sabato 24 dicembre 2011

IN SALA CARGIA’ IL PRESEPE DI SABBIA

2011 Sala CarGià seconda classificata
al Concorso Presepi
Il Presepe in Sala CarGià è stato realizzato da Ezia Di Capua dopo la mezzanotte, nella lunga notte del Santo Natale.
In primo piano troneggiano la candida conchiglia e il Bambinello di sabbia che i sommozzatori hanno fatto emergere dalle acque.
Intorno reti, conchiglie e sabbia, Sul fondo un’immagine fotografica stampata su tela di un antico Presepe
eseguito interamente con la sabbia della spiaggia di San Terenzo da Carla Gallerini negli anni novanta.
Non poteva mancare la Preghiera del Subacqueo su carta pergamena, conforto dei naviganti e di chi affronta il mare.
Il Presepe parteciperà al “Concorso Presepi della Diocesi di La Spezia e Bugnato”.





Ezia Di Capua


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venerdì 23 dicembre 2011

Il mondo interiore dì Ezia Di Capua

Dall' ormai lontano '500 ma così vicino al mondo contemporaneo per certa sensibilità che ancora possiamo trovare nei fatti d'arte anche se non in tutte le poetiche  li distinguono, ci viene il nome di una stupenda pittrice specialmente di nature morte e per queste quasi in lizza con Michelangelo Merisi a lei contemporaneo più  noto forse ai meno abbienti come Caravaggio. Di quest'ultimo mi riferisco al famoso –Fiscella - (Canestro  di frutta) della Galleria milanese Ambrosiana e a questa donato dal Cardinale Federico Borromeo nel 1607 unitamente a tutta la sua collezione. Questa stupenda pittrice è Fede Galizia figlia del miniaturista Nunzio Galizia che la introdusse alla pittura alla sola età di 12 anni e con il risultato che appaga senz'altro la vista all'attento osservatore  che ammiri questa natura sua morta. Di Fede Galizia sono anche note le opere a tema religioso a lei commesse per le chiese milanesi e altrettanto noti sono i suoi ritratti. Vediamo un sia pur breve scorcio della chiesa di S.Antonio a Milano e due opere della Galizia che rappresentano S. Antonio Abate e Paolo l'Eremita.
"IN QUESTO TRISTE INVERNO"
Ezia Di Capua
Così vicina alla Galizia è la nostra Ezia Di Capua. La composizione formale di Ezia è assai meditata e vuole rappresentare tutto il suo mondo interiore rigorosamente sancito dalla eccezionale grafia che possiamo definire anche impegnata sulla innovazione un  dipingere squisitamente femminile. E credo che questa definizione calzi proprio a pennello, come si suol dire, e Ezia per la sua puntualizzazione incisiva delle opere che si stagliano magnificamente sui loro supporti cartacei o no che siano. I temi sono vari e la penna ne traduce lusinghieri fatti che denunciano aspetti adolescenziali e aspetti di più marcata rappresentazione storica e che riguardano infatti momenti spirituali di alta concezione religiosa. Vedasi la sua rappresentazione del S. Giorgio e il drago già eccellente composizione umanistica e rinascimentale come quella di Raffaello o quella appartenente alla leggenda crociata o a quella di S. Efflem o a quella della Brianza. Efflem era un sacerdote che cercò di far uccidere il drago da un principe ma data la paura di quest'ultimo affrontò lui stesso la bestia facendosi prima il segno della croce. A quella vista il drago fuggì e vomitò sangue sulle rive dell'oceano.
Certamente Ezia Di Capua non fa parte del mondo d'arte contemporaneo tipico di una particolare avanguardia anche se il termine non è proprio del nostro tempo  perchè risale ad almeno due secoli fa e non è tipico dell' arte bensì dei fatti sociali che hanno sconvolto il mondo della rivoluzione francese a quella russa a quella spagnola e al nostro novecento italiano. No! Ezia non è mai entrata. in questo termine e quindi non ne è mai uscita: il suo legame a una sorta di accademismo è nel suo intimo di artista; la precisione del segno come lo denuncia in senso positivo così lo denuncia l'afflato con