiesa di Assisi la rappresentazione storica della vita del Poverello ci fa meglio capire la grandezza e l’attualità dei San Francesco.
È stato ed è un impegno, quello di Lucia, che viene svolto con serietà ed efficacia sia perché credente e quindi informata che per aver assorbito lo spirito pittorico dei maestri del passato.
Lucia si è diplomata ad indirizzo contabile, ma il grande sogno di dipingere si è realizzato molto più tardi, manifestando decisione ed impegno, infatti:
1) Frequenta il corso di pittura del maestro sarzanese Piero Colombani;
2) Si iscrive e consegue il diploma di iconografia del maestro Andrea Trebbi, rilasciato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Nicolò Stenone” di Pisa, nel 2001;
3) Si iscrive e si diploma presso il Liceo Artistico di Carrara, nel 2004;
4) Si iscrive e si diploma in “Discipline Pittoriche” presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2007;
5) Consegue, nel 2009, l’abilitazione all’insegnamento di “Discipline Pittoriche”;
6) Partecipa al Master di Arte Sacra Contemporanea presso la Fondazione Stauros italiana ONLUS: museo Stauros d’arte sacra contemporanea in San Gabriele – Isola del Gran Sasso (TE), nel 2009;
7) Partecipa al Master di Arte Sacra a Foligno – Scopoli sulla figura di San Benedetto da Norcia, nel 2010.
Fin qui la formazione con un forte impegno e conseguendo diplomi di grande valore, in ambito nazionale.
Ora passiamo alle opere realizzate e alle mostre personali o collettive a cui ha partecipato:
1) “Le Stazioni della Via Crucis” per la chiesa della Filanda di Aulla (MS): 15 tavole 45 x 55 con la successione dei tempi della passione, crocifissione, morte e resurrezione di Gesù;
2) “Icona di San Nicola di Bari” 100 x 150 per la Chiesa di Varano, comune di Licciana Nardi (MS);
3) Mostra Personale “Rappresentiamo il trascendente – quadri e icone-“ al castello di Terrarossa (MS);
4) Mostra personale “ L’arte e la fede ( icone e altri dipinti)”, museo di San Caprasio di Aulla (MS);
5) Mostra personale “Il mondo l’uomo e la fede” Sala del Consiglio Comunale di Tresana (MS);
6) Mostra personale “Comunicare con Dio, comunicare di Dio con l’arte” Monti di Licciana Nardi (MS);
7) Mostra collettiva “ Paesaggi di Lunigiana” Serricciolo (MS);
8) Collettiva “Concorso di pittura Sant’Anna” Forno di Massa;
9) Mostra collettiva “Festa ecumenica della Bibbia”  (Chiese cristiane di La Spezia) presso il museo diocesano di La Spezia;
10) Mostra collettiva “ Come nasce un’opera d’arte” , a Piana Battola e a Follo (SP);
11) Mostra collettiva in Villafranca in Lunigiana (MS), luglio 2011.
Conosciuta la formazione particolare, anche oltre le scuole statali, conosciuto il suo agire e il proporsi, vien da pensare che Lucia sia controcorrente, sia fuori da una comune prassi consolidata.
Vien da pensare, ma non è così: le scuole hanno affinato il sentire, la poeticità insita nell’estro creativo,ma l’agire per avvicinare l’uomo a Dio e Dio all’uomo è una scelta, sia di vita che di esperienza d’arte.
Tutto questo perché Lucia nota nel mondo attuale la ricerca del potere, del successo, del denaro relegando in un angolo i valori fondamentali che devono invece presiedere alla vita singola e collettiva de ll’uomo.
Sembra, cioè, che “i valori non negoziabili” non esistano più o non abbiano cittadinanza negli uomini e nel mondo moderno.
Non è così, ci fa capire Lucia: se oggi c’è una eclissi di questi valori è una eclissi parziale e quindi presto superabile con l’impegno e la volontà di tutti:
Basti pensare che la Comunità Europea non ha saputo inserire nella sua costituzione che la nostra essenza è cristiana o giudaico cristiana.
Eclissi parziale, perché c’è già l’impegno di molti stati aderenti per inserire e vedere riconosciute le nostre vere origini.
In questo sforzo di far comprendere come ancora oggi siano vivi e necessari gli insegnamenti e i messaggi non solo della Chiesa ma pure dei valori che l’uomo ha da sempre scritti nel cuore oltre che nei comandamenti, è presente Lucia con la sua opera viva e partecipata, che raccoglie consensi.
