lunedì 24 settembre 2018

CORO LIRICO LASPEZIA: "CAVALLERIA RUSTICANA" A CARPINETI - RE- foto di Vincenzo Moneta

Sala Culturale CarGià - Promozione Artistica 2018
Sezione - CORO LIRICO LA SPEZIA



















Vincenzo Moneta
messaggero dell' "Occulto" (1).


1) . Una cosa è "occulta" quando non è percepibile ai sensi ordinari. Ad esempio i campi elettromagnetici che ci circondano nello spazio e nel tempo sono "occulti" in quanto noi possiamo enucleare le loro manifestazioni solo tramite opportuni utilizzatori. Così gli oggetti che sono al di là della parete che mi sta di fronte, sono per me "occulti" in quanto non posso vederli.
L'accezione di occulto usata in questa breve recensione riguarda però altri "oggetti".
Questi oggetti sono specificamente appartenenti all'interiorità dell'Autore che se ne fa "messaggero" in quanto li estrinseca nella sua attività artistica.

Non è possibile, a nostro avviso, interpretare il lavoro di Vincenzo Moneta senza inquadrarlo nella prospettiva di una Teoria della
Conoscenza.
Si vuole qui alludere ad una Teoria omnicomprensiva dell'attività e dell'essere dell'uomo.
Con l'avvento dello Strutturalismo è divenuto possibile intraprendere l'impresa di analisi dell'attività artistica dovendo però anche tale approccio sottostare all'egida di una più vasta, coerente e completa concezione
(del resto l'Autore stesso, come vedremo, pone fra i suoi temi ispirativi centrali, la conoscenza).
La teoria della conoscenza cui facciamo riferimento risale, nella sua formulazione filosofica, ai primi del 900 ed è stata concepita per spiegare, interpretare e meglio definire l'attività umana da Galileo Galilei in poi.
Come il lettore attento e spregiudicato (ed anche dotato di notevole capacità deduttivo-induttiva) potrà constatare, i seguenti cenni di tale teoria, se giustamente interpretati ed estrapolati sono esaustivi per ogni tipo di conoscenza parziale.
(Nota: dicendo "da Galileo Galilei in poi" non si intende naturalmente che tale teoria non abbraccia anche periodi storici antecedenti, ma semplicemente che, in un'ottica evolutiva dell'essere umano e soprattutto della coscienza umana i contenuti suddetti si applicano meglio da Francesco Bacone in poi.)



E’ concesso l’utilizzo di testi e immagini ai soli fini di studio citando sia l’Autore che il Blog di Sala Culturale CarGià come fonte insieme al relativo link © Sala Culturale CarGià http://salacargia.blogspot.itRingrazio sentitamente Ezia Di Capua
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Elementi di Teoria della Conoscenza.

Ovunque l'uomo rivolga i suoi organi percettivi sensibili (i cinque sensi),
egli ne riceve "impressioni" instantaneamente prive di ogni attributo concettuale o di pensiero.
Questa sorta di percezione pura è normalmente sconosciuta in quanto l'"arrivo" della determinazione concettuale è subitaneo all'azione che il mondo esterno esercita sui sensi.
L'uomo può sempre rendersi conto (fare l'esperienza) di ciò, anche tramite tecniche interiori appositamente elaborate allo scopo.
Queste tecniche, evidentemente mentali, tendono a rendere molto più cosciente la dinamica di giustapposizione fra PERCETTO e CONCETTO.
Tanto per fare un paragone illustre possiamo citare uno, e il più usato,
atteggiamento fondazionale della matematica: la Teoria degli Insiemi.
Questa teoria prevede un insieme vuoto (corrispondente alla nostra percezione pura) che non appena "inizia" a riempirsi di elementi è passibile di "ricevere" relazioni tra questi elementi (corrispondendo la relazione alla nostra determinazione concettuale).
Abbiamo, come schema strutturale "cosmico":
1) il mondo esterno; 2) l'uomo conoscente (Io); 3) il mondo interno.

L'essenza e l'opera di Vincenzo Moneta.