la geometria e la prospettiva che sono di inverosimile coinvolgenza con l'ermetismo miracoloso di un Cezanne classico che sapeva come dipingere sfruttando la simbologia geometrica di cui si serviva nel suo affrontare un particolare primo cubismo dal quale trapelava l'analisi giottesca delle idee pittorico - grafiche. Osserviamo i particolari di questa opera grafica per eccellenza, anche i suoi minimi per accorgerci dell'assolutezza del discorso grafico con il quale Ezia riesce a coinvolgere l'osservatore. Il gioco prospettico è di assoluta precisione, determina spazi e rapporti spaziali  tra gli oggetti e tutto si svolge  su  un unico piano si da non permettere a inesistenti ombre di distribuire in profondità il tutto che evidenzia in tal modo la rigorisità delle varie geometrie e dei tanti punti di fuga prospettici.
E poi il fumetto di Ezia Di Capua. Qui la nostra pittrice ha affrontato un lavoro atto ai bambini illustrando un libretto musicale scritto per i ragazzini dal titolo: " Sogni mercanti e pulcini" pubblicato dalla casa editrice Eco di Milano. Insomma, la bravura. di Ezia non è discutibile, bravura e idea grafica vanno d'accordo e anche un suo lavoro eseguito su carta musicale è un valido esempio. Una punta avanzata Ezia in un campo innovativo all'interno della tradizione senza volumeggiare con il colore ma dando invece volume alla sua grafia che non spaesa certamente le immagini ma le costringe a una unione che le valorizza e dà loro determinata qualità ma forse è meglio dire ottima qualità.
Occorre pensare che la Storia dell' Arte si fonda quasi essenzialmente  sulla storia. delle idee ed è per questo motivo che è sempre aperta ai temi che affollano nel bene nel male l’operosità artistica. Roberto Longhi viaggia invece sulla falsa riga della  conscenza, attraverso le opere e se questa conoscenza ci giunge da quelle antiche, Johann Winckelmann con i suoi scritti sull'Arte antica informa, riusciamo a carpire la sua magia e giungere all'introspettività della sua anima. Ezia fa la sua storia attraverso le idee e pur dentro all' attività critico - mentale di un Longhi ci si ritrova: “Conosciamo la sua idea e arriviamo a leggere l'anima della sua opera”.
Un piccolo esempio, che poi tanto piccolo non è, ci viene dal ritmo e dall'eleganza sulle quali gli artisti della antichità affidavano la loro essenza artistica alle vesti dipinte o scolpite.  Ma soprattutto Ezia Di Capua, essenzialmente, da l'impressione proprio per la sua calligrafia  cromatica, di essere eccellente miniaturista. Mi viene in mente Girolamo da Cremona: osservando l’ adorazione dei pastori nel Capitolo della Cattedrale di Mantova. In Ezia è come la fusione tra misure rigorose  e ritmi. In un suo dipinto la Madonna è senza volto e il mistero è latente mentre il bambino si protrae in avanti come attirato da un gioco. Qui la calligrafia è quella di Girolamo e si accomuna alle immagini dello spartito musicale. La bravura di Ezia è veramente rimarchevole detto nel senso più positivo della parola e se non bastasse quanto ho  scritto parlano i suoi amorini. Fiori, foglie e natura, tutto insomma da la sensazione di un leggiadro e festevole minuzioso apparato unitamente a quello equilibrio che va sottolineato e specificato tra la insigne miniaturistica. Dire che Ezia è brava non mi stancherei mai di farlo presente per il clima emanato dalla nostra pittrice dalla decisa e spiccata personalità, motivo questo che ottimamente si concilia con il variopinto mondo della più squisita arte.  Abbiamo analizzato insieme le opere di Ezia Di Capua, alcune erano già note per un mio recente documento su questa brava pittrice. Altre sono nuove ma, comunque emanano vecchie e nuove, sempre nuove le prime, attimi di sospensione che solo la vera e buona. arte sa e riesce a trasmettere. Non si immagina osservando questo lavoro di Ezia ci si incanta.

