domenica 8 maggio 2016

CRISTINA MARTUFI, SOPRANO – Intervista a cura di Ezia Di Capua

Sala Culturale CarGià - Promozione Artistica 2016
Sezione - CORO LIRICO LA SPEZIA


CRISTINA MARTUFI
"Nabucco" - Teatro Civico La Spezia
- foto di Marco Mosti -
Cristina Martufi è nata a La Spezia, studia canto presso il Conservatorio Statale di Musica “G. Puccini” di La Spezia e contemporaneamente si laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Parma. Si è perfezionata con il Maestro Angelo Bertacchi e con il soprano Fiorenza Cedolins. Dopo aver vinto vari concorsi internazionali, la sua carriera operistica inizia giovanissima nel 2002 con i ruoli di Mimì ne La Bohème e Liù in Turandot. La voce si dimostra subito essere, a dispetto della giovane età, molto brunita ed adatta a ruoli più drammatici. Ha collaborato con moltissimi teatri italiani e stranieri, tra cui il Teatro Comunale di Modena, il Gran Teatro Puccini di Torre del Lago, il Teatro Magnani di Fidenza, il Teatro delle Muse di Ancona, il Teatro Comunale Manzoni di Pistoia, il Teatro Comunale di Carpi, il Teatro Carani di Sassuolo, il Teatro Politeama di Cascina, il Teatro Animosi di Carrara, il Teatro Guglielmi di Massa, il Teatro Civico di La Spezia,  il Teatro di Cheliabinsk, il Teatro di Perm ed il Teatro di Yekaterinburg in Russia, il Teatro di Belfast in Irlanda, il Teatro di Logrono, il Teatro di Cuenca ed il Teatro di Alicante in Spagna. Si è esibita in tournè in Marocco in numerosi teatri tra cui il Teatro Mohammed VI (Teatro del Re) in una serie di concerti per l’ambasciata italiana.

La sua carriera  luminosa e ricca di successi non le ha fatto dimenticare la sua città natale. Conoscenza, competenza e disciplina sono fulcro dominante della sua forte personalità. Sugli echi del successo di “Nabucco” messo in scena al Teatro Civico della Spezia, il soprano Cristina Martufi, interprete di Abigaille, mi ha concesso in esclusiva per Sala Culturale CarGià l’intervista di seguito pubblicata che verrà estesa solo parzialmente ai quotidiani on line. La ringrazio moltissimo per la sua amicizia, cortesia e disponibilità. Contraccambiando stima la saluto caramente anche a nome di tutti i lettori.
Ezia Di Capua
La straordinaria interpretazione di Abigaille, applauditissima al Teatro Civico della Spezia, ha messo in rilevo un personaggio straordinario, una tua creazione molto sentita e molto intensa anche nella recitazione. Cosa ci puoi dire, come ci si avvicina ad un’opera monumentale come “Nabucco”?
Con rispetto, grande umiltà e apertura mentale. Il ruolo è tra i più temuti dai soprani di tutto il mondo, e non a torto: al di là della tessitura al limite delle capacità canore, il rischio più grande che si corre è quello di lasciarsi trascinare dalle emozioni e di non rendere giustizia al personaggio come si dovrebbe. E’ un sottile gioco di equilibri, tra controllo ed emotività, tutto teso nel rendere al meglio la partitura verdiana.

Hai lavorato nella tua carriera con i più grandi registi. Chi tra loro è riuscito a valorizzare meglio il tuo talento? Qual è stata, finora, l'esibizione  più emozionante?
Ogni esibizione lascia un segno imperituro in un’artista, ed è giusto che sia così. Inoltre, più passano gli anni più mi convinco che tutti hanno qualcosa da insegnarci, per questa ragione non mi sento di fare nomi perché dimenticherei sicuramente qualcuno e la cosa mi rattristerebbe. L’esibizione più emozionante è stata sicuramente Suor Angelica nel 2013, due mesi dopo il parto: entrare nella psicologia di un personaggio che perde suo figlio nel momento in cui ero appena diventata mamma è stato travolgente e sconvolgente.

Sei legata al M° Massimiliano Piccioli, famoso direttore d’orchestra, cosa cambia per un interprete se sul podio c’è un “familiare” di così forte temperamento e spessore artistico?
Quando un rapporto dura da 15 anni come il nostro, l’affinità musicale arriva a livelli impensabili, basta uno sguardo per capire come condurre una frase, come risolvere un passaggio. Del resto vivere con un direttore d’orchestra molto esigente mi ha formata a livello musicale in modo eccezionale, facendo si che quando lavoro con altri direttori, e questo succede la maggior parte delle volte che mi esibisco, ricevo sempre complimenti per la mia preparazione.

