mercoledì 29 agosto 2012

ANTONELLA BORACCHIA IN SALA CARGIA': il soffio dell'infinito

Antonella Boracchia
Grande partecipazione e grande entusiasmo ha contraddistinto l’inaugurazione della mostra di pittura di Antonella Boracchia ultima artista  nel calendario de La “Stagione in Arte dedicata a Carla Gallerini” – Promozione Arte e Cultura 2012 a cura di Ezia Di Capua.
Sala CarGià – Galleria d’Arte  ospiterà dal 29 Agosto al 12 Settembre  la  personale di pittura di Antonella Boracchia  dal titolo: “ La memoria, il tempo, il trascendente”.


La mostra che ha il patrocinio del Comune di Lerici e della Pro Loco di San Terenzo si inserisce nella programmazione degli eventi che in ricordo di Carla Gallerini vogliono, promuovere e rilanciare il territorio attraverso l’Arte e la Cultura.L’artista  diplomata al liceo artistico di Carrara,  completa gli studi all’Accademia di Belle Arti di Carrara dove, si diploma in Pittura – 1983 (Allieva di Buscioni) Segue un corso di grafica, calcografia e stampa d’arte guidato F. Musante e F. Vaccarone nel 1984. Partecipa a diverse iniziative artistiche nel territorio e nel mese di luglio ha partecipato a “Sala CarGià Atelier a cielo aperto - Symposium d’arte al Parco Shelley  di San Terenzo “: maratona d’arte a cura di Ezia Di Capua Abilitata all’insegnamento. Frequenta per tre anni il corso di scultura all’Accademia di Carrara.
Dopo il discorso di apertura dell’evento e la lettura della pagina critica eseguita dalla direttrice della galleria, ha preso la parola Antonella Boracchia che ha ringraziato e salutato i presenti e letto una  sua poesia edita. Molti gli applausi, tra il folto pubblico, Anna Magnavacca vice presidente del Cenacolo Artistico Letterario  Val di Magra, Il direttore artistico dell’Associazione Culturale San Martino di Durasca, molti artisti e pittori locali. Lo scrittore e poeta  Marco Raiti ha letto alcune poesie inedite della Boracchia e commentato la mostra con toni di ammirazione. Anche Marzia Zini, splendida voce recitante ha letto  poesie e commentato la mostra della brava pittrice. Significativo l'intervento della pittrice Maria Giovanna Guidone.Tra i presenti Enrico Formica critico d’arte.

Antonella Boracchia
Ezia Di Capua direttrice di Sala CarGià così descrive le opere di Antonella Boracchia “ I dipinti della pittrice Antonella Boracchia, dotata di particolare sensibilità artistica e poetica, sono insolito panorama di momenti interiori tradotti dall’artista con delicato talento estetico che   supera la normale percezione delle cose, riuscendo a sintetizzare  paesaggio e figura alla ricerca di ciò che è essenza, palpito, assenza o ricerca mistica. Un percorso piuttosto interessante, vissuto  pienamente dall’artista che ancora cerca nella sua evoluzione una chiave di lettura ancor più raffinata  per rendere ancor più nitida a sé e agli altri la percezione delle sue emozioni vissute, raccontate e interpretate attraverso la pittura”.

La pagina critica della mostra  è a cura del Critico d’Arte Giuseppe Luigi Coluccia e sarà leggibile nel Blog si Sala CarGià nella pagina “Recensioni”
Sala CarGià . Galleria d’Arte è sita in Via Trogu,54 nel Centro storico di  San  Terenzo.
La mostra è visitabile tutti i giorni, festivi compresi con il seguente orario: 10-12 / 17-20
Ingresso Libero

Ezia Di Capua

MEMORIA TEMPO TRASCENDENZA: LA PITTURA DI ANTONELLA BORACCHIA

             Curriculum dell'artista
            Un primo piano per Antonella Boracchia.
Diamo il profilo professionale: la tendenza e passione alla pittura inizia quando lei è giovanissima. Quindicenne appena, espone alla Galleria dell'Olmo, in una collettiva del 1975. Si diploma nel 1978 presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara. E' allieva di Buscioni, segue il corso di grafica, calcografia e stampa d'arte di Franco Musante e Francesco Vaccarone nel 1984. Alcune sue espo­sizioni: Vezzano 1984 – Calandriniana di Dagna 1984 – Collettiva del 1984 - “Il Cantico dei Canti­ci 1985 – Calandriniana per stampa e incisione 1985-1986 – Portovenere 1986 – fa parte nel 1986 del “Segno grafico ligure”.
Nel 1986 insegna educazione artistica nelle medie e superiori.
Si iscrive all'Accademia di Belle Arti per la scultura 1989-1992. Segue la maternità: Antonella si dedica alla famiglia. La vediamo in mostra a Prato nel 1999, al Caffè del Teatro. Gli anni passano veloci, e ancora una volta la si vede protagonista nella mostra all'UCAI di Spezia, gennaio 2012, ancora UCAI “Omaggio alla donna”, marzo 2012. In Alluvion'arte, marzo 2012. UCAI aprile 2012, maggio, giugno: Passa alla FIDAPA di Spezia, maggio 2012. Infine, Artisti in Cittadella, Sarzana giugno 2012.