Prof Franco Ortis


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giovedì 22 dicembre 2011

Ezia Di Capua 3°Classificata al CONCORSO "Piccoli Scrigni... Grandi Tesori"

Domenica 18 Dicembre 2011,ha avuto luogo nella struttura polivalente di Follo  la premiazione del Concorso “Piccoli Scrigni…Grandi Tesori” aperto alle sezioni di pittura, scultura e grafica organizzato dall’Associazione Culturale San Martino di Durasca di Follo giunto alla sua sedicesima edizione.
La premiazione è avvenuta alla presenza  dell’Assessore alla Cultura del Comune di Follo Avv Felicia Piacente, e del consiglio direttivo dell’Associazione Culturale San Martino di Durasca.
Ottanta gli artisti partecipanti.
La giuria composta dal Prof. Fabrizio Mismas, dal Prof. Roberto Prudente e dalla Prof.ssa Nanda Fellerini ha assegnato il Terzo Premio Sezione Grafica all’opera di Ezia Di Capua dal titolo:
“In questo triste inverno” - tecnica mista acquerello e matita. L’artista, per realizzare la grafica si è ispirata all’ultima pagina del libro “La Misura dell’Amore” sua opera prima.


 Ezia Di Capua


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sabato 17 dicembre 2011

La Misura dell'Amore: quando le parole non bastano

Discorso di presentazione del libro di Ezia Di Capua
(Lerici, Sala Consiliare, sabato 10 dicembre ore 10,30)



Opera prima questa di Ezia Di Capua.
Libro dedicato alla madre Carla. L'autrice si è servita di un' affermazione di Sant'Agostino: La misura dell'amore (Edizioni Cinque terre, La Spezia 2011). E' che l'amore è senza misura, spiega subito Emanuele Fresco, sindaco di questa città, che la riporta nella prefazione. Bisogna essere docili alla scrittura di Ezia, a questo racconto che raccoglie le memorie della madre che a 75 anni ha preso il volo verso il Padre, Amore Assoluto sopra di noi. Opera prima, ho detto, ma come tale è già monumento “aere perennius”, che continua la presenza del ricordo di Carla Gallerini, santerenzina, radici in Lunigiana, messaggera per tutte le stagioni.

Assessore alla Cultura Pamela Misuri,
 Ezia Di Capua, Sindaco Emanuele Fresco,
 prof Giuseppe Coluccia
Questo libro nasce dall'amore. E' atto d'amore.
A Carla è stato dedicato qui nel borgo il Parco Giochi dei Bambini, sul lungomare. A San Terenzo, via Trogu 54, è la sede di CarGià, altro luogo che ne rende viva la memoria e nello stesso tempo attraverso l'arte diffonde il culto di bellezza e di natura, che gli Déi contemplano e tutelano. I motivi che legano questa madre al territorio sono tanti: Carla è stata modello agli abitanti di San Terenzo, ha reso vive le tradizioni e manifestazioni culturali e di costume, si è dedicata per anni al Carnevale dei Bambini, faceva parte come socia del Comitato di Frazione - e della Pro Loco e della Società Pescasport. Anche in Parrocchia (a San Terenzo) la sua presenza è stata notevole. Il mondo familiare si è ristretto al fratello Giacomo, alla figlia Ezia, ai nipoti Dario Maria e Flavio Maria, e al genero Renato. Carla ha seguito le edizioni del Trofeo “Nuoto Mezzofondo” (la quarta edizione doveva essere per Sala Cargià, ma Carla è mancata!). E' stata una donna straordinaria per comunicazione recupero e conservazione del territorio “lericino”. Si è donata agli anziani, ai bambini e ai giovani, lasciando in tutti un senso altruistico: bisogna donare se stessi. L'amore è senza misura, è innovazione continua, proiezione a ciò che è perfetto. E' stata una “passionaria”, Carla. Affetti forti e durevoli. Anche in politica ha fatto sentire l'impegno, la passione civile, la disponibilità. Ci chiediamo a questo punto se tutto questo non rifletta un atteggiamento morale profondo, una filosofia di vita.
La madre é figura centrale in letteratura.
La narrativa è estesa, da La madre di Grazia Deledda al romanzo di Marino Moretti, di Carlo Cassola, dello stesso Antonio Fogazzaro. Ma Ezia di Capua, autrice di queste memorie, ha ereditato dalla madre il senso di bellezza ed armonia, espresso nella sua arte (vedi appendice). La dedica alla madre definisce già uno stile, una scrittura originaria inconfondibile, perchè da Ezia è lontana da  ricercatezza, ornato discorso, letterarietà. Le prime sue parole sono avvolgenti: “Scrivendo piango...”, e termina con la danza e i mille baci. Sete di verità nel personaggio, sete di verità in chi scrive. La narrazione fluisce come un rivo:

