martedì 30 maggio 2023

ESTEMPORANEA DI PITTURA - “1° TROFEO CARLA GALLERINI” - PARCO SHELLEY - SAN TERENZO - 17 GIUGNO 2023

 Estemporanea di pittura “ 1°TROFEO CARLA GALLERINI “ nell'ambito dell’ evento:

Sala CarGià Atelier a Cielo Aperto x ed. - Simposio di Arte, Cultura e Spettacolo” che si svolgerà al Parco Shelley di San Terenzo SABATO 17 GIUGNO 2023

Area di esecuzione opere: PARCO SHELLEY SAN TERENZO

Tema : "DIPINGI LA DANZA NEL GOLFO DEI POETI"

REGOLAMENTO:

Art. 1. Le tecniche pittoriche previste sono olio, acrilico, tempera, acquerello o altro su  tela, tavola.

Art. 2. Non sono previsti limiti d’età per i partecipanti all’ Estemporanea.

Art. 3. I concorrenti partecipano con un’opera di formato non inferiore a cm 70 x 50 

Art. 4. I partecipanti dovranno essere muniti di tela o altro, supporto, cavalletto e tavolozza.

Art. 5. Non è richiesta tassa d’iscrizione

Art. 6. Ingresso al Parco Shelley dalle ore 8:00 alle ore 9:45 del 17 giugno p.v..

Art. 7. Vidimazione  del supporto dell’opera, mediante timbro e assegnazione di un numero prog.

Art. 8. L’ esecuzione dell’opera sarà effettuata tra le ore 10:00 e le ore 17:00

Art. 9. Le opere saranno sottoposte al giudizio di Giuria Il giudizio della Giuria è inappellabile.

Art.10. Premiazione entro le ore 18:00 alla presenza della Giuria, Artisti e Pubblico.

Art.11. Alle tre migliori opere selezionate: Trofeo “ Carla Gallerini” e pubblicazione dell'opera e

            recensione nel Blog di Sala CarGia' - © Sala CarGià Blog http://salacargia.blogspot.com,

Art.12. A tutti i pittori sarà consegnato un Attestato di Partecipazione.

Art 13. Tutte le opere saranno restituite agli autori al termine della premiazione.

Art.14. Per iscrizioni e info: Ezia Di Capua eziadicapua@libero.it

            oppure via WhatsApp al 348 8964150 

Ogni partecipante è responsabile delle proprie opere, sollevando gli organizzatori da ogni responsabilità.

POSTO AUTO GRATUITO RISERVATO AI PITTORI

PER ISCRIZIONI E INFO: EZIA DI CAPUA

eziadicapua@libero.it

 oppure via WhatsApp al 348 8964150 










domenica 21 maggio 2023

LUCIA DELLA SCALA, iconografa - INTERVISTA A CURA DI EZIA DI CAPUA - SALA CARGIA' 2023

LUCIA DELLA SCALA
Lucia, hai conseguito il diploma di Iconografia con il Maestro Iconografo Andrea Trebbi e rilasciato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “B. Nicolò Stenone” di Pisa, nel novembre 2001. Numerose le tue mostre in Italia, hanno segnato il tuo percorso artistico di successo. Dal 5 al 9 luglio, tornerai ad esporre in Sala CarGià a San Terenzo con la mostra dal titolo: “L'oro delle icone nel Golfo dei poeti “. L'oro rappresenta la luce spitituale dei Santi, in mostra, un'icona attesissima dedicata al Patrono di San Terenzo, San Prospero festeggiato la seconda domenica di luglio. Vuoi parlarci dell'arte divina delle icone, in particolare dell'icona dedicata a San Prospero e dell'oro delle icone? 

