giovedì 8 settembre 2016

INCONTRO CON LA PITTURA DI FEDERICO ANSELMI a cura di Donatella Zanello

Sala Culturale CarGià - Promozione Artistica 2016
Sezione - Recensioni


Federico Anselmi
Turchese
Nota biografica: Federico Anselmi, nato a Monterosso al Mare nel 1944, vive e opera alla Spezia.
Inizia la sua attività artistica nel 1960, nel 1968 vince il primo premio alla Mostra Nazionale d’Arte Figurativa a La Spezia. Partecipa a numerose mostre in Italia e all’estero: negli ultimi anni: Nimes, 2001, Foire International d’Art , Mostra Mercato Internazionale d’Arte Contemporanea, Padova, 2001, Emirati Arabi, 2001, Premio Arte Mondadori 2001, Nizza, 2003, Esposizione d’Arte Contemporanea, Saarbrucken (RFT) 2005, Villa Nobel, Sanremo, 2005. Personali: Genova, 2001, Roma, 2002, Pisa, 2002, Pietrasanta 2004, Palazzo della Provincia La Spezia 2004, Fondazione Il Fiore, Firenze 2005, Lyceum Firenze 2006, Castello di Lerici 2007, Istituto Italiano di Cultura, Mosca, 2008, Centro Allende La Spezia, 2008, Caffè Storico Letterario Giubbe Rosse Firenze 2008,Museo Navale La Spezia, Villa Marigola, LericiPea, Santuario di S. Antonio in Gaggiola,La Spezia, Circolo Ufficiali Marina Militare, La Spezia, personale “Le paure dell’Occidente” 2015.
  
