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Federico Anselmi Turchese |
Nota
biografica: Federico Anselmi, nato a Monterosso al Mare nel 1944, vive e opera
alla Spezia.
Inizia la sua
attività artistica nel 1960, nel 1968 vince il primo premio alla Mostra
Nazionale d’Arte Figurativa a La Spezia. Partecipa a numerose mostre in Italia
e all’estero: negli ultimi anni: Nimes, 2001, Foire International d’Art ,
Mostra Mercato Internazionale d’Arte Contemporanea, Padova, 2001, Emirati
Arabi, 2001, Premio Arte Mondadori 2001, Nizza, 2003, Esposizione d’Arte
Contemporanea, Saarbrucken (RFT) 2005, Villa Nobel, Sanremo, 2005. Personali:
Genova, 2001, Roma, 2002, Pisa, 2002, Pietrasanta 2004, Palazzo della Provincia
La Spezia 2004, Fondazione Il Fiore, Firenze 2005, Lyceum Firenze 2006,
Castello di Lerici 2007, Istituto Italiano di Cultura, Mosca, 2008, Centro
Allende La Spezia, 2008, Caffè Storico Letterario Giubbe Rosse Firenze
2008,Museo Navale La Spezia, Villa Marigola, LericiPea, Santuario di S. Antonio
in Gaggiola,La Spezia, Circolo Ufficiali Marina Militare, La Spezia, personale
“Le paure dell’Occidente” 2015.
La Spezia, 28.09.2015
Ogni opera del noto pittore spezzino Federico
Anselmi è un argomento nuovo. “Arriva, come la pioggia di maggio o come un uragano”:
sono parole sue. Anselmi dipinge fin dalla prima adolescenza, fin dai tempi
della scuola media; da bambino disegnava sui muri di casa, soffrendo i
rimproveri dei familiari. La prima consistente parte del suo percorso è legata
all’elemento figurativo. Modelli e punti di riferimento altissimi sono per lui
i grandi pittori di ogni tempo.
L’unica cosa che Anselmi ha studiato totalmente
dello scibile umano è la Pittura.
Ha vissuto e vive con la vocazione di dedicarvisi
completamente.
E’ un “pittore puro”, non ha sperimentato altre
arti. E’ stato sempre pittore, per tutta la sua vita. Ha studiato il colore in
tutte le sue possibilità, in tutti i suoi aspetti, in ogni forma e sfumatura e
gradazione e varietà. Il colore è complicato, difficile.. Lui ottiene il colore
come facevano i pittori del passato, attraverso l’uso complesso di vari
materiali. Realizza lo sfondo dei suoi quadri usando tecniche di produzione e
di stesura del colore del tutto inusuali e questa è una sua peculiare ed
originale caratteristica. Segue procedimenti artigianali legati ad antiche
metodologie di impasto e mescolanza di sostanze, una vera e propria “alchimia”, che porta a
compimento nel suo laboratorio – atelier nella zona dei Colli a La Spezia.
Anselmi porta avanti la propria attività con
energia instancabile, un concentrato di passione pura.
L’artista ha settantuno anni, dei quali la maggior
parte ha dedicato intensamente alla pittura.
Nel suo percorso ha raggiunto una straordinaria
originalità. Adesso, dopo il periodo giovanile legato alla ritrattistica, il
suo stile si attesta sulla più assoluta libertà formale e sulla ricerca di una
nuova espressione figurativa. La sua tecnica di produzione artistica è
peculiare, inconfondibile e totalmente libera, pur avendo sempre condiviso le
proprie esperienze artistiche con altri pittori. Negli anni Novanta ha
partecipato più volte alla manifestazione popolare “La Calandrininana”, nella
storica piazza Calandrini di Sarzana. La sua maggiore affermazione e
soddisfazione è stata quella di esporre le proprie opere presso l’Istituto
Italiano di Cultura a Mosca, in occasione del LericiPea Mosca 2008.
Nel tempo gli sono state anche commissionate
numerose opere religiose.
Secondo Anselmi l’ispirazione non deve subire
condizionamenti e la mente deve essere sempre una “tabula rasa” per poter
ricevere il messaggio dell’Arte, in
qualsiasi momento dell’esistenza.