Riproponendo e rielaborando immagini sacre antiche e icone quali quelle della Madonna, l’artista ci fa rivivere atteggiamenti antichi  ma permeati di tanta attualità e di un alto senso di serenità e pace.
E’ facile, infatti, immaginare una icona sulla scrivania o sul comodino e convenire quale senso di tranquillità ci trasfonde nei momenti diversi della nostra vita, singola o di relazione.
Ma l’opera di Lucia che mi ha colpito di più per aver svolto quel compito didattico di insegnamento attuale è LA CROCE. Nella Croce non c’è Gesù inchiodato ma un Gesù sopra l’azzurro dell’acqua che dice agli apostoli: “Vi farò pescatori di uomini”, con tutto quello che consegue per gli apostoli, in questa missione.
Ma L’artista Lucia non si ferma qui, ci vuole dimostrare, ci vuole insegnare che gli insegnamenti di Gesù sono eterni e quindi sempre validi ed attuali.
Infatti osserviamo che nella croce, ai lati del braccio trasversale sono raffigurati Madre Teresa di Calcutta e Padre Pio, mentre in basso sono raffigurati i coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, uomini e donne modernissimi, dei nostri giorni, assunti alla gloria degli altari pur essendo umili, semplici, a volte incompresi, ma sempre fedeli agli insegnamenti della Chiesa, vivendo secondo le regole e i valori non negoziabili, al servizio degli ultimi e con gli ultimi.
Questa è Lucia, l’artista Lucia, la credente Lucia che ci fa rimanere attenti e maggiormente disposti a credere e a proseguire nel nostro agire secondo gli insegnamenti dei nostri padri e della chiesa.
Questo io ho colto nell’opera di Lucia, dell’artista Lucia.
Voglio dire, cioè, che tutti gli artisti nel proporre un paesaggio, la natura e l’uomo nel loro vario modo di presentarsi descrivono la bellezza del creato e di conversa il creatore, ma Lucia è più precisa e  profonda: dallo stile antico, al colore lavorato con pigmenti naturali, tutto ci riporta alla capacità dell’uomo, alla sua immagine e somiglianza col creatore che ci ha donato specifiche ed importanti capacità.
Mi auguro, Lucia, di aver capito o interpretato bene la sua arte e il suo impegno anche religioso nel rapportarsi col segno e col colore e, ripeto, se io fossi pittore gradirei cimentarmi anche e soprattutto nell’arte sacra.
Nella mia attività di organizzatore di eventi culturali/pittorici ricordo di aver donato alla mia chiesa Parrocchiale di Isola di Ortonovo, in tempi diversi, una casula (per celebrare la messa) con sul petto raffigurata la Madonna Ausiliatrice, realizzata dal pittore Franco Sarzani, il “Battesimo di Gesù” e la “Ressurrezione”, quadri di grandi dimensioni (mt 3x4) realizzati dal pittore spezzino Plastina Francesco, che presto mi consegnerà “Gesù fra i bambini” realizzato per la chiesa parrocchiale di Fossola, paese in cui ho insegnato per 36 anni consecutivi.
Tutto questo perché anche se non appare, possiamo notare nel mondo attuale un desiderio di Dio e dell’eterno, una nostalgia di Dio che spinge molti dei nostri giovani a essere presenti e decisamente positivi nelle organizzazioni ONLUS di volontariato, cioè impegnati senza attendersi alcuna ricompensa, nel desiderio di essere di aiuto degli ultimi, di chi ha bisogno.
Se questo succede, e succede molto spesso, non fa clamore perché è nella normalità di secoli di storia, mentre l’eventuale male o le trasgressioni commessi magari da pochi giovani sono visti come male collettivo e, dai media, purtroppo, vengono pompati e reclamizzati, screditando tutti ed ognuno di noi.
Perciò ben venga Lucia e ben vengano altri artisti che cercano e si sforzano di far comprendere, realizzare e propagandare il bene, la collaborazione, la fraternità e l’amore per il prossimo, uomo da amare come noi stessi.
Grazie dell’attenzione e auguro a tutti voi una buona ed attenta visione delle opere che Lucia Della Scala ci propone quest’oggi presso la sala CarGià della signora Ezia, qui in San Terenzo di Lerici.