             La mostra
            Immaginazione e visione a contatto con la natura.
            La mostra di Antonella ha per titolo “La memoria, il tempo, il trascendente”. Credo tuttavia che la sua pittura rispecchi ascensioni (accensioni e slanci ?) idealistici, interiori, e l'animo ritrovi “dove posare”- la tranquillitas, qualità spirituale. La idealizzazione è un'attività umana che contempla la natura e trae messaggi e visioni. Progrediamo verso il cuore di quest'arte, dove è operante il passato – il passato di Antonella – e poiché è donna sensibile e colta, non può sottrarsi all'opera del tempo, odiato/amato tempo. Ci sembra che nell'artista si avvii come reazione una rivalsa, affidata al trascendente. Le visioni, soprattutto. Si comincia dal dipinto di avvio, per così dire: campiture grigie soffuse di bianco, nel mezzo una sagoma appena tratteggiata, sul colle un'asta e un drappo, come ala, vento, larva o fantasma. Tale tenue dipinto può fare da guida per gli altri dipinti. La pittrice non usa didascalie, e fa bene, nel senso che tutte le opere in mostra sono un continuum, istantanee di un unica visione. Vorrei dire dei tre dipinti della esposizione “Artisti in Cittadella 2012”, di Graziano Dagna. Sono i dipinti selezionati dalla pittrice, e rappresentativi della sua pittura. Lo spazio per lo più diviso in quattro parti, o campiture, procedendo dal cupo verso il chiarore. Osservo anzitutto “Immensità”: a sinistra c'è l'evento: cielo-mare-riva con una sagoma larvale, all'orizzonte c'è un pro­filo di roccia, a sinistra. Spostando lo sguardo a destra, di nuovo mare e cielo e due volti intrecciati, come anime evocate – forse il mondo di là, nel chiarore di un regno simboleggiato nei drappi nuvo­le e nel fiore, presenze lievi che farebbero pensare a un volo. Gli elementi ritornano quasi a com­mento dei due dipinti, dove il cielo è naturale, come la terra e la roccia, e il mare, con queste presen­ze decorative che posso essere nuvole o come le nuvole, e il bianco lascia trasparire un'anima o ani­me che si cercano. Qua e là, abbiamo la impressione che il viaggio dantesco nell'oltretomba faccia da sfondo al tormento e all'interrogarsi di questa pittura, che è vincolata a memoria tempo e trascen­dente. E qui chiedo a quest'arte perchè mai non uscire all'aperto, deponendo l'informale sulla soglia, tuffandosi magari nella esuberante natura.

             Noi potremmo operare dei confronti.
            E prima di farlo, premetto il nome del maestro Hans Arp (1887-1966), pittore e scultore te­desco, che in pittura ha creato momenti di forme umane lunari o spettrali. Intanto elenchiamo questi momenti onirici di Boracchia, circa ventina: Drappo bianco – Spazio condiviso - Disco – Una don­na – Pensiero e immaginazione – Armonia cromatica con luna – Mare e natura – Fuori dal tempo – Due volti – In Cittadella Sarzana – Velature – Forme evanescenti – Volti e anime – Immensità – Spazio di colori – Donna – Quadrato – Monstruum 1 e 2 – Ricerca di armonia – Una donna (madre) – Donna e cavallo. Da questi titoli, approssimativi, provvisori, forse il pubblico si rende conto dell'informale della sua pittura, complessa, proiettata fuori dal tempo. Con indugi psicologici, introspettivi, concettuali e metafisici.

            L'arte di Boracchia si autogenera da un primitivismo diffuso – a volta interviene l'abbozzo, o per meglio dire, l'incompiuto. E' pittura che viene da lontano.da più fonti, con reminiscenze o occa­sionali referenze al Novecento: Gaetano Previati, Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Salvator Dalì, Alberto Burri. La composizione che meglio indica la visione di Antonella è quella in grande, in quattro campiture: da sinistra, cielo e mare con azzurro e pietre bianche, e sotto, scogli e gioco di azzurri; a destra, acque con grigio e azzurro, sotto movimento di acque col triplice cromatismo: bianco, grigio e ancora azzurro. Abbiamo detto cielo e mare la prediletta espressione visionaria di Antonella in cui la natura posa quasi indistinta, nel segno cromatico anche luminoso in ragione dei bianchi, ma allo stato informale, e la composizione sottratta al tempo per restituirsi a livello psicolo­gico e spirituale. Si direbbe il trascendente la storia e il tempo.

            C'è infine nella pittrice la disposizione interiore a verbalizzare la visione: sono i momenti Lerici in cui è facile passare dalla pittura e dall'immagine alla parola. Alcuni testi poetici lei stessa leggerà a commento di questa mostra a Sala Cargià.


Prof. G.Luigi Coluccia



CONCLUSIONE DELLA RASSEGNA DI PITTURA 2012: Ezia Di Capua discorso di accoglienza al Vernissage di Antonella Boracchia

Il mio saluto e il mio grazie  a tutti i numerosi intervenuti oggi qui in Sala CarGià, al Vernissage di Antonella Boracchia la cui mostra ha titolo “ il tempo, la memoria, il trascendente”.
Ancora  un minuto, prima di leggere la pagina critica relativa alla mostra a cura del critico d’arte Prof. Giuseppe Luigi Coluccia, per ricordarvi che con Antonella Boracchia si conclude la Rassegna di pittura relativa alla “Stagione in Arte dedicata a Carla Gallerini “- Promozione Arte e Cultura 2012 ma, non sarà l’evento conclusivo infatti il 15 di settembre alle ore 11:00 del mattino verrà inaugurata la Collettiva “ I Territori si incontrano in nome dell’arte”.
Evento che ha avuto il patrocinio del comune di Lerici e di Filattiera, della ProLoco di San Terenzo e della ProLoco di Filatttiera. Saranno presenti quindi i rispettivi rappresentanti.
E’ un evento interessante, alla sua seconda edizione. Bello lo  spirito, e il messaggio artistico che Sala Cargià intende sostenere anche attraverso questo progetto di “Gemellaggio artistico tra due territori” storicamente “Spino Secco e Spino Fiorito”.
Gli artisti che parteciperanno alla collettiva che avrà durata di una settimana, saranno i vincitori dell’estemporanea che nel maggio scorso si è svolta a Filattiera.
Prego pertanto tutti gli artisti e i rappresentanti delle Associazioni Culturale locali di essere presenti
Per questo evento importante per il nostro territorio e significativamente importante per Sala CarGià che supera davvero i suoi confini.
Il mio grazie a tutti per l’entusiasmo e la partecipazione calorosa che mostrate sempre negli incontri artistici e culturali qui a Sala CarGià.