L’Arte necessita di una ispirazione pura.
“Dimenticare ciò che si conosce” e continuare a cercare: questo è il consiglio
di questo Autore per coloro che vogliono iniziare a dipingere.
L’artista ha conosciuto recentemente un periodo di
eccezionale “furore” creativo. Attualmente si dedica a dipingere figure ed in
particolare volti femminili ancestrali, stilizzati e fortemente simbolici. Una
infinita galleria, una moltitudine impressionante di volti dalle espressioni
malinconiche ed enigmatiche, dipinti nelle più diverse sfumature di colore.
Spesso prevalgono l’indaco, il nero, il blu. In
contrasto con i colori scuri, legati al mondo interiore, Anselmi produce
decorazioni in filigrana d’oro e d’argento a definire i contorni, i drappeggi
preziosi delle vesti, le prospettive architettoniche che fanno da cornice.
Chiaroscuro ed ombre indefinite, incostanti. L’artista tratteggia un percorso
interculturale e riflette nella sua opera le suggestioni del nostro tormentato
tempo post-moderno, tempo affannoso e virtuale, segnato da nuove guerre e minacce terroristiche
devastanti. Nei volti traspaiono antiche e nuove paure, angosce, desiderio di
affermazione e di sopravvivenza. Emerge il male di vivere, la profonda angoscia
esistenziale dell’uomo contemporaneo, smarrito di fronte alla crisi di tutti i
valori delle epoche precedenti, disumanizzato dal predominio delle macchine e
spaventato dalla prevalenza della dimensione virtuale su quella reale. Anche il
disvalore, cioè il profitto, è minacciato alle sue fondamenta dalla crisi
economica mondiale. L’artista raffigura un mondo lacerato ora e sempre da paure
e conflitti, tanto che una nuova umanità, forse nuovamente innocente, dovrà un
giorno affacciarsi alle soglie del Terzo Millennio, smarrita eppure consapevole
di un destino misterioso. Nella profondità abissale di occhi enormi perduti in
volti stilizzati brilla una luce di empatia, una fragile sensibilità.
Federico
Anselmi dipinge l’Anima di una umanità ferita e malinconica che domanda perdono
alla Natura. Il pittore definisce “Scatola di Dio” questa fonte inesauribile di
ispirazione che sente dentro di sé e vi è del misticismo, senz’altro, oltre che
del simbolismo, in tutta la sua opera.
L’Arte visiva è concepita come “Arca
incorruttibile”, memoria oltre il tempo, nella quale è custodito il Mistero
dell’esistenza. Mistero che l’arte visiva va ad esplorare in tutte le sue
sfumature.
Nel primo periodo giovanile Anselmi compie numerose
opere, soprattutto ritratti, sia dal vivo sia da fotografia. Il ritratto, mi
dice, nasce prima di tutto dal disegno. La base della pittura è il disegno, il
tratteggio a matita, il bozzetto. Il disegno è l’Idea, la prima intuizione.
Anselmi usa i pennelli per stendere il colore sullo
sfondo della tela ma per il resto disegna e dipinge soprattutto con le mani.
L’uso delle mani è un’altra sua peculiarità. I materiali usati sono numerosi ed
ottenuti in maniera complessa. Le dimensioni dei dipinti sono ampie, con uno
studio del colore eccellente a partire dallo sfondo fino alla completa
realizzazione dell’opera.
Lo sfondo viene accuratamente preparato in diverse
fasi di lavorazione a partire da tele di canapa ottenute da antiche vele che
l’artista recupera e lavora e che vengono usate al posto della tela comunemente
presente in commercio. Nella tecnica ad olio questo artista raggiunge i massimi
risultati espressivi. “L’olio è forza, è potenza”dice. Nell’azzurro del suo
sguardo brilla una grande determinazione, la stessa tenacia che lo ha condotto
ad un percorso totalizzante di pura creatività, ottenendo ottimi risultati. Al
neofita delle arti visive l’artista consiglia di “saper attendere”, “aspettare
il momento”, partendo da un’ipotesi che verrà confermandosi durante il processo
creativo. Una grande forza interiore sottende alla vastità della produzione che
si articola in diverse fasi di sperimentazione pittorica. Questo tipo di
percorso rende Federico Anselmi uno
degli artisti più interessanti, originali ed importanti dell’ultima generazione
di pittori a La Spezia. Sue opere sono esposte in permanenza in diversi luoghi
pubblici e locali della città.
