sabato 1 settembre 2012

" LA MISURA DELL'AMORE " di Ezia Di Capua: Recensione di Vasco Bardi




LA MISURA DELL’AMORE -  Vasco Bardi: Presentazione del libro “La Misura dell’Amore” di Ezia di Capua al castello di San Terenzo, 25 agosto 2012 ore 21.30


Presentare Ezia Di Capua Gallerini Coppola, non è facile: con altri ci si può cavare brevemente: poeta, prosatore, pittore e si può concludere.
L’elenco delle molteplici attività di Ezia è molto vasto.
Professionalmente è ostetrica: diplomata a Pisa nel 1982 è anche insegnante di ostetricia: ma la sua attività interessa anche l’ambiente, l’acqua, la sicurezza sul lavoro, l’assistenza agli anziani: questo per citare poche delle altre innumerevoli cose connesse alla sua professione.
Come personaggio culturale è egittologa con conoscenza della scrittura egizia e dei geroglifici.
E’ soprano corista nella Schola cantorum labronica: partecipa a concerti in ogni parte d’Italia.
E’ gallerista: direttrice di Sala Cargià in San Terenzo, ritrovo di ogni artista del territorio.
E’ pittrice, grafica acquerellista: partecipa a mostre ed è vincitrice di numerosi premi.
E’ organizzatrice di eventi artistici rilevanti quali “L’Atelier a cielo aperto” a Parco Shelley che ha visto la partecipazione di pittori, poeti e musicisti.
Scrittrice prosatrice pubblica il suo primo e non ultimo libro “La misura dell’amore” che è stato presentato recentemente alla “Settimana culturale al castello di san Terenzo”.

Nella tristezza di questo inverno
mentre il freddo graffia i muri
e la mia ombra rotola veloce
nascondendosi
dietro gli angoli delle case
i miei passi frettolosi
rimbalzano sordi nelle stradine
che ti hanno visto bimba
mentre in me si annida lento
un immenso senso di vuoto irrisolto.
E così
colma di una profonda solitudine
che mi scava il cuore
ancora oggi come ieri
e sicuramente ancora domani
nel tentativo di sentire dentro me
la bellezza dell’eco delle tue parole
mi costringo a scrivere
per ridarti voce.

