domenica 15 luglio 2012

GABRIELLA MIGNANI: il suo ultimo libro " Effetti Indesiderati " presentato a Sala CarGià Atelier a cielo aperto


Sabato 14 luglio alle ore 18:00 in Sala CarGià atelier a cielo aperto al Parco Shelley di San Terenzo, Gabriella Magnani ha presentato il suo libro intitolato:
Effetti indesiderati -  Edizioni Cinque Terre
Nove racconti sulla difficoltà di essere donne ( bambine, compagne, mogli ), nove spaccati sulla complessità dell’universo femminile in una società sempre più difficile, sempre più attenta all’apparenza e non alla sostanza.
Sullo sfondo, le metropoli e la provincia (Genova, La Spezia, Reggio Emilia, Roma, a volte solo intuite) fanno da scenario a vicende umane dai risvolti imprevedibili, accomunate da una solitudine esistenziale che trascende il luogo geografico e la situazione personale delle protagoniste, per assumere la dimensione di una categoria dello spirito.
 
Gabriella Mignani laureata in Scienze Politiche, è giornalista, saggista e scrittrice.
Ha lavorato presso le redazioni spezzine de “La Nazione“ e “Il Secolo XIX“ e ha all'attivo numerose pubblicazioni su riviste e periodici, tra cui un saggio su “ Il nesso che unisce Dante e Mazzini “ pubblicato da “ Il Pensiero Mazziniano “ (2006).
Ha svolto attività di ricerca per il Centro Lunigianese di Studi danteschi, e ha coordinato il Convegno sul settimo centenario della venuta di Dante in Lunigiana ( Ameglia, ottobre 2006 ).
Ha curato inoltre alcune monografie di artisti ed è uno dei critici di riferimento dell' Ucai ( Unione cattolica Artisti italiani ).
Scrittrice di narrativa e poesia, collabora con la rivista internazionale on line “ Carte allineate “, edita dal Dipartimento di Italianistica dell' Università di Dublino.
E' stata premiata e segnalata in numerosi concorsi di poesia e narrativa, e finalista al Lerici- Pea, edizione 1987.
Il suo libro di racconti “ Effetti indesiderati “ (edizioni Cinque Terre, 2010), ha partecipato alla manifestazione “Biblio Days“ di Reggio Emilia nell'ottobre 2010, ed è stato selezionato dall'Assessorato Pari Opportunità della Regione Emilia Romagna come uno dei quatttro testi letterari più significativi scritti da donne nel 2010

LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO: a cura della dott.ssa Franca  Baronio Gambino.

Vorrei subito segnalare due aspetti che  a una prima lettura del libro di Gabriella mi hanno immediatamente
colpito. Li definirei come due “contrasti”.   Contrasti, intendo,  rispetto a un certo andazzo,  sia formale che sostanziale, oggi purtroppo molto diffuso nel cosiddetto “mondo della cultura” e specialmente trattandosi di narrativa.
Vorrei procedere dunque sottolineando nell’opera di Gabriella proprio questi “contrasti, che ciascuno potrà facilmente individuare procedendo nella lettura delle sue pagine.
A fronte di titoli sempre più numerosi oggi presenti a montagne nelle Librerie e ampiamente pubblicizzati per tutti i canali possibili, titoli che mirano evidentemente soprattutto  al facile successo  di pubblico, ci troviamo qui  invece di fronte a una raccolta di racconti che già nel titolo si propone in uno stile schivo e quasi enigmatico: “Effetti indesiderati”.  E’ sottinteso un incrocio tra  fatti e sentimenti, tra realtà e interpretazione personale del reale. Ecco dunque un primo evidente contrasto: un no alla scelta del facile, del più immediatamente fruibile perché superficiale, e un si deciso invece all’analisi, all’approfondimento delle cose narrate.