Scrivere la storia della vita di mia madre a pochi giorni dalla sua scomparsa, non è stato facile. Ho dovuto farlo perchè questo desiderio pareva essere diventato per lei negli ultimi giorni della sua esistenza la ragione primaria. E così, sola e disperata, ho cercato la forza necessaria nel mio cuore e ho ordinato in fretta i ricordi che affolla-vano la mia mente, per disporre quelle emozioni e fermarle sulla carta come realmente le percepivo, senza nulla aggiungere alla spontaneità del gesto.

Ezia ha scelto la via del sentimento e della immaginazione per esporre le memorie di sua madre, e per noi sta la impressione di vaticinio, di predizione, come li ha generati il suo cuore. I sentimenti, l'amore, il fidanzamento, la famiglia, la tenerezza verso il marito e i figli si evolvono come fiori della esistenza di Carla, ventaglio di valori, richiamo a modelli di relazioni radicati nel moderno a misura che si aprano alle tradizioni degli avi. Ho ricordato l'altruismo di Carla, in senso agostiniano, l'amore degli altri, definito “filosofia di Carla”, il modo etico di essere, e che la rendeva “completa”, compiuta donna e madre, e proiezione culturale.
E' chiamata “Casa della Cultura” la Sala Cargià.
Ormai la conosciamo in molti, e gli appuntamenti con l'arte nella buona stagione sono vari e inte-ressanti, nel lancio di giovani artisti insieme agli artisti di lungo corso, già noti e affermati. Leggendo nell'animo di Carla, Ezia lanciando il ponte per allacciare altri borghi alle espressioni artistiche proprie, in qualche modo estende la conoscenza di Lunigiana, perchè nell'arte si ritrovano i Malaspina e Dante, il vescovo San Terenzo, Sarzana e Castelnuovo, lo Spino Fiorito di Filattiera, l'incantevole Porto di Lerici (Porto dei Poeti e degli Déi), le Vele, la Marguttiana, la letteratura di mare, gli scrittori che cercano gli artisti, e gli artisti che cercano gli scrittori.
Da notare – se mai sia sfuggito – il particolare della modellazione a mano di Carla nella preparazione del carnevale dei bambini, o nel lavoro della cartapesta, della decorazione, dell'arredo in manifestazioni culturali che reclamavano la sua presenza. Tale mondo “creativo” è ora passato a Ezia, che può oggi essere il riflesso della madre Carla. Lei che della madre ha conosciuto il pensiero profondo, le invenzioni, la parola scorrevole, gli slanci dettati dal sentimento e dalle emozioni, e soprattutto la proiezione di Carla verso gli altri da servire e amare, di tutto questo ne ha fatto la pista da seguire per gli amici e per gli abitanti di San Terenzo. In fondo al volume, abbiamo trattato dell'arte di Ezia e delle sua attività nel sociale. Non intendiamo ripetere quei pensieri.

