venerdì 8 novembre 2013

MUSEO DIOCESANO LA SPEZIA: MOSTRA DEDICATA A GUGLIELMO CARRO - INTERVENTO INTRODUTTIVO DEL CRITICO VALERIO P. CREMOLINI

Giovedì pomeriggio alla presenza del prefetto Giuseppe Forlani, del vescovo monsignor Luigi Ernesto Palletti, dell’assessore alla Cultura Diego Del Prato e di tantissimi concittadini è stata inaugurata al Museo Diocesano della Spezia la mostra dedicata allo scultore Guglielmo Carro (1913-2001) nel centenario della nascita. Proponiamo di seguito l’intervento introduttivo del critico Valerio P.Cremolini.

In questo tempo di guida pastorale della diocesi spezzina,
rev.mo vescovo,Ella avrà certamente ammirato le non
Museo Diocesano
IlVescovo monsignor Luigi Ernesto Palletti, 
il prefetto Giuseppe Forlani,

l’assessore alla Cultura Diego Del Prato 

poche opere d’arte custodite nelle chiese della provincia. In parte sono state realizzate da ottimi artisti di provenienza locale. Questa vasta fioritura di opere conferma come il dialogo fra la chiesa e gli artisti, tema tanto caro ed in più occasioni avvalorato da significativi documenti di pontefici del nostro tempo, si sia efficacemente concretizzato anche nel nostro territorio, rendendo, con le parole dell’indimenticabile Giovanni Paolo IIanche un servizio sociale qualificato a vantaggio del bene comune”.
Scorrere le numerose pagine che compongono, in particolare, la storia della scultura spezzina ci si rende conto come essa non sia caratterizzata da episodi effimeri e di scarsa rilevanza estetica. Al contrario, si è chiamati a confrontarci con una vera e propria scuola, scandita dal protagonismo di autorevoli artisti.

È noto il ruolo che hanno avuto Angiolo Del Santo ed Enrico Carmassi (quando una doverosa mostra?) e come i loro insegnamenti abbiano giovato ai frequentatori dei loro studi. Non aggiungo nulla di nuovo nel ripetere i nomi di Augusto Magli, Italo Bernardini, Arduino Ambrosini, Carlo Giovannoni, quello della meno nota Pineta Giachino, la quale in un suo denso e commovente scritto dedicato a Del Santo, immediatamente dopo la sua scomparsa, affermava che “chi ha studiato con Del Santo può vantarsi di saper disegnare”. Ed ancora Rino Mordacci, la cui testimonianza   artistica abbiamo rivisitato di recente, al Diocesano, in tre successive mostre, Guglielmo Carro, di cui diremo, ed Ebrefe Marconi.
Guglielmo Carro
Cristo a Cafarnao 1965-1966
Nei giorni scorsi è mancato a Genova, città in cui risiedeva, il professor Franco Sborgi, ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Genova, figura di notevole spessore culturale ed umano, che, come ha scritto Marzia Ratti in un condivisibile ed affettuoso messaggio di cordoglio,“ha contribuito a far conoscere e valorizzare il patrimonio culturale delle città liguri, di Genova e della Spezia in particolare”. Ebbene, nel suo documentato e fondamentale volume sulla “Scultura in Liguria nel Novecento”, Sborgi ha  dedicato più pagine alle figure che tanto prestigio hanno arrecato alla scultura ligure e non solo. Tra di esse non ha omesso il nostro Guglielmo Carro, che con don Cesare Giani, Fabrizio Mismas, Pierluigi Acerbi e Gianluca Carro, abbiamo voluto ricordare con un, a nostro avviso, persuasivo omaggio espositivo nel centenario della nascita.