Realizzare una icona, non è semplicemente dipingere una immagine sacra, ma è creare un'opera che attraverso le mani dell'iconografo viene rappresentata una pagina della Sacra Scrittura, perché in iconografia ogni opera ha un riscontro nella Bibbia, non può essere rappresentato niente se non è stato scritto. Inoltre ogni colore, ogni materiale usato non sono a caso, ma corrispondono ad un valore simbolico. Partendo dal supporto legno materia viva, trattato con colla di coniglio e gesso di Bologna come sfondo di supporto, poi per i colori si usano pigmenti naturali con il legante il rosso dell'uovo, non a caso l'uovo è simbolo di vita, niente è a caso nel realizzare l'icona. L'oro poi simbolo della preziosità del divino, non manca mai nelle icone che sempre vengono impreziosite con la foglia oro. San Prospero, un santo di cui poco ho sentito parlare, ma da subito, appena vista l'immagine, mi è piaciuta tantissimo e con entusiasmo e gratitudine al Signore che mi ha dato questa opportunità ho iniziato questa opera. Quando si parla del lavoro dell' "Iconografo" (autore di icone), non si dice "dipingere" un'icona, ma si dice "scrivere" un'icona. Le icone sono autentici oggetti sacri, la Sacra Bibbia che viene rappresentata in immagini. L’icona è un dialogo di sguardi che giunge al cuore. Una vera e propria chiamata

L'oro è il soggetto principale del titolo della tua mostra, Perchè questa scelta? Su l'oro delle icone quando si parla del simbolismo possiamo aggiungere che l'oro simbolo del divino viene messo nell'icona per parlarci della dimensione divina, soprattutto nell'aureola in cui oltre all'oro abbiamo anche il segno del cerchio che simboleggia il divino. Ogni icona viene impreziosita con l'oro sotto forma di foglia oro. Anticamente l'oro veniva battuto fino a formare sottilissime foglie. Ancora oggi si usa stendere l'oro a foglia sottilissima applicata sul bolo con colla di pesce o colla di coniglio.

Come nasce la Tua «chiamata» alle icone? Mi è sempre piaciuto dipingere, ma quando 22 anni fa mi si presentò l'occasione di un corso di iconografia nella diocesi di Massa Carrara, ricordo che mi iscrissi con curiosità anche perché non conoscevo bene di cosa si trattava, ma ne fui entusiasta, tanto che senza mai perdere una lezione feci tutti e 3 i livelli. Conseguì il diploma e da quel momento continuai a fare icone di tutte le misure e dei diversi e innumerevoli Santi e dei diversi momenti della vita di Gesù scritta nei Vangeli. Si ho scritto a oggi centinaia di icone.

All’Accademia di Belle Arti di Carrara consegui il diploma di “Arti Visive e Discipline Dello Spettacolo (Indirizzo Pittura). Abilitata all’insegnamento di“Discipline Pittoriche”. Partecipi a importanti e selettivi Master di Arte Sacra Contemporanea, uno dei quali condotto dal Prof. Omar Galiani – Accademia di Carrara. Presso la Sala Culturale CarGià in San Terenzo di Lerici nel 2011 e nel 2012 hai tenuto un corso teorico - pratico di iconografia I° e II° livello. Cosa significano i colori nelle icone? Applichi le tecniche pittoriche medievali come la tempera all'uovo ? I colori delle icone hanno inevitabilmente un riscontro simbolico e anche questi mai vengono messi a caso, il rosso simboleggia il martirio, il bianco la purezza, il blu la regalità. Importantissimo usare la tecnica medioevale della tempera all'uovo, altrimenti fatta con altra tecnica non corrisponderebbe alla vera icona, inoltre come già detto l'uovo è simbolo di vita.

L'iconografo è colui che esegue l'icona: è un uomo di fede, un credente; è un uomo che si fa penetrare ed ispirare da Dio affinché la sua opera sia manifestazione della Sua Gloria. Anticamente gli iconografi erano monaci e prima di iniziare a realizzare l'icona dovevano fare tre giorni di digiuno e preghiera. Nel 2018 consegui il “Diploma di formazione Teologico – Pastorale” rilasciato dalla Scuola Diocesana di formazione Teologico – Pastorale San Francesco Fogolla - Diocesi Di Massa-Carrara-Pontremoli. Sei un'artista cristiana, quanto e come la tua fede, illumina il tuo percorso artistico e come modella la tua poetica? Sì sono un'artista cristiana o forse sono una cristiana che è anche artista, sicuramente sono certa che in ogni mia opera sento e chiedo la presenza del Signore. Non faccio i digiuni come anticamente facevano i monaci, ma sicuramente mi metto in preghiera o in meditazione o in ascolto della sua parola, perché desidero comunicare al mondo la bellezza che Lui ci ha dato e per comunicare chiedo il Suo aiuto è la cosa più importante, prima di iniziare prendersi il tempo per mettersi in contatto con il datore della Vita.