 Mario Orlandi
                                                                
                                                                                                                         

mercoledì 17 agosto 2011

LUCIA DELLA LA SCALA – ARTE E FEDE NEL RITMO DEL LINGUAGGIO PITTORICO

Lucia Della Scala frequenta il corso di pittura di Piero Colombani, si diploma al Liceo Artistico di Carrara, frequenta il corso di Iconografia ottenendo il diploma rilasciato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Pisa, completa i suoi studi diplomandosi all’Accademia di Belle Arti di Carrara e partecipa a due master di Arte Sacra della Fondazione Stauròs a San Gabriele dell’Addolorata (Teramo). Tutto ci dimostra l’impegno e la serietà con cui si dedica al suo lavoro, ma ci anticipa anche la peculiarità della sua pittura.
È questa una pittura impegnativa e molto raffinata poiché eseguita interamente con tecniche antiche che richiedono sapienza ed esperienza: Lucia lavora preferibilmente su tavola da lei preparata e con colori che crea mescolando pigmento ed uovo.
L’oro che vediamo luccicare è disteso a foglia, ma la ricerca dei suoi dipinti non si limita a ciò poiché l’interesse principale è nell’immagine, dalla quale trapela una grande conoscenza dell’iconografia medioevale, una ricerca che non può che essere frutto di parecchi anni di studio teorico oltreché pratico.
La particolarità di queste opere, quella che avevo in precedenza annunciato, è nel connubio così ben riuscito specialmente negli ultimi lavori.
I dipinti di Lucia non sono una sterile pratica imitativa dell’arte di un tempo che fu e non solamente per la contemporaneità dei personaggi ritratti.
Il linearismo, la ritmicità, il colore sono rivisitati dalla conoscenza dell’Arte Moderna come nel trittico “Maestà in trono”  dove la staticità, l’assenza di emozioni, l’impostazione tutta ci richiamano al romanico, ma la interpretazione pittorica è da postavanguardie.
Nelle tavole “La via della Croce” (vedi catalogo), questa croce scandisce spazi, ritmi e tempi, le figure non hanno peso, lo spazio è una geometria per cui questi dipinti figurativi che riecheggiano  Giotto e Pietro Lorenzetti, diventano quasi un’opera astratta.
Infine nel volto di Cristo della Croce “Vi farò pescatori di uomini”, si è raggiunto, a mio avviso, il perfetto connubio della sua ricerca.
In modo particolare ho apprezzato tutto ciò in una delle opere più recenti di Lucia che ha tra l’altro eseguito per una mostra da me organizzata al Battistero del Duomo di Carrara.
Il tema della esposizione collettiva era: “Immagini di Carrara: Scorci e dintorni”.
Per questa tavola tutto il suo operare descritto in precedenza da’ vita ad una composizione originalissima:
S. Andrea, Patrono di Carrara emerge tra le caratteristiche monumentali della città con decisa sobrietà, leggerezza e grande equilibrio, brava Lucia!
                                                                                                                                                                      

Prof.ssa Elisabetta Costi


 

LUCIA DELLA SCALA – LA RICERCA DEL SACRO, DEL BELLO, DEL BENE, DEL DIVINO

Inaugurata  ieri, martedì 16 agosto, la personale di pittura di Lucia Della Scala.
La mostra  dal titolo“ Comunicare con Dio, comunicare di Dio con l’Arte” è stata presentata da Mario Orlandi.