La sala gremita
Richiamiamo ancora una volta l'attenzione al Parco Giochi di San Terenzo dedicato a Carla, dove è affissa la targa con le parole di Sant'Agostino, divenute ora anche libro, il libro di Ezia: La misura dell'amore [è amare senza misura]. Don Piero Corsi – che conosciamo - ha benedetto il 20 dicembre 2010 il Parco e la targa.  Ezia pare gli faccia coro con queste parole alla madre:

... sei immensamente bella, immensamente maestosa, immensamente sicura di te, immensamente sopra le pole-miche, immensamente libera, e in me si annida, lento, un immenso senso di vuoto irrisolto, irrisolvibile.

Carla ed Ezia, madre e figlia, abbiamo seguito in queste pagine di una trasparenza solare, luminose, capaci di raccogliere l'armonia dei cieli dov'è Carla, e contenere le aspirazioni e le speranze della terra, dove continuamente fioriscono le opere buone, la carità cristiana, il riscatto di tutti quelli che chiedono aiuto, sopravvivenza, dignità, salute. E un po' di quiete. Siamo grati a Ezia, in conclusione, e portiamo con noi queste sue parole ispirate e solari:

 (Mamma) ora che il tuo nome è inciso in caratteri eleganti a due passi dall'incredulo mare, tra i “tuoi castelli” che si stagliano fieri di te, in quel tuo silenzioso fronteggiare la linea d'orizzonte, nell'allegrezza pura dei giochi innocenti, ti sento e ti vedo ancora, immensamente felice, circondata dai sogni più coraggiosi e da uno smisurato amore.


Prof Giuseppe Luigi Coluccia

ARTICOLI CORRELATI  
http://www.comune.lerici.sp.it/allegati/gennaio_2012.pdf

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giovedì 15 dicembre 2011

Ezia Di Capua intervistata per Art Open Space

Un’intervista a… EZIA DI CAPUA (7 dicembre 2011)

Sabato 10 Dicembre nella Sala Consiliare del Comune di Lerici, verrà presentato il suo libro “La Misura dell’Amore”, che Ezia Di Capua dedica alla mamma Carla Gallerini ad un anno e mezzo dalla sua scomparsa.
Descrivere la persona e la personalità di Ezia Di Capua non è semplice perché come uno scrigno racchiude in sè tante anime ma tutte espressione di un’unica donna, un po’ come un diamante ha mille sfaccettature, solo per citarne alcune,  Ezia Di Capua  è  pittrice, gallerista, insegnante, mamma, moglie e come se non bastasse ora anche scrittrice.
Come fai a dedicarti a tutte queste attività, dove trovi tanta energia?
In me c’è un’energia naturale creativa che si rinnova ogni giorno senza che io lo chieda. E’ un dono prezioso, che si è rivelato già nella mia infanzia, un dono che ho riconosciuto, coltivato e utilizzato per impreziosire le mie doti naturali. Dormo pochissimo e spesso di notte nascono i miei progetti migliori. Amo il disegno per me linguaggio interiore, amo modellare la materia, inventare, utilizzare materiali di riciclo e dare loro nuova funzione, amo misurarmi con il canto lirico che apre il mio cuore ed eleva lo spirito, amo formare i giovani e trasferire a loro le mie conoscenze,  insieme alla  gioia di vivere, di creare e di fare.