Ezia Di Capua 

lunedì 20 agosto 2012

EZIA DI CAPUA PRESENTA IL LIBRO " LA MISURA DELL'AMORE " DEDICATO A CARLA GALLERINI AL CASTELLO DI SAN TERENZO: Tutti gli amici sono invitati


Invito Personale
a tutti gli amici



La S.V. è invitata
Alla presentazione del libro dedicato a Carla Gallerini

La Misura dell’Amore
di Ezia Di Capua

che avrà luogo al Castello di San Terenzo

Sabato 25 Agosto alle ore 21,00
Relatore: dott.ssa Maria Letizia Stangalino


                                          Settimana Culturale
                                           al Castello di San Terenzo
                                            Dal 20 al 26 agosto 2012

                                             Associazione Culturale StAbilis
                                            ProLoco San Terenzo

domenica 19 agosto 2012

SERGIO SCANTAMBURLO: magia di colori, segno e cuore d'Artista


Sergio Scantamburlo Viaggio nel Blu 2012

Splendida l’ inaugurazione della personale di pittura dell'artista Sergio Scantamburlo che, ha festosamente accolto i moltissimi amici, artisti, poeti, scrittori, pittori intervenuti per l’evento, con le calde note del chitarrista spezzino M° Franco Casanova che hanno reso ancor più magico il Centro Storico di San Terenzo che si è ancor più animato di pubblico, e ammiratori accalcati all’ombra di Via Angelo Trogu.
Fondamentale la presenza del Sindaco Marco Caluri, che segue l’evoluzione artistica di Scantamburlo da anni,  e possiede alcune delle sue opere. Belle le parole pronunciate al microfono dal Sindaco che ha espresso tutta la sua stima per l’artista e si è complimentato per l’impegno artistico e sociale che è svolto in Sala CarGià - Galleria d'arte, Centro Culturale. Il pomeriggio caldissimo non ha scoraggiato il numeroso pubblico che ha apprezzato le opere dell’artista che hanno reso alla Galleria un’atmosfera di solarità e calda amicizia nota importante che emerge dalle tele dell’artista, dove impera la figura umana ritratta in giochi di amicizia e condivisione di momenti quotidiani sereni e conviviali. L’artista presenta le sue opere narrando di ognuna il percorso di creazione, con la cura devota che  nutre un padre per i propri figli. Una pittura sentita quindi quella di Sergio che gioca con i colori sfidando accostamenti cromatici impensabili che stupiscono, inteneriscono e inducono alla riflessione.

Doveroso segnalare il curriculum del M° Franco Casanova che ha accompagnato con ritmo trascinante il vernissage di Sergio Scantamburlo. Casanova nasce il 26 aprile del 1965 a BOLANO in provincia di LA SPEZIA. Inizia a suonare la chitarra a plettro all'eta' di 9 anni sotto la guida del maestro UMBERTO ALLODI,che lo avvia allo studio dello strumento e del solfeggio. Si perfeziona piu' tardi per 3 anni ,dal 1986 al 1989, presso il Centro Professione Musica di MILANO con il docen te FRANCO MUSSIDA (produttore,arrangiatore,chitarrista del gruppo rock P.F.M.).Si classifica ai primi posti in alcuni concorsi nazionali e internazionali:2 classificato al Festival Citta' di Torino marzo 1980; 2 classificato a Campomoronegiugno 1981; 2 classificato al concorso internazionale Citta' di Voghera aprile 2001.Consegue il diploma di Teoria e Solfeggio presso il conservatorio “G.Puccini” diLA SPEZIA da privatista.Nello stesso conservatorio partecipa a due seminari sulla chitarra classica tenuti dal maestro ANGELO GILARDINO negli anni 2006 e 2007.Nel 2007 fonda il trio TANGUEDIA con il fisarmonicista W.GIANNARELLI    ( ex orchestra R.CASADEI) e il contrabbassista P.NASTASI, con cui vengono affrontati brani di A.PIAZZOLLA e del fisarmonicista R.GALLIANO. Con questo progetto partecipa nel 2008 e 2009 al festival provinciale “ I luoghi della musica” con grande consensi di pubblico.Tiene concerti anche in versione solista sul genere flamenco-jazz.Ha collaborato tra gli altri con A.DE SCALZI ,G. GRONDACCI, M.AVANZINI e con  il saxofonista Andrea IMPARATO con cui ha all'attivo un duo acustico jazz.Sul piano didattico,nel 2010 ha svolto lezioni in varie scuole medie della provincia della SPEZIA proponendo un escursus storico dalla chitarra classica fino ai giorni nostri ,analizzando gli stili musicali piu' importanti utilizzando tecniche e strumenti diversi.
        L’ interessante mostra, Patrocinata dal Comune di Lerici e dalla ProLoco di San Terenzo.fa parte del ciclo artistico in programma in Sala CarGià – Galleria d’ Arte, nell’ambito della “Stagione in Arte dedicata a Carla Gallerini” – Promozione Arte e Cultura 2012 . 


Sergio Scantamburlo

Così  descrive l’artista Ezia Di Capua, curatrice della Rassegna di pittura e direttrice della Sala Culturale CarGià:

Sergio Scantamburlo pittore spezzino, dipinge si può dire da sempre, senza aver perso la naturalezza del linguaggio, la spontaneità e l’intensità del segno. Artista sensibile, bene racconta nei suoi  dipinti la passione del suo sentire e, stravolgendo i colori seguendo i ritmi del cuore, compone realtà e irrealtà, luoghi, momenti di vita e di sogno. Abile conoscitore di ogni tecnica pittorica e grafica, assai presente nel territorio la sua partecipazione a mostre  collettive e personali, numerosissimi i riconoscimenti e i premi conseguiti.
Ha partecipato nel mese di Luglio a “ Sala CarGià Atelier a cielo aperto”- Symposium d’Arte 2012, maratona d’arte che si è svolta per quattro giorni al Parco Shelley di San Terenzo.  
La mostra che presenta in Sala CarGià ha un titolo significativo: “Viaggio nel blu” e  già ci parla di quanto e come sia importante per Scantamburlo il colore letto come fonte di espressione e di concetto. L’artista dedica parte della mostra alle Cinque Terre area protetta di Liguria patrimonio storico, geografico, artistico culturale di Noi tutti.
Importante, oltre la mostra, la contemporanea presentazione in Sala CarGià, del TROFEO CARGIA’ giunto alla sua settima edizione, commissionatogli da Ezia Di Capua. Il Trofeo CarGià – Memorial David Passalacqua, è destinato alla gara di nuoto campionato italiano FIN 3000 m. che si svolgerà a San Terenzo il 15  Settembre e sarà donato al vincitore. Il Trofeo realizzato a libera interpretazione dall’artista Scantamburlo, rappresenta la forza dell’impegno e l’amore per il mare”.