La Spezia, 28.09.2015

Ogni opera del noto pittore spezzino Federico Anselmi è un argomento nuovo. “Arriva, come la pioggia di maggio o come un uragano”: sono parole sue. Anselmi dipinge fin dalla prima adolescenza, fin dai tempi della scuola media; da bambino disegnava sui muri di casa, soffrendo i rimproveri dei familiari. La prima consistente parte del suo percorso è legata all’elemento figurativo. Modelli e punti di riferimento altissimi sono per lui i grandi pittori di ogni tempo.
L’unica cosa che Anselmi ha studiato totalmente dello scibile umano è la Pittura.
Ha vissuto e vive con la vocazione di dedicarvisi completamente.
E’ un “pittore puro”, non ha sperimentato altre arti. E’ stato sempre pittore, per tutta la sua vita. Ha studiato il colore in tutte le sue possibilità, in tutti i suoi aspetti, in ogni forma e sfumatura e gradazione e varietà. Il colore è complicato, difficile.. Lui ottiene il colore come facevano i pittori del passato, attraverso l’uso complesso di vari materiali. Realizza lo sfondo dei suoi quadri usando tecniche di produzione e di stesura del colore del tutto inusuali e questa è una sua peculiare ed originale caratteristica. Segue procedimenti artigianali legati ad antiche metodologie di impasto e mescolanza di sostanze, una  vera e propria “alchimia”, che porta a compimento nel suo laboratorio – atelier nella zona dei Colli a La Spezia.
Anselmi porta avanti la propria attività con energia instancabile, un concentrato di passione pura.
L’artista ha settantuno anni, dei quali la maggior parte ha dedicato intensamente alla pittura.
Nel suo percorso ha raggiunto una straordinaria originalità. Adesso, dopo il periodo giovanile legato alla ritrattistica, il suo stile si attesta sulla più assoluta libertà formale e sulla ricerca di una nuova espressione figurativa. La sua tecnica di produzione artistica è peculiare, inconfondibile e totalmente libera, pur avendo sempre condiviso le proprie esperienze artistiche con altri pittori. Negli anni Novanta ha partecipato più volte alla manifestazione popolare “La Calandrininana”, nella storica piazza Calandrini di Sarzana. La sua maggiore affermazione e soddisfazione è stata quella di esporre le proprie opere presso l’Istituto Italiano di Cultura a Mosca, in occasione del LericiPea Mosca 2008.
Nel tempo gli sono state anche commissionate numerose opere religiose.
Secondo Anselmi l’ispirazione non deve subire condizionamenti e la mente deve essere sempre una “tabula rasa” per poter ricevere il  messaggio dell’Arte, in qualsiasi momento dell’esistenza.
L’Arte necessita di una ispirazione pura. “Dimenticare ciò che si conosce” e continuare a cercare: questo è il consiglio di questo Autore per coloro che vogliono iniziare a dipingere.
L’artista ha conosciuto recentemente un periodo di eccezionale “furore” creativo. Attualmente si dedica a dipingere figure ed in particolare volti femminili ancestrali, stilizzati e fortemente simbolici. Una infinita galleria, una moltitudine impressionante di volti dalle espressioni malinconiche ed enigmatiche, dipinti nelle più diverse sfumature di colore.
Spesso prevalgono l’indaco, il nero, il blu. In contrasto con i colori scuri, legati al mondo interiore, Anselmi produce decorazioni in filigrana d’oro e d’argento a definire i contorni, i drappeggi preziosi delle vesti, le prospettive architettoniche che fanno da cornice. Chiaroscuro ed ombre indefinite, incostanti. L’artista tratteggia un percorso interculturale e riflette nella sua opera le suggestioni del nostro tormentato tempo post-moderno, tempo affannoso e virtuale, segnato da  nuove guerre e minacce terroristiche devastanti. Nei volti traspaiono antiche e nuove paure, angosce, desiderio di affermazione e di sopravvivenza. Emerge il male di vivere, la profonda angoscia esistenziale dell’uomo contemporaneo, smarrito di fronte alla crisi di tutti i valori delle epoche precedenti, disumanizzato dal predominio delle macchine e spaventato dalla prevalenza della dimensione virtuale su quella reale. Anche il disvalore, cioè il profitto, è minacciato alle sue fondamenta dalla crisi economica mondiale. L’artista raffigura un mondo lacerato ora e sempre da paure e conflitti, tanto che una nuova umanità, forse nuovamente innocente, dovrà un giorno affacciarsi alle soglie del Terzo Millennio, smarrita eppure consapevole di un destino misterioso. Nella profondità abissale di occhi enormi perduti in volti stilizzati brilla una luce di empatia, una fragile sensibilità.
 Federico Anselmi dipinge l’Anima di una umanità ferita e malinconica che domanda perdono alla Natura. Il pittore definisce “Scatola di Dio” questa fonte inesauribile di ispirazione che sente dentro di sé e vi è del misticismo, senz’altro, oltre che del simbolismo, in tutta la sua opera.