E da questo primo contrasto ecco discenderne subito un secondo: il gusto insistito , oggi purtroppo non facile da trovare nella narrativa  (e soprattutto, duole dirlo, quella al femminile…)  per uno stile senza piaggerie né concessioni alla faciloneria . Ma invece un linguaggio asciutto, a volte scarno, che però introduce nel profondo delle cose con mano sicura, avvincendo proprio per la sua scelta di severa interiorità e il suo spessore.
Stupisce, o meglio ancora sorprende – sento il bisogno di dirlo- trovare accenti come questi nel panorama di proposte letterarie da cui siamo purtroppo oggi circondati da più parti.
Mi accorgo spesso, anche ricevendo pubblicità attraverso Internet, di  quanto noi poveri lettori siamo ormai giornalmente afflitti da cosiddette  “novità editoriali” che in realtà balbettano ammiccamenti penosi, propagandando temerariamente  assurdità come “romanzi corali”, e allettanti  “caleidoscopi”  infarciti di tutto un po’. Minestroni cartacei che promettono contenuti tanto onnicomprensivi quanto indecorosamente superficiali: dai sensi alla mitologia alla storia dell’arte e al cristianesimo, tutti magari presenti all’interno di un unico zibaldone che contiene solo vaniloqui di personaggi senza vita. Non persone ma maschere atte a imbonire  un pubblico non più di “lettori” ma –questo sì, eccome….- di “compratori”…………

In “Effetti indesiderati” (grazie a Dio!) non troveremo niente di tutto questo.  Figuratevi che non troveremo fra queste pagine neanche uno di quei vampiri vampiretti e vampironi,oggi tanto di voga e soprattutto cari ai fruitori adolescenti che si nutrono di queste narrazioni alla moda, magari convinti di avere fra le mani qualche grande esemplare di capolavoro letterario. Complice la pubblicità televisiva e certe Serie televisive  precedute –o seguite- da un evento definito appunto “letterario”.
Non troveremo stereotipi fra queste righe di “Effetti indesiderati”, non troveremo qui intrighi facili di deliri sentimentali costruiti in serie secondo lo schema imposto da un marketing garantista di buone vendite. Troveremo invece –incredibile ma vero- storie autentiche di persone autentiche, che escono dalle pagine per interpellarci e provocarci  sul piano della nostra reale umanità.
Giusto per non restare nell’indeterminato, vediamo soltanto un breve esempio: il dramma silenzioso e senza strappi di Mimmo e di Roberta, in Questione di stile.
Tutta la vicenda  ha uno sviluppo giocato essenzialmente sulle sfumature più sottili dei sentimenti, ma non per questo è riducibile a  una “storia sentimentale”.  Serpeggia, lungo le pagine, parola su parola, silenzio su silenzio, un’atmosfera sospesa che fa presagire un qualcosa di segreto e invisibile, in atto  quasi dietro alle quinte, che naturalmente aspettiamo si faccia palese al termine della vicenda.  Così  sarà in effetti.  E tuttavia quel finale a sorpresa  più che una conclusione diventa un nuovo inizio.  L’inizio della domanda che subito nasce in noi sul tema  inquietante del bisogno  d’amore.
Il tema non è lì però,  e questo lo percepiamo subito, per fare della filosofia, ma per mostrare  lo sgomento di tutto lo spessore della vita, con il suo mistero e i suoi enigmi.
Enigma: ecco una parola chiave per l’interpretazione delle vicende narrate da Gabriella. Corre , da una vicenda all’altra, anche le più diverse, (e teniamo qui presente che questi racconti, così strettamente collegati , sono in realtà stati scritti nell’arco di ben 20 anni….) il filo conduttore di una  percezione  costante dell’enigma che ogni uomo rappresenta per un altro uomo. E dietro  a certi disagi, e certe crisi, a certi sottili , impalpabili imbarazzi dei personaggi  c’ è sempre la costante difficoltà di questa inevitabile impenetrabilità della persona. Dal racconto più antico al più recente, è questo il filo d’Arianna, per così dire, che mai viene a mancare.
 Così già un’inquietudine segreta  e sotterranea  agita il cuore della giovanissima protagonista nel primo racconto: Giochi di bimbe. E’ stato osservato, ed è vero, che questa bimba, divenuta adulta, potrebbe essere la protagonista dell’ultimo racconto: Disfatta. E’ vero perché c’è un quel filo invisibile (enigmatico appunto…) che lega  strettamente questi due personaggi l’uno all’altro, l’estraneità. Anzi , meglio, il dolore dell’estraneità  che riesce spesso a chiudere le persone (anche magari le più desiderose di amarsi e di incontrarsi) nel cerchio  della comunicazione impossibile. Misura del limite che tutti conosciamo e che per tanti (forse troppi…) è sorgente di infinite  sconfitte e infelicità.
Ed eccoci ad aver  nominato un altro” punto sensibile” del raccontare di Gabriella, in questa sua  galleria di situazioni narrative: il limite. Quasi si direbbe che sia proprio lui, il limite, (inteso alla maniera dei latini, LIMEN, linea di sbarramento e di confine ) uno fra i protagonisti segreti più importanti di queste pagine. Ci sono territori ai quali , magari improvvisamente e senza motivo, viene sbarrato l’accesso. E’ un’altra faccia di ciò che abbiamo prima chiamato “mistero” .  Non sono pochi i momenti in cui leggendo percepiamo nettamente questo “mistero”,  delineato  in  quel ché di impalpabile che in certi giorni, in certi momenti, senza perché e senza spiegazioni possibili,  sentiamo aggirarsi per l’aria, anzi proprio e concretamente nell’aria, intorno a noi, come se Lo Spirito di certi  luoghi esercitasse un potere segreto sui nostri sensi e attraverso questi sulla nostra anima . E’ un’altra delle straordinarie qualità di questa narratrice : trasportarci  in luoghi-non-luoghi  dove  la vita assume inesplicabilmente e  all’improvviso  le dimensioni dell’insondabile , cioè quelle  sue vere dimensioni che troppo spesso da soli non sappiamo più attingere…Ne sono un bell’esempio due racconti come Ritratto di signora  e Disfatta. (segue lettura commentata dei due brani pagg.53  e 132)
Due annotazioni a margine, per finire, che non vanno taciute, volendo giustamente informare il pubblico anche di certi aspetti particolari, ma interessanti di questo libro:

-    nell’anno 2011 “ Effetti indesiderati” è stato segnalato dalle Pari Opportunità della Regione Emilia Romagna come una tra le più significative Opere di Narrativa scritte da donne per l’anno 2010.
-     E poiché siamo in Liguria, ci piace annotare qui che due racconti –Ritratto di signora  e Via del poggio – sono proprio ambientati in Liguria. Via del poggio, in particolare, precisamente a La Spezia.   

Un’ultima osservazione, per concludere.  Io credo che entrare nei pensieri e nel sentire di ognuno di questi personaggi  che si muovono nei Capitoli di “Effetti indesiderati”  equivalga a fare un passo profondo e importante  all’interno del nostro stesso cammino. Sarà un ritrovarci davanti a noi stessi  senza più finzioni,  e addirittura anche  senza l’aiuto di facili illusioni.
 L’impatto è forse, diciamolo, anche duro a momenti… ma certamente capace di introdurci  sapientemente dentro a un paesaggio illuminato dalla luce rara e preziosa di una assoluta sincerità. Questo, a me pare,  è veramente ciò che ogni lettore dovrebbe chiedere a un libro, nell’atto di affrontare la sua prima pagina.
 Io ricordo molto bene tempi in cui la lettura era davvero  per molti  un’avventura, un’emozione e un momento per  mettere un numero esponenziale  alle energie di una giornata.
Sono grata a Gabriella per avermi ridato, con il suo Libro, il contatto con questa maniera, la più alta , di essere “un lettore”.
        
Sala CarGià Atelier a cielo aperto ringrazia la Dott.ssa Gabriella Mignani e la dott.ssa Franca Baronio Gambino per il momento di alto valore culturale donato .


Ezia Di Capua

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