Sezione - Eventi Artistici e Culturali
Ciao Luigi, ancora ti ringrazio tanto per aver onorato con la tua presenza, con la tua voce, Sala Culturale CarGià, nel settembre 2015, in occasione del gemellaggio artistico stretto tra San Terenzo e Filattiera, in cui hai recitato le poesie di Paolo Bertolani.
Per ringraziarmi post evento, mi hai inoltrato questa mail che io ho gelosamente conservata ed ora rendo pubblica, affinchè le tue parole possano ancora giungere a noi tutti per ricordarci come tu mi scrivi che i Poeti non muoiono mai.....ciao Luigi.
...con cuore Ezia
---Messaggio originale----
Da: avv.luigi.camilli@
Data: 07/09/2015 10.01
A: <EziaDiCapua@libero.it>
Ogg: R: SALA CARGIA' RINGRAZIA
un caro abbraccio
luigi
LUIGI CAMILLI |
A poco più di un
mese dalla sua prematura scomparsa oggi, martedì 1 marzo alle 18.00 presso il
Loggiato di Gemmi di via Mazzini a Sarzana, si terrà un ricordo di Luigi
Camilli, avvocato e straordinaria voce narrante delle storie e delle tradizioni
del nostro territorio. Il recital “En po' pù au largo dù doloe” sarà
interamente dedicato alla sua figura e alla sua passione per la cultura e oltre
alla sorella Valentina, a Fiammetta Gemmi, Rossella, Beppe Mecconi ed Egidio
Banti, vedrà anche la partecipazione dei suoi cari amici Corrado, Egildo,
Giorgio, Livio, Massimo, Mauro, Oliviero, Pino, Silvia e “Tofa”.
Il ricordo sarà preceduto da una messa presso la chiesa di San Francesco sempre a Sarzana.
IN RICORDO DI LUIGI CAMILLI
E aloa, cao er me Lüigi, a te vòi salütae con e
paòle d'en poèta che te t'i è 'ite tante vòte e tüte e vòte che te l'è lète t'è
fato vegnie 'r magon ae gente ch'i te stavo a sentie, e paòle d'en poèta che
segondo te - e te gh'avevi razon - i è sta ün di mèi ch'i han scrito en spezin:
'N amigo i s'en è andà
T'èi sortì sensa manco salütàe,
come 'n pünta de pe; d'entorno aa tòa
a semo 'restà 'nseme, come aloa,
come se te te füssi per tornae.
Quant'avemo 'spetà! L'è vegnü sea,
pòi l'è chinà na nòte sensa lüna,
a contàvimo e oe, üna pe' üna,
come i brindèli de na stòia vea.
La gh'è remasto 'n libro 'n sima aa tòa
con l'orlo de na pagina cigà,
i paa 'n descorso troncà li, a metà,
come se sguara o sómio de na fòa.
La m'è parsü a te voze de sentie,
o te passo che adazo i s'alüntàna,
ma la svanissa questa voze ümàna
mentre la rèsta ancoa tanto da die.
T'èi sortì sensa manco salütàe
coo soriso 'nt'a facia senpre alegra,
t'è lassà chi a bereta gianca e negra
come se te dovessi aretornae.
La ven scüo, china adazo n'àotra sea
üguàle, coe se stele, coi se somi,
con l'etèrno doloe de tüti i òmi
ch'i spèto de renasse a primavea
Tino Barsotti
Pier Giorgio Cavallini, La Spezia, 2 febbraio 2016.
"Dire che sono sempre i migliori ad
andarsene è una banalità, ma dire che i migliori se ne vanno troppo presto è un
dato di fatto, e sicuramente lo è nel caso specifico dell'Avvocato Luigi
Camilli, per lo meno per quanto riguarda tutte le iniziative che avevamo
avviato e che dovevamo continuare a portare avanti assieme (fra tutte, un corso
di dialetto spezzino su Teleliguria Sud, con Camilli nella sua naturale veste
di lettore)". Inizia così il ricordo di Pier Giorgio Cavallini
dell'avvocato e grande uomo di cultura scomparso quest'oggi dopo una lunga
malattia.
