Rosa
Maria Santarelli pittrice della memoria, della traccia e della
sparizione – risponde con opere che sembrano chiedere il permesso
di esistere. Non c’è enfasi, non c’è allegoria, solo una
pittura e una scultura che ben conosce il peso delle immagini e
preferisce sfiorarle. Un’arte che si fa varco, passaggio,
intercapedine tra ciò che vediamo e ciò che pensiamo. Il suo
sguardo non vuole interpretare ciò che è ma la sua trasformazione.
Il gesto dell’artista spezzina è poetico, La sua pittura non cerca
il sublime, ma ne lavora l’assenza. Il
gesto dell’artista è sapiente e personale sia nella pittura ma,
ancor più nella scultura, due nicchie artistiche unite da un comune
denominatore assai insolito: il materiale plastico, rovina del
nostro secolo, che si fa bellezza, gentilezza di forme e armonia,
sogno e custode di segreto, frammento del tutto, scheggia di memoria
musicale. E, nell'unione della danza alchemica dei colori e della
materia che si piega ubbidiente, leggo, a tratti, una sottile
malinconia, melodia di ricordi, di impressioni dell'artista
rincorse, accarezzate da frammenti di luce sapienti e sufficienti
ad illuminare il tutto.
Ezia Di Capua - Curatore della Mostra
PER INFO 348 8964150
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