La simbiosi tra il vero e il bene si offre alla contemplazione, svela l’integrità dell’essere  e ne scaturisce bellezza, ecco che cosa si percepisce osservando le opere di Lucia  Della Scala, pittrice sensibile, il  cui sentire religioso  traccia scava i lineamenti inconfondibili del suo percorso artistico. Della Scala,  non si improvvisa iconografa ma approfondisce, studia, soffre e gioisce sulle sue opere  svelando tratti inconfondibili di piena dedizione di trasparente slancio verso la Fede vissuta come faro, come obiettivo quotidiano come amore, dedizione e condivisione. Le sue opere ci raccontano di un percorso artistico convinto orientato nella ricerca, del sacro, del bello e del bene e del divino. Un percorso difficile che sottopone l’artista ad una continua ricerca introspettiva che non pare affaticarne lo spirito anzi, come acqua viva ne arricchisce le sfumature e ne colma le lacune.  Una creatività  incontenibile anima la pittrice, meglio direi iconografa che trova rifugio negli studi in teologia e riposo nella fede, fonte di rigenerazione, acqua viva che arricchisce di sfumature e colma le lacune, gioia vera per lo spirito e per la mente. Molte le opere presentate alla mostra e, si offrono austere, rigorose in Galleria CarGià Ezia Di Capua è fiera di poter ospitare in Galleria la Della Scala e non ne fa mistero anzi lo dichiara pubblicamente ancor prima di leggere la recensione che la prof.ssa Elisabetta Costi ha preparato per l’artista. Ma, Lucia Della Scala non è solo questo è anche pittura moderna o meglio lo scontro tra le tecniche del passato con le linee e le tematiche del presente, ardito progetto dove i colori si rincorrono nella luce della storia e nelle  proiezioni del futuro in una speciale commistione che rende gradevole l’osservazione nella palpabile percezione di un gusto raffinato armonioso mai eccessivo.
Quando parliamo di iconografia intendiamo una narrazione che utilizza la forma del linguaggio visivo. Le icone sono trattati di teologia a colori ed è quindi indispensabile saper interpretarne il linguaggio. Per esempio l’aureola circolare dietro il carpo individua i santi, l’aureola con la croce indica divinità. Dio, Gesù, gli apostoli sono raffigurati a piedi nudi, mentre la Vergine e i Santi hanno i piedi coperti dalla veste. Le linee parallele sono usate per l’acqua, i fiumi e il mare.
Molti ancora sono i criteri che regolano questo linguaggio mistico. I maggiori maestri iconografi furono monaci e spesso anche santi. Un tempo l’iconografo, si preparava con lunghi periodi di digiuno e preghiera, e non iniziava l’opera finchè l’immagine di ciò che voleva dipingere, non gli fosse apparsa impressa nell’anima, poiché la mano dell’artista, era guidata da energia spirituale tanto che, per questo motivo, ancora oggi, l’icona Né si firma, né si data. L’uomo presta le sue mani, le sue capacità allo Spirito Santo sua guida. Lucia Della Scala nei suoi dipinti colloca l’esperienza autentica della persona umana e fa vivere con intensità una cultura di dialogo fra arte e fede recuperando l’antico modo di dipingere delle botteghe d’arte. Dipinge preferibilmente su legno, preparando il fondo con la colla di coniglio tela e gesso di Bologna. I colori usati sono pigmenti naturali (terre) mescolati con rosso d’uovo ed acqua, le opere sono spesso impreziosite con foglia d’oro. Ama anche dipingere con colori ad olio, sempre su tavola. I soggetti delle sue opere tendono a fare riscoprire la dimensione spirituale, accompagnando lo spettatore alla riflessione sul Trascendente. Tra i suoi lavori più importanti le “Stazioni della Via Crucis” poste nella chiesa parrocchiale di Filanda di Aulla, intitolata alla Vergine Maria Ausiliatrice. L’opera è composta da 15 tavole di legno multistrato ciascuna delle dimensioni di45x55 cm, dove sono rappresentate le stazioni della passione, morte e resurrezione di Gesù. Un’altra importante opera realizzata, sempre su tavola multistrato delle dimensioni di 1x1,5 mt, è l’icona di San Nicola di Bari, posta nella chiesa parrocchiale di Varano, comune di Licciana Nardi, intitolata proprio a San Nicola.
Lucia Della Scala, nasce a la Spezia il 18/07/55, attualmente abita e lavora in via Nave 30 località Riccò di Tresana MS. Per due anni frequenta il corso di pittura tenuto da Pietro Colombani, in Sarzana (2000 – 2001) ed è questa l’occasione per muovere i primi passi nel mondo dell’arte, riconquistando così il sogno coltivato fin da giovane di divenire pittrice. Consegue il diploma di Iconografia, nel corso teorico pratico,tenuto dal Maestro Iconografo Andrea Trebbi acquisendo i livelli 1°, 2°, 3° rilasciato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “B. Nicolò Stenone” di Pisa nel 2001. Consegue il diploma al liceo Artistico Statale di Carrara.Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Carrara e  consegue il diploma di “Arti Visive e Discipline Dello Spettacolo (Indirizzo Pittura) Successivamente iscrittasi al Corso Biennale Secondo Livello Indirizzo Didattico consegue l’abilitazione all’insegnamento  “Discipline Pittoriche”Nell’anno 2009, partecipa al Master di Arte Sacra Contemporanea presso la Fondazione Stauròs Italiana Onlus: Museo Stauròs  d’Arte  Sacra Contemporanea in San Gabriele-Isola del Gran Sasso (TE).Nell’anno 2010 partecipa al Master di Arte Sacra a Foligno-Scopoli sulla figura di San Benedetto da Norcia. Ecco che cosa si legge ne Catalogo Stauros “Percorsi formativi 2010” – Giovani Artisti disegnano il sacro con San Benedetto da Norcia – a cura di Giuseppe Bacci. L’esortazione “ Ora et labora “, unendo la preghiera al lavoro materiale, nobilitò ed elevò la fatica umana, dando ali all’ordine di San Benedetto. Nell’opera di Lucia della Scala tale motto trova rivisitazione dell’icona bizantina. L’icona del Santo rappresentato su uno sfondo a foglia oro ci colpisce per il suo dinamismo intrinseco, per cui con la sua staticità ci dice che ciò che normalmente si dice con il movimento. Sullo sfondo scorrono scene di quotidianità e ferialità, che si possono idealmente ricondurre alla duplice attività dei monaci che popolano il paesaggio: la preghiera, da un lato, e il lavoro dall’alto. Azioni che l’affermazione cardine della regola benedettina vuole descrivere in un unico atto ascetico che si svolge in atteggiamenti distinti, ma inscindibili .Misticamente la preghiera è lavoro e il lavoro è preghiera, così che il coro è offertorio del lavoro e questo è segno concreto di quanto si va cantando nel coro.
Ezia Di Capua

