martedì 2 ottobre 2012

SALA CARGIA' 15 SETTEMBRE 2012 - GEMELLAGGIO ARTISTICO CULTURALE TRA IL COMUNE DI LERICI E IL COMUNE DI FILATTIERA: Relazione di Donatella Zanello


LE RADICI DEL MARE
(cenni storici su Lerici dall’età moderna ai giorni nostri)

“Le radici del mare”  contributo all’evento in data 15 Settembre 2012 presso Sala Cargià, inaugurazione mostra di pittura e gemellaggio artistico e culturale tra i Comuni di Lerici e Filattiera,  tratto dalla tesi di laurea “Lerici. Elementi per una monografia regionale” di Donatella Zanello - Pisa, 1992, Relatore Prof. Ubaldo Formentini.
Segue la  poesia  scritta e letta nell’occasione dalla poetessa Donatella Zanello:
“Le radici del mare” (“Il colore del mare”, 2012, inedita).


Lerici dalle più lontane origini si afferma come scalo marittimo. Con l’inizio dell’età moderna, Lerici ha la supremazia sulla vicina e dirimpettaia Portovenere nel trasporto via mare di passeggeri.
A Lerici sorgono anche le strutture necessarie per ospitare i viaggiatori del mare.
L’agricoltura resta molto praticata e fin dall’antichità permane a Lerici una forte tradizione agricola parallela alla tradizione marittima. Le campagne venivano coltivate ad oliveto e vigneto. Questa tradizione agricola fortemente radicata nei secoli accomuna da sempre Lerici a tutti i Comuni della Lunigiana storica. Nel xv° secolo Lerici era luogo di delitti e violenze, dato l’allentarsi del potere della Repubblica di Genova, avente in quell’epoca ruolo ormai secondario nel contesto degli altri Stati italiani. Nell’età moderna  Lerici conserva tuttavia la sua funzione di terminale delle vie terrestri e crocevia di quelle marittime ma viene a cessare l’attività mercantile per la carenza di merci che in precedenza giungevano in gran quantità da Genova. Si sviluppano invece i legami economici e sociali tra Lerici e Sarzana e comunque Lerici continua ad essere fino al XVII secolo uno dei porti più attivi della Riviera di Levante. All’inizio del XVII secolo il Canonico Ippolito Landinelli nella sua descrizione della Lunigiana definiva Lerici come “lo scalo principale d’Italia per i viaggiatori provenienti da Roma e la Toscana per Genova, la Francia e la Spagna”. Esisteva a Lerici un vero e proprio monopolio armatoriale per il trasporto passeggeri, come testimonia il maggiore storico di Lerici, Francesco Poggi. Ai primi del XIX secolo il Governo di Sardegna fece costruire la strada carrozzabile da Sarzana a Genova, passando per La Spezia, portando come conseguenza la diminuzione del traffico via mare destinato a scomparire definitivamente con la costruzione della linea ferroviaria nel 1837. Lerici costituì una podesteria autonoma, come già nel Basso Medioevo, sia durante il dominio della Repubblica di Genova che della Repubblica Ligure. Nel 1804 Lerici divenne parte integrante, come tutta la Liguria, dell’Impero Francese. Dopo il crollo dell’Impero Napoleonico Lerici divenne dominio del Regno di Sardegna e La Spezia divenne capoluogo della nuova circoscrizione chiamata Provincia del Levante. La politica viaria intrapresa dai Francesi venne condotta dal Governo Piemontese con l’investimento di forti capitali e la realizzazione di imponenti opere di collegamento stradale. Perduto il monopolio dei trasporti via mare Lerici divenne centro di attività armatoriale ed attività cantieristica a partire dal 1815. Il molo di Lerici fu portato a compimento ad opera dei Savoia e si rivelò difesa provvidenziale per il porto durante le mareggiate violentissime che colpirono il litorale nel 1821 e nel 1886. La popolazione di Lerici fu profondamente partecipe ai moti rivoluzionari che dovevano condurre all’unità d’Italia, dimostrando coraggio ed amore per la libertà. Il Santerenzino Paolo Azzarini trasse in salvo il generale Garibaldi mentre era clandestino in  Toscana. Dopo la  raggiunta unità nazionale il Golfo di La Spezia vide la costruzione della linea ferroviaria Genova-Pisa, dell’Arsenale Militare, del Cantiere Navale del Muggiano, delle officine di Viale San Bartolomeo. La città di La Spezia fu oggetto  di una forte industrializzazione con conseguente aumento dei posti di lavoro ed urbanizzazione. La popolazione di Lerici pur non abbandonando la tradizionale attività agricola contribuì alla formazione della nuova classe operaia della città capoluogo. A fine Ottocento inizia la tradizione turistica balneare a Lerici, con l’usanza degli affitti estivi. La vera e propria tradizione del turismo culturale di èlite ha inizio con la permanenza a Lerici dei grandi poeti inglesi Byron e Shelley. Il turismo a Lerici raggiunse una certa notorietà negli anni precedenti la prima guerra mondiale, quando Lerici fu una delle località turistiche in voga ed il Golfo della Spezia fu luogo di soggiorno ed ispirazione per molti artisti e pittori soprattutto stranieri.Nei primi anni del Novecento il borgo vede soccombere la propria tradizione di marineria mercantile a vela, per effetto dello sviluppo delle navi a vapore. Nel territorio di Lerici si diffondono come in tutta Europa epidemie,  che mietono molte vittime nella popolazione locale. Inizia nel contempo il fenomeno dell’emigrazione dei lericini nel mondo, in particolare si ha un notevole flusso migratorio da La Spezia verso il Sudamerica. Negli anni precedenti le due guerre mondiali gli uomini di Lerici prendevano il mare sulle grandi navi e molti di essi non fecero mai più ritorno.