Le icone rappresentano il culto di tutta la Chiesa. Dipingere icone è quindi un lavoro di grande responsabilità. Le persone che seguono i tuoi corsi di iconografia cosa cercano? Non si può generalizzare, ogni persona è diversa, unica e irripetibile, sicuramente oltre a imparare la tecnica pittorica, chi segue i miei corsi cerca anche una dimensione spirituale, perché scrivere una icona è inevitabilmente anche pregare, in un modo un po' diverso ma è preghiera.

Prossimamente intendi realizzare un altro corso di iconografia? …....mi piacerebbe fosse realizzato in Sala CarGià Si piacerebbe anche a me realizzare nuovamente un corso di iconografia in sala CarGià, anche perché l'ambiente è sereno, Sala CarGià è ben disposta e ci siamo già trovati benissimo nei corsi precedenti. Chi è interessato ad iscriversi ai Corsi di Iconografia può contattarmi attraverso questo numero: +39 3334387740

Lucia, la tua ricerca artistica, si spinge oltre l'iconografiaQuale messaggio intendi tramettere attraverso le tue opere? Si oltre all'iconografia dipingo anche altri soggetti, tante volte anche a tempera all'uovo, mi piace trasmettere messaggi di positività nel mondo, perché c'è tanto bisogno di bellezza, amore, amicizia e tante volte uso anche il simbolismo per incrementare questi messaggi.

TITOLO DELLA MOSTRA:

L'ORO DELLE ICONE NEL GOLFO DEI POETI - SALA CARGIA' GALLERIA D'ARTE - DAL 5 AL 9 LUGLIO

PATROCINI : REGIONE LIGURIA, COMUNE DI LERICI, LERICI COAST, PROLOCO SAN TERANZO, SALA CARGIA'

CONFERENZA DI LUCIA DELLA SCALA

Testo dell'intervista di Ezia Di Capua

SALA CARGIA' - Progetto di Promozione Arte e Cultura 2023 a cura di Ezia Di Capua

LE INTERVISTE DIETRO AL CAVALLETTO

Per Info: Ezia Di Capua +39 3488964150

LUCIA DELLA SCALA, iconografa - Intervista concessa in esclusiva a Sala CarGia' Galleria d'arte utile per la pubblicazione

nel BLOG © Sala CarGià Blog http://salacargia.blogspot.com, - ogni diritto è riservato.


SALA CULTURALE CARGIA’

VIA ANGELO TROGU, 54

SAN TERENZO – SP – ITALY

Info: Mobile +39 348 8964150    eziadicapua@libero.it


sabato 6 maggio 2023

LUCA BINI, fotografo - Intervista a cura di Ezia Di Capua - SALA CARGIA' 2023

Luca Bini
1- Luca torni ad esporre per la quarta volta in Sala CarGià con “ Live to tell “ mostra fotografica anche  sintesi dei tuoi momenti di solitudine creativa. La mostra verrà inaugurata domenica 07 agosto ed èinserita nel progetto di Promozione d'arte, cultura e spettacolo di Sala Culturale CarGià 2023 che ha il patrocinio della Regione Liguria, del Comune di Lerici, della Proloco di San Terenzo e di Sala Culturale CarGià. Nella mostra, che terminerà mercoledì 16 agosto “, la terra, il mare, le stagioni, la natura, angoli preziosi del nostro territorio e, specialmente di San Terenzo, sono al centro del tuo diario visivo, in una connessione più visibile che maiPensi che le tue fotografie, abbiano un linguaggio universalmente comprensibile?. - "Sì, gli scatti che ho selezionato per la mostra in Sala CarGià, sono per lo più dedicati alla fotografia paesaggistica che è un genere fotografico che ritrae il paesaggio naturale o urbano. Forse il genere più frequentato sia dai fotografi amatoriali che professionisti. All'apparenza banale richiede impegno e conoscenze per ottenere risultati apprezzabili. Sono scatti dedicati alla natura del luogo che amo e dove vivo. In live to Tell” tutto è universalmente comprensibile, in questa  mostra nulla è artificiale, è un viaggio in purezza nella verità della bellezza  Un lungo racconto panoramico nella dimensione del paesaggio del nostro territorio, che è davvero straordinario, magnifico per me. Adoro fotografarlo per ammirarlo, ricordarlo e farlo conoscere".