Lo scrivere mi emoziona, mi esalta, mi commuove e mi appaga, mi dona un senso di  pace simile all’incanto.   
“La Misura dell’Amore” è un vero e proprio atto d’amore verso tua madre, infatti il libro racconta la sua vita. Che mamma e che donna è stata Carla Gallerini?
Carla Gallerini è stata una donna speciale, fiera, ribelle, forte, coraggiosa ed essenzialmente sola. Così avrebbe voluto essere ricordata. Amava esporsi, lottare contro corrente, mettersi in gioco e non la turbavano le sconfitte. Impegnata politicamente ma, libera, indipendente sempre. Ha impegnato tutta se stessa per valorizzare  San Terenzo e il suo territorio. Più volte non ha trovato sostegno proprio tra la sua gente ma lei è sempre andata avanti con i suoi ideali e con i suoi obiettivi.
Avrebbe voluto che le somigliassi di più ma io non sono una donna che batte i pugni sul tavolo. Ho ricevuto un’educazione rigida, priva di coccole e vezzi. Figlia unica educata all’indipendenza sono cresciuta con un forte senso del dovere e della famiglia, colma di tutti quei forti valori che rendono una persona integra, pronta ad elaborare contemporaneamente  più progetti ma sempre in equilibrio con le sue competenze.
Capace di scelte difficili, di cambiamenti radicali ho lasciato la professione di ostetrica per dedicarmi all’insegnamento.
Tua mamma ti ha trasmesso l’amore e l’attaccamento verso la vostra terra, tu hai simbolicamente raccolto il testimone e con la medesima passione ti adoperi per promuoverne arte,  cultura e tradizioni. Quanto contano per te le tue radici?E’ importante per me che il progetto per cui tanto io e mamma abbiamo lavorato insieme, Sala CarGià, continui vivere, perché era il suo desiderio primario.
Continuerò la sua opera, promuoverò stagioni e stagioni in arte e cultura, valorizzerò in Suo nome il territorio ma, dedicherò il mio lavoro solo a lei, le mie radici affondano in lei. Il territorio non si dovrà dimenticare  di Carla Gallerini.
Il più bel ricordo che hai di tua madre?
Spesso cantava, amava la vita, le cose belle la musica, la poesia e l’arte.
Aveva un sorriso immenso, travolgente e una sottile ironia con la quale prendeva in giro il mondo e anche se stessa.
La ricordo spesso così, mentre danza  guardando il suo mare.   
Rimpiangi qualcosa che avresti voluto condividere con tua mamma ma che per la sua prematura scomparsa non hai potuto?
Avrei forse potuto darle ragione più spesso. Ma si sa, due caratteri forti, amano spesso confrontarsi, a prescindere dall’importanza del tema. 
Quale messaggio ti piacerebbe che il libro trasmettesse a chi lo legge?
Non temo di rendermi impopolare, ho scritto il libro senza pormi il problema.
In pochi mesi ho tracciato il profilo biografico di mia madre, narrando le varie fasi della sua vita cercando di essere più oggettiva possibile, perciò il libro contiene, episodi idilliaci ma  anche episodi scomodi per mamma e anche episodi scomodi per il paese.
E’ un libro verità, alla verità non si può sfuggire, … "La verità Vi renderà liberi" ( Giovanni).