Durante la seconda guerra mondiale le squadre fasciste e le truppe tedesche si aggiravano in tutto il territorio di Lerici e gli anziani ricordano ancora con orrore i rastrellamenti e le violenze della guerra. Ancora una volta i lericini si trovarono in prima fila nella lotta di liberazione. E’ documentata la loro partecipazione alla Resistenza ed il pesante tributo di vite umane.
La via Trogu , caratteristico vicolo del centro storico di San Terenzo, dove si trova Sala Cargià, galleria d’arte  fondata da Carla Gallerini, è intitolata ad uno dei giovani martiri della Resistenza,
Angelo Trogu. Partigiano e combattente nella guerra di liberazione fu anche il poeta lericino Francesco Tonelli, noto negli anni Settanta anche come “il poeta fornaio” di Lerici, i cui versi :“C’è un muro di vento azzurro/che ci separa dal mondo” sono incisi, tradotti in varie lingue, su una targa posta sul molo di Lerici. Tonelli è nato a La Serra di Lerici così come Paolo Bertolani, ricordato   come il maggiore poeta dialettale di questo territorio. Dopo la seconda guerra mondiale si è raggiunto il benessere economico. Molti naviganti , scampati alle guerre, dopo una vita avventurosa trascorsa sul mare poterono fare ritorno a casa e riunirsi alle famiglie che li avevano a lungo attesi. Nel dopoguerra sorse la Società Marittima di mutuo soccorso per aiutare reduci e famiglie.
Uno dei tanti marittimi di Lerici fu il mio nonno materno, GioBatta Galli detto “Gino”, decorato con la Medaglia d’Oro di lunga navigazione (40 anni), grande appassionato di pesca, al quale è dedicata la poesia “Le radici del mare” che di seguito trascrivo.
Occorre sottolineare come Lerici sia oggi principalmente un porto turistico ed essenzialmente turistica sia  la sua economia. Lerici è “Città di Pace e di Poesia” nel Golfo dei Poeti ed in questi luoghi si presume il passaggio di Dante e di Petrarca. Anche il Boccaccio ne fa cenno nella sesta novella del Decamerone. Inoltre qui soggiornarono come ho già ricordato Byron e Shelley, che dedicò alla baia splendide poesie, trovandovi la patria ideale per la sua proposta d’arte romantica, oggettiva e mitica. Inoltre  soggiornarono a Lerici la moglie di Shelley, Mary, Paolo Mantegazza scrittore e scienziato, Sem Benelli , David Herbert Lawrence, Mario Soldati. Importanti Premi Letterari si iscrivono nella tradizione e nella storia di Lerici, come il Premio LericiPea di rilevanza internazionale che ogni anno ospita con il riconoscimento all’opera poetica i maggiori poeti del mondo, inoltre il Premio Città di Lerici ed altri eventi come“Lerici legge il mare”in collaborazione con la casa editrice Mursia. Lerici è luogo di ispirazione di poeti e di pittori. Numerosi e validissimi i pittori locali che riproducono le bellezze naturali del territorio  e voglio qui segnalare un bel libro-catalogo recentissimo che ne raccoglie i profili ed alcune opere : “All’orizzonte d’isola”(28 pittori ed un poeta) di Vasco Bardi, con prefazione a cura del Prof. Giuseppe Luigi Coluccia.
Dopo questo breve “excursus” possiamo  affermare che a pieno titolo il territorio di Lerici viene a collocarsi in una “Liguria mentale” oltre  geografica e paesistica, Liguria terra dell’immaginario, dove la natura splendidamente dimessa , riservata, “pietrosa”, fa da tramite, come accade nell’opera di Eugenio Montale, alla comprensione dell’amaro destino dell’uomo.
Esiste dunque un intrinseco  legame tra il territorio di Lerici e la letteratura, così come esiste una vera e propria “valenza poetica” della terra ligure, posta a metà strada tra la Provenza dei trovatori e la Firenze di Dante. Lerici è un porto, luogo di approdi e partenze. E’ luogo di ispirazione per viaggiatori da tutto il mondo. La storia e la cultura di Lerici hanno radici nel mare.

Donatella Zanello
  


LE RADICI  DEL MARE                              
  
Donatella Zanello
Avevo sedici anni appena              
quando a Genova mi imbarcai
la prima volta come mozzo.
Mio padre mi affidò
ad uno zio cambusiere
e la mia paga era buona
per la famiglia
flagellata dalla fame
e  dalle malattie.
Avevo visto morire
i miei fratelli
di febbre spagnola
e  mia madre
piange ancora
nel mondo delle ombre.
Così la nave bianca
divenne la mia casa,
gli oblò le finestre,
il ponte di coperta il giardino.
Dopo la prima notte
di lacrime disperate
sul duro pagliericcio
lasciai la mia infanzia
a caccia di gamberi sul molo
e divenni un uomo.
La nave bianca
era la mia casa
e tutta la mia vita
mise radici nel mare.


Donatella Zanello

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