2 - L’arte fotografica è stata definita da Italo Calvino come lo strumento che ha la capacità di condensare il mondo in un’immagine. Attraverso le tue foto intendi catturare ”L’anima della Natura ”? - "In tutto quello che fotografo cerco di estrarre l'essenza, ogni soggetto comunica in modo diverso e cerco di descriverlo al meglio. Cerco di catturare la luce giusta, per ottenere il risultato migliore ma, sono spontaneo nello scattare. La fotografia è un mezzo di comunicazione paragonabile alla pittura per molti aspetti. Già nel 1866 la fotografia viene dichiarata "Arte pittorica" da Peter Henry Emerson e, proprio per girare intorno all'arte a 360° mi dedico anche all'esercizio della pittura, del disegno, mi piace sperimentare, indagare, mettermi alla prova"

3 - In un saggio di Calvino intitolato “La sfida dell’immagine”, lo scrittore sostiene che la fotografia e la pratica narrativa non sono solo due modi diversi di descrivere il reale, ma anche strumenti complementari che possono, a modo loro, addentrarsi in certe complessità umane. Qual' è la tua sfida? Che cosa vuoi ottenere dall'immagine? - "In un mondo ormai certamente dominato dalla fotografia digitale, in questo ultimo periodo, sono ritornato alla fotografia classica non è una sfida ma un cercare nell'immagine qualcosa di nuovo ancora da scoprire per ottenere scatti sempre più unici ed emozionanti  e anche sofisticati. Nella fotografia analogica c'è un coinvolgimento più immaginativo e progettuale. La mia visione della fotografia è fondata su alcuni semplici parole: memoria, emozione ed intuizione, per ultimo ma non ultimo metto il cuore".

4 - Calvino però ci racconta anche di un’altra qualità, forse meno evidente, della fotografia: la leggerezza di adagiarsi sulle cose. Per Calvino, la leggerezza è profondamente legata alla fluidità, ed è una delle sei qualità fondamentali descritte nelle sue “Lezioni americane”. La leggerezza non è assolutamente superficialità, ma capacità di muoversi liberamente e di trasformarsi. Che emozione ricevi immortalando un attimo che diventa eterno ? Come vedi la tua fotografia tra 10 anni? - "Catturare fotograficamente una situazione mi dona una forte emozione. Sì, quello scatto è e rimane unico immortale mi riempie di gioia e mi dà forza per continuare il mio cammino artistico fotografico. Tra 10 anni? Ci saranno evoluzioni straordinarie nella tecnologia ma, guarderò le mie prime foto con gli stessi occhi che hanno inquadrato il soggetto nel momento in cui le ho scattate, avranno sempre un valore grande per me, il valore della memoria, angolo del cuore, in più con il passare degli anni, avranno acquisito il valore dato dal tempo trascorso, e saranno pronte per passare alla storia".

5 – Sempre per Calvino, la leggerezza è quella capacità di trovare un equilibrio, attraverso la narrazione per immagini, tra l’attenzione ai cambiamenti sociali, e sociologici, e il godimento della vita stessa. È il tentativo, mediante la fotografia, di trovare una sorta di pace nel mezzo del caos esistenziale, il bilanciamento tra il bisogno di essere a pieno nella storia e il desiderio incessante di sperimentare. Che posto ha la fotografia nella tua vita? - "Nella mia vita la fotografia è essenziale, è il mio mondo, il mio modo di comunicare con gli Altri, la mia passione il mio tempo, la mia seconda lingua   Non è per nulla semplice per me descrivere cosa c'è dietro l’occhio di un fotografo e riuscire a descrivere cosa comanda le mani e lo sguardo durante l’inquadratura e lo scatto. Trovo che già questo nasconda qualcosa di magico e sia in parte ragione della mia ricerca e passione".