martedì 16 agosto 2011

RASSEGNA DI FINE ESTATE

Giorgio Bracco
E’ a fine estate che ancora l’arte esplode in Sala Cargià che non ha fatto sfiorire la sua passione per l’arte, nel caldo di questa estate ma anzi, sulle ali di un tripudio di colori, di successi avuti e di nuovi progetti, annuncia la “RASSEGNA DI FINE ESTATE “ il cui impianto  è sempre collocato nell’ambito della “ Stagione in arte dedicata a Carla Gallerini “ e nel progetto ”Promozione Arte e Cultura 2011.
La bella rassegna d’arte ha avuto il patrocinio del Comune di Lerici e della ProLoco di  San Terenzo ed è anche in questa occasione che la Sala Culturale CarGià coglie occasione di manifestare la sua riconoscenza al Sindaco del Comune di Lerici Emanuele Fresco che sempre ha offerto la sua collaborazione e  sostenuto da sempre ogni progetto artistico di  Sala  CarGià .
Wilson Guevara
La passione per l’arte, per il territorio e la volonta’ di ricordare Carla Gallerini sono i germogli che spingono Ezia Di Capua nel suo costante impegno organizzativo ed è proprio su questo terreno che nasce l’idea di realizzare la nuova Rassegna che offre l’occasione di gustare nei primi quindici giorni di settembre la mostra di Italo Tosti che, presentata da prof Giuseppe Luigi Coluccia, è una mostra fotografica ma non solo, e infatti, il titolo “Idee in mostra” ne è chiaro preludio.
L’ultima settimana di settembre accoglie un progetto ambizioso per Sala Cargià che si è offerta come PREMIO SPECIALE  nel progetto di ospitare una “collettiva di pittura” che vedrà esporre le opere dei pittori vincitori all’estemporanea che si è svolta il giorno 22 del mese di maggio a Filattiera.

Guido Topazio

La giuria che ha valutato le opere all’Estemporanea di pittura di Filattiera dal titolo “ Scorci di Filattiera”  era  composta dal Prof. Luciano Preti docente di primo livello all’Accademia delle belle arti di Firenze – responsabile del dipartimento scultura, dal Prof. Guido Benelli docente di filosofia del linguaggio all’Università di Genova e dal Pittore Joseph Leo Fonte e ha premiato così i seguenti pittori:

1° PREMIO all’artista Giorgio Bracco di Imperia
2° PREMIO all’artista Wilson Guevara di Firenze
3° PREMIO all’artista Guido Topazio di Imperia
Menzione speciale per la tecnica all’artista Gianluca Bacchi di Parma
I pittori che esporranno le loro opere in Sala CarGià  nella “Collettiva di fine estate” dal titolo “ I TERRITORI SI INCONTRANO NEL NOME DELL’ARTE” saranno: Giorgio Bracco, Willson Guevara e Guido Topazio.
La collettiva sarà presentata a cura del Prof Giuseppe Luigi Coluccia.

Italo Tosti
L’idea, che non ha scopi di lucro, nasce con il desiderio di vedere uniti nel nome dell’arte  territori differenti  per radici storiche e natura geografica e dimostrare come l’arte sia punto di unione, di incontro e di conoscenza. All’inaugurazione saranno invitati i Sindaci Emanuele Fresco e il Sindaco del Comune di Filattiera Lino Mori, i Presidenti delle rispettive ProLoco, Assessori alla Cultura, rappresentanze di Enti ed Associazioni Culturali, oltre ad artisti  pittori, scultori, poeti e scrittori del nostro territorio, il Golfo dei Poeti.