Basterebbe questa poesia che ho estrapolato dalla prosa del libro per definire il ruolo di scrittrice di Ezia.
“La misura dell’amore” è un libro doloroso che non ha una sola trama: ad ogni pagina spunta un aculeo, una spina che trafigge il lettore.
A prima vista sembrerebbe autobiografico, ma invece nei capitoli sono riassunti i destini di tutti gli uomini che inconsapevolmente sono travolti dagli avvenimenti e dalla Storia cieca e spietata come i loro cuori.
La trama del libro, dopo aver tracciato un buon profilo dei personaggi di famiglia, si indirizza al rapporto fra le due donne, madre e figlia che si sostengono a vicenda, perché sole, ma che non mancano di contrastarsi nel vano tentativo di trasformare la persona amata.
Sono identiche le due donne ma non lo sanno: ora Ezia quando scrive si accorge di sentire la voce della mamma che in qualche modo riesce a farsi sentire: evidentemente c’è un flusso medianico ancora acceso e che dovrebbe essere ulteriormente approfondito. Una voce dall’altrove ci spaventa, ma ci fa anche sperare in una dimensione diversa della nostra vita.
Emigranti, poliglotti, artisti: nel ceppo di questa famiglia ci sono tutti i presupposti per una chiamata  a livelli di vita vissuta più alti.
Con una candela e dei rotolini di carta pre-disegnati, Carla fa il cinema per gli amici. Ha due conigli che la seguono per strada e a volte corrono con lei:  dormono in un fondo assieme a una gallina che non fa più le uova ma che è parte ormai della famiglia. Sembra una favola e questo personaggio ha l’ingenuità e la purezza di una protagonista conosciuta: Biancaneve.
Ma la vita avanza e le  vicissitudini irrisolte,  delle quali tutti siamo vittime e protagonisti, inaridisce i cuori e le persone divengono parte di una crudele sopravvivenza: così quando Ezia chiede alla mamma se un giorno avrà anche lei le sue belle ed ammirate fattezze, ottiene una risposta mortificante. Biancaneve non corre più coi conigli ma difende lo scettro che lo specchio le ha attribuito: la metamorfosi vitale negativa anche per lei si è compiuta.
Il salvataggio del borgo antico, l’impegno nella cultura e nello sport, l’ideazione del Carnevale (una manifestazione dimezzata da un campanilismo che lo confina nel borgo di san Terenzo), la sua organizzazione preparazione e affermazione anche fuori del territorio (nelle intenzioni ), tengono occupata Carla che si fa carico di questo ininterrotto impegno verso la comunità ma soprattutto verso se stessa.
Il demone alato che sovrasta e governa l’umanità si sorregge su  due ali  che si chiamano Invidia e Gelosia.
Il paese formalmente la supporta ma sostanzialmente è la rovina sua e della sua famiglia con insinuazioni anonime: ed anche la riconoscenza è sconosciuta nel paese dove si vive, specialmente quando in tempo di elezioni le menti sono offuscate da ideologie polverose e perverse e i partiti prevaricano ed umiliano le vere intelligenze anziché premiarle: così Carla assaggia l’amarezza della sconfitta e non ottiene i voti necessari a fare politica e a far avanzare il suo paese.
 Anche al suo funerale il paese le tributa un gelido addio tanto che la figlia rimane inchiodata da tanto silenzio e non riesce a prendere la parola.
Oggi di tutto questo divenire rimane Ezia che, forse inconsciamente, ha appreso la dura lezione tenendosi lontana da tutto ciò che potrebbe essere suscettibile di riconoscenza o oblio del prossimo: la gente non ti da mai ciò che ti aspetti, ma anzi te lo fa mancare per farti vivere male.
Ezia grazie alla spietatezza del trattamento riservato alla madre Carla, fa innumerevoli cose tutte connesse alla sua professione e alla sua espressione artistica mantenendo le giuste distanze con la realtà sociale pur vivendola e partecipandola: Ezia è un pianeta sconosciuto, un percorso di continua conoscenza, di ascesa artistica e del vissuto.
Ezia non avrà lo scettro di Regina del Carnevale o una corona di carta da gettare la mattina dopo la festa, ma il bagaglio della compiutezza del suo percorso sulla terra ispirato prima di tutto alla sua famiglia, a se stessa, alla cultura e alla professione che l’ha fatta ricercatrice in campi che cercano di alleviare il dolore e la disperazione dell’umanità.
Questo è il secondo libro di Ezia: il primo è quello della sua vita.

Vasco Bardi.

Vasco Bardi, poeta, regista e scrittore ha pubblicato diversi libri: “ Donne”, “ Il Circolo delle stelle”, “ Lo spirito di Shelley nel Golfo degli Dei”, “ Nonno Ettore”, “ Il cadere lieve delle stelle”. Ha scritto “ Bela me Spèza”, “ All’orizzonte d’isola – immagini e parole dal Golfo dei Poeti.” .Promuove da anni “La settimana culturale al castello di San Terenzo”. Organizzatore dei “ I sabati del poeta “ Ideatore di “ Serata Rap,Hide Park: diciture libere”.
E’ maestro di vela e allenatore nazionale, ha iniziato al mare migliaia di giovani, fa regate con la sua barca Apt la Croix. Ha insegnato in tutti i circoli del territorio.Esperto velico per la Capitaneria di porto di La Spezia fa parte della commissione per il rilascio delle patenti nautiche.
Come velista e poeta dichiara:
A questo Golfo, a questa città, a questi borghi, che tanto mi hanno dato in ispirazione e umana accoglienza, conto di restituire-a breve-qualcosa in bellezza, immagine e poesia.  Un libro senz’altro !
Conto come molti artisti del passato di legare me stesso alla storia artistica del Golfo dove vivo libero e prigioniero.
Come velista e come uomo voglio dire che
“ Quando non hai speranze di vincere una regata  lunga e difficile, come la vita, devi saper perdere con onore e magari con il sorriso sulle labbra.”

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