6 - Il trionfo della natura, si trova in tutte le tue opere, che spiritualizzi in un racconto fortemente emotivo di intima riflessione che ci cattura. Possiamo davvero dire che l’uomo incontra il paesaggio nelle tue fotografie in un colloquio costante con la natura che suscita emozione e particolare interesse aprendo un’incantevole poetica da cui ne scaturisce un’interpretativa di grande analisi e di viva consapevolezza. Nonostante tu descriva spesso un territorio naturalmente bello non ti lasci ammaliare dal paesaggio e focalizzi l’attenzione dei tuoi scatti anche sul contesto sociale. Non c’è tempo di contemplare il paesaggio di fronte ad una realtà difficile e conflittuale. Esso resta sfondo. Pensi che la tua fotografia sia uno strumento potente per raccontare la società e la realtà della nostra epoca? - "Una foto più è sincera, immediata più comunica, non ho usato filtri per le foto presenti in questa mostra che mi piace definire cruda perchè propongo quello che ho scattato così, come la luce mi ha fatto vedere, per sviluppare questo tema descrittivo di “ Live to tell “ tutto dedicato alla bellezza di questo angolo bellissimo del Golfo dei Poeti. Spero che il mio messaggio arrivi e sia compreso, l' obiettivo principale è di portare la bellezza del nostro Golfo in mostra, la scelta non è banale perchè spesso non si riesce più ad apprezzare appieno ciò che quotidianamente ci circonda. Mi piace documentare tutto quello che osservo e vivo in questo mio tempo ma, è tema della mia ricerca fotografica anche ciò, che di questa società e realtà spesso non apprezzo. Un mio sogno piccolo piccolo? Essere un grande fotografo di grandi eventi, di grandi storie, di grandi uomini e donne, e così poterli conoscere e , raccontare attraverso le immagini fotografiche".

7- Da anni crei affascinanti foto mettendo al centro il corpo umano nudo, spesso divieni protagonista delle tue foto proprio con il tuo corpo. Tra corpo e anima vige un rapporto materia-forma, come se l’anima fosse la vera forma del corpo”, il pensiero di Aristotele rispecchia quello che era il ruolo del corpo umano nell’arte classica, lo scultore si concentrava sulle sembianze umane cercando di restituirne realisticamente le forme. Nei secoli successivi questo approccio è stato spesso replicato. Basta pensare a Michelangelo nella scultura, o a Mattia Preti nella pittura, il corpo umano è tornato centrale nei suoi caratteri formali massimamente con il Barocco – opere come il Ratto di Proserpina di Gian Lorenzo Bernini ne sono paradigma – e con il Neoclassicismo, Le tre grazie di Antonio Canova. Descrivi il corpo in quanto “forma” o in quanto “medium”? In altre parole nelle tue foto il corpo diviene strumento funzionale a comunicare messaggi oppure, esprime sensazioni ambientali o sociali ?. - "Il corpo va oltre l'estetica è comunicazione e nello stesso tempo è già arte con la sua architettura meravigliosa. Chi ha posato per me lo ha fatto con grande impegno, cercando di andare oltre al silenzio fotografico, non è facile trovare modelli desiderosi di affrontare il delicato linguaggio fotografico del nudo. Questo genere di fotografia non è affatto facile spesso è fraintesa, la trovo comunque molto interessante e, sto sperimentando molto cercando il non detto. Mi piacerebbe fare una mostra tutta dedicata a questo tema".