La mostra è stata presentata dal Prof Giuseppe Luigi Coluccia. La pagina critica sarà leggibile nel Blog di Sala CarGià nella pagina dedicata alle Recensioni.
Sala CarGià - Galleria d’Arte è sita in Via Trogu,54  a San Terenzo – Sp - Centro Storico  LATITUDINE 44.084138 – LONGITUDINE 9.896634
La Mostra  rimarrà aperta al pubblico dal 18 sino al 28 agosto rispettando il seguente orario:
10:00 – 12:00 e 17,30- 22:00 festivi compresi
Ai presenti all’inaugurazione è stato offerto Aperitivo in Arte con straordinario intrattenimento musicale
Ingresso libero.


Ezia Di Capua 

SERGIO SCANTAMBURLO IN SALA D'ARTE CARGIA': VIAGGIO NEL BLU - Recensione del Prof. G.L.Coluccia


 Inauguriamo "Viaggio nel blu" di Scantamburlo, grafico e pittore assai noto. Da quando si è rivelato appassionato alle arti visive, ha avuto il culto del mare dei Poeti, qui lo chiamano Golfo dei Poeti. Un professore accademico, Francesco D'Episcopo dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II", uno che ha nel cuore la costa amalfitana, ha trovato alle Cinque Terre (Monterosso - Vernazza - Corniglia - Manarola - Riomaggiore) l'amabile incanto del cielo e del mare lungo una costa lunigianese divenuta patrimonio dell'umanità. Gli artisti di quello che è considerato ormai triangolo regionale affine (Liguria Emilia Toscana) ritrovano in Lunigiana la ispirazione vera, in rapporto diretto con la natura del mare e del cielo. Venti dipinti di Sergio arricchiscono gli scenari in cui si raccoglie e si esprime il movimento di immagini che sono uniche in questi luoghi, dove sembra che il gioco della luce e delle acque è fonte di gradimento e di sentimento. Il pittore ama esprimersi coi mezzi usuali della pittura, e nel condurre il lavoro, accosta monumenti e coste, dono degli déi e degli uomini. Così, "Castello in Lunigiana" è chiave di ingresso nel mondo meraviglioso di immagini simmestrie e musicalità - disperse e ritrovate. Poi il pittore passa in rassegna le Cinque Terre, lasciandosi portare dal ricordo e dalla immaginazione, mescolando insieme ambiente, cultura lunigianese, società familiare e civile, creando sfondi e scenari di interiore visione. Averlo sentito parlare degli impressionisti francesi è stato per me una rinnovato approfondimento dei suoi paesaggi e gruppi umani: Paul Cezanne, Edgard Degas, Edouard Manet con Camille Pissarro sono stati i maestri ispiratori di questa pittura originale e personale. In molti conoscono i pastelli di Scantamburlo come ne conoscono la matita sanguigna, e l'acrilico- Altre volte si è parlato di tecnica mista dei suoi dipinti. Sergio è bravo nei paesaggi (rapporto con la natura) e con i modelli umani (psicologia familiare e sociale).
    Vedutista e appassionato di impressionismo, il pittore è conoscitore attento e prudente nei confronti dei maestri.  Sulla tela egli impiega l'acrilico, che vivacizza la scena, spesso aprendo all'interno gruppi o cori di personaggi di tutti i giorni, e della vita. La matita sanguigna serve per tracciare i profili, con linee tonde o segmenti, curando soprattutto il messaggio sociale o il problema di fondo, insoluto, della storia. Le immagini rispecchiano il momento della visione, assai mutevole, dove gli sfondi sono cielo e mare, monumenti e manufatti dell'uomo stesso. Ha appreso lavoro e disponibilità al confronto, ha acquisito molto dalla natura e dalla storia. I monumenti delle Cinque Terre dicono ai marinai e ai pescatori di non guardare la lontananza del mare, ma il cosiddetto mare di casa, con la barca a riposo, con nell'animo l'ansia di chi parte seguendo il mare, e la gioia di chi ritorna in famiglia, segno di frugalità e condivisione. Anche per Sergio il mare è destino, bello o brutto, a seconda del cammino di vita. E' artista figurativo, è vedutista, e molto spesso nei dipinti c'è una presenza che fa pensare a una antropologia sociale, là dove rappresenta corali di personaggi e di umile gente.
    La pittura di Scantamburlo contiene valori di vita, e senso di comunione e di vicinanza. Spesso le immagini trasmettono una poesia visiva, intensa e partecipata. La musica di accompagnamento crea festosità che si irradia sulla Sala Cargià. 


Prof. Giuseppe L. Coluccia.

IL 7° TROFEO CARGIA' - MEMORIAL DAVID PASSALACQUA ESEGUITO DALL'ARTISTA SERGIO SCANTAMBURLO



IL TROFEO CARGIA’ 2012
 ESEGUITO DA SERGIO SCANTAMBURLO PRESENTATO  IN SALA CARGIA’
PREMIO PER LA GARA DI  MEZZO FONDO VALIDA PER IL CAMPIONATO  ITALIANO FIN SULLA DISTANZA DI 3000