Anselmi si distingue per lo studio accurato del
colore: uno dei colori più amati, ricorrente
in modo quasi ossessivo, è il turchese, accanto al verde smeraldo. Questi
colori sono legati al mare, alla superficie delle acque illuminate dall’astro
notturno così come alle profondità cristalline, alle sommerse trasparenze. Il
Turchese si evidenzia come Colore dell’Anima e della Felicità. E’ un colore
legato alla spiritualità. Le sfumature dell’Arancio esprimono forza e fantasia.
Nei dipinti più recenti Anselmi ha usato per lo
sfondo l’Argento e l’Orone, effettuando un procedimento tecnicamente complesso
per evitare l’ossidazione e la corruzione delle lamine, preservandone
l’integrità. Federico Anselmi è un alchimista del colore e dedica moltissimo
tempo alla preparazione delle sue tele. Si tratta di una fase molto importante
e propedeutica al compimento delle opere. La pazienza, sottolinea l’Autore, è
una caratteristica fondamentale, una qualità imprescindibile per il pittore,
data la necessaria consistenza dei tempi di preparazione di ogni singola opera.
L’artista non dà mai alcun titolo alle sue opere,
fatta eccezione per i ritratti e per alcune opere preventivamente commissionate
da privati o Enti. Mi spiega di considerare il titolo come un blocco, un
ostacolo, un confine, un elemento in qualche modo limitante la libertà
creativa.
Sentitamente Federico Anselmi rivendica la libertà
assoluta dell’artista da ogni vincolo reale ed astratto. Questa rivendicazione
di libertà e rifiuto delle categorie prende le mosse proprio dalla assenza di
titolo per le proprie creazioni pittoriche. Questo è un altro elemento di
originalità per questo interessante artista, tanto riservato quanto determinato
nell’affermare la propria visione del mondo. Egli chiama suoi “Maestri” i più
grandi di ogni tempo: Bruègel, Goya, Rembrandt, Chagall e l'antico Ieronimus
Bosch.
Ecco i suoi “Professori”, gli insegnanti amati, i
modelli ai quali ha dedicato studio e devozione, pur rimanendo sempre e
comunque se stesso; non si è trattato di imitazione ma di ammirazione
incondizionata ed alcune volte di emulazione, in forme assolutamente proprie e
peculiari.
Quando gli chiedo il perché dell’amore totale per
l'arte visiva e quale sia l’origine della sua devozione assoluta alla pittura,
mi risponde parlandomi della bellissima “Lettera ad un giovane poeta” di Rainer
Maria Rilke. Questa lettera fu realmente indirizzata da Rilke al giovane
scrittore Kappus e fa parte di un gruppo di scritti datati tra il 1903 e il
1908 e pubblicati postumi nel 1929. Riporto di seguito uno stralcio della
lettera di Rilke particolarmente cara a Federico Anselmi:
“Parigi, 17 Febbraio 1903
Egregio Signore, ……voglio ringraziarla per la sua
grande e cara fiducia. Poco altro posso……nulla può toccare tanto poco un’opera
d’arte quanto un commento critico. Se ne ottengono sempre più o meno felici
malintesi. ……la maggior parte degli eventi sono indicibili, si compiono in uno
spazio inaccesso alla parola, e più indicibili di tutto sono le opere d’arte,
esistenze piene di mistero la cui vita, accanto all’effimera nostra,
perdura………Lei domanda se i suoi versi siano buoni. Lo domanda a me. Prima lo ha
domandato ad altri……Nessuno può darle consiglio o aiuto, nessuno……Guardi dentro
di sé. Si interroghi sul motivo che le intima di scrivere, confessi a se
stesso: morirebbe, se le fosse negato di scrivere? …….Se lei potrà affrontare
con un forte e semplice “Io devo” questa grave domanda, allora costruisca la
sua vita secondo questa NECESSITA’…….allora si avvicini alla Natura….per chi
crea non esiste povertà, né vi sono luoghi indifferenti o miseri….la sua
solitudine si farà più ampia e diverrà una casa al crepuscolo, chiusa al
lontano rumore degli altri….Un’opera d’arte è buona se nasce da necessità……..