La versione originale dell'intervista è visionabile tramite  questo link




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giovedì 1 dicembre 2011

Forme vivaci e raffinate. L’acquerello di Ezia Di Capua

"OLTRE"
La pittura di Ezia è armonia di forme, quando lei ritrae volti e sfondi o quando si lascia andare al movimento spontaneo della linea, amata geometria, ordine metafisico. Una straordinaria dolcezza è trasferita negli spazi che vivono l’incanto di un ricamo effuso sulla tela.
Ezia è nata a SanTerenzo di Lerici (26 aprile 1958), vive e lavora alla Spezia.
 Ha esercitato la professione di ostetrica per alcuni anni, è formatore professionale presso CIOFS-FP, di Liguria di La Spezia. Si è rivelata soprano corista nella Schola Cantorurn Labronica di Livorno. L’interesse alla pittura inizia nel 1976, lei vi si dedica con passione e impegno. Occorre precisare che Ezia, utilizzando l’esperienza degli artisti, ha condotto la ricerca all’approfondimento tanto dell’acquerello quanto del puntinismo quasi microscopico. Le miniature hanno ritmo ed eleganza; qua e là si avverte il segno di Ezia, proposto in momenti prospettici della propria interiorità.
Ama cimentarsi con tecniche e linguaggi ancora sperimentali, impiegando materiali di recupero e servendosi di superfici talvolta ampie.
Apro il mio commento “visivo” analizzando alcuni acquerelli.
Dico subito l’intento della pittrice: La misura dell’amore, libro dedicato alla memoria della madre Carla Gallerini, ha riportato in copertina il suo dipinto Oltre. Disegno di ispirazione classica è il suo, l’espressione materna intensa verso bimbi stretti al seno, la morbidezza delle linee imprime a tutta la figura unità e leggiadria. Sembra il dipinto della bottega di un pittore settecentesco, o di un atelier fiammingo, e la figura materna trabocca di grazia e vitalità, come fosse una matrona di Roma o di Grecia. Il dipinto per intero, riporta altro, non visibile in copertina: a destra, ci sono figure geometriche, una sfera, rombo, trapezi, e sono perfino tracciate delle scale, in perfetto disegno geometrico. Sembrerebbe oziosa l’aggiunta, invece è la cifra di perfezione di questo acquerello, nitido, luminoso, quasi prezioso: nell’insieme rende la complessa figura materna, scultorea, rilevata, eloquentemente levigata e plastica – diremmo rinascimentale. La figura nel suo complesso è notevole per la sinteticità del disegno, la sobrietà cromatica, l’ordine che conferisce alla raffigurazione una sensazione di pace, di serenità, di contemplazione.
Seguiamo gli altri acquerelli: siamo davanti al dipinto Allegoria della Musica.
Non solo perché l’artista è soprano corista a Livorno, ma anche per il tipo di acquerello prescelto, ha la dolcezza plastica tra mano e la diffonde sulla tela. In questa sua “allegoria” si definisce meglio il campo estetico, dove il mondo classico in rovina presenta, attraverso la musica, la risurrezione dall’oblio, la rappresentazione della memoria storica che in essa si specchia, ritrovando piacevolezze fuggite, colonne monumentali che alla lunga rievocano i templi di Grecia, la perennità umana contro la maceria del tempo. La chitarra che spicca sulla sinistra, è docile in mano alla fanciulla appena tratteggiata. Anche qui il disegno classico si articola in linee morbide e fluenti come se la natura ivi riprodotta emanasse da una invisibile bellezza femminile. Appunto Ezia, con tale acquerello, ritrae la beltà femminile che vola alto sulla sensualità dell’arte, cercando una interiorità, un’anima di corrispondenza. Nel 2011 (30 giugno-3 luglio), Ezia partecipa alla terza edizione “Arte Fiera” di Graziano Dagna: Artisti in Cittadella (a Sarzana). È presente con tre dipinti di piccola dimensione, senza titolo, senza commento. Ancora disegno geometrico, accurato nei particolari, come si trattasse di una costruzione, in cui la raffinatezza è pari alla tecnica impiegata.
L’acquerello è espresso con un cromatismo carneo, sanguigno, lievemente incline a un tenue violetto. Il dipinto che segue si apre su scenario che inneggia alla tecnica, predilige le linee geometriche, con una scritta volutamente cifrata.
Il terzo dipinto riproduce una scenografia ampia, come se la natura fosse osservabile solo nelle linee che si intersecano, creando suggestioni spirituali, per iniziati. I colori sono grigi, tendenti al violetto. Il violetto è colore fiammeggiante, indica lo slancio d’anima. È la plasticità di un sogno.
Ho scritto il mio apprezzamento della pittura di Ezia Di Capua.
