martedì 22 aprile 2014

LA MISURA DELL' AMORE di Ezia Di Capua - Recensione di Carmen Claps

In copertina "Oltre"
Acquerello di Ezia Di Capua 2008
- particolare
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Definire una biografia questo lavoro che Ezia dedica alla mamma, Carla Gallerini, è profondamente ingiusto e fortemente riduttivo. Quasi sempre le biografie si risolvono in un’arida esposizione cronologica di eventi di cui qualcuno è stato più o meno protagonista. Ma "La Misura dell’Amore" va molto "oltre". Cerco di spiegarmi. Ezia inserisce la storia della sua mamma (si, mi piace chiamarla storia anziché vita perché è un termine più adatto al personaggio Carla) nel contesto del periodo e del luogo in cui Carla è vissuta e ha operato. Questo nel modo più completo, ma anche più accattivante, oserei dire divertente. La Misura dell’amore finisce per essere un bel quadro (ma non potrebbe essere altrimenti, visto che Ezia è anche un’affermata pittrice) di un’epoca e di un paese. Siamo di fronte a un racconto che può essere definito corale: mi ha fatto tanto pensare a quel capolavoro quasi sconosciuto che è "Giù la piazza non c’è nessuno" della grande Dolotres Prato. Campeggia titanica Carla, ma ha intorno una bella serie di comprimari, cammei e comparse, che, pur tratteggiati con pennellate fulminanti, risaltano completi e restano indimenticabili. Sullo sfondo, un paesaggio mozzafiato come quello di San Terenzo e d’intorni ed Ezia è nel suo a descriverlo attraverso gli occhi e il cuore di Carla. Inutile dire che, seguendo la vita della mamma, l’autrice recupera tutto un modo di vivere (usi, cibi, abbigliamento, arredi e chi più ne ha più ne metta) ormai certo lontano dal mondo di oggi, anche se non sono davvero trascorsi secoli dagli eventi narrati. Quel patrimonio va conservato, coccolato ed Ezia raggiunge in pieno questo scopo.

Ma andiamo per ordine: partiamo proprio dall’inizio, dal titolo, ripreso da una bellissima riflessione di Sant’Agostino, una delle tante e che Carla ha scelto come suo manifesto: " La misura dell’amore è amare senza misura ". Questo titolo è azzeccatissimo, in quanto anticipa alla perfezione il contenuto dell’opera. Infatti il lettore si rende conto ben presto che questo è un romanzo d’amore, amore inteso nel senso più completo del termine. Intanto l’amore di Ezia per la mamma, ma amore perché questa è la caratteristica principale della personalità di Carla, un amore a 360 gradi: per i familiari, per i concittadini, per le persone in genere, in particolare per quelle che vivono qualche difficoltà: giovani che devono trovare la loro strada, malati che non hanno la forza fisica e mentale per percorrerla, anziani che se la vedono ormai alle spalle con nostalgia e senso di resa; amore per il proprio territorio, per la cultura, per la politica, per le esperienze nuove, per se stessa, insomma per la vita.

Carla è una personalità dalle mille sfaccettature e Ezia ce la presenta proprio a tutto tondo, impresa non semplice questa, considerato il difficilissimo rapporto che da sempre lega ogni madre ad ogni figlia: amore infinito e dissidi insanabili, vicinanze perfino soffocanti e lontananze siderali. Ebbene, la nostra autrice riesce a superare, anzi, a contemperare tutto questo. Nel suo libro (non è un libriccino, Ezia, non lo è) fonde a meraviglia la commozione dovuta all’amore filiale con il rigore di un saggista. Per questo Carla viene fuori con due diverse angolazioni. Da una parte ci appare come una figura mitica, avvolta nell’atmosfera magica e un po’ misteriosa del suo mare, quasi una divinità, che tutto crea, tutto sorveglia, tutto ama. Dall’altra è un personaggio rigorosamente storico, analizzato fino in fondo.

Ezia conferisce una struttura molto raffinata e sapiente al suo lavoro: lo divide in due parti, la prima più squisitamente biografica, nella quale segue Carla nel suo progressivo prendere coscienza di sè e del mondo, di cosa avrebbe potuto e voluto fare per concretizzare quel vulcano di idee che le ribolliva dentro. La seconda parte è dedicata più specificamente alla personalità di Carla. Ezia seziona con l’attenzione, la meticolosità, la lucidità di un anatomista le pieghe più nascoste dell’individualità della mamma, regalandoci una serie di brevi capitoli impagabili nei quali ci spiega, per esempio, il rapporto di Carla con il cielo, il mare, la sabbia. Il paesaggio, la natura sono fondamentali per la nostra protagonista: Carla è parte integrante del paesaggio e il paesaggio è parte integrante di lei, in un interscambio intensissimo. Da una parte il paesaggio suscita sempre profonde emozioni, riflessioni; dall’altra lo stato d’animo si riflette nel paesaggio. In questi capitoli Ezia raggiunge vette di autentica poesia. Poi il rapporto di Carla con gli amici, con la poesia, la pittura, il bel canto, l’attualità, tutto attraverso gustosissimi aneddoti.