8 - Il tuo modo di fare fotografia Luca, da un lato recupera il senso dell’immagine in un’atmosfera intrisa di silenzio e di pace, di verità all’insegna di un messaggio continuo e immediato di amore per la vita e per tutto quello che lo circonda dall'altro mette al centro il corpo, protagonista e soggetto che è presente nel tuo lavoro di ricerca in maniera radicale. Penso che questa commistione artistica sia frutto di una ricerca introspettiva lungo le tue radici interiori ma, è chiaro anche il desiderio di affrontare una comunicazione universale. Lo scopo ultimo del tuo lavoro e della tua ricerca, sul mondo dell’eros è incoraggiare e portare le persone a soddisfare appieno la propria sessualità, liberando corpo e mente?. - "Sì ognuno di noi deve essere libero nella sua sessualità e nella vita. Io non ho nessun tipo di discriminazione ma credo nella libertà di ciascuno, Sarebbe giusto vivere in una società libera e tranquilla, purtroppo viviamo un momento storico fortemente complesso difficile quasi per tutti su talmente tanti piani che non è certo il caso di approfondire in questa intervista". 

9 - Si potrebbe dire che le tue foto sono un immenso diario emotivo ?. -"Sì, mi dedico alla fotografia ogni giorno appena posso, anzi direi che arricchisco ogni mio giorno con la fotografia. Non riesco a pensarmi lontano dalla fotografia.Scatto per raccontare le mie emozioni. Mi piacerebbe tanto se le mie fotografie riuscissero a trasmettere quello che ho provato nello scattarle Trovo che il dialogo quotidiano che ho con la fotografia sia un generatore di energia positiva interiore e, fermare con lo scatto quella luce, quel vento nei colori del mare, sia davvero un bellissimo diario emotivo che desidero condividere con l'osservatore".

10 - Luca, hai un sassolino nella scarpa?. - "Nell'ambito fotografico no, non ho proprio nessun sassolino nella scarpa anzi, per me come ho già fatto intendere, la fotografia è libertà è vita, è gioia, creatività, astrazione. Per quanto invece riguarda i rapporti personali non legati all'arte, invece devo dire che molte persone nel tempo mi hanno deluso in un momento della mia vita molto delicato a seguito di un grave lutto, la perdita di mio padre. Perciò ancora oggi spesso per cautela, prendo prudentemente le distanze dalle persone di cui per istinto non mi fido troppo. Potendo scegliere, in genere preferisco la compagnia della mia solitudine e il conforto che trovo nel mio scrivere fotografico da cui traggo sempre risposte sincere e forza rigeneratrice".

Testo dell'intervista di Ezia Di Capua

Sala CarGià – Galleria d'Arte - San Terenzo - 03 Maggio 2023

SALA CARGIA' - Progetto di Promozione Arte e Cultura 2023 a cura di Ezia Di Capua

LE INTERVISTE DIETRO L'OBIETTIVO

Per Info: Ezia Di Capua +39 3488964150

LUCA BINI, fotografo - Intervista concessa in esclusiva a Sala CarGia' Galleria d'arte utile per la pubblicazione

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Ezia Di Capua Miniaturista, Pittrice, illustratrice, scrittrice, critico di arti visive. Gallerista

Art Blogger: ideatrice di © Sala CarGià Blog http://salacargia.blogspot.com, sito web vetrina di arte, cultura e spettacolo.

Direttore e curatore di Sala CarGia' spazio espositivo. Operatore culturale, Ideatrice e conduttrice di tutti gli eventi artistici e culturali realizzati per Sala Culturale CarGia' dal 2010 al 2023 nel Golfo dei Poeti

2012-2023 Curatore progettuale, organizzativo, responsabile della promozione artistica e comunicazione relativa a concerti lirici e messa in scena teatrale, in Italia di tredici Opere Liriche e relative repliche, in costume storico e sostenute da orchestra.

Curatore del progetto internazionale ideato per stabilire lo scambio culturale Italia/Giappone e rappresentare, nei teatri di Tokyo e Osaka con cast nazionale, internazionale e orchestra, la messa in scena dell'Opera lirica “L'elisir D'amore” di G. Donizetti

Cantante - registro vocale soprano – Corista lirico 1976-2023. Oltre cento i concerti al suo attivo. E' nell'organico del Coro Lirico Operistico Città della Spezia - Ricercatrice archeologica indipendente, appassionata di semiologia, da anni conduce studi e osservazioni del territorio nella Lunigiana storica e Appennino Tosco Emiliano, a riguardo sta scrivendo un libro.

Cell.: 348 8964150 eziadicapua@libero.it


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