martedì 13 febbraio 2018

PRESENTAZIONE LIBRO "EPURAZIONI 1945: LA RESA DEI CONTI NELLO SPEZZINO" di LUIGI LEONARDI – 16 FEBBRAIO 2018 SEDE A.N.M.I. LERICI - Relazione a cura di Donatella Zanello.

Sala Culturale CarGià - Promozione Artistica 2018
Sezione -  Eventi Artistici e Culturali
L'epurazione ha provocato una situazione irreale, un’esclusione, un annullamento della personalità. Un trauma psicologico che si abbatte sulla coscienza dell’individuo, già devastato per il pericolo passato. Lo distrugge moralmente, non solo per il terrore di non riuscire a discolparsi, ma anche per l’indigenza materiale in cui viene costretto dalla privazione del lavoro.    Luigi Leonardi


 Una generazione se ne va,
un'altra viene, e la terra
sussiste in perpetuo.
Ecclesiaste 1:4

Innanzitutto è importante presentare l'Autore del saggio "Epurazioni" , edito da Mursia nel 2011.
Luigi Leonardi è nato a Bagnone (Massa Carrara) nel 1953.
E' tra i fondatori e redattori della rivista milanese di cultura "Malvagia". Scrittore, saggista, autore di testi teatrali e di testi musicali per l'interpretazione di Lucia Marchi, è relatore e voce recitante in numerose manifestazioni culturali, quali la "Calandriniana" di Sarzana. E' autore di prefazioni per poeti e pittori. Ha pubblicato numerosi racconti, saggi e romanzi, tra i quali La brina sulla pelle, Dentro lo Stige, Il sogno di un altro, Libertà van cercando, Il segreto antico di Beppe il maniscalco.
Per Mursia ha pubblicato i saggi La strage nazifascista di Vinca           ed  I ragazzi del monte Barca.
Da  anni si occupa di  ricerche  storiche  sulla Resistenza in Lunigiana ed in generale di studi sul secondo conflitto mondiale e sul secondo dopoguerra nel territorio spezzino e lunigianese.
L'argomento di questo saggio Epurazioni è particolarmente scottante. Dalla sinossi del testo: "Le epurazioni che seguirono la fine del fascismo sono uno dei tabù della storia del nostro Paese: una questione controversa e delicata. Luigi Leonardi denuncia, in questo volume ben documentato, icasi di giustizia sommaria registrati nella provincia spezzina nel 1945, quando il decreto legislativo. 159, emanato dal governo cobelligerante del Sud nel luglio del 1944, stabilì l'epurazione di tutti quelli   sospettati,   a   torto   o   a   ragione,   di   fascismo   o   di   collaborazionismo.   Dopo   una   attenta consultazione   dell'Archivio   di   Stato   della   Spezia,   l'Autore   ripropone   gli   atti   di   notifica   di sospensione   dal   lavoro,   e   le   relative   motivazioni,   inviati   in   quel   periodo   a   operai,   impiegati,dipendenti delle aziende pubbliche: vere e proprie condanne a priori, basate esclusivamente   sulle denunce   dei   comitati   di   fabbrica   o   su   elenchi   trovati   nelle   ex   sedi   dei   comandi   fascisti.
Molte persone   furono   frettolosamente   condannate   a   morte   per   delitti   non   commessi,   spesso   pagando soltanto per la propria debolezza, colpevoli di non aver saputo opporsi e di avere ceduto al ricatto del più forte. L'iscrizione al Partito Fascista Repubblicano era infatti un obbligo di sopravvivenza per chiunque desiderasse salvare se stesso e, soprattutto, la propria famiglia.
Questo libro è una ricostruzione di indubbio valore storico che lascia profonda   amarezza ed apre numerosi interrogativi." Così pure si esprime Pino Meneghini nella sua prefazione:
" La storia del passaggio dal regime fascista alla repubblica democratica ha trascurato in generale la fase   "dell'espiazione", il   momento   cioè   in   cui   i   vinti   furono   chiamati   a   rispondere   delle   loro responsabilità   passate.   Sia   pure   con   riferimento   alla   provincia   spezzina,   oggi   il   lavoro   di   Luigi Leonardi rompe questa sorta di congiura del silenzio, dando alla luce una cronaca "in presa diretta" di   uno   dei   casi   più   bui   della   storia   d'Italia.   In   quei   giorni,   come   sempre   accade   nei   periodi rivoluzionari,   l'umanità   preoccupata   soprattutto   per   la   propria   sopravvivenza   scese   a   patti   con l'inferno   pur   di   liberarsi   dal   sospetto   di   connivenze   con   il   passato   regime,   fino   ad   arrivare   alla denuncia, spesso interessata e non sempre per nobili motivi, alla delazione, alla calunnia. Del resto l'invito alla denuncia del "fascista" era un obbligo morale ricordato quotidianamente sui giornali, com'era   scritto   sul   "Tribuno   del   Popolo"   del   12   ottobre   1945,   ad   esempio,   dove   si   invitava   a presentarsi subito per le denunce presso l'ufficio politico della questura. Talvolta l'epurazione venne usata   per   regolare   conti   personali   o   per   pregiudizio   ideologico,   come   dimostrano   molti   casi, nonostante   fosse   doverosa   nei   confronti   dei   responsabili   di   atti   di   grave   violenza.   Uno   dei   più celebri   e   disonorevoli   casi   è   quello   dello   scienziato   Tullio   Terni,   dichiarato   decaduto   da   socio dell'Accademia   dei   Lincei   nel   1938   perchè   ebreo   e   successivamente   radiato   il   4   gennaio   1946 perchè   accusato   di   fascismo.  Terni   si   suicidò   silenziosamente,   con   una   fialetta   di   cianuro,   il   25 aprile 1946, esattamente un anno dopo la vittoria della democrazia.
Come ben si comprende la materia è di quelle scottanti ma l'Autore evita con cura di aderire ad una delle due tesi contrapposte, mantenendosi al di sopra del gioco delle parti, come è doveroso per lo storico che deve rendere giustizia a coloro che non sono più e deve ricercare la verità al di là del bene e del male, rivelando le brutture che sempre accompagnano ogni guerra, i desideri di vendetta, l'assenza   della   ragione   che   da   sempre   genera   mostri.   L'Autore   si   concede   qualche   intervento   in prima persona, quasi sempre per richiamare, con le armi dell'ironia e in qualche caso del sarcasmo, i protagonisti di quel dramma alla ragione, appunto, alla responsabilità ed alla buona fede.
Ancora   una   volta  homo homini lupus   tanto  la   pretestuosità   dell'accusa   è   palese:   in   questi   casi accuratamente documentati l'Autore gioca a scoprire i "dadi truccati" dei processi sommari, citando alcuni improbabili capi d'accusa tra virgolette, come nel caso del fascista chiamato a discolparsi del reato di essere stato "privo di comprensione verso la massa operaia, negatore di ogni possibilità economica e morale", sicuramente   una   motivazione   d'accusa   eccessivamente   generica   ed improbabile,  per  non  dire   assurda  e  tendenziosa..  Un  libro   questo,  nell'asprezza  e   scabrosità  del tema trattato, che a tratti acquista il tono del j'accuse, soprattutto quando la misura del trattamento punitivo o i goffi tentativi di discolparsi vanno oltre ogni ragionevole limite. Allora interviene il "moralista" Leonardi e ricorda a tutti noi che la guerra ed il dopoguerra sono stati abissi di dolore e di   tragedia,   che   nessuno   può   dimenticare   nè   è   lecito   prendersi   gioco   dei   drammi   contrapposti contrassegnati dall'ingiustizia confondendo le acque a fini personali o di parte". Lo   scrittore   ha   questo   compito,   di   rendere   giustizia   al   passato,   terra   straniera   e   sconosciuta,combattendo   le   proprie   battaglie   sulla   carta,   risvegliando   ed   illuminando   le   coscienze,   il   più possibile, il meglio possibile, per costruire la pace, il valore più grande, dentro ognuno di noi".
                                                                                                                                Donatella Zanello



E’ concesso l’utilizzo di  testi e immagini ai soli fini di studio citando sia l’Autore che il Blog di Sala Culturale CarGià come fonte insieme al relativo link © Sala Culturale CarGià http://salacargia.blogspot.it 
Ringrazio sentitamente Ezia Di Capua
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