Ezia Di Capua

venerdì 12 agosto 2011

Neddi Gianrossi - REALTA' ASTRATTA

La recensione che segue è stata trasmessa unitamente al filmato della mostra ” Sintesi ed astrazione nella realtà riflessa” mercoledì 10 Agosto alle ore 22,15 dall’emittente televisiva Teleliguria Sud di La Spezia, nella trasmissione “ Galleria d’Arte”.

La Galleria Cargià di S.Terenzo non smentisce il suo ottimo procedere nell'informare per Arte i visitatori.
Ecco che ora possiamo vedere e ammirare, credo proprio che sia la parola giusta, le opere di Neddi Gianrossi , una poetessa della pittura una vera pittrice tutta poesia.
Neddi non fa mistero della sua bravura  ma, non perchè lo dice lei ma perchè lo diciamo noi osservatori che non possiamo non estasiarci davanti ai suoi compiti.
Eh si! Perchè l'artista è sempre alunno di sè stesso  davanti alla tela bianca e immacolata che non aspetta altro che la prima pennellata come l'architetto la prima pietra del suo progetto.
Davanti a questi quadri di Neddi non possiamo guardare a altri, ricordare altri. L'Accademia, Neddi lì si è diplomata, Roma, gli antichi sono unificati si può dire in un solo ente negativo che diventa simbolo dell'Arte ma solo di quella precedente, di altri insomma, di quel neo classicismo proclamato dal Wilkelman e che Neddi bene conosce e non come proclamazione ma per bravura sia segnica come estetica.
Ora siamo davanti a pseudo astrazioni che fanno della bellezza autonoma simbolo.
Dico pseudo perchè vere e proprie astrazione non le sono  e se lo fossero non mi sognerei nemmeno  di chiedere a Neddi una figurazione tradizionale  perchè per mia diretta visione  so che la natura di ogni tipo si compiace ancor oggi dell'ieri pittorico della nostra brava artista.
Neddi ora è come Michelangelo  per i suoi schiavi, alla mercè del non finito; lei si sente quasi autorizzata a creare nelle sue azzurre forme l'infinitizzazione, è un Neologismo? del finito.
Friedrich aveva fatto la stessa cosa e Neddi è sulla stessa via e poichè non può distaccarsi completamente dal rapporto che tiene con la natura compie o si è tenuta a compiere il contrastante astrattivo nella sua pittura vuoi di figura vuoi di paesaggio.
Ed è proprio in questa fattispecie pittorica che Neddi rivela il suo essere grande. Occorre dire che la figura umana è l'oggetto supremo e più perfetto di un disegno pittorico e il paesaggio è solo schematizzante.
Intendo dire che la figura più è perfetta più si allaccia al positivismo greco, attico o ellenico che sia, e anche attraverso la sua astrazione Neddi rivela la positività dei suoi rapporti.
Il paesaggio è altalenante; mi disse un giorno l'amico, ex mio professore di figura, privato, Gino Bellani, e sono sue parole: vedo un albero a destra? Lo dipingo a sinistra
se nel mio paesaggio è più stimolante.
Nel suo paesaggio, beninteso; la natura dipinge da sempre, senza problemi di sorta, e la pittura di  Neddi è  radice  di  ogni più profonda idea romantica.
Non sono resti però di una tradizione drammatica e agonica, ne sono resti di documenti poetici avvolti nella FEERIE, nella magia  e nel mistero.
Sono verità lapalissiani  distesi però con la giusta mira di invenzione e determinati sentimenti del cuore.
Neddi ama dipingere e la sua pittura  non è mai agitata o nevrotica che dir si voglia, non c'è principio di contraddizione  e ciò è emblema romantico
o essenza del romanticismo. Ma Neddi è romantica in una maniera più moderna, più affine al suo carattere docile e volitivo a un tempo e questo suo afflato è continuamente presente nella sua opera , è l'essenza della contemplazione che realizza l'armonia del mondo, l'aspirazione suprema di un'anima che vuol essere cromaticamente romantica.
Luigi Coluccia ha espresso il suo sentire e ci racconta ora della pittura di Neddi Gianrossi (sic).
Bene il Prof. Coluccia. Anche Neddi ci ha rivelato il suo sentire e con semplici parole ci informa di questo suo abbraccio con la pittura.
Sentiamo quanto ci ha detto a conclusione di questo mio documento che non può che amplificare  quelli che sono e saranno, come sono stati, i momenti magici della Galleria Cargià di Carla Gallerini santerenzina.
Ezia DiCapua, figlia di Carla ce ne suggerisce ancora per continuare questa inarrestabile magia.
                                                                   
