martedì 19 giugno 2018

Profonda ammirazione nei relatori e nei partecipanti per l'opera “L’Autoritratto dell’alchimista”presentata al Symposium “Profhecy and Renewal” tenutosi a Roma dal 12 al 15 giugno 2018

Sala Culturale CarGià - Promozione Artistica 2018
Sezione - Eventi Artistici e Culturali

Andrea Bendetto
al Convegno dedicato a Thomas Merton
durante il saluto di presentazione e di ringraziamento 
per l'accoglienza e l'ospitalità


L’opera di Andrea Benedetto, intitolata “L’Autoritratto dell’alchimista” e presentata all’International Symposium “Profhecy and Renewal” tenutosi a Roma dal 12 al 15 giugno 2018 in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita al cielo di Thomas Merton ha destato una profonda e sincera ammirazione nei relatori e nei partecipanti. E ciò a conferma della felice intuizione di Don Mario Zaninelli, vice presidente dell’Associazione Thomas Merton Italia, secondo cui L’Autoritratto dell’alchimista sarebbe certamente piaciuta al monaco-scrittore.

Dalle numerose tracce lasciate per iscritto a ricordo e ringraziamento, emerge, pur nella diversità delle culture e delle radici spirituali, una nota comune: la povertà della materia, una volta trattata da mano d'uomo, diventa capace di rivelare la ricchezza dell'essere, invitando al raccoglimento di fronte al mistero della vita. Questa è la vera forza creativa dell’artista: dare un impulso vitale a cose apparentemente morte e nello stesso tempo interrogare l’osservatore, fondendo in un unicum bene e bellezza.
Il lavoro di Andrea (una pietra - di legno - che raffigura un volto) si è poi calato con straordinaria coerenza nella spiritualità benedettina e, più in generale, monastica. Significative, al proposito, le parole del polacco Bernard Sawicki, o.s.b. che, in qualità di coordinatore dell’Istituto Monastico S. Anselmo, ha pensato di esporre l’opera nella sala del simposio proprio davanti alla cattedra dei relatori: “…così si può toccare, in qualche modo, il cuore del monachesimo mite, umile, fragile che chiede attenzione ed accoglienza”.
Giovanni Paolo II, durante la sua prima visita a Genova nel 1985, aveva esortato i giovani a fare della propria vita un capolavoro. Viene quindi spontanea l’analogia: anche noi siamo povera materia, ma se ci lasciamo lavorare dal Signore possiamo diventate un'opera d'arte.
Marco Tiby

AVVENIRE
24 giugno 2018
IL SECOLO XIX
Sabato 07/7/2018
FONDAZIONE 
PAPA LUCIANI 
GIOVANNI PAOLO I 
DI CANALE D'AGORDO 
Canale d'Agordo, 6 luglio 2018

E’ concesso l’utilizzo di testi e immagini ai soli fini di studio citando sia l’Autore che il Blog di Sala Culturale CarGià come fonte insieme al relativo link © Sala Culturale CarGià http://salacargia.blogspot.it
Ringrazio sentitamente Ezia Di Capua
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