sabato 24 giugno 2017

LUCA BINI "Anime Astratte" RECENSIONE A CURA DI EZIA DI CAPUA

Sala Culturale CarGià - Promozione Artistica 2017
Sezione - Recensioni








Luca Bini “ Anime Astratte “ 
Sala Culturale CarGià 24 - 30 giugno 
Curatrice Ezia Di Capua

“ Anime Astratte “  Recensione a cura di Ezia Di Capua

La fotografia astratta, concettuale e direi anche quella surreale sono, per come le sente Luca Bini, il tentativo di allontanare il più possibile l'osservatore dal soggetto ritratto per portarlo in un mondo immateriale, poetico, un mondo che risiede nella sua mente, negli strati della sua formazione e cultura, nelle sue prospettive e visioni del mondo.
Questo risultato può essere ottenuto in numerosi modi, combinando tra loro vari tipi di tecniche, stili e, infine, definizioni di fotografia.
In linea di massima collocherei la ricerca di Bini nell'ambito della sperimentazione, dell'astrattismo, di ciò che segue a movimenti come il futurismo, dadaismo.
In teoria si potrebbe affermare che la fotografia astratta non esiste, perché il fotografo registra comunque una realtà: è il pensiero del fotografo che è astratto”: questa è  un’affermazione del maestro Franco Fontana e, in effetti è così: con le fotocamere si registra sempre qualcosa che esiste: l’astrazione è creata nella e con la mente dell’autore.
In effetti Bini attraverso la sua fotografia astratta non  rappresenta la realtà , bensì rappresenta ciò che si trova nella sua mente attraverso la realtà che gli e di fronte. Con la fotografia astratta si libera della necessità di riprodurre un oggetto, e usa ciò che si trova di fronte all’obiettivo solo come un elemento grafico puro da inserire in una composizione.
Per realizzare queste metamorfosi occorrono delle capacità, un occhio in grado di scomporre la realtà, di guardare al di là degli oggetti e del loro significato, di individuare i rapporti tra le forme, le geometrie, i colori, le luci e le ombre, la capacità di usare la fotocamera per trasmettere quello che la nostra mente ha visualizzato e soprattutto bisogna avere un “occhio fotografico”, occorre conoscere criteri geometrici e la teoria dei colori  delle ombre e dei riflessi per realizzare composizioni di questo livello.
Meglio di quanto non possa fare una fotografia descrittiva, con la fotografia astratta, Bini rende direttamente allo sguardo la sua vera esperienza della realtà, la quale è per lo più inspiegabile, imprevista e  misteriosa.
Si afferma attraverso questa mostra,  una forma di sensibilità volta non solo a mettere in evidenza la soggettività dell’artista nei riguardi del tema del suo lavoro, ma anche la volontà di indagare i codici stessi dell’arte e del suo stesso farsi, sia in senso concettuale sia gestuale che mediante una visione onirica degli oggetti.
Bene interpretati il rapporto luce-ombra, il punto di vista, il colore e soprattutto una notevole creatività e fantasia avvicinano la fotografia di Luca Bini, anche in virtù della perdita di riferimento con la realtà, alla pittura.

Ezia Di Capua  Curatore della Mostra
Sala CarGià 24 giugno 2017
                                                                                                                                                                     
SALA CULTURALE CARGIA’

VIA ANGELO TROGU,54
SAN TERENZO
PER INFO: 348 – 8964150
RECENSIONE PUBBLICATA ONLINE
LA GAZZETTA DELLA SPEZIA

CITTA' DELLA SPEZIA 




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