Sezione - CORO LIRICO LA SPEZIA
CRISTINA MARTUFI "Nabucco" - Teatro Civico La Spezia - foto di Marco Mosti - |
Cristina
Martufi è nata a La Spezia ,
studia canto presso il Conservatorio Statale di Musica “G. Puccini” di La Spezia e contemporaneamente
si laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Parma. Si è
perfezionata con il Maestro Angelo Bertacchi e con il soprano Fiorenza Cedolins.
Dopo aver vinto vari concorsi internazionali, la sua carriera operistica inizia
giovanissima nel 2002 con i ruoli di Mimì ne La Bohème e Liù in Turandot. La
voce si dimostra subito essere, a dispetto della giovane età, molto brunita ed
adatta a ruoli più drammatici. Ha collaborato con moltissimi teatri italiani e
stranieri, tra cui il Teatro Comunale di Modena, il Gran Teatro Puccini di
Torre del Lago, il Teatro Magnani di Fidenza, il Teatro delle Muse di Ancona, il
Teatro Comunale Manzoni di Pistoia, il Teatro Comunale di Carpi, il Teatro
Carani di Sassuolo, il Teatro Politeama di Cascina, il Teatro Animosi di
Carrara, il Teatro Guglielmi di Massa, il Teatro Civico di La Spezia, il
Teatro di Cheliabinsk, il Teatro di Perm ed il Teatro di Yekaterinburg in
Russia, il Teatro di Belfast in Irlanda, il Teatro di Logrono, il Teatro di
Cuenca ed il Teatro di Alicante in Spagna. Si è esibita in tournè in Marocco in
numerosi teatri tra cui il Teatro Mohammed VI (Teatro del Re) in una serie di
concerti per l’ambasciata italiana.
La sua carriera luminosa e ricca di successi non le ha fatto
dimenticare la sua città natale. Conoscenza, competenza e disciplina sono
fulcro dominante della sua forte personalità. Sugli echi del successo di
“Nabucco” messo in scena al Teatro Civico della Spezia, il soprano Cristina
Martufi, interprete di Abigaille, mi ha concesso in esclusiva per Sala
Culturale CarGià l’intervista di seguito pubblicata che verrà estesa solo parzialmente
ai quotidiani on line. La ringrazio moltissimo per la sua amicizia, cortesia e
disponibilità. Contraccambiando stima la saluto caramente anche a nome di tutti
i lettori.
Ezia Di Capua
La straordinaria
interpretazione di Abigaille, applauditissima al Teatro Civico della Spezia, ha
messo in rilevo un personaggio straordinario, una tua creazione molto sentita e
molto intensa anche nella recitazione. Cosa ci puoi dire, come ci si avvicina
ad un’opera monumentale come “Nabucco”?
Con rispetto, grande umiltà
e apertura mentale. Il ruolo è tra i più temuti dai soprani di tutto il mondo,
e non a torto: al di là della tessitura al limite delle capacità canore, il
rischio più grande che si corre è quello di lasciarsi trascinare dalle emozioni
e di non rendere giustizia al personaggio come si dovrebbe. E’ un sottile gioco
di equilibri, tra controllo ed emotività, tutto teso nel rendere al meglio la
partitura verdiana.
Hai lavorato nella tua
carriera con i più grandi registi. Chi tra loro è riuscito a valorizzare meglio
il tuo talento? Qual è stata, finora, l'esibizione più emozionante?
Ogni esibizione lascia un segno imperituro in
un’artista, ed è giusto che sia così. Inoltre, più passano gli anni più mi
convinco che tutti hanno qualcosa da insegnarci, per questa ragione non mi sento
di fare nomi perché dimenticherei sicuramente qualcuno e la cosa mi
rattristerebbe. L’esibizione più emozionante è stata sicuramente Suor Angelica
nel 2013, due mesi dopo il parto: entrare nella psicologia di un personaggio
che perde suo figlio nel momento in cui ero appena diventata mamma è stato
travolgente e sconvolgente.
Sei legata al M°
Massimiliano Piccioli, famoso direttore d’orchestra, cosa cambia per un
interprete se sul podio c’è un “familiare” di così forte temperamento e
spessore artistico?