Prof.Franco Ortis

domenica 7 agosto 2011

REALTA’ RIFLESSA – RICORDI DI REMOTA NATURA IN NEDDI GIANROSSI

Immaginazione e sentimento nella pittura di Neddi Gianrossi.
Ricordi, i suoi, di luce e colore. Presso l’Ucai (Unione Cattolica Artisti Italiani) alla Spezia la pittrice aveva esposto il 21 maggio 2005 alcuni dipinti. Spezzina, si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Carrara, dedicandosi con passione alla pittura. Il titolo di quella mostra era “H20” (immagini e riflessi) in cui presentava trenta dipinti che spaziano dalla grafica all‘incisione, dall’acquarello all’olio - alcuni sono prova del momento, altri si rivelano intensi emotivamente e intellettualmente. La realtà diretta ed oggettuale sembra non interessare l’artista che vuole trasferire nelle immagini un altro tipo di indagine, legata allo stato d’animo del momento, ai ricordi di una remota natura, fatti di luce e colore. Neddi, abile colorista, é da segnalare per le sue libere interpretazioni fatte di azzurri intensi e di celesti trasparenti. Pur mantenendo un’impronta figurativa, si poteva allora percepire marcata sensibilità verso l’astrazione, apprezzabile nel commento delle immagini riflesse.
La frequenza dell’Accademia di Carrara ha segnato il destino della pittrice Neddi che appassionatamente ha scelto la pittura facendo convergere all’arte le forze migliori e lo slancio dell’animo. Ha iniziato cercando qualcosa di inedito e lo ha trovato nella paziente osservazione del silenzio illimitato che copre a lungo i sogni e rallenta il peso dell’esistenza. C’è stato lo scarto. E’ un coraggio che vive ogni artista che ha fede in quello che fa. Eliminando ed essenzializzando il lavoro creativo è giunta a esiti che piacciono, perché trasmettono emozioni. E’ qui la prima storia della sua pittura: lei ha avuto l’opportunità di fare la iniziale esperienza nella pittura; ma ora, in “Realtà e astrazione” procede per “sintesi”, lavora cioè con evidenti scarti spostandosi secondo un’acquisizione più personale e matura, docile alla creatività. Neddi è nella via giusta, consapevole di essere arrivata a riconoscersi nell’arte da professionalista. Da ricordare che ha partecipato alla Calandriniana, qualche anno fa. L’approssimazione all’arte talvolta avviene per vie misteriose, poi il mistero si irradia per se stesso: si avverte così il potere della immaginazione e del sentimento pervadere il mondo circostante, le cose sono e non sono quelle che si vedono, anzi si vedono attraverso i “veli” della pittura. Esplicitando questo concetto, Neddi con immaginazione e sentimento ha saputo identificare istanti prodigiosi del manifestarsi della realtà riflessa. Le onde e le oscillazioni di luce aquoree imprimono ai dipinti dolcezza e finezza che si percepisce in immagini, convertibili in un profondo ritmo musicale. La luce e l’ombra che animano gli oggetti sono a se stesse movimento cromatico di particolare fascino. Non la realtà ma il riflesso diventa procedimento di indagine e di sensibilità, - anche di visione, - e per dirla con intuizione psicologica, si trasferisce al sogno la realtà conosciuta. I colori hanno la grazia e la naturalezza del mare e del cielo, che si osservano nelle flessioni che gli oggetti assumono nel loro seno. Barche e barconi, corde e gomene, sagome e colori rientrano nel giro di una pittura che ha in sé risorse impensabili e fenomeni leggiadri come se i riflessi scrivessero le favole belle della vita. Celeste, giallo, blu, arancione, bianco colano come rugiada e inteneriscono la visione.
Di Veronica Maggese, del critico Cremolini, dell’artista prof. Franco Ortis restano descrizioni e commenti sulla pittura della Gianrossi: siamo lieti per l’apprezzamento espresso alla fisicità e alla forma di alcuni dipinti (Maggese), al giudizio circa le composizioni “pseudo-astrastte”(Ortis),  alle corrispondenze interne di figurativo e di astratto (Cremolini). Vorrei aggiungere, a questi interventi critici,  che in Neddi c’è appena pronunciata una sua propria interpretazione del mondo: la realtà quotidiana sembra ombra, dispersa come acqua per vicoli terreni (cfr. Topografia della Spezia), e priva di avvenenza; quasi alla maniera platonica che ritiene le cose pura parvenza, confusi fenomeni. Per un poco immergiamoci negli azzurri sfumati di un dipinto (Luce riflessa) che è riportato sull’invito, con quella gomena che attraversa la tranquillità del mare e quella luce nel centro dello spazio che disegna un gioco innocente, cioè un riflesso, e quella macchia di rosso che intende accendere per calore e amore intimo. Gianrossi però reagisce a queste apparenze, ricreando con la pittura il recupero della dispersa bellezza che è dentro le cose, nel profondo. Nelle trasparenze, nei riflessi, l’artista ricerca la forma originaria, che circonda, quasi carezza, coi colori il reale; perciò chiamiamo “realtà velata in un sogno di bellezza” la mostra, che definisce il suo nuovo traguardo, la sua affermazione, la inedita ricerca del bello.