Ezia è inappuntabile anche dal punto di vista strettamente formale. Adotta un espediente davvero da maestro: nella prima parte, come abbiamo visto, di carattere più prettamente “scientifico”, la narrazione è condotta in terza persona, a indicare l’oggettività; nella seconda parte la narrazione, invece, è in prima persona, in sintonia con il carattere più intimo dell’argomento. Commossa la scrittura della nostra autrice, quasi che, come confessa lei stessa, intervenisse un impulso irrefrenabile a spingerla a scrivere, una forza irresistibile e misteriosa (misteriosa?), ma soprattutto una necessità vitale di fissare su carta quei ricordi e quelle sensazioni, per esorcizzare e stemperare il dolore. Scrittura terapeutica, quindi, ma assolutamente non enfatica, retorica o roboante: la scrittura di Ezia è scorrevole, piacevolissima con frequenti tratti di deliziosa, intelligente ironia. Anche la punteggiatura è inappuntabile, e, in un periodo in cui è considerata un optional, consola e rallegra l’uso della punteggiatura intermedia, ormai dimenticata.

A lettura conclusa Carla è diventata per il lettore una vecchia amica; non rimpiangiamo di non averla mai conosciuta di persona, perché l’incontro che Ezia ci ha organizzato in questo libro è più che sufficiente.
Mi piacerebbe tanto veder realizzato un film da questo libro e avrei già l’attrice, le attrici perfette per il ruolo della protagonista: Geena Rowlands o Susan Sarandon.

Carmen Claps


Carmen Claps: Laureata in lettere antiche – Pisa 1975 Tesi su “ Metafore nella Commedia di Plauto “
Scrittice, appassionata lettrice – Nel 1997 con Gabriella  Bertone direttrice della Biblioteca di Sarzana inizia un  percorso singolare e interessante, vivo tutt’oggi, che la vede autorevole correttrice di bozze.
Molte le sue prefazioni pubblicate, riconosciuta preziosa commentatrice è protagonista applauditissima nella  presentazione di libri e testi di autori nazionali

Hanno scritto relativamente a “La Misura dell’Amore” :
Sindaco Emanuele Fresco, Prof. G.Luigi Coluccia, Dott.ssa Maria Letizia Stangalino, Vasco Bardi scrittore e poeta, prof. Franco Ortis, Dott.ssa Donatella Zanello scrittrice e poetessa, Gabriella Molli giornalista scrittrice, Dott.ssa Gabriella MIgnani scrittrice, giornalista saggista, Anna Magnavacca scrittice poetessa, Marzia Zini, Marisa Marino pittrice, Cristina Polenta Blogger, curatore d'arte, Maria Giovanna Guidone pittrice, Marco Raiti scrittore e poeta, Luigi Leonardi scrittore poeta artista, Carmen Claps laureata in lettere antiche - commentatrice,

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La Misura dell’Amore – Comune di Lerici - Presentazione 2011 http://salacargia.blogspot.it/2011/12/la-misura-dellamore-quando-le-parole.html
La Misura dell’Amore – recensione di Donatella Zanello:http://salacargia.blogspot.it/search?q=la+misura+dell'amore
La Misura dell’Amore – recensione di G.L.Coluccia:http://salacargia.blogspot.it/2012/09/la-misura-dellamore-di-ezia-di-capua.html
La Misura dell’Amore – recensione di L. Leonardi http://salacargia.blogspot.it/2012/09/la-misura-dellamore-di-ezia-di-capua_1.html
La Misura dell’Amore – recensione di Marco Raiti http://salacargia.blogspot.it/2012/09/la-misura-dell-amore-di-ezia-di-capua.html
La Misura dell’Amore – recensione di Marzia Zini http://salacargia.blogspot.it/2012/09/la-misura-dell-amore-di-ezia-di-capua_1.html
La Misura dell’Amore – intervista di C. Polenta http://salacargia.blogspot.it/2011/12/ezia-di-capua-intervistata-per-art-open.html
La Misura dell’Amore – recensione di F.Ortis:http://salacargia.blogspot.it/search?q=ortis+la+misura+dell'amore
La Misura dell’Amore – recensione di G. Mignani:http://salacargia.blogspot.it/search?q=gabriella+mignani+la+misura+dell'amore
La Misura dell’Amore – recensione di Magnavacca  http://salacargia.blogspot.it/search?q=la+misura+dell'amore++anna+magnavacca
La Misura dell’Amore – recensione di M.Marino http://salacargia.blogspot.it/search?q=la+misura+dell'amore+marisa+marino

IMPORTANTE:
E’ concesso l’utilizzo di materiale/testi ai soli fini di studio citando l’Autore, la bibliografia completa e il Blog di Sala Culturale CarGià come  fonte.

Ringrazio anticipatamente
Ezia Di Capua



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