L’artista lavora su spazi circoscritti, di modica dimensione; i dipinti hanno pertanto splendore di levità cromatica, di grafica lineare e surreale, di fine decoratività. La matrona romana o la fanciulla greca si dedicava al ricamo trasferendo su tela le scene predilette della natura, Ezia tenendo in serbo questa classica tradizione, si proietta su spazi ristretti svelando le sue scelte predilette, i suoi “mondi emotivi”. Il dipinto “Piccola felicità”, nell’ovale, vorrebbe alludere alla miniatura, evocando l’arte preziosa della ceramica o della maiolica –maggiormente fiorite in epoca rinascimentale: io lo chiamo così per ora, come suggerisce l’artista. Il dipinto ritrae una precisa scelta di campo: le scene – idillio pastorale – hanno come base il disegno, che racchiude un piccolo mondo soggettivo, surreale nella concertazione cromatica e nella composizione. Alla maniera dei miniatori medievali intende rappresentare il mondo lirico dell’artista, esotico per altro, dove protagonista è il paesaggio montuoso, rilevato volutamente geometrico – ascendenza cubista forse – e inoltre, i putti, flautista e tamburellista, che suonano. Lo sfondo è idilliaco, pastorale. All’apparenza il procedimento richiama la tecnica dell’acquerello, dove il roseo ha prevalenza sull’ocra e chiaroscuro, sul verde, sul grigio, il tutto immerso in una chiarità atemporale, leggiadra, di raccoglimento e di ascolto.
E di sogno. Questa “felicità”, come la definisce Ezia, conferma la sua concezione estetica preziosa e classica.
Le mostre personali di Ezia sono già rilevanti. Per altro, anche le collettive hanno un buon ritmo. Ezia impiega tecniche varie: grafica, china, matita, pastelli, carboncino, sanguigna, olio, acrilico, acquerello (tecnica personale: puntinismo ad acquerello). È iscritta all’UCAI alla Spezia e all’Associazione Culturale San Martino di Durasca (Follo): ha concorso a vari premi. Spesso ha vinto .Nel 2009 Mostra personale “Di Capua & Caselli” – Retrospettiva in memoria – Sala Culturale CarGià San Terenzo. La manualità tenta spesso Ezia, che nel suo privato coltiva miniatura,mosaico, presepe; lavora il legno in opere di restauro, la creta, si applica a oggettualità e decorazioni, e composizioni varie, rilega perfino libri, raccoglitori e oggettistica varia. Si intende di doratura. È spesso sulla breccia in mostre estemporanee e collettive che avvengono alla Spezia e Lunigiana1: nel 1976 è prima classificata per la grafica (Premio Maurizio Scalzo, La Spezia).
Espone dipinti alla Marguttiana dal 1999 al 2009; è iscritta all’Associazione San Martino di Durasca e all’UCAI. Partecipa all’VIII e IX Concorso “Piccoli scrigni grandi tesori” di Follo. Nel 2002 è selezionata all’estemporanea di pittura per l’acquerello a Vernazzarte. Altro premio a Follo nello stesso anno, poi alla Spezia per la F.I.D.A.P.A. nel 2003, e nello stesso anno i Disegni pubblicati, (Casa Editrice Eco,Milano). Nel 2004, Premio Artigianato al Rotary Club spezzino; l’anno dopo partecipa a “Piccoli scrigni grandi tesori” a Follo, per la grafica. Vince la medaglia d’oro nella edizione del 2006. Nel 2007 “Prospettive in acquerello 1976-2007”, altra sua personale. È sempre partecipe alle iniziative di San  Martino di Durasca (dal 2009 al 2011),mentre gestisce Sala Gargià (dal 2010). Alcune sue partecipazioni all’UCAI (sette nel 2010, tre nel 2011).Nel 2011, col patrocinio del Comune di Lerici e della Pro Loco di San Terenzo promuove per Sala Cargià “Stagione in arte dedicata a Carla Gallerini” (sua madre, di cui ha scritto le memorie).
Ezia Di Capua ha portamento giovanile, è semplice nel gesto, vivace nella conversazione. È un’artista moderna, colta, dotata di capacità organizzativa, eloquente col pubblico, amica degli pittori e attenta alle varie espressioni e correnti che gradualmente si manifestano nel territorio. La scelta dell’acquerello è in lei, istintiva figurista e conquistata dalla linea geometrica e dal movimento, un mantenere il contatto con la natura, con la solarità, col chiaroscuro del mare e del cielo. Ma anche la luce, operante nei dipinti, è scelta con sobrietà e con aperture improvvise al sogno, all’anima, all’inconscio. Tra i dipinti, ha scelto “Oltre” per la copertina del libro, biografia della madre Carla, come si è detto più sopra. Questo “Oltre” ormai ci fa sentire e intravedere il suo mondo, che non è quello dei fenomeni e delle opinioni,ma quello in cui la verità è come la stella del mattino. Oltre l’ombra, la “luce”, la beatitudine, l’ordine, l’Assoluto.


Prof Giuseppe Luigi Coluccia
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