L’Arte visiva è concepita come “Arca incorruttibile”, memoria oltre il tempo, nella quale è custodito il Mistero dell’esistenza. Mistero che l’arte visiva va ad esplorare in tutte le sue sfumature.
Nel primo periodo giovanile Anselmi compie numerose opere, soprattutto ritratti, sia dal vivo sia da fotografia. Il ritratto, mi dice, nasce prima di tutto dal disegno. La base della pittura è il disegno, il tratteggio a matita, il bozzetto. Il disegno è l’Idea, la prima intuizione.
Anselmi usa i pennelli per stendere il colore sullo sfondo della tela ma per il resto disegna e dipinge soprattutto con le mani. L’uso delle mani è un’altra sua peculiarità. I materiali usati sono numerosi ed ottenuti in maniera complessa. Le dimensioni dei dipinti sono ampie, con uno studio del colore eccellente a partire dallo sfondo fino alla completa realizzazione dell’opera.
Lo sfondo viene accuratamente preparato in diverse fasi di lavorazione a partire da tele di canapa ottenute da antiche vele che l’artista recupera e lavora e che vengono usate al posto della tela comunemente presente in commercio. Nella tecnica ad olio questo artista raggiunge i massimi risultati espressivi. “L’olio è forza, è potenza”dice. Nell’azzurro del suo sguardo brilla una grande determinazione, la stessa tenacia che lo ha condotto ad un percorso totalizzante di pura creatività, ottenendo ottimi risultati. Al neofita delle arti visive l’artista consiglia di “saper attendere”, “aspettare il momento”, partendo da un’ipotesi che verrà confermandosi durante il processo creativo. Una grande forza interiore sottende alla vastità della produzione che si articola in diverse fasi di sperimentazione pittorica. Questo tipo di percorso rende Federico Anselmi  uno degli artisti più interessanti, originali ed importanti dell’ultima generazione di pittori a La Spezia. Sue opere sono esposte in permanenza in diversi luoghi pubblici e locali della città.
Anselmi si distingue per lo studio accurato del colore: uno dei colori  più amati, ricorrente in modo quasi ossessivo, è il turchese, accanto al verde smeraldo. Questi colori sono legati al mare, alla superficie delle acque illuminate dall’astro notturno così come alle profondità cristalline, alle sommerse trasparenze. Il Turchese si evidenzia come Colore dell’Anima e della Felicità. E’ un colore legato alla spiritualità. Le sfumature dell’Arancio esprimono forza e fantasia.
Nei dipinti più recenti Anselmi ha usato per lo sfondo l’Argento e l’Orone, effettuando un procedimento tecnicamente complesso per evitare l’ossidazione e la corruzione delle lamine, preservandone l’integrità. Federico Anselmi è un alchimista del colore e dedica moltissimo tempo alla preparazione delle sue tele. Si tratta di una fase molto importante e propedeutica al compimento delle opere. La pazienza, sottolinea l’Autore, è una caratteristica fondamentale, una qualità imprescindibile per il pittore, data la necessaria consistenza dei tempi di preparazione  di ogni singola opera.
L’artista non dà mai alcun titolo alle sue opere, fatta eccezione per i ritratti e per alcune opere preventivamente commissionate da privati o Enti. Mi spiega di considerare il titolo come un blocco, un ostacolo, un confine, un elemento in qualche modo limitante la libertà creativa.
Sentitamente Federico Anselmi rivendica la libertà assoluta dell’artista da ogni vincolo reale ed astratto. Questa rivendicazione di libertà e rifiuto delle categorie prende le mosse proprio dalla assenza di titolo per le proprie creazioni pittoriche. Questo è un altro elemento di originalità per questo interessante artista, tanto riservato quanto determinato nell’affermare la propria visione del mondo. Egli chiama suoi “Maestri” i più grandi di ogni tempo: Bruègel, Goya, Rembrandt, Chagall e l'antico Ieronimus Bosch.
Ecco i suoi “Professori”, gli insegnanti amati, i modelli ai quali ha dedicato studio e devozione, pur rimanendo sempre e comunque se stesso; non si è trattato di imitazione ma di ammirazione incondizionata ed alcune volte di emulazione, in forme assolutamente proprie e peculiari.
Quando gli chiedo il perché dell’amore totale per l'arte visiva e quale sia l’origine della sua devozione assoluta alla pittura, mi risponde parlandomi della bellissima “Lettera ad un giovane poeta” di Rainer Maria Rilke. Questa lettera fu realmente indirizzata da Rilke al giovane scrittore Kappus e fa parte di un gruppo di scritti datati tra il 1903 e il 1908 e pubblicati postumi nel 1929. Riporto di seguito uno stralcio della lettera di Rilke particolarmente cara a Federico Anselmi:

“Parigi, 17 Febbraio 1903

Egregio Signore, ……voglio ringraziarla per la sua grande e cara fiducia. Poco altro posso……nulla può toccare tanto poco un’opera d’arte quanto un commento critico. Se ne ottengono sempre più o meno felici malintesi. ……la maggior parte degli eventi sono indicibili, si compiono in uno spazio inaccesso alla parola, e più indicibili di tutto sono le opere d’arte, esistenze piene di mistero la cui vita, accanto all’effimera nostra, perdura………Lei domanda se i suoi versi siano buoni. Lo domanda a me. Prima lo ha domandato ad altri……Nessuno può darle consiglio o aiuto, nessuno……Guardi dentro di sé. Si interroghi sul motivo che le intima di scrivere, confessi a se stesso: morirebbe, se le fosse negato di scrivere? …….Se lei potrà affrontare con un forte e semplice “Io devo” questa grave domanda, allora costruisca la sua vita secondo questa NECESSITA’…….allora si avvicini alla Natura….per chi crea non esiste povertà, né vi sono luoghi indifferenti o miseri….la sua solitudine si farà più ampia e diverrà una casa al crepuscolo, chiusa al lontano rumore degli altri….Un’opera d’arte è buona se nasce da necessità…….. Suo devotissimo

                                                                                                                            Rainer Maria Rilke”.

