Prospettive
in Acquerello 1976 – 2013
L’alfabeto
della materia si rivela traccia del tempo - riflessioni di Ezia Di Capua
EZIA DI CAPUA |
penso è che tanto ordine e tanto splendore……può esprimere il sogno di un luogo che rispecchia
l’ordine cosmico perché quanto è espresso è governato da proporzioni matematiche che esaltano anche il valore spirituale.
L’architettura classica, razionale, costruita scientificamente,
attraverso regole matematiche diviene anche
attraverso la prospettiva simbolo di rettitudine.
Il luogo diviene perfetto perché Dio ha dato all’ uomo la ragione e con
la ragione l’architetto può adottare la proporzione numerica che domina nella
creazione del mondo.
Questa proporzione, secondo cui il tutto sta alla parte maggiore come la
parte maggiore a quella minore è appunto la divina proporzione: Leonardo la
chiamerà “sezione aurea”, Keplero “ sectio divina”.
La si può tradurre con il numero
1,618, “ il numero d’oro”, una sorta di costante segreta, quasi una firma divina che si può scoprire in natura e che anche le
grandi civiltà antiche, i maestri di ogni tempo, lo hanno impiegato. La si individua
nelle proporzioni di una foglia, nell’ansa di un vaso greco, come nella tela di
un ragno. Tutto è governato da proporzioni numeriche e anche la composizione di
una scultura, la composizione di un quadro, se vogliono esprimere armonia,
devono esserlo. Questa regola insieme evidente e misteriosa è alla base delle
mie opere.
La loro creazione richiede
metodo. La libertà creativa non ha nulla a che fare con l’improvvisazione, ma è
frutto di studi preparatori.
Questo studio, questa riflessione diviene dialogo e sguardo interiore e
l’intuizione a poco a poco diviene segno e colore sul foglio, arte che sboccia ricca della forza dei sentimenti,
canto di vita dove gioia, dolore e bellezza si fondono in un fecondo cammino
creativo.
Opere quindi come straordinario inno alla vita e insieme dramma cosmico
che coinvolge gli uomini, ponte tra cielo e terra, universo neoromantico ricco
di nostalgia e di desiderio per un Eden possibile, a volte canto profetico,
metafisica del dolore trasfigurato da una luce interiore memoria di
resurrezione. Il disegno, nutrito di una tensione spirituale, è efficace anche
nel non finito.
La purezza del disegno ne svela la padronanza e questo non è virtuosismo
ma pura poesia dell’immagine che va dritta al cuore.
Le opere, nella loro grande forza
evocativa sanno commuovere e chiedono di essere contemplate.
Ezia
Di Capua
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