San Terenzo è più smagliante che mai e comincia ad affollarsi di gente dato l'inizio della bella stagione.
Un detto di altri tempi recita così: "Vedi Napoli e poi muori"
Nessuno allora penso che vorrebbe andare a Napoli e solo chi non crede quanto dice il detto e non crederà mai ai detti, va senz'altro a vedere le bellezze partenopee ma forse il turista preferirebbe venire a San Terenzo e non tanto per la limpidezza del cielo ma senz'altro per il suo mare che da sempre, Shelley insegna, bagna il Golfo più bello del mondo e il campanilismo ora è fuori discussione.
A San Terenzo in una salitella quasi sempre affollata per il suo passaggio che è un transito da una strada a un'altra che sono, una che viene e l'altra che va alla strada principale dal Muggiano mena in quel di Lerici di cui San Terenzo è frazione, si trova la Galleria CarGià di Ezia Di Capua e che Ezia dirige con facilità e tanto amore e non perchè e piccola ma perchè è bellissima e perchè sopra ogni cosa c'è tutto il ricordo della sua mamma Carla Gallerini da non molto scomparsa. E poi perchè Ezia ha un tutto particolare afflato con l'arte (anche lei è una valida pittrice).
La CarGià ospita ora la bella pittura di Rosella Balsano che tra figure muliebri e paesaggi gioca bellissimamente con una attività d'arte che si incanta nella pittura e fa incantare l'osservatore.
Senza ogni alcun dubbio l'impegno nel dipingere ha per Rosella una funzione straordinaria di sollievo di vista e conosciuta la visione artistica dell'oggi immediato che p'are trastullarsi nel gioco fugace di forme di linee e di colori che non sogliono trarre beneficio dalla nostra tradizione, anche perchè è più facile tradizionarvisi
Rosella Balsano come è dato di vedere osservando la sua opera, si attiene alla realtà gia di per se popolare e questa sua arte vuol essere quindi una bella lezione di accettazione di questa realtà che vale anche come concigliazione tra molteplici interessi artistici che si muovono tra le pieghe dell'arte.
E' pur vero che l'arte di oggi non conserva, forse è preferibile dire non vuole conservare, quella documentazione che viene dal popolare. Essa si aggiudica il diritto, si fa per dire, di appropriarsi di una sua pseudo realtà immaginativa e ciò comunque, di consguenza, conduce questa sua arte a una certa realtà vuoi geometrica vuoi insostanzialmente più cromatica.
Ma Rosella fa spallucce come si suol dire e continua imperterrita a dipingere in questa sua tradizione tra il popolare e il primitivo inteso quest'ultimo nel senso più artistico della parola.
Alla Galleria CarGià di San Terenzo possiamo vedere paesaggi e figure.
La fenomenologia del vedere non rientra in certe complicazioni come fu per esempio per Van Gogh, ne diventa problema autonomo e suggestivo come possiamo attenderci osservando l'opera di Piet Mondrian e quindi la conseguente astrazione.
Però Rosella una specie di fenomenologia, specie nelle figure, la possiamo riscontrare. Siamo qui nell'ambito della pura forma soggetta a una certa simbiosi con un determinato espressionismo ma che qui è meramente soggettivo.
Dice bene a proposito Lugi Coluccia, lo sentiremo, intanto osserviamole queste figure e specialmente questo nudo di ragazza quasi in bianco e nero. Le proporzioni sono perfette come perfetta è l'anatomia e nel suo complesso non dobbiamo trascurare come la nostra Rosella percepisce la bellezza, intendo quella dell'Arte, e la sua poetica che non risulta indifferente a una certa sensualità concezione che viene a giustificarsi nel confronto con il paesaggio più libero, e vero, ma da osservare sempre con uno sguardo carezzevole.
Il paesaggio di Rosella va inteso nella sua tipica qualità di messaggio pittorico che non vuole scalzare l'antica gerarchia del soggetto, ma in essa si adagia concludendosi, per la nostra artista, in chiave più moderna ma restando per sua fortuna implicata in quei valori di cui si circonda l'arte tutta e che sono la forma il colore il contenuto dal sempre della tradizione.
Delicati i toni, suggestiva la prospettiva la dove si trova, ottimo il rapporto tra gli spazzi, suggestivi ancora i toni cromatici.
Sono paesaggi che si lasciano osservare perchè non privati di immagini che sono proprie di quell'arte che tende a godere dell'intensità dei colori e delle forme sia pur quest'ultime di Rosella più sentimentali che di robusta concezione.
Adesso ci spiega bene il tutto il Professor Luigi Coluccia e anche Emanuele Fresco che èSindaco a Lerici.
Ascoltiamoli entrambi e tiriamone le debite conclusioni ritornando con il pensiero alle opere della nostra brava artista che qui dalle pareti della CarGià sorridono festose alla vita.
Belle parole di Coluccia e di Fresco Sindaco a Lerici che ha reso omaggio alla mamma di Ezia Di Capua Signora Carla Gallerini che tanto ha fatto per questo bel Paesino, questa nostra San Terenzo il cui nome è squisitamente leggendario.
Ma vediamo ancora queste opere di Rosella e lasciamoci trasportare da queste vedute a dalla musica in un mondo dilettevole e deliziosamente silenzioso.
Professor Franco Ortis
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