Per Anselmi  la pittura è questo: una necessità, perché senza la pittura non potrebbe vivere. Nel lungo percorso artistico della sua vita l’artista si è soffermato spesso su temi classici, veri e propri “colloqui tra maschere”, rifacendosi al teatro classico antico. Egli sperimenta ampiamente nel campo della ritrattistica, dal realismo compiuto e rigoroso delle opere giovanili all’astrattismo onirico e psicologico della fase attuale.
Del periodo giovanile è emblematico, del 1980, il bellissimo “ritratto di ragazza americana”, di grande potenza espressiva ed impatto emotivo per l’armonia compositiva, le dimensioni, lo studio del colore. Quest’opera che l’autore mi mostra e descrive è caratterizzata da criteri di ricerca estetica della Bellezza assoluta. Anselmi trae materia dagli studi compiuti presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara che ha frequentato negli anni 2003 - 2008, assimilando insegnamenti teorici più che pratici.
Gli domando che cos’è la Pittura. Mi risponde senza nessuna esitazione: “E’ la vita.”
“C’est la vie” mi viene da pensare nell’amata lingua francese, per me prediletta insieme alla lingua madre, l’italiano. O forse è perché questa parte alta della nostra città, nella zona dei Colli, tanto somiglia – così dicono – ad alcuni aspetti di Parigi, a Montmartre…. La Pittura è la Vita e si comprende che altro non potrebbe essere per questo pittore puro, che si distingue per la sua riservatezza, umiltà ed onestà intellettuale.
Anselmi è persona sensibile ed è profondamente empatico nei confronti del mondo, dei suoi colori, delle sue creature. Egli sta ora indagando il subconscio e viaggiando in un mondo “onirico”, surreale, attraversando una nuova fase di ritrattistica “sui generis”. Nel momento attuale sta producendo ritratti su larga scala, senza alcun fondamento nella realtà ma soltanto basandosi sulla fantasia, sulla propria immaginazione e riflessione. Lavora inoltre ad una meravigliosa serie di dipinti su vele di grandi dimensioni, dedicando un ciclo di opere alle Cinque Terre. Sta ricercando in queste immagini stilizzate di volti femminili e nei paesaggi dolci e fantasiosi dove l’uomo è assente eppure protagonista l’essenza della spiritualità.
 Creare è una necessità: questa è la filosofia espressiva fondamentale nell’opera di Federico Anselmi. E’ per me una bellissima esperienza parlare con questo artista della sua devozione alla creatività. La sua pittura corrisponde pienamente alla sua sensibilità riservata e commossa. Sono colpita e mi viene spontaneo descrivere la pittura di Anselmi, specialmente nell’ultima fase, come “pittura emozionale”. Io credo che tutta la sua opera artistica possa segnare un punto di svolta, umilmente, in silenzio, in punta di piedi, come in preghiera. Tuttavia segna una svolta nella nostra modernità, nel tempo che stiamo vivendo. Si tratta di una intuizione tanto potente quanto innegabile. Nel nostro tempo di profonda crisi globale e sempre nuovi conflitti, segna una svolta legata all’assoluta libertà espressiva che lo caratterizza.
Necessità, mistero ed interpretazione della creatività. Sto pensando a Modigliani, a Tamara De Lempicka, a Frida Kalo.
Qualcosa è cambiato in me quando esco dalla porta del suo studio, nella parte alta della città. Nella casa accanto abitava mio marito da bambino. In basso si vede il “grattacielo”, l’ampia scalinata che scende a Via Del Prione.
Qui, in alto, giunge la brezza del mare, la luce del Golfo dei Poeti. La Luce azzurra e dorata, diurna e notturna, preziosa, onnipresente negli infiniti quadri di Federico Anselmi. Per questo artista lo studio del  Colore, del colore Azzurro e delle sfumature del Blu, del Turchese, dello Smeraldo, dell’Arancio è ossessivo, vitale, necessario. Le emozioni si rincorrono, è un’arte, la sua, che arriva diritta al cuore. Sono ferma davanti allo studio ed alla casa dove mio marito abitava da bambino. Io immagino la sua infanzia sconosciuta per me in questa città, La Spezia. La città di Anselmi, la nostra città. Si fa strada nel cuore e nella mente un sentimento di fiducia, di speranza, di raggiunta serenità o consapevolezza.
L’artista mi ha parlato molto della fase attuale del suo percorso: i ritratti “onirici”. Nella recente personale presso il Circolo Ufficiali della Marina Militare della Spezia, dal titolo “Le paure dell’Occidente” prevalgono questi volti femminili stilizzati in galleria. Le espressioni sono spesso dolorose o malinconiche, i colori sono scuri, notturni, con fregi in oro e argento. Sullo sfondo si delineano aspetti tipici di agglomerati urbani medio-orientali, con minareti e moschee. L’abbigliamento dei personaggi è inconfondibile con l’uso del mantello, dello “chador” e del turbante. Spesso i volti femminili stilizzati sono coperti dal velo. Mistero ed interpretazione sono le parole chiave per queste opere indicibili, indefinibili. Le figure si succedono in folle accalcate su tele di grandi dimensioni. Sono infiniti volti di donne senza nome. Infinite opere senza titolo. Il segreto dell’effetto del colore, attraverso mescolanze, vere e proprie “mestiche” risiede tutto nei materiali, nelle sostanze usate, nel prodotto finale ottenuto attraverso procedimenti chimici, “alchemici”.
Il pittore è alchimista del colore. Crea nuovi colori, nuovi pigmenti.
La stupefacente e vastissima galleria di ritratti “onirici” evoca figure surreali che mi ricordano tanto Chagall. Anselmi riconosce e sottolinea nella propria ispirazione alcuni riferimenti all’opera di Chagall. Anselmi ha molto osservato, amato, studiato Chagall. E come Chagall confonde colore, luce, realtà e fantasia in una dimensione magica. Ha lasciato il realismo della giovinezza dietro le spalle, anche se resta parte integrante e fondamentale del suo percorso. Mi rende partecipe di una sua profonda riflessione: dalle origini dell’umanità all’attuale crisi planetaria “virtuale” gli è cara, nello studio delle pitture rupestri, la fantasia di una umanità primordiale, ancestrale. Da questo punto di partenza si affaccia alla più attuale modernità, alla proiezione del Sé attraverso innumerevoli rappresentazioni.
E’ una frammentazione caotica dell’identità, soffusa di dolore, paura, tenerezza e malinconia orgogliosa, in assoluta libertà espressiva. C’è molta dolcezza e forza nei colori.
Non muore la Speranza. E’ l’ultima Dea.
       L’opera di un artista è indicibile e tuttavia se vi sono parole per definire la pittura di Federico Anselmi queste parole sono: Libertà, Bellezza, Complessità, Consapevolezza. Questi sono i fondamenti della sua vasta ed intensa opera,  che costituisce un segno indelebile nel tempo e nello spazio attraversati dal suo percorso artistico ed umano.

        Donatella Zanello
                                                                                                               

 *Donatella Zanello: è nata a La Spezia dove vive e lavora. Laureata in Lettere Moderne all’Università degli Studi di Pisa, è autrice di poesia, narrativa e saggistica. Ha pubblicato otto raccolte di poesia: “Polvere di Primavera”, “La donna di pietra”, “La Sognatrice”,”Passiflora”, “Il tempo immutabile”, “Poesie Provenzali”, “Labirinti”, “Il colore del mare”. Vincitrice di numerosi premi letterari, nel 2015 ha ricevuto il Premio Montale Fuori di Casa Sezione Poeti Liguri per l’opera poetica. Presente in molte antologie, è membro di giuria in premi letterari.

Il paesaggio ligure e mediterraneo, il mare come fonte costante di ispirazione, il viaggio, l’ecologia, la riflessione filosofica sulla condizione umana, la ricerca spirituale come unico vero significato dell’esistenza sono i temi fondamentali della sua vasta produzione poetica.

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...