Suo devotissimo
Rainer Maria Rilke”.
Per Anselmi
la pittura è questo: una necessità, perché senza la pittura non potrebbe
vivere. Nel lungo percorso artistico della sua vita l’artista si è soffermato
spesso su temi classici, veri e propri “colloqui tra maschere”, rifacendosi al
teatro classico antico. Egli sperimenta ampiamente nel campo della
ritrattistica, dal realismo compiuto e rigoroso delle opere giovanili
all’astrattismo onirico e psicologico della fase attuale.
Del periodo giovanile è emblematico, del 1980, il
bellissimo “ritratto di ragazza americana”, di grande potenza espressiva ed
impatto emotivo per l’armonia compositiva, le dimensioni, lo studio del colore.
Quest’opera che l’autore mi mostra e descrive è caratterizzata da criteri di
ricerca estetica della Bellezza assoluta. Anselmi trae materia dagli studi
compiuti presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara che ha frequentato negli
anni 2003 - 2008, assimilando insegnamenti teorici più che pratici.
Gli domando che cos’è la Pittura. Mi risponde senza
nessuna esitazione: “E’ la vita.”
“C’est la vie” mi viene da pensare nell’amata
lingua francese, per me prediletta insieme alla lingua madre, l’italiano. O
forse è perché questa parte alta della nostra città, nella zona dei Colli,
tanto somiglia – così dicono – ad alcuni aspetti di Parigi, a Montmartre…. La
Pittura è la Vita e si comprende che altro non potrebbe essere per questo
pittore puro, che si distingue per la sua riservatezza, umiltà ed onestà
intellettuale.
Anselmi è persona sensibile ed è profondamente
empatico nei confronti del mondo, dei suoi colori, delle sue creature. Egli sta
ora indagando il subconscio e viaggiando in un mondo “onirico”, surreale,
attraversando una nuova fase di ritrattistica “sui generis”. Nel momento
attuale sta producendo ritratti su larga scala, senza alcun fondamento nella
realtà ma soltanto basandosi sulla fantasia, sulla propria immaginazione e
riflessione. Lavora inoltre ad una meravigliosa serie di dipinti su vele di
grandi dimensioni, dedicando un ciclo di opere alle Cinque Terre. Sta
ricercando in queste immagini stilizzate di volti femminili e nei paesaggi
dolci e fantasiosi dove l’uomo è assente eppure protagonista l’essenza della
spiritualità.
Creare è una
necessità: questa è la filosofia espressiva fondamentale nell’opera di Federico
Anselmi. E’ per me una bellissima esperienza parlare con questo artista della
sua devozione alla creatività. La sua pittura corrisponde pienamente alla sua
sensibilità riservata e commossa. Sono colpita e mi viene spontaneo descrivere
la pittura di Anselmi, specialmente nell’ultima fase, come “pittura
emozionale”. Io credo che tutta la sua opera artistica possa segnare un punto
di svolta, umilmente, in silenzio, in punta di piedi, come in preghiera.
Tuttavia segna una svolta nella nostra modernità, nel tempo che stiamo vivendo.
Si tratta di una intuizione tanto potente quanto innegabile. Nel nostro tempo
di profonda crisi globale e sempre nuovi conflitti, segna una svolta legata
all’assoluta libertà espressiva che lo caratterizza.
Necessità, mistero ed interpretazione della
creatività. Sto pensando a Modigliani, a Tamara De Lempicka, a Frida Kalo.
Qualcosa è cambiato in me quando esco dalla porta
del suo studio, nella parte alta della città. Nella casa accanto abitava mio
marito da bambino. In basso si vede il “grattacielo”, l’ampia scalinata che
scende a Via Del Prione.
