lunedì 27 gennaio 2014

...PER IL GIORNO DELLA MEMORIA

C’ERA UN’ORCHESTRA AD AUSCHWITZ
....Per il Giorno della Memoria 


Ezia Di Capua
Acquerello - miniatura - particolare
...Suonare divenne un mezzo per sopravvivere e sopravvivere è testimoniare. 
La musica divenne un fine, il fine su cui costruire la propria identità. 
La loro musica intesa come Arte e Vita, arriva fino al nostro presente superando la dimensione storica.....

Era il Gennaio del 1944 quando Fania Fenélon fu deportata ad Auschwitz e poiché sapeva cantare e suonare il pianoforte, entrò a far parte dell’orchestra femminile del campo, l’unica che sia mai esistita in tutti i campi di concentramento nazisti, che aveva il compito di accompagnare le altre prigioniere al lavoro e suonare per gli ufficiali SS. Alla direzione dell’orchestra c’era Alma Rosé, eccezionale violinista ebrea, nipote di Gustav Mahler. Due donne, due visioni, due modi di vivere la musica all’interno del lager. Per Fania suonare è un mezzo per sopravvivere e sopravvivere è testimoniare. Per Alma la musica è un fine, il fine su cui ha costruito la propria identità. La loro musica pone domande sul rapporto fra Arte e Vita.  
Ripercorrendo il diario di Fania, desidero dare vita alle sue parole alternando a questa lettura alcuni momenti recitati
( tratti dallo spettacolo "Alma Rosé", vincitore Premio ETI Scenario 96/97 ) che rappresentano i dialoghi più significativi fra Fania e Alma. Ci accompagnano, inoltre, alcune musiche che fanno parte di quel repertorio che era il preferito degli ufficiali tedeschi, capaci di commuoversi all’ascolto di una Madama Butterfly e subito dopo di mandare dei prigionieri alle camere a gas.

Compagnia Teatrale Alma Rosè
CLICCA SUL LINK PER APRIRE IL VIDEO      http://www.youtube.com/watch?v=mUPnF60fOnI

Ezia Di Capua – Sala Culturale CarGià – Per il Giorno della Memoria


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