IL TROFEO GARGIA' 2012
 eseguito dall'artista Sergio Scantamburlo
    Il settimo Trofeo Cargià di San Terenzo è opera dell'artista Sergio Scantamburlo. E' un cilindro-trapezio, i colori sono quelli del mare: il trionfo dell'azzurro. Della luce. Sopra la superficie equorea, si immagina il tempo, amabile costruttore di meraviglie e distruttore insieme, emergere nella lotta. Ma questo trofeo intende promuovere e premiare la gara di nuoto - meglio conosciuto come Campionato FIN 3000 m., che è atteso in settembre. E' carico di simbologia, in realtà è conflitto. Il trofeo, simbolo di resistenza e di allegria, e l'uomo che l'organizza devono confrontarsi col mondo, con le sue vetrine. E' cumulo di colori, luci e passioni che evocano il mondo cavalleresco del coraggio. L'arte è lì per affermarne valore in un continuum  – perchè è dell'arte la spinta messianica che intende onorare l'artista e il suo modo personale di esprimersi. Sergio è artista meritevole, bravo.  Molto apprezzato in Lunigiana, pittore di lungo corso, oltre cinquant'anni, per lui, che è alla ribalta, da quando c'è stato questo innamoramento alle arti visive. Il trofeo è pensato nel mare, ha i colori che sono una festa di azzurri e di gioco di luce.  Il trofeo galleggia: Scantamburlo ha pensato anche alla sua funzione, in modo che al fascino che emana per la struttura "trapezioidale", associa anche una pratica funzione "domestica" o di utilizzo domestico - si vedano i tre ganci. Sappiamo che il pittore Scantamburlo ama lavorare nel piccolo, nella miniatura, e spesso associa al piacere degli occhi - al vedere - anche interventi di pratica funzione. Forse ha realizzato lavori "nel piccolo" in cui si manifestano impronte suggestive di decorazione coloristica e floreale. Noi plaudiamo a questo trofeo, che evoca la dolce immagine di Carla Gallerini di Sala "Cargià", che in questa mostra di Sergio raccoglie segni chiari di devozione ammirazione gratitudine.


Prof. Giuseppe L. Coluccia



sabato 18 agosto 2012

GALLERIA CARGIA' BELLEZZA, ARTE MUSICA E CULTURA, NEL CENRO STORICO DI SAN TERENZO: Ezia Di Capua discorso di accoglienza al Vernissage di Sergio Scantamburlo

Il mio grazie a tutti i presenti intervenuti, in questo caldissimo sabato di agosto.Prima di presentare la mostra del nostro caro amico pittore Sergio Scantamburlo, brevemente un aggiornamento sulla settimana Culturale al Castello di San Terenzo a cura di Vasco Bardi che ha  il patrocinio del Comune di Lerici, ProLoco di San Terenzo e dell'Associazione Culturale Stabilis. Sarà una settimana intensa di incontri culturali significativi per il nostro territorio, vetrina di artisti scrittori e poeti importanti, tra questi cito il Prof Giuseppe Luigi Coluccia che presenterà  giovedì 23 Agosto alle ore 21,00 “ Canti Naturali “ Poesie inedite , mercoledì 22 Agosto sempre alle ore 21.00 Donatella Zanello in “Il colore del mare” Poesie indite, martedì 21 agosto Marco Raiti in " Versi...pensiero, cuore e ragione".
Sabato 25 Agosto, alle 21:00  presenterò “ La Misura dell’Amore “  opera prima, dedicata a mia madre Carla Gallerini. La presentazione della pagina critica sarà a cura della dott.ssa Maria Letizia Stangalino,
Nel corso della serata, verranno lette pagine significative del libro e sarà bella occasione per levare un coro a più voci in ricordo di Carla, pertanto verranno lette più recensioni, e ascoltate testimonianze di amici, giornalisti, poeti. Sono state invitate le istituzioni, e naturalmente spero che Voi tutti possiate essere presenti.
Ora, gli applausi tutti per Sergio e al suo “Viaggio nel blu”, all’accompagnamento musicale eseguito dal M° Franco Casabianca chitarrista, e alla pagina critica del Prof Giuseppe Luigi Coluccia che presenterà la bella mostra  e il Trofeo CarGià che giunto alla sua settima edizione, quest’anno è stato eseguito da Sergio Scantamburlo. Grazie a tutti.  

Ezia Di Capua

martedì 7 agosto 2012

IN SALA CARGIA' LEZIONI D'ARTE E GEOMETRIA DESCRITTIVA del Prof. Franco Ortis

LE FORME DELL’ANTICO E DELL’OGGI SECONDO PUNTI DI VISTA DI INTERNI ESTERNI.
“PERCHE’ LE FORME DELL’ANTICO”

Prof. Franco Ortis

Andiamo a vedere attraverso i secoli trascorsi la storia artistica dell’uomo, in tutte le sue manifestazioni, e ci accorgiamo che l’accortezza posta nel rappresentare figure animali attraverso il disegno prima e la scultura immediatamente dopo è tale da poter concertare.
Dai graffiti delle caverne alla grandezza di Fidia, di Policleto, di Mirone, di Lisippo e più vicini a noi di Donatelloe Michelangelo e ancor più vicini del Bernini e del Canova, ma solo per fare qualche illustre nome, l’Arte ha vissuto momenti di vera apoteosi.
Ho citato soltanto nomi di scultori perché l’arte dello scolpire, come del resto la pittura e l’architettura, a prescindere dall’accertata grandezza si è evoluta attraverso i suoi problemi di geometria. Di arcaismo, di classicità, di ellenismo e l’arte greca insegna. Ma l’arte come ebbe a dire Wilhelm Heinse sul finire dell’’800 nel suo “Opere” è umana e non greca, contraddicendo la passione di Winckelmann per la grecità. Heinse però amava anch’egli la grecità e intendeva dire che l’arte greca è la vera arte umana e non per l’eterno come l’egizia o l’antica orientale, arte quella greca che attraverso i secoli è ancora tra noi presente pur per chi se ne è, dice, allontanato. Il rappresentare l’esteriore, il pathos (vedi l’Estasi di S.Teresa del Bernini in San Pietro), o la grazia canoviana erano lo scopo dell’antico e del moderno, lo scopo di sempre insomma e sempre attraverso una iconografia plastica insormontabile.
Di qui il motivo di inserire nei miei interni concepiti di massima in ambienti di arte antica, un siffatto esempio di assoluta bellezza che ho disegnato in parte e in parte fotocopiato adattando il tutto all’ambiente occupando spazi e alimentando prospettive che poi ho colorato timbicamente vuoi con acquarello, vuoi con colori acrilici, vuoi con la china.