Prof. Giuseppe L.Coluccia

mercoledì 3 agosto 2011

NEDDI GIANROSSI - Essenza dell’attimo

Giochi di luci tra corde e gomene
cm 60 x 60
acrilico su tela
Inaugurata la personale di pittura di Neddi Gianrossi.
La mostra, che ha titolo “Sintesi ed astrazione nella realtà riflessa “ ci propone un interessante percorso di pitture che sono memoria, interpretazione e riflesso del  percepire visivo dell’artista.
L’analisi pittorica che ci è offerta, è singolare e inconsueta, tutta proiettata  in una ricerca macroscopica del particolare che diventa sotto il pennello di Neddi Gianrossi  amplificazione di dettagli impensabili  amalgamati in fusioni di colori che sono  essi stessi riflesso, sfumature di realtà e di ricordo.
Un cammino artistico importante quello della Gianrossi che si dipoloma all’Accademia delle Belle Arti di Carrara  e mai smette di confrontasi con il mondo dell’arte proponendosi in molteplici personali di pittura, partecipando a collettive in Italia , all’estero e  vincendo molti concorsi nel territorio provinciale e nazionale.
Instancabile, razionale, decisa l’artista mostra l’altra parte di sé in ogni tela, svelandosi dolce, romantica e riflessiva. Aggrappata ad una poetica non visibile a tutti  colma  con  impeto le sue tele che diventano un tutt’uno con l’artista e  pare giochino con Lei  nella ricerca del movimento perfetto, infondendo nell’osservatore la necessità di  entrare nel quadro attraverso un’ analisi più attenta per meglio gustare la profondità e l’essenza del racconto pittorico che è teso a celebrare la poesia dell’attimo rapito alla bellezza della natura.    
Gli azzurri e i verdi   divengono identità della pittura della Gianrossi  espressione e lirica di quell’ acqua, che fonte di vita, di ricordo,e d’amore  traduce essa stessa la sintesi della tematica e dello stile dell’artista.
Una pittura materica quella della Gianrossi, ingentilita da una mano sapiente che sa rendere evanescente il colore
Sino a tarda serata la mostra è stata visitata da molte persone, importante la presenza di Barli, Assessore al turismo e all’agricoltura di La Spezia che, ammirate le belle opere, si è congratulato e rinnovato la sua stima all’artista e ha esteso i suoi complimenti a Sala Gargià , elegante Galleria d’arte che, con i suoi pregiati arredi si elegge bella cornice alle magiche tele.
Presto le alcune delle opere della Gianrossi saranno esposte in una importante Galleria d’Arte a Bratislava.
Il prof. Franco Ortis, critico d’arte, ha realizzato un servizio che sarà cronaca dell’evento e analisi critica delle opere che verrà proposto nel programma “ Galleria d’Arte” trasmesso  dall’emittente televisiva spezzina,  Teleliguriasud, martedì 9 Agosto alle ore 22:15.
Neddi Gianrossi ha  già esposto, nel 2007,  le sue opere in Sala CarGià , riscuotendo grande successo di pubblico e di critica.  Il suo ritorno a San Terenzo  è vanto e orgoglio per la Sala Culturale CarGià.
 
La mostra in Sala CarGià – Via Trogu, 54 a San Terenzo -  resterà aperta dal 2 Agosto al 15 Agosto – Festivi Compresi
Rispettando il seguente orario: 17:30 – 23:00
Prefestivi e festivi orario: 10:30 – 13:00 / 17:30 – 23:00

Ezia Di Capua
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