La retrospettiva, il cui allestimento è stato condizionato dalle caratteristiche dello spazio a disposizione, propone sculture, alcuni dipinti, ed una nutrita e convincente serie di lavori grafici, dai quali si evince l’importanza attribuita dallo scultore al disegno, che per molti studiosi del lontano passato ed anche del presente è considerato a ragione un esercizio che precede sia la pittura che la scultura.
Guglielmo Carro
Portale S.Maria Assunta 1999
Quattro sculture, “Madonna con Bambino”, “I Santiquattro coronati”, la formella dedicata  a “S.Antonio Maria Gianelli”, emblematicamente rappresentativa della pluridecennale e complessa vicenda legata alla realizzazione del portale che nel 1999 è stato collocato nella vicina chiesa abbaziale  di Santa Maria Assunta ed un pregevole bozzetto in plastilina del medesimo portale, è la prima volta che sono comprese in una mostra di Carro. Così, per la prima volta, sono esposti lavori grafici, che esemplificano tecniche diverse e con esse la versatilità dell’artista.
Potrete ammirare “Fantasia”, esposta nel 1956 nella III Mostra della Grafica di Costume, nell’ambito dell’VIII Premio nazionale di Pittura “Golfo della Spezia”. Un dipinto del 1949 richiama la partecipazione di Carro al “Gruppo dei Sette” e la sua temporanea attenzione alla ricerca astratta. Si pone come prologo di questa mostra il bassorilievo “Cristo a Cafarnao”, riferito agli anni 1965-66 che accoglie i visitatori del Museo Diocesano fin dalla sua apertura.
Evito di indugiare sulle note biografiche e sulle più importanti mostre di Guglielmo Carro che sono state sinteticamente riportate nel pieghevole che accompagna questa retrospettiva, così non mi soffermo sull’elenco delle numerose sculture dell’artista custodite in sedi pubbliche, collezioni private e in chiese cittadine.
Nell’organizzare questo incontro e per avvalorare  ulteriormente l’opera di Carro e meglio conoscere l’uomo e l’artista abbiamo  ritenuto di proporre una conferenza che avrà luogo Venerdì  15 novembre, alle ore 17.30, sempre al Museo Diocesano e che avrà come relatore il professore Fabrizio Mismas, che di Carro è stato collega al Liceo artistico di Carrara,  collega in quanto lui stesso stimatissimo scultore, ed assiduo frequentatore del suo studio. Un vero amico di Carro.

Permettetemi, nella fase conclusiva di questa breve introduzione alla mostra, di esprimere alcune rapide considerazioni  sullo scultore.
Guglielmo Carro
Ho scritto e lo ribadisco che Carro non è un artista locale. La sua opera, sostenuta da una ricca cultura, che spazia dal Trecento sino alle innovative soluzioni plastiche del secolo scorso, dialoga con quella di esimi colleghi suoi contemporanei. Con una prodigiosa modellazione leggera, rapida e sintetica Carro ha interpretato con uguale partecipazione sia temi sacri sia altri di diverso contenuto.
 I ritratti, sottolineati dalla pienezza della forma, rivelano la verità delle persone.
Egli, infatti, si ritrova nei suoi lavori, che compongono un catalogo non sterminato, bensì volutamente contenuto. Tutto di alta qualità espressiva ed estetica.
Ho conosciuto Carro come persona schiva, incapace di emulare né di ostentare; un uomo dotato di straordinaria sensibilità e di non comune semplicità. Talvolta esprimeva ruvidezza, ma era commovente la sua docilità. Privilegiava il dubbio alla ingannevole certezza. Ritengo che soffrisse durante il processo formativo dell’opera, esternando comunque una magistrale sapienza esecutiva.
Qualche parola, infine, su Carro e il sacro.
Il suo è un atteggiamento fortemente riflessivo, che traguardava un ordine, una misura, una autonomia stilistica. In molti lavori si toccano davvero con mano sentimenti di una religiosità mai scontata.
Per sviluppare plasticamente i temi della pietà e dell'amore non occorrono solo nozioni tecniche,
ma una sincera ansia di assoluto che si coglie, ad esempio, nel portale in bronzo di S. Maria Assunta. Ma non solo.
È un'opera che trasmette una eloquente carica meditativa sull’esistenza umana, esaltata dalle virtù della fede e della carità. Si addice a Carro un pensiero dello scultore Pericle Fazzini a commento della grandiosa Resurrezione collocata in Vaticano nell'aula Paolo VI.
Desidero ripeterlo:”Questa scultura - dichiarava l'artista ascolano – è stata per me una grande preghiera conscia ed inconscia. Ogni giorno lavoravo come se qualcuno sopra di me guidasse la mia mano e il mio cervello perché potessi raggiungere il cielo”.
Anche Carro, mentre modellava, ricercando non senza fatica la sua idea di perfezione consciamente o inconsciamente pregava.

Valerio P.Cremolini


Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...