IL TROFEO CARGIA’ 2012
ESEGUITO DA SERGIO SCANTAMBURLO PRESENTATO IN SALA CARGIA’
ESEGUITO DA SERGIO SCANTAMBURLO PRESENTATO IN SALA CARGIA’
IL TROFEO GARGIA' 2012 eseguito dall'artista Sergio Scantamburlo |
Il settimo Trofeo Cargià di San Terenzo è opera dell'artista Sergio Scantamburlo. E' un cilindro-trapezio, i colori sono quelli del mare: il trionfo dell'azzurro. Della luce. Sopra la superficie equorea, si immagina il tempo, amabile costruttore di meraviglie e distruttore insieme, emergere nella lotta. Ma questo trofeo intende promuovere e premiare la gara di nuoto - meglio conosciuto come Campionato FIN 3000 m ., che è atteso in settembre. E' carico di simbologia, in realtà è conflitto. Il trofeo, simbolo di resistenza e di allegria, e l'uomo che l'organizza devono confrontarsi col mondo, con le sue vetrine. E' cumulo di colori, luci e passioni che evocano il mondo cavalleresco del coraggio. L'arte è lì per affermarne valore in un continuum – perchè è dell'arte la spinta messianica che intende onorare l'artista e il suo modo personale di esprimersi. Sergio è artista meritevole, bravo. Molto apprezzato in Lunigiana, pittore di lungo corso, oltre cinquant'anni, per lui, che è alla ribalta, da quando c'è stato questo innamoramento alle arti visive. Il trofeo è pensato nel mare, ha i colori che sono una festa di azzurri e di gioco di luce. Il trofeo galleggia: Scantamburlo ha pensato anche alla sua funzione, in modo che al fascino che emana per la struttura "trapezioidale", associa anche una pratica funzione "domestica" o di utilizzo domestico - si vedano i tre ganci. Sappiamo che il pittore Scantamburlo ama lavorare nel piccolo, nella miniatura, e spesso associa al piacere degli occhi - al vedere - anche interventi di pratica funzione. Forse ha realizzato lavori "nel piccolo" in cui si manifestano impronte suggestive di decorazione coloristica e floreale. Noi plaudiamo a questo trofeo, che evoca la dolce immagine di Carla Gallerini di Sala "Cargià", che in questa mostra di Sergio raccoglie segni chiari di devozione ammirazione gratitudine.
Prof. Giuseppe L. Coluccia
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