Sei grande conoscitrice dei ruoli femminili pucciniani: quali caratteristiche li rendono differenti da tutti gli altri. Ce n’è qualcuno per cui hai una predilezione particolare?
La musica di Puccini tocca l’inconscio e i sensi come nessun altro compositore riesce a fare, la grande difficoltà con Puccini è rendere la verità di queste donne meravigliose, Mimì, Manon, Tosca, non solo nel canto ma nella recitazione, perché è questo che Puccini richiede, un’attrice oltre che una cantante. La mia preferita è Tosca, forse perché siamo molto simili caratterialmente.

Quale compositore è più congeniale alla tua vocalità?
Sicuramente Puccini

Sei un’artista molto amata che ha avuto molti riconoscimenti. A cosa pensi sia dovuta la profonda sintonia con il pubblico?
Quando si intraprende una carriera di cantante bisogna mettersi in gioco, “donarsi” al pubblico senza riserve, forse il pubblico in me sente questo, che non ho paura di espormi quando mi esibisco, per rendere al meglio il personaggio e la splendida musica che ho la fortuna di interpretare.

Come e quanto si studia per apprendere un ruolo operistico e quale sogno vorresti realizzare nel corso della sua carriera?
Lo studio non finisce mai: il mio Maestro mi diceva che lo studio del canto è come raggiungere un orizzonte, quando arrivi dove volevi arrivare vedi che di orizzonte ce n’è un altro, e che ce ne sarà sempre un altro. Un ruolo si studia per il debutto per mesi, ovviamente se si ha la fortuna di averne il tempo, ma dopo la prima volta, quando il ruolo viene fatto successivamente, ogni volta bisogna riprenderlo in mano, sedersi al pianoforte e ristudiarlo, ripensarlo, riviverlo. Solo così ci si supera ogni volta.

È chiaro che per te la musica ha un valore supremo. Quali sono stati i maestri che più fortemente hanno segnato il tuo percorso formativo?. Quali consigli daresti ai giovani che si avvicinano al mondo dell’opera?
Tutti i maestri con cui ho lavorato hanno lasciato un segno nel mio percorso formativo, che durerà sino al giorno in cui deciderò di smettere di cantare. Per quanto riguarda i giovani, il consiglio che posso dare è di non accontentarsi mai di se stessi, di essere molto critici nei proprio confronti e di non smettere mai di studiare, questo non è un mestiere in cui si è “arrivati”, senza studio la voce non risponde più come dovrebbe e l’attore che è in noi ha sempre bisogno di nuovi stimoli.

Quali sono i tuoi prossimi impegni? Quali ruoli dovrai affrontare nel suo prossimo futuro?
Nell’immediato futuro devo cantare Mimi ne La Bohème e Principessa Turandot in Turandot di G. Puccini. Gli impegni futuri sono molto interessanti anche perché coinvolgono grandi enti lirici, ma sino a che le trattative sono in corso, non mi sbilancio mai!

La Spezia - mercoledi 4 maggio 2016

Ezia Di Capua - Curatore  dell’Associazione Coro Lirico La Spezia

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LA SPEZIA OGGIhttp://www.laspeziaoggi.it/2016/05/09/cristina-martufi-soprano-abigaille-in-nabucco-intervista-a-cura-di-ezia-di-capua/

CRONACA4 http://laspezia.cronaca4.it/2016/05/09/cristina-martufi-soprano-abigaille-nabucco/38435/

LA GAZZETTA DELLA SPEZIA http://www.gazzettadellaspezia.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=51955:il-soprano-cristina-martufi,-applaudittissima-nella-sua-spezia-in-nabucco-bisogna-donarsi-al-pubblico-senza-riserve,-%C3%A8-questo-il-segreto&Itemid=10002

CITTA' DELLA SPEZIA http://www.cittadellaspezia.com/La-Spezia/Cultura-e-Spettacolo/-Rispetto-e-umilta-per-la-mia-Abigaille-207790.aspx

24.7 LIBERO  - http://247.libero.it/rfocus/26029603/1/il-soprano-cristina-martufi-applaudittissima-nella-sua-spezia-in-nabucco-bisogna-donarsi-al-pubblico-senza-riserve-questo-il-segreto/

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