"Ho conosciuto Luigi Camilli diversi anni fa
- racconta - nell'àmbito delle manifestazioni del premio di poesia dialettale
Bèla Spèza, quando dava prova delle sue ineguagliate ed ineguagliabili doti di
"lettore" delle poesie finaliste. Ma il verbo "leggere",
riferito a Camilli, è riduttivo, come lo è il verbo "recitare":
Camilli "interpretava" (del resto, e a buon diritto, si definiva
attore), Camilli "porgeva", nel senso pregnante del significato antico
di questo verbo, che implica la partecipazione completa del corpo e della mente
all'atto recitativo. La nostra è stata stima reciproca a prima vista, una stima
che nel corso degli anni ha dato luogo ad una proficua collaborazione
divenendo, di pari passo, amicizia. Camilli credeva nell'importanza
dell'attore, del poeta, per la conservazione delle nostre radici, del nostro
patrimonio culturale, e lo faceva esprimendo al meglio la parte ludica, mentre
io, mentalità più scientifica e meno prona agli entusiasmi, mi occupavo della
parte storico-linguistica degli argomenti che trattavamo. Camilli era convinto
che i giovani potessero essere riattratti verso le loro origini semplicemente
interessandoli, ed è ciò che abbiamo fatto in occasione delle nostre lezioni
(ma più che di "lezioni" è meglio parlare di
"conversazioni") agli alunni delle scuole spezzine a margine della
pubblicazione del dizionario spezzino da parte del quotidiano "La
Nazione". Camilli ha organizzato - con gli amici Egildo Simeone e Livio Bernardini,
e con il "vate" dialettale di Sarzana Massimo Pesucci - numerosi
spettacoli, sfruttando la versatilità del suo ingegno e quella della sua voce
nel riprodurre le parlate dialettali dell'intera Lunigiana Storica. Come non
ricordare Creuza de mà, Il salto dell'acciuga, la Via Dantis, le varie
interpretazioni di Paolo Bertolani (il suo poeta preferito). Ma Camilli era
anche un prezioso interprete di Dante. Mi piace ricordarlo affacciato alla
finestra della Casa di Dante a Firenze mentre recita ("urlando come un
matto", com'era solito dire, sorridendo) i versi del Sommo Poeta. E questa
sua versatilità si manifestava non solo sul palcoscenico (che fosse di tavole o
una strada di paese), ma anche nella vita privata. Amava, infatti, dire, di sé
a son de bòsco e de brüghea, ovvero che sapeva adattarsi sia alle situazioni
ufficiali (non dimentichiamo che era un penalista ed un civilista valido ed
apprezzato), dov'era uso presentarsi inappuntabile con giacca e papillon, sia a
quelle informali, a contatto con una realtà più popolare, magari davanti a una
mezeta de fainà e ad un buon gòto de gianco. Camilli - come me - detestava
l'urlo e la corsa della vita moderna, amava il silenzio, le lunghe pause di
riflessione, amava la vita semplice, non condizionata dalla mania digitale.
Amava il suo paese, Montemarcello, dove si muoveva come se fosse nel salotto di
casa. Amava la Val di Vara, dove aveva trascorso gli anni dell'infanzia con la
madre insegnante elementare. Io e Luigi, tranne nelle occasioni più che ufficiali,
parlavamo in dialetto, ci scrivevamo in dialetto, io in spezzino cruscante, lui
in un pittoresco misto di spezzino, sarzanese, lericino e montemarcellese, che
dava alla sua espressione un tocco di personalità e in ultima analisi
rispecchiava l'ansia di fare, di conoscere, di sapere tutto ciò che si poteva
fare, conoscere e sapere nel campo delle nostre tradizioni materiali e
linguistiche".
'N amigo i s'en è andà
T'èi sortì sensa manco salütàe,
come 'n pünta de pe; d'entorno aa tòa
a semo 'restà 'nseme, come aloa,
come se te te füssi per tornae.
Quant'avemo 'spetà! L'è vegnü sea,
pòi l'è chinà na nòte sensa lüna,
a contàvimo e oe, üna pe' üna,
come i brindèli de na stòia vea.
La gh'è remasto 'n libro 'n sima aa tòa
con l'orlo de na pagina cigà,
i paa 'n descorso troncà li, a metà,
come se sguara o sómio de na fòa.
La m'è parsü a te voze de sentie,
o te passo che adazo i s'alüntàna,
ma la svanissa questa voze ümàna
mentre la rèsta ancoa tanto da die.
T'èi sortì sensa manco salütàe
coo soriso 'nt'a facia senpre alegra,
t'è lassà chi a bereta gianca e negra
come se te dovessi aretornae.
La ven scüo, china adazo n'àotra sea
üguàle, coe se stele, coi se somi,
con l'etèrno doloe de tüti i òmi
ch'i spèto de renasse a primavea
Tino Barsotti
Pier Giorgio Cavallini, La Spezia, 2 febbraio 2016.
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