giovedì 13 aprile 2017

ERIK SAGLIA, REALIZZA LE SCENE DELL’OPERA MACBETH - TEATRO CIVICO DELLA SPEZIA – 22 APRILE – INTERVISTA A CURA DI EZIA DI CAPUA

Sala Culturale CarGià - Promozione Artistica 2017
Sezione - CORO LIRICO LA SPEZIA
Opera di Erik Saglia
La ricerca di Erik Saglia da una parte è legata alla tradizione artistica italiana della seconda metà del Novecento, dall’altra la supera e per certi versi la rinnova. La metodicità con cui si dedica alla costruzione della superficie dei suoi lavori è bilanciata dalla leggerezza dei segni sottostanti, leggeri camouflage realizzati con vernici spray.  C’è anche qualcosa di tipicamente torinese nei suoi lavori, forse nelle griglie che ricordano in modo diretto la struttura topografica della città, le sue vie che si intersecano immancabilmente ad angolo retto, la struttura rigida a cardo e decumano che filtra e maschera i suoi mille movimenti sotterranei.

Erik Saglia realizza le scene di “Macbeth”, opera su musica di Giuseppe Verdi che andrà in scena in scena  sabato 22 aprile, al Teatro Civico della Spezia, mi ha concesso in esclusiva per Sala Culturale CarGià l’intervista di seguito pubblicata che verrà estesa solo parzialmente ai quotidiani on line.
Lo ringrazio moltissimo per la sua amicizia, e  contraccambiando stima e simpatia  la saluto caramente anche a nome di tutti i lettori.
Ezia Di Capua

Erik sei un pittore, nelle  tue opere apprezziamo un lavoro basato sull’iterazione di gesti precisi e calcolati, la conoscenza dei materiali data dall’esperienza e una buona concentrazione.
Solitamente utilizzi “griglie”, nastro adesivo, vernici spray. Come possiamo immaginare le scene dell’opera Macbeth?.

Le scene realizzate per il Macbeth sono dei moduli componibili che si muoveranno, fluttueranno e abiteranno il palcoscenico, ridisegnandolo e ridefinendolo ogni volta. Il Macbeth è un’ opera molto complessa, quattro atti con almeno due cambi scena per ogni atto. Questo mi ha portato a pensare e immaginare la scenografia come un’ entità viva, in continuo movimento, che possa costruirsi e decostruirsi creando sempre composizioni diverse che interagiscano con lo spettacolo e con i cantanti. Le scene dovranno sorprendere e far spaziare la mente del pubblico. Vorrei che venissero percepite come intuizioni.

Ci vuoi parlare del tuo modo di fare arte e dell’incontro della stessa con il palcoscenico?
Tendenzialemente, nel mio lavoro le opere sono a gruppi o a serie, e hanno tra loro una forte comunanza formale compositiva, priva di narrazione. Mi è capitato di dover realizzare mostre nelle quali c’era bisogno di creare una costante tensione tra le opere e lo spazio, per realizzare un'unica opera che potesse essere vissuta come un’ esperienza, come una pausa meditativa dal pubblico.
L’ incontro con il palcoscenico è stato differente, ogni scena è un quadro diverso non appartenente alla stessa serie, che si differenzia dal precedente per necessità narrative, mantenendo comunque una propria tensione e una propria composizione.
Sto vivendo la scenografia come un mio quadro, mi avvicino, ci entro dentro, disegno, cancello, costruisco, decostruisco, mi allontano, guardo  e ritorno dentro, fino a quando tutto non è bilanciato e coerente.

C’è un artista al quale ti ispiri?
No, non credo molto nell’ ispirazione, preferisco creare esercizi di ammirazione che possano alimentare il mio fare e il mio lavoro.

Che cosa pensi dell’arte oggi ? Che cosa significa per te fare arte?
Ti risponderò con una citazione di Jannis Kounellis che rispose alla stessa domanda cosi : ‘’la mattina è una cosa, il pomeriggio al tramonto è completamente diversa.’’
Per me vuol dire alzarmi la mattina presto con delle domande e andare a dormire con delle altre domande.

Quale valore ha nella tua vita l’arte e quali obiettivi vuoi raggiungere?
L’ arte è  sempre presente nella mia vita, è un ‘’lavoro’’ 24 ore su 24 . Mi sento molto fortunato a poter fare tutti i giorni quello che desideravo da bambino e che mi piace fare. Questo è già un grande obiettivo.

Che consiglio daresti a ai giovani artisti?
Di lavorare tanto, di investire su se stessi tutte le proprie energie e di non aver paura del tempo, le carriere solide si basano su percorsi lungi e costanti, non su exploit. Anche se oggi il mondo va velocissimo e bisogna stargli dietro,  si può anche provare a rallentarlo.

Quali sono i tuoi prossimi impegni? Realizzerai delle mostre?
Proprio il 22 aprile quando andrà in scena il Macbeth, la galleria Thomas Brambilla di Bergamo presenterà a Art Brussels alcuni miei nuovi lavori. A maggio durante l’ Art Date di Bergamo, esporrò in una mostra collettiva curata da Stefano Raimondi e, attualmente, sto lavorando con un altro artista Edoardo Piermattei per un progetto monumentale che inizierà  a fine estate: ridipingeremo gli interni e gli esterni di un’ intera chiesa nel vercellese e sarà qualcosa di grandioso.

Ezia Di Capua Curatore dell’Associazione Coro Lirico La Spezia e dell’Evento

TUTTE E INTERVISTE AL CAST a cura di Ezia Di Capua
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MARZIO GIOSSI
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COMUNICATO STAMPA PUBBLICATO ON LINE A CURA DI EZIA DI CAPUA
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EDC

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