Accingiamoci ora, dopo le suscritte brevi premesse, alla non facile analisi del lavoro dell'Autore.
Una definizione rigorosa della sua opera dovrebbe comprendere vari campi dell'attività umana: la regia cinematografica; quella teatrale; la fotografia a vario soggetto; l'animazione e, con valenze meno appariscenti, l'antropologia culturale; la pedagogia e la teoria del simbolo.
Ognuna di queste attività è responsabile della formazione interiore e della maturazione di Vincenzo Moneta.
Sono noti i suoi viaggi intorno al mondo, più o meno consciamente svolti al fine di raccogliere percetti.
L'attività concettuale-creativa si arricchiva ogni volta di molteplici valori e contenuti che poi l'A. riportava nei suoi lavori.
Soprattutto il contatto con i resti di civiltà e tradizioni antichissime ha risvegliato in lui il desiderio di riproporre, sotto altre forme, tali contenuti.
2
Non passeremo qui in rassegna la già vasta produzione, limitandoci ad
un discorso panoramico nel quale però emergano gli aspetti salienti.
Come già accennato un tema cardine dei lavori di Vincenzo Moneta è
la conoscenza: cosa si intende con ciò?
Prima di poter parlare di una cosa, questa cosa va conosciuta realizzando l'unione di percezione e concetto.
Non v'è dubbio, che la sola percezione della cosa non ce la fa conoscere: alla pura percezione la cosa appare...priva di ogni qualificazione, di ogni attributo, insomma, una "cosa".
Neanche il solo concetto di una cosa ci dà la conoscenza di essa!
Il concetto, infatti, essendo una pura determinazione di pensiero deve sorgere "riempito" di un qualche contenuto, altrimenti è astratto.
Ma come può un'astrazione darci la completa realtà della cosa?
Abbiamo visto, dunque, che solo quando il concetto si determina "nella" cosa abbiamo oltre alla conoscenza totale della cosa anche la soluzione, nell'unità, dell'eterno dualismo Spirito-Materia.
Vincenzo Moneta usa, più o meno consapevolmente, questo approccio conoscitivo. Parlando con lui si può constatare, indirettamente, un ricchissimo mondo interiore che, paradossalmente, è costituito da
"coagulazioni emotive" che d'ora in avanti denomineremo con C.E.
Queste C.E. "sono" simboli. Spiegandoci: non v'è percezione del concetto (o dell'idea) in Vincenzo Moneta, per cui la parte preponderante della sua "zona" cosciente è la zona emotiva.
Questa parte della personalità è costituita da nuclei emotivi i contenuti dei quali assumono la significazione di simbolo.
Il simbolo, infatti, è un punto cardine della sua espressività: senza dubbio il più importante.
La dinamica creativa dell'A. si svolge, dunque, secondo questo schema di massima:
1) Viene percepito, dal mondo esterno, uno stimolo di qualsiasi natura e scatta l'attività rappresentativa (poco, o addirittura per nulla percepita).
2) Tale attività sollecita la zona emotiva (che nell'A. è la più cosciente perché meglio percepita).
3) L'"emozione" che deriva da questa interazione pensare-sentire fa
scattare l'attività volitiva.
La genialità di Vincenzo Moneta risiede, dunque, nella zona emozionale.
Le suddette C.E. hanno spinto l'A. verso il Teatro dell'Essere (T.E.).
Quest'ultima è una forma espressiva "totalizzante". Vorremmo, ora, spiegarci.
Il teatro tradizionale impone la dicotomia attore-spettatore come due
"classi" "disgiunte" di persone: una attiva (attori), l'altra passiva: che
a-spetta (spettatori).
In questo dualistico aspetto dell'attività espressiva teatrale, l'"Essere",
come attributo, qualificazione, ed anche specificazione di ciò che manifestamente si va rappresentando, come "archetipo" unitario del testo, non compare.
Dobbiamo per forza tornare al primordiale dualismo percezione-pensiero per trovarvi la sorprendente analogia con il "dualismo teatrale" suddetto: lo spettatore sostanzialmente "percepisce"; l'attore, interpretando, "pensa".
Il T.E., fonde, amalgama le due classi suddette realizzando l'Essere
(Io):l'Unità.
Realizzando l'E., realizza la parte inconscia ma libera dell'uomo: la sorgente della Libertà!

Andando
ovunque: messaggio d'Amore.
Medievali menestrelli, messaggio d'Amore.
Enormi masse per vie
muovono
verso di Te.
L'Uno ti accompagni
cosciente se interiori circoli
o fuoco
di streghe
ed acque lunari
da vite ti ricordi!
Ricordi?
Ricorda!!
Max Ghilardi
S. Lorenzo a Vaccoli - 25 giugno 1990 ore 15.50

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