martedì 27 gennaio 2015

......PER IL GIORNO DELLA MEMORIA

Sala Culturale CarGia' - Promozione Arte e Cultura 2015
Sala Culturale CarGià ...PER IL GIORNO DELLA MEMORIA: ZONE D'OMBRA DI LUIGI LEONARDI



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ZONE  D’OMBRA


In Italia il giorno della memoria ricorda le vittime dell’olocausto e delle leggi razziali. La letteratura di questo argomento è vastissima, ma alcune “ zone ” restano poco illuminate, come dire.. in ombra.
Restiamo oggettivi:



Regio Decreto – Legge 15 novembre 1938 – XVII, n.1779
Integrazione e coordinamento in unico testo delle norme già emanate per la difesa della razza nella Scuola Italiana
Vittorio Emanuele III
Per grazia di Dio e per la volontà della Nazione
Re d’Italia
Imperatore d’Etiopia

Per grazia di Dio!” Ma come? Si fa discriminazione razziale per chi ci avrebbe creato tutti uguali?
Per la volontà della Nazione!” Dunque tutta l’Italia era d’accordo?

Abbiamo decretato e decretiamo: (è sempre il re con il plurale maiestatis)

Art. 1 – A qualsiasi ufficio od impiego nelle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, frequentate da alunni italiani, non possono essere ammesse persone di razza ebraica.
…..
Art. 3 - ………….. E’ tuttavia consentita l’iscrizione degli alunni di razza ebraica che professino la religione cattolica nelle scuole elementari e medie dipendenti dalle autorità ecclesiastiche.

Le leggi razziali non furono abrogate subito dopo il 25 luglio del ’43, vale a dire dopo la caduta del fascismo, ma mesi dopo, tra l’altro in virtù di una clausola dell’armistizio di Cassibile del 3 settembre, imposta dagli Alleati.
Ecco una zona d’ombra: la santa sede, dove allora regnava Pio XII, fa presente al nuovo governo italiano che il vaticano si oppone all’integrale abrogazione delle leggi razziali, perché ritiene ancora che la parità di diritti fra cittadini cattolici ed ebrei (introdotta in Italia nel 1848) sia un’aberrazione liberale.


Il decreto n. 1779 si compone di 13 articoli, e chiude:

Dato a San Rossore, addì 15 novembre 1938 – XVII
Vittorio Emanuele, Mussolini, Bottai, Di Revel

Il decreto del 17 novembre, n. 1728, riguarda:

Capo  I
Art. 1 – Il matrimonio del cittadino italiano di razza ariana con persona
  appartenente ad altra razza è proibito.
……………..
……………..
Capo  II

Art. 11 – Il genitore di razza ebraica può essere privato della patria     
potestà sui figli che appartengono a religione diversa da quella ebraica, qualora risulti che egli impartisca ad essi un’educazione non corrispondente ai loro principi religiosi o ai fini nazionali.
…………….
…………….

Quest’ultima mi sembra una cosa un po’ ingarbugliata, ma pare stabilire un’importanza notevole alla religione. Forse perché per “religione diversa da quella ebraica” s’intende religione cattolica?
A questo punto mi chiedo: essere agnostici, no?
Ma soprattutto, cosa sono i fini nazionali?

Capo  III

Art. 23 – Le concessioni di cittadinanza italiana comunque fatte ad ebrei stranieri posteriormente al 1° gennaio 1919 si intendono ad ogni effetto revocate.

Art. 24 – Gli ebrei stranieri……… i quali abbiano iniziato il loro soggiorno nel regno, in Libia e nei possedimenti dell’Egeo posteriormente al 1° gennaio 1919, debbono lasciare il territorio del regno, della Libia, e dei possedimenti dell’Egeo entro il 12 marzo 1939 – XVII.

C’è quindi l’effetto di retroattività della legge. D’altra parte il principio di irretroattività ha origine da pensatori illuministi dell’800, e qui di illuminismo..

Conseguenze:

Le conseguenze le conosciamo: furono devastanti. E non basta certo un solo giorno per ricordare uno tra i più atroci crimini subìti dall’umanità, perché purtroppo altri ne sono stati consumati: forse non tutti sanno dello sterminio di sette milioni di ucraini per fame, durante l’inverno 1932/1933, o del genocidio armeno tra il 1915 e il 1916, ecc..
E altre zone d’ombra.

Ho nella mia biblioteca libri, documenti, giornali, fotografie.. una sterminata mole di sofferenza e tragedia; scelgo a caso:

Natalia Tedeschi, genovese, arrestata a Cuneo nel marzo 1944; rinchiusa nel carcere di Torino e quindi a Fossoli, venne deportata in maggio ad Auschwitz. Fu liberata a Theresienstadt il 9 maggio 1945.

Come siamo scese, le SS hanno chiesto a mia mamma quanti anni aveva. Mia mamma non ne aveva ancora cinquanta, ma ha detto cinquanta e ci hanno immediatamente divise Io sento ancora il braccio di mia mamma che tremava, ma hanno detto: “I giovani da una parte e le persone anziane dall’altra”. Così non l’ho più vista; ho saputo poi solo dopo tanti giorni che la mamma non era entrata in campo ed era passata ai forni subito. Sia la mamma sia la nonna.
Mi hanno detto: “Ma cosa ti illudi? Non vedi? Non c’è nessuno che sia giovane in campo; tua madre non c’è più, tua madre ormai è passata per il camino..”

Luigi  Leonardi
La Spezia, 13 gennaio 2015          

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