Qui, in alto, giunge la brezza del mare, la luce
del Golfo dei Poeti. La Luce azzurra e dorata, diurna e notturna, preziosa,
onnipresente negli infiniti quadri di Federico Anselmi. Per questo artista lo
studio del Colore, del colore Azzurro e
delle sfumature del Blu, del Turchese, dello Smeraldo, dell’Arancio è
ossessivo, vitale, necessario. Le emozioni si rincorrono, è un’arte, la sua,
che arriva diritta al cuore. Sono ferma davanti allo studio ed alla casa dove
mio marito abitava da bambino. Io immagino la sua infanzia sconosciuta per me
in questa città, La Spezia. La città di Anselmi, la nostra città. Si fa strada
nel cuore e nella mente un sentimento di fiducia, di speranza, di raggiunta
serenità o consapevolezza.
L’artista mi ha parlato molto della fase attuale
del suo percorso: i ritratti “onirici”. Nella recente personale presso il
Circolo Ufficiali della Marina Militare della Spezia, dal titolo “Le paure dell’Occidente”
prevalgono questi volti femminili stilizzati in galleria. Le espressioni sono
spesso dolorose o malinconiche, i colori sono scuri, notturni, con fregi in oro
e argento. Sullo sfondo si delineano aspetti tipici di agglomerati urbani
medio-orientali, con minareti e moschee. L’abbigliamento dei personaggi è
inconfondibile con l’uso del mantello, dello “chador” e del turbante. Spesso i
volti femminili stilizzati sono coperti dal velo. Mistero ed interpretazione
sono le parole chiave per queste opere indicibili, indefinibili. Le figure si
succedono in folle accalcate su tele di grandi dimensioni. Sono infiniti volti
di donne senza nome. Infinite opere senza titolo. Il segreto dell’effetto del
colore, attraverso mescolanze, vere e proprie “mestiche” risiede tutto nei
materiali, nelle sostanze usate, nel prodotto finale ottenuto attraverso
procedimenti chimici, “alchemici”.
Il pittore è alchimista del colore. Crea nuovi
colori, nuovi pigmenti.
La stupefacente e vastissima galleria di ritratti
“onirici” evoca figure surreali che mi ricordano tanto Chagall. Anselmi
riconosce e sottolinea nella propria ispirazione alcuni riferimenti all’opera
di Chagall. Anselmi ha molto osservato, amato, studiato Chagall. E come Chagall
confonde colore, luce, realtà e fantasia in una dimensione magica. Ha lasciato
il realismo della giovinezza dietro le spalle, anche se resta parte integrante
e fondamentale del suo percorso. Mi rende partecipe di una sua profonda
riflessione: dalle origini dell’umanità all’attuale crisi planetaria “virtuale”
gli è cara, nello studio delle pitture rupestri, la fantasia di una umanità
primordiale, ancestrale. Da questo punto di partenza si affaccia alla più
attuale modernità, alla proiezione del Sé attraverso innumerevoli
rappresentazioni.
E’ una frammentazione caotica dell’identità,
soffusa di dolore, paura, tenerezza e malinconia orgogliosa, in assoluta
libertà espressiva. C’è molta dolcezza e forza nei colori.
Non muore la Speranza. E’ l’ultima Dea.
L’opera di un artista è indicibile e tuttavia se vi sono parole per
definire la pittura di Federico Anselmi queste parole sono: Libertà, Bellezza,
Complessità, Consapevolezza. Questi sono i fondamenti della sua vasta ed
intensa opera, che costituisce un segno
indelebile nel tempo e nello spazio attraversati dal suo percorso artistico ed
umano.
Donatella Zanello
*Donatella Zanello: è nata a La Spezia
dove vive e lavora. Laureata in Lettere Moderne all’Università degli Studi di
Pisa, è autrice di poesia, narrativa e saggistica. Ha pubblicato otto raccolte
di poesia: “Polvere di Primavera”, “La donna di pietra”, “La
Sognatrice”,”Passiflora”, “Il tempo immutabile”, “Poesie Provenzali”,
“Labirinti”, “Il colore del mare”. Vincitrice di numerosi premi letterari, nel
2015 ha ricevuto il Premio Montale Fuori di Casa Sezione Poeti Liguri per
l’opera poetica. Presente in molte antologie, è membro di giuria in premi
letterari.
Il paesaggio ligure e mediterraneo, il
mare come fonte costante di ispirazione, il viaggio, l’ecologia, la riflessione
filosofica sulla condizione umana, la ricerca spirituale come unico vero
significato dell’esistenza sono i temi fondamentali della sua vasta produzione
poetica.
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