Quando un rapporto dura da
15 anni come il nostro, l’affinità musicale arriva a livelli impensabili, basta
uno sguardo per capire come condurre una frase, come risolvere un passaggio.
Del resto vivere con un direttore d’orchestra molto esigente mi ha formata a
livello musicale in modo eccezionale, facendo si che quando lavoro con altri
direttori, e questo succede la maggior parte delle volte che mi esibisco,
ricevo sempre complimenti per la mia preparazione.
Sei grande conoscitrice dei
ruoli femminili pucciniani: quali caratteristiche li rendono differenti da
tutti gli altri. Ce n’è qualcuno per cui hai una predilezione particolare?
La musica di Puccini tocca
l’inconscio e i sensi come nessun altro compositore riesce a fare, la grande
difficoltà con Puccini è rendere la verità di queste donne meravigliose, Mimì,
Manon, Tosca, non solo nel canto ma nella recitazione, perché è questo che
Puccini richiede, un’attrice oltre che una cantante. La mia preferita è Tosca,
forse perché siamo molto simili caratterialmente.
Quale compositore è più
congeniale alla tua vocalità?
Sicuramente Puccini
Sei un’artista molto amata
che ha avuto molti riconoscimenti. A cosa pensi sia dovuta la profonda sintonia
con il pubblico?
Quando si intraprende una
carriera di cantante bisogna mettersi in gioco, “donarsi” al pubblico senza
riserve, forse il pubblico in me sente questo, che non ho paura di espormi
quando mi esibisco, per rendere al meglio il personaggio e la splendida musica
che ho la fortuna di interpretare.
Come e quanto si studia per apprendere un
ruolo operistico e quale sogno vorresti realizzare nel corso della sua
carriera?
Lo studio non finisce mai: il mio Maestro
mi diceva che lo studio del canto è come raggiungere un orizzonte, quando
arrivi dove volevi arrivare vedi che di orizzonte ce n’è un altro, e che ce ne
sarà sempre un altro. Un ruolo si studia per il debutto per mesi, ovviamente se
si ha la fortuna di averne il tempo, ma dopo la prima volta, quando il ruolo
viene fatto successivamente, ogni volta bisogna riprenderlo in mano, sedersi al
pianoforte e ristudiarlo, ripensarlo, riviverlo. Solo così ci si supera ogni volta.
È chiaro che per te la musica
ha un valore supremo. Quali sono stati i maestri che più fortemente hanno
segnato il tuo percorso formativo?. Quali consigli daresti ai giovani che si avvicinano
al mondo dell’opera?
Tutti i maestri con cui ho
lavorato hanno lasciato un segno nel mio percorso formativo, che durerà sino al
giorno in cui deciderò di smettere di cantare. Per quanto riguarda i giovani,
il consiglio che posso dare è di non accontentarsi mai di se stessi, di essere
molto critici nei proprio confronti e di non smettere mai di studiare, questo
non è un mestiere in cui si è “arrivati”, senza studio la voce non risponde più
come dovrebbe e l’attore che è in noi ha sempre bisogno di nuovi stimoli.
Quali sono i tuoi prossimi impegni? Quali ruoli dovrai affrontare nel suo prossimo
futuro?
Nell’immediato futuro devo cantare Mimi ne La Bohème e Principessa
Turandot in Turandot di G. Puccini. Gli impegni futuri sono molto interessanti
anche perché coinvolgono grandi enti lirici, ma sino a che le trattative sono
in corso, non mi sbilancio mai!
La Spezia - mercoledi 4 maggio 2016
Ezia Di Capua - Curatore dell’Associazione Coro Lirico La SpeziaARTICOLI CORRELATI - clicca sui link per leggere
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LA GAZZETTA DELLA SPEZIA http://www.gazzettadellaspezia.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=51955:il-soprano-cristina-martufi,-applaudittissima-nella-sua-spezia-in-nabucco-bisogna-donarsi-al-pubblico-senza-riserve,-%C3%A8-questo-il-segreto&Itemid=10002
CITTA' DELLA SPEZIA http://www.cittadellaspezia.com/La-Spezia/Cultura-e-Spettacolo/-Rispetto-e-umilta-per-la-mia-Abigaille-207790.aspx
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