martedì 3 dicembre 2013

IL COMPATRONO DIMENTICATO DELLA SPEZIA: SAN FRANCESCO SAVERIO - di Valerio P. Cremolini


Il calendario liturgico della Chiesa cattolica celebra il 3 dicembre la memoria di San Francesco Saverio, un santo che vanta una reale appartenenza, purtroppo dimenticata, alla storia della nostra città. Perchè non recuperare le tradizioni locali legate a questo santo?

san Francesco Saverio
Il 7 agosto scorso ho introdotto al Castello San Giorgio la conferenza del dottor Sergio Del Santo, apprezzato storico con vasti interessi culturali, sul tema “Il compatrono dimenticato della Spezia: san Francesco Saverio”. Gli spezzini sanno di avere dal 1654 in San Giuseppe il patrono della città, ma pochissimi sanno che, dal 1670, il santo spagnolo ha affinità con il nostro territorio. Del Santo è uno studioso meticoloso, che argomenta il proprio dire con ineccepibili documenti, talvolta da lui stesso portati alla luce.
Negli ultimi anni sono state destinatarie di diffuso consenso le sue conferenze su “Spezia nella Domenica del Corriere”, “La Spezia e il Golfo nelle antiche stampe”, Locande e alberghi nell’antica Spezia, L’Oratorio di Sant’Antonio, senza dimenticare quella sull’originalissimo Progetto di canale navigabile Venezia-Spezia, datato 1889, che prevedeva di realizzare un canale che avrebbe consentito il passaggio delle navi da guerra e mercantili dall’uno all’altro arsenale, quindi tra i mari Adriatico e Tirreno. Molti, poi, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, hanno ascoltato Del Santo, parlare di Giuseppe Garibaldi, ospite nel 1862 nella fortezza del Varignano ed al centro di una pagina di “malasanità”, così da lui definita, a causa delle difettose cure prestate al popolare eroe. Del Santo è noto ancora per essere tra i più competenti studiosi della vita di Virginia Oldoini, contessa di Castiglione. Argomenti molto diversi tra loro, ma tutti nell’ambito della storia cittadina.
Ma è tempo di affrontare rapidamente la figura di san Francesco Saverio e scoprire, grazie a Del Santo, la sua “spezzinità”. Spagnolo, nasce in Navarra il 7 aprile 1506, Francesco Saverio studia  a Parigi nel Collegio di Santa Barbara, dove incontra Ignazio di Loyola (1491-1556), contribuendo nel 1534 alla nascita della Compagnia di Gesù. Successivamente accoglie senza indugio l’invito di Ignazio di donarsi all’attività missionaria in oriente, ad iniziare dall’India. Prima tappa è Goa, territorio portoghese. In seguito, sempre vicino ai meno fortunati, raggiunge Giappone e Cina dove fonda numerose comunità cristiane, battezzando un grandissimo numero di persone: si dice 30.000! Muore nell’isola di Sancian il 3 dicembre 1552, data della sua festa onomastica. “Il grande Padre”, così viene amorevolmente chiamato, è proclamato beato da Paolo V nel 1619 e santo nel 1622 da Gregorio XV, insieme ad Ignazio di Loyola. La Chiesa lo annovera dal 1927 con santa Teresa del Bambin Gesù Patrono delle Missioni, ma già nel 1748 è dichiarato Patrono dell’Oriente. Chiese e cappelle sono dedicate a san Francesco Saverio, che è sepolto nella chiesa dei Gesuiti di Goa. Un altare è nella Chiesa del Gesù a Roma, Chiesa Madre della Compagnia di Gesù. A conferma dell’importanza di questo testimone della fede celebri artisti, quali Pieter Paul Rubens, Esteban Murillo, Guercino, Guido Reni, Nicolas Poussin, Luca Giordano, Domenico Piola hanno eseguito straordinari dipinti che richiamano momenti della vita del santo missionario.
Sergio Del Santo ha scoperto l’atto deliberativo della municipalità con cui nel 1670 la comunità spezzina lo accoglie quale compatrono, per le “ammirabili e stupende opere e miracoli e prodigi che per tutto il mondo si fanno da Dio per mezzo del glorioso apostolo delle Indie San Francesco Saverio”. Nella stessa deliberazione, approvata con trenta voti favorevoli ed uno contrario,  si esorta la medesima comunità ad “errigiergli un altare in quella parte della nostra chiesa parrocchiale (il riferimento è a Santa Maria Assunta) che sarà stimata più a proposito, con fargli ogni anno la festa in perpetuo di deto Santo che viene alli tre di dicembre”.
Il vescovo Giovanni Battista Spinola si fa partecipe di tale determinazione “di poter collocare tal altare nella cappella della Concezione di N.S (l’attuale cappella dell’Immacolata) concedendo all’insigne Rettore la facoltà di poterlo benedire”. L’altare verrà eretto e ciò si deduce dalla relazione della visita pastorale dello stesso vescovo Spinola e successivamente del vescovo Naselli. In quest’ultimo documento redatto in latino, rinvenuto nella biblioteca Niccolò V di Sarzana si afferma che “l’altare stesso è decentemente provvisto e ornato di tutto il necessario per la celebrazione della messa”. 
L’importanza attribuita dalla comunità spezzina al compatrono san Francesco Saverio è confermata dalla fiera che veniva organizzata alla Spezia il 2,3 e 4 dicembre di ogni anno, di cui Del Santo ha puntualmente prodotto il decreto conservato nell’Archivio Storico della Biblioteca “U.Mazzini”.
Il 16 giugno 1764 l’abate Carlo Spontoni chiede al vescovo Giulio Cesare Nomellini, che acconsente, di poter riorganizzare l’assetto interno della chiesa di Santa Maria, distruggendo i dodici piccoli altari laterali, compreso certamente anche quello di san Francesco Saverio, per sostituirli con altri quattro “più magnifici”. Nonostante ciò persiste la devozione al compatrono, ma poi cade il silenzio per cui oggi nessuno sa che oltre al patrono San Giuseppe la nostra città ha anche il compatrono San Francesco Saverio. Sergio Del Santo ha il merito di aver fatto luce su una pagina di antica storia spezzina; una pagina che merita di essere valorizzata con opportune iniziative religiose e civili.
In merito al tema dei patroni (patronus principalis) e compatroni (patronus secondarius) la Chiesa si è data da secoli regole precise sulle modalità da seguire per giungere a tali nomine. Il decreto di Urbano VIII del 23 marzo 1630 è stato innovato dalle norme del 19 marzo 1973 di papa Paolo VI, le quali prescrivono che ci dovrebbe essere un solo Patrono , escludendo, da quella data in poi, la possibilità di eleggere patroni secondari. Non è, ovviamente, il caso di Spezia che ha già un compatrono.
Singolare è la città di Napoli, che vanta ben 52 compatroni, tra cui san Francesco Saverio. Non scherza nemmeno Venezia con 25, mentre Bologna, Siena, Padova e Genova (S.Giovanni Battista, San Giorgio, San Lorenzo, San Bernardo) ne hanno quattro.
L’ Italia ha in san Francesco d’Assisi, santa Caterina da Siena i suoi patroni, mentre Santi patroni d’Europa sono san Benedetto, santa Brigida, santa Caterina da Siena, santi Cirillo e Metodio e santa Teresa Benedetta della Croce.


Valerio P.Cremolini



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