Prof. Franco Ortis

LEZIONI DI GEOMETRIA DESCRITTIVA: TEORIA DELLE OMBRE del Prof. Franco Ortis


Se vogliamo che il nostro che il nostro disegno tecnico abbia a pavoneggiarsi ancor più per la sua bellezza, vanitoso com’è proprio come il suo creatore, viene abbellito con le ombre.
L’elaborazione grafica non è difficile da eseguirsi, basta ricordare quanto appreso nelle prime parti della geometria descrittiva di questo “ libello” e cioè della traccia della retta e dell’incontro di una retta con un piano ortogonale o altro di quanti conosciuti. Come si vede quei pochi elementi cui si è accennato In primis tornano costantemente a galla. Che cosa è un’ombra tutti noi lo sappiamo e quando avremo finito il nostro disegno dopo che gli abbiamo applicato le ombre, lo vedremo con maggior compiacenza perché l’effetto è invero straordinario. La teoria delle ombre ci dice di due tipi di ombra, cioè dell’ombra propria e dell’ombra portata.
E’ facile intuire la differenza tra i due tipi: l’ombra propria è quella dell’oggetto quando la luce lo colpisce nelle parti antistanti mentre, quelle sul retro e laterali sono all’oscuro. Queste vengono a proiettarsi sul piano proprio perché l’oggetto è solido e non lascia passare la luce.
Un esempio letterario lo abbiamo nella “Divina Commedia” di Dante Alighieri quando, per bocca di un dannato, il poeta fa cogliere la differenza fra lui e Virgilio che lo conduce per i gironi infernali. Infatti il dannato non riesce a capire perché trovandosi anche il poeta all’inferno lascia davanti o dietro di sé la sua ombra esattamente come quando era in vita e Dante spiega che lui non è un’anima attraversata dalla luce ma, ancora un mortale in visita agli inferi. mentre  Virgilio, deceduto parecchi secoli prima, essendo anima lascia passare la luce che quindi non si ferma sul suo corpo e questo pertanto non viene proiettato dalla luce stessa sul terreno.
L’inclinazione dei raggi della luce che determinano l’ombra è quella della diagonale del cubo e risulta essere quindi di 45 gradi.
 Allora per determinare per esempio l’ombra di una retta r perpendicolare a PO e parallela al PV, si agirà così:
Troviamo la traccia della r (T) condotta a 45° sia dal piede della sua prima proiezione sul PO che da quello della sua seconda sul PV. Se nella sua corsa la retta incontra il piano orizzontale abbiamo come ben sappiamo la prima traccia della retta, (T’) se invece incontra il piano verticale abbiamo la seconda, ( T’’). Uniamo la prima proiezione dell’ombra della retta con la sua traccia e avremo l’ombra portata della r.
Ho detto, uniamo. Perché potrebbe accadere che le due tracce sono su piani diversi, la prima sul PO e la seconda sul PV. In questo caso, trovate le due tracce della retta r P’ e Q” (P” e Q’ con il metodo di ritrovamento della terza traccia), uniremo tra loro le prime proiezioni P’ - Q’ e le seconde P”- Q” e una volta avuto il contatto con la LT delle prime o delle seconde queste devieranno a trovare il contato con la prima o con la seconda proiezione di r.
Ora vediamo le ombre portate di alcune figure normali ai piani di proiezione e in diverse sue posizioni nello spazio o sul PO del primo triedro.
OMBRA PORTATA DI UN RETTANGOLO PERPENDICOLARE AL PO CON IL LATO MAGGIORE E OBLIQUO AL PV.
Dato il rettangolo A-B-V-D- perpendicolare con il lato AB al PO e obliquo agli altri due piani ortogonali, per determinare la sua ombra portata una volta disegnata la figura piana si traccino a 45° le rette r – s passanti per i punti C’- D’ per i punti C”- D”. L’ombra portata avrà la seconda traccia per la retta r e la prima tracia per la s. La prima retta r ( r ’ ) incontra LT e poi verticalmente la sua seconda traccia m da cui avrà inizio l’ombra portata: la retta s ( s’ ) invece incontra con la su prima traccia P’ sul PO la sua seconda traccia S” proveniente da LT e prima da B”.
Si trovi la seconda traccia di T” si congiunga M” con T” e una volta incontrata si prosegua verso P’. Per quanto riguarda il lato superiore del rettangolo le rette t – v uscenti da C e da D avranno le sole seconde tracce N” e Q” le quali incontreranno le ombre uscenti da M” e Q” e l’ombra portata sarà disegnata. In nero coloreremo l’ombra visibile e in grigio la parte dell’ombra dietro il rettangolo ( Tav.52 ).
                                                                                          

