Giovedì
18 luglio e domenica 21 avrò il piacere di presentare due studiosi
della vita e delle opere di Leonardo, Giuseppe Bresciani giovedì
alle 18 e Riccardo Magnani alle 1730 di domenica.
Due
visioni diverse ma indubbiamente affascinanti su una delle persone
più interessanti e enigmatiche della storia dell'uomo: Leonardo da
Vinci, un genio insuperato per quantità e qualità delle sue
invenzioni, per l'eclettismo dei suoi interessi: scienziato,
ingegnere, pittore, compositore, tutte le arti sembrano compendiarsi
in Leonardo che ci ha lasciato un numero prodigioso di scoperte, di
anticipazioni del futuro, di espressioni artistiche immortali.
Indubbiamente
Leonardo appartiene all'umanità intera ma forse non avrebbe potuto
nascere altrove che in Toscana, in Italia. Tra le mille
contraddizioni dell'Italia rinascimentali dove il culto del bello si
affiancava agli intrighi sanguinosi e allo squallore delle città
prive di elementari servizi igienici e spesso preda di pestilenze e
morbi spaventosi. Era una Italia, una Europa dove la vita valeva poco
e era spesso brutalmente breve ma dove c’era una forza una
creatività, una energia immensa e di questa energia Leonardo è il
prodotto come fosse una antenna che riceve gli stimoli di tutto un
mondo turbolento e caotico dove lui, il genio, si assume il compito
di riportare ordine e armonia.
L’ideale
rinascimentale non è l'iperbole ma è l'armonia. Armonia tra terra e
cielo, tra uomo e uomo, tra potere e potere. Un mondo ideale dove il
Papa e il Re sono fratelli e sodali, dove le città non si debbano
combattere ma fioriscano di traffici leciti, dove uomo e donna
ritrovano l'unità perduta dell' androgino.
Leonardo
oggi per noi è fonte di meraviglia, una figura mitizzata e resa
sovrumana e spetta ai ricercatori, a Magnani e Bresciani ridarci
integro l'uomo Leonardo, avvicinarci alla sua vita quotidiana e
vederlo non attraverso solo le sue grandi opere ma nella sua
ordinaria quotidianità per far sì che esca dal mito e che noi lo si
possa riconoscere per quello che è e che è stato: uno di noi.
Andrea
Marrone
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