Sezione - Recensioni
Luca Bini “ Anime Astratte “
Sala Culturale CarGià 24 - 30 giugno
Curatrice Ezia Di Capua
“ Anime Astratte
“ Recensione a cura di Ezia Di Capua
La fotografia astratta, concettuale e direi
anche quella surreale sono, per come le sente Luca Bini, il tentativo di
allontanare il più possibile l'osservatore dal soggetto ritratto per portarlo
in un mondo immateriale, poetico, un mondo che risiede nella sua mente, negli
strati della sua formazione e cultura, nelle sue prospettive e visioni del
mondo.
Questo risultato può essere ottenuto in numerosi modi, combinando tra loro vari
tipi di tecniche, stili e, infine, definizioni di fotografia.
In linea di massima collocherei la ricerca
di Bini nell'ambito della sperimentazione, dell'astrattismo, di ciò che segue a
movimenti come il futurismo, dadaismo.
In teoria si potrebbe affermare che la
fotografia astratta non esiste, perché il fotografo registra comunque una
realtà: è il pensiero del fotografo che è astratto”: questa è un’affermazione del maestro Franco Fontana e,
in effetti è così: con le fotocamere si registra sempre qualcosa che esiste:
l’astrazione è creata nella e con la mente dell’autore.
In effetti Bini attraverso la sua
fotografia astratta non rappresenta la
realtà , bensì rappresenta ciò che si trova nella sua
mente attraverso la realtà che gli e di fronte. Con la
fotografia astratta si libera della necessità di riprodurre un oggetto, e usa
ciò che si trova di fronte all’obiettivo solo come un elemento grafico puro da
inserire in una composizione.
Per realizzare queste metamorfosi occorrono
delle capacità, un occhio in grado di scomporre la realtà, di guardare al di là
degli oggetti e del loro significato, di individuare i rapporti tra le forme,
le geometrie, i colori, le luci e le ombre, la capacità di usare la fotocamera
per trasmettere quello che la nostra mente ha visualizzato e soprattutto
bisogna avere un “occhio fotografico”, occorre conoscere criteri geometrici e
la teoria dei colori delle ombre e dei
riflessi per realizzare composizioni di questo livello.
Meglio di quanto non possa fare una
fotografia descrittiva, con la fotografia astratta, Bini rende direttamente
allo sguardo la sua vera esperienza della realtà, la quale è per lo più inspiegabile,
imprevista e misteriosa.
Si afferma attraverso questa mostra, una forma di sensibilità volta non solo a
mettere in evidenza la soggettività dell’artista nei riguardi del tema del suo
lavoro, ma anche la volontà di indagare i codici stessi dell’arte e del suo
stesso farsi, sia in senso concettuale sia gestuale che mediante una visione onirica
degli oggetti.
Bene interpretati il rapporto luce-ombra,
il punto di vista, il colore e soprattutto una notevole creatività e fantasia avvicinano
la fotografia di Luca Bini, anche in virtù della perdita di riferimento con la
realtà, alla pittura.
Ezia Di Capua Curatore della Mostra
Sala CarGià 24 giugno 2017
SALA CULTURALE CARGIA’
VIA ANGELO TROGU,54
SAN TERENZO
PER INFO: 348 – 8964150
RECENSIONE PUBBLICATA ONLINELA GAZZETTA DELLA SPEZIA
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