Prof Franco Ortis

lunedì 6 agosto 2012

LEZIONI DI GEOMETRIA DESCRITTIVA: PROSPETTIVA CENTRALE del Prof. Franco Ortis

Si chiama così perché l’immagine viene ad essere rappresentata su un determinato piano che chiamiamo prospettico sul quale le forme geometriche elaborate in proiezione variano a seconda dei punti di fuga che si trovano su una linea che è detta orizzonte: vediamo per ora di che cosa si tratta.
Se stiamo osservando un oggetto da una diversa distanza esso si presenta di una certa grandezza a seconda del punto da cui lo stiamo vedendo.
Questo punto, che chiamiamo di osservazione, si troverà a una certa distanza dall’oggetto che per legge fisica riusciamo a vedere perché dal nostro occhio partono tanti raggi a seconda del perimetro dell’oggetto di cui è determinata la figura.
Misurando l’ampiezza angolare dei due raggi che traguardano i due punti estremi dell’oggetto, questa  non dovrebbe superare i 35°.
Se ciò avvenisse avremo una deformazione prospettica dell’oggetto stesso; il che comunque non è da considerarsi errore di prospettiva, però è come se osservassimo una costruzione di una certa imponenza e pretendessimo di vederla tutta standole assai vicini.Noi guardiamo sempre in avanti stando di regola in posizione eretta, normale e la nostra linea di orizzonte è quella che passa all’altezza del nostro occhio e varierà ovviamente a seconda della posizione dalla quale osserviamo gli oggetti.Se stiamo sdraiati in terra all’interno di una stanza, per esempio, questa linea coinciderà con il bordo del pavimento dal quale si alzano le pareti, se invece se siamo appesi ad una plafoniera, essa coinciderà con il bordo del soffitto cui arrivano ad attaccarsi le pareti stesse.
Dell’immagine dell’oggetto insomma vedremo la parte di sopra o quella di sotto se l’oggetto è sospeso nell’aria: una lampada per esempio che penda dal soffitto.Questo perché appunto guardiamo sempre all’altezza degli occhi e se li abbassassimo la linea dell’orizzonte resterà sempre all’altezza dalla quale il nostro sguardo traguarda davanti a sé.Come viene a determinarsi allora la prospettiva sul quadro prospettico?Un semplice errore potrebbe far naufragare tutto come farebbe la vostra barchetta con la chiglia rotta. Prima di mettere in mare la nave non controllate gli eventuali buchi o falle come dir si voglia?,…e allora prima di eseguire la prospettiva del vostro segno date uno sguardo a proiezioni e misure.
L’avete fatto? …Sì? Bene: allora cominciamo e buon divertimento .
Orbene, qui occorre far capire a coloro che vi stanno vedendo disegnare, e sono in attesa spasmodica della vostra costruzione perché avete detto loro che la eseguirete in maniera del tutto diversa da quella tradizionale ( di questo stiamo trattando ora). Come si procede per la realizzazione del primo punto prospettico; gli  altri verranno di conseguenza e per logica.Un punto su un piano può essere individuato tramite due rette, una orizzontale e una verticale per esempio e dove le rette si incontreranno, lì avremmo il nostro punto.Perché questo?
E’ abbastanza semplice: se disegnate un oggetto spazialmente, cioè secondo le sue dimensioni, voi lo potete vedere subito e correggerlo là qualora non quadrasse: ma la prospettiva non è pittura, ( anch’essa esige una prospettiva se è una pittura tradizionale ma si dice essere intuitiva), e va creata per punti e questi devono essere trovati in maniera ineccepibile va tutto a gambe levate. Immaginate di vedere la costruzione prospettica del vostro triangolo dall’esterno e in posizione laterale.
Vedrete l’osservatore ad una certa distanza dal quadro, il quadro e i raggi di visuale che dall’osservatore vanno al triangolo, fermano la loro corsa sul quadro stesso.
Ma tutto si svolge secondo una vista laterale, perché lì vi siete comodamente sistemati: allora del quadro vedrete solo una riga verticale, eppure i tre raggi che partono dall’osservatore il triangolo prospettico me lo hanno disegnato sul quadro W. (Tav. 44)
L’incontro tra le rette verticali  e quelle orizzontali determinerà la prospettiva dei relativi punti.
Sulla retta che abbiamo chiamato linea di orizzonte verticale verranno a trovarsi quei punti di fuga determinati dai lati dell’oggetto che risulteranno paralleli tra loro.L’altezza degli oggetti solidi, cubo, parallelepipedo, piramide, prisma, cono, sfera, verranno determinate con segmenti uscenti dai punti di prospettiva delle parti appartenenti al piano orizzontale delle proiezioni.La prospettiva eseguita con questo metodo non comporta una dimensione molto grande del foglio di disegno, è più semplice della prospettiva eseguita in maniera  tradizionale che si può trovare in tutti i libri delle scuole superiori.
Ho citato sopra, la tecnica di disegno come programma grafico per il Liceo Scientifico ma, può essere adottata anche ne disegno tecnico degli istituti Tecnici Industriali e Nautici per avere una visione più dinamica di certi pezzi meccanici di piccola dimensione, anche se questi normalmente vengono rappresentati secondo una prospettiva assonometria cavaliera rapida.
Un’altra cosa e poi mi ritiro in buon ordine: L’oggetto può essere prima o dopo il quadro, non solo, ma può venirsi a trovare in uno qualunque degli otto triedri e allora vi sfido fin d’ora a fare la prospettiva lasciando che l’oggetto sia posto per esempio nell’ottavo triedro.
Ho scherzato però sarebbe interessante, stando all’esterno dello spazio triedrico  vedere come se la cava un patito della prospettiva. Il Brunelleschi non ci avrebbe pensato due volte.
Comunque  daremo i classici ragguagli sul determinare classico della prospettiva centrale che alcuni erroneamente chiamano accidentale.


Prof. Franco Ortis

giovedì 2 agosto 2012

IN SALA CARGIA': ACQUA LUCE SENTIMENTO E SOGNI ESTETICI DI NEDDI GIANROSSI


        Altre volte ci siamo ritrovati negli scenari della pittura di Neddi Gianrossi.
        Il registro di emozioni nascenti dalle acque, per la nostra artista, è il brevetto suo, la sintesi di visione del suo rapporto col territorio, con Lunigiana e col mare del Golfo dei Poeti. Ma è presente in questo cammino artistico la maturazione della pittrice, che allontanandosi dal mondo reale e classico - ad esempio, il suo mancato rapporto con la natura visibile e godibile - ha scelto la sintesi di immersione, dove la natura è riflessa, con una evidente ricerca cromatica di fascino inedito, di bellezza segreta. E chiamo tale scelta, senso e sensualità, di ciò che ordinariamente sfugge al pubblico, agli osservatori. Il mondo sommerso e riflesso dell'acqua ci ridona una leggiadria fanciullesca, come Neddi ha detto nel titolo: "Acqua: Stravaganti figure, astratti movimenti". Che cosa pensare dell'effetto inedito che la mostra presenta? Mi soffermo solo ai due dipinti dell'invito. Nel primo, avverto la sontuosità e il diletto della visione: la forma (che potrebbe raffigurare la fattura femminile) è molto espressiva a livello di linguaggio artistico, perchè piace anzitutto per il blu e i suoi chiariscuri, per il celeste con lembi di roseo, e poi quel bianco che accenna a un volo, a un'anima, a un regno soprannaturale. Nel secondo dipinto, ritroviamo una variazione di movimenti, ma la struttura sembra essere la medesima: si ha il blu mescolato a toni chiari e chiarificanti, il alto c'è il celeste con rosso, e celeste in basso; al centro una forma bianca, indefinibile e indefenita. Credo sicuramente che in Neddi Gianrossi si sia operato o forse è in corso operativo il cambiamento in direzione dell'anima, e dello spirituale. Non credo di errare se queste pitture - che lei chiama stravaganti figure, astratti movimenti - presentino un interesse diretto all'inconscio, o forse allo psicologico, avvertendo in Neddi un ulteriore passo alla pittura di valenza interiore, là dove è poi difficile distinguere la realtà dal sogno. Mestiere e tecnica, e soprattutto talento e professionalità accreditano l'artista, che ancora una volta onora il Golfo dei Poeti con una pittura, dal cromatismo vivace e organico.

