venerdì 11 aprile 2014

UCAI LA SPEZIA: PRESENTAZIONE DEL VOLUME "CONFITEOR" DI FRANCA GAMBINO - Relatrice Gabriella Mignani

Sala Culturale CarGià - Sezione Libri 2014

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L'Ucai ha voluto inserire, nell'ambito della tradizionale collettiva di Pasqua, la presentazione di un libro molto particolare, che già col suo titolo evoca in noi sentimenti e (per i meno giovani) ricordi di preghiere e di antiche liturgie.
“ Confiteor ”: in latino, confesso, ma anche confido, che è poi il senso della confessione nella tradizione cattolica:
dico in segreto i miei peccati, la mia pena, la mia sofferenza e, nello stesso tempo, confido nel perdono e nell' aiuto di Dio.
E' questo il senso profondo del libro di Franca Gambino: un' autrice nota ai più per aver vinto un'edizione del “Lerici Pea“, ma che esprime, a mio parere, la sua vena più autentica nella prosa. Una prosa “lirica”, densa, corposa: un libro, “Confiteor” che, se fosse un quadro, definirei “materico”.   Il volume ( edito da IF PRESS nel 2012 ) è la somma di due scritti, che l'autrice aveva dato alle stampe in momenti diversi: nel 2004 e nel 2011, con i titoli di “ Indagine incompleta “ e “ Indagine ultimata “.  Nella prima parte, la Gambino racconta di sé, della sua vita, dall' infanzia a Genova agli anni del suo primo matrimonio, vissuti a Milano, dove lavorava per una casa editrice e, contemporaneamente , allevava i suoi tre figli.
Tra questi due luoghi e queste due esperienze di vita, lo stacco è evidente e lacerante: Franca ha avuto, malgrado le difficoltà del periodo storico ( la guerra e le sue pesanti conseguenze ), un'infanzia che si intuisce felice: figlia unica molto amata dai genitori, dalle zia e dalla nonna, figure femminili importanti e determinanti nella sua formazione; brillante negli studi, avida di vita e di esperienze, cresce con la convinzione che il mondo sia, tutto sommato, un luogo dove è bello vivere.  Ma queste convinzioni si scontrano con le difficoltà della vita matrimoniale e di una metropoli, dove sempre più si avverte la spersonalizzazione della vita quotidiana.
A Milano, Franca si scopre infelice e alla ricerca di qualcosa che non trova neanche nel rapporto col marito,  qualcosa che le sfugge e che ricerca con caparbietà e, a volte, disperazione.  Così, segue la via della psicanalisi che, in parte, le dà qualche risposta, ma non risolve la sua crisi esistenziale, il vuoto che sembra risucchiare la sua anima, e su cui si incentra sempre più la ricerca esistenziale della scrittrice: cosa facciamo, noi esseri umani, per nutrire l'anima? si chiede Franca. E la risposta, desolante, è che nessuno ci insegna come rimediare ai guasti dell' anima, alle offese che quotidianamente le vengono inflitte. Insieme alla scoperta che esistono luoghi e situazioni positive per l'anima e altre negative e pericolose: il modo in cui Franca arriva a scoprire questo è molto particolare e permea tutto il libro dalla prima all'ultima pagina: Franca segue l' odore.
Ci sono luoghi che odorano positivamente e altri che hanno odori sgradevoli, disturbanti: questa è la  particolarissima teoria dell' autrice, che conferma il carattere “materico” del suo lavoro di scrittrice.  Franca, volutamente, scarta l'approccio razionale alla sua indagine e va “ a naso “, non senza dubbi e sofferenza.  Si chiede se è lei quella  fuori posto e la ridda dei “perchè” la trascina in un vortice di smarrimento.  Ma il suo interrogativo di fondo è: “ Come faccio a farmi amare ? “
Con gli anni e con l'aumento di responsabilità familiari e lavorative, le domande di Franca sulla vita si fanno più articolate e più pressanti: intanto, il suo matrimonio naufraga definitivamente e la prima parte di “Confiteor” si chiude, appunto, con un' indagine incompleta, dove le domande superano le risposte, anche se un primo incontro coi Vangeli e con la figura di Gesù sembra aprire l'autrice a quella speranza, che caratterizza, in maniera più evidente, la seconda parte della sua opera.
Confiteor è un libro molto particolare, che sfugge a ogni catalogazione: si potrebbe dire un'autobiografia, ma la definizione è insufficiente a comprendere il senso dell' opera. Probabilmente, ma questa è una mia idea, è un libro poco italiano: in Italia non siamo abituati alle introspezioni profonde, la profondità ci spaventa e non a caso, purtroppo, siamo spesso considerati, a torto o a ragione, un popolo di superficiali. 

Franca invece vuole, con caparbietà, andare al nocciolo delle cose e dell'esistenza: la sua ricerca è spietata e non le dà tregua: perchè, alla fine di tutto, c' è la morte?.  Quante volte, tutti noi, ci siamo posti questa domanda, ma poi sorvoliamo e, se siamo cattolici, ci affidiamo alle parole consolatorie della religione.  Anche Franca, di solida formazione cattolica, potrebbe fermarsi al lato più consolatorio, più “facile” dell' esperienza religiosa. 
Invece, vuole di più: cerca, anche nella religione, chi la può aiutare  a capire, si ritira persino in un convento, a Stoccolma, per meglio sentire la sua anima.  Vuole un'autentica conversione, che non sia solo accettazione passiva di precetti inculcati dall'alto.

La seconda parte di “ Confiteor “ è dedicata a Johnny Cash, musicista americano, morto dopo una vita di eccessi, nella quale però non mise mai in discussione, anzi ribadì la sua fede incrollabile in Dio.  La scoperta di un Dio d' Amore che ha immolato la vita del suo unico Figlio per noi uomini è la grande speranza che Franca ci trasmette, sotto forma di confessione, nella  parte conclusiva della sua opera.  Confessa di aver avuto attacchi di panico e paura della morte, confessa di aver attraversato le tenebre, chiama “ la COSA “ questa sua terribile esperienza, che è poi il senso di annichilimento di fronte al NULLA che ci dovrà inghiottire tutti. Scopre, così, che è l' amore l' unica salvezza, quel sentimento che gli psicologi chiamano “libido”, come ricerca del piacere, ma che lei vede come riduttivo se inteso solo come amore terreno, o fisico, ma anche al contrario, se inteso solo come spiritualità.
Dio si è fatto uomo per salvarci e questo ci conferma che l' amore esiste e che corpo e anima sono due realtà inscindibili.
Nella sua confessione, nel “ confidare” , Franca vuole trasmetterci una speranza: il suo percorso è strettamente individuale, e l'onestà intellettuale che la caratterizza non le consentirebbe di dare ricette ad alcuno, né è questo lo scopo del libro.  Ma, leggendolo, si ha la sensazione che la Grazia può toccare ciascuno di noi, purchè rinunciamo a una parte sovrabbondante del nostro IO, affinchè l'Altro possa prendere posto nel nostro cuore e nella nostra anima.


Gabriella Mignani


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