Prof. Giuseppe Luigi Coluccia
Sarzana 1° agosto 2012 

NEDDI GIANROSSI: I riflessi dell'anima

 

Neddi Gianrossi
Giovedi 2 Agosto alle ore 18:30, in Sala CarGià – Galleria d’Arte , in Via Trogu 54  nel Centro Storico di San Terenzo, ha inaugurato la Sua personale la pittrice Neddi Gianrossi. La mostra è inserita nella Rassegna di pittura  nell’ambito della “Stagione in Arte dedicata a Carla Gallerini” – Promozione Arte e cultura 2012 a cura di  Ezia Di Capua patrocinata dal Comune di Lerici e dalla ProLoco di San Terenzo.
Molti gli artisti e gli amici presenti che, si sono stretti attorno alla pittrice deliziati dalle belle poesie recitate dalla poetessa Anna Magnavacca vice – presidente del “Cenacolo Artistico Letterario Val di Magra”, da Marzia Zini che eccellentemente ha letto le poesie della poetessa. Le poesie lette, hanno avuto come tema il mare e, sono state dedicate all’artista e alla sua mostra tutta dedicata ai riflessi sull’acqua. Molto suggestive anche le poesie della poetessa Donatella Zanello da lei stessa lette con significativa passione.
Nel seguito dell’incontro è stata letta, dalla pittrice Rosella Balsano, la recensione che il critico d’arte Valerio Cremolini  ha dedicato all’artista. Un altro alto momento, è stato segnato dal prof. Giuseppe Luigi Coluccia che ha curato la presentazione della mostra dedicando ad essa e all'artista una accuratissima pagina critica.
Importante la Presenza del critico d’arte prof. Franco Ortis che ha realizzato le riprese che andranno in onda, unitamente al suo testo critico, nella trasmissione a sua cura “ Galleria d’Arte” programma di arte della rete televisiva Teleliguriasud.
L’artista, Neddi Gianrossi. Spezzina, che espone in Galleria CarGià per il terzo anno si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Si dedica con con passione alla pittura riscuotendo successo nel  nostro paese e all’estero. Ha partecipato a Sala CarGià Atelier a cielo aperto Symposium d’arte 2012 al Parco Shelley di San Terenzo a cura di Ezia Di Capua. Questo quanto ha scritto di lei Ezia Di Capua direttrice di Galleria CarGià:

Neddi Gianrossi
“Artista di temperamento deciso, modella sulla tela i suoi astratti movimenti  esplorando il mondo dell’invisibile, cercando in esso la profondità dell’essere chiuso, intrappolato nelle pieghe dei riflessi. I suoi dipinti donano evanescenti e impalpabili impressioni colte nelle movenze dell’acqua, elemento di purezza, elemento magico dove forse l’artista si perde o si ritrova o si cerca. Di certo i suoi dipinti sono  interessanti viaggi in un mondo che non è colto da chi è distratto e sono fonte di riflessione e di incanto. 
Pur essendo la sua, una pittura decisamente  materica, risulta agile ed elegante. Abile e intraprendente, avanza nel mondo dell’arte con determinazione”.

La mostra che  presenta in Sala CarGià ha titolo: Acqua: stravaganti figure astratti movimenti.
La cronaca dell’evento e la recensione delle opere dell’artista sono leggibili nel Blog di Sala CarGià nella pagina Recensioni. 
Al Vernissage è stato  offerto ai presenti “Aperitivo in Arte”.
La mostra in Sala CarGià sita in Via Trogu,54 a San Terenzo, rimarrà sino al 16 Agosto
osservando il seguente orario: tutti i giorni 16,00 - 23,00
prefestivi e festivi  10,00-12,30  16,00 -23,00
INGRESSO LIBERO

Ezia Di Capua

SALA CARGIA' - GALLERIA D'ARTE...riflessioni: Ezia Di Capua discorso di accoglienza al Vernissage di Neddi Gianrossi

Il  mio caro saluto a tutti i presenti e tutto il mio entusiasmo nel vedervi così numerosi e lieti di essere qui a condividere un momento di letizia e bellezza come questo l’inaugurazione, il vernissage dell’artista amica pittrice Neddi Gianrossi.
Velocemente darò luce al mio pensiero dicendo come è importante per noi tutti percorrere insieme  questi momenti di condivisione  di armonia e di arte  qui in Sala CarGià.
Questa unione di arte a più voci pittura, letteratura  e poesia, ha nel mio pensiero, assunto la traccia di ciò che nella storia e nella filosofia è definito  movimento culturale .
Sempre il mio pensiero vorrebbe che, nel tempo, qui in Sala Cargia’ si consolidasse e si sviluppasse questa mia ipotesi .
Il  Blog, che è un contenitore infinito, può davvero dar vita con la nostra unione intellettuale ad un polo culturale importante nel nostro territorio, in questo tempo.
…immaginiamo insieme le potenzialità di questo strumento e lavoriamo per rimanere coesi affinché possano fiorire gli obiettivi più ambiziosi, attraverso la nostra unione, attraverso il nostro impegno e il nostro lavoro che ha come obiettivo l’arte come fonte di bellezza, di confronto, di crescita e di passione.

Ezia Di Capua
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