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Roberta Ceccotti, soprano |
LE INTERVISTE DIETRO AL SIPARIO A CURA DI EZIA DI CAPUA
Violetta Valéry è forse il ruolo sopranile più iconico e complesso. Quali sono le maggiori sfide che pone al tuo timbro vocale e, soprattutto, dal punto di vista interpretativo?
Il ruolo di Violetta è indubbiamente uno dei più impervi di tutto il repertorio operistico. Ci sono innanzitutto le difficoltà tecniche: in particolare nella prima aria e cabaletta - “E’ stano…sempre libera”- troviamo una prima parte cantabile molto intensa emotivamente, seguita poi dalle tremende agilità della cabaletta che non lasciano letteralmente respiro al soprano e che culminano con il mi bemolle sovracuto della cadenza finale. Poi abbiamo il duetto del secondo atto con Giorgio Germont dove inizia a consumarsi il dramma della protagonista. E’ una parte che richiede una grande carica emotiva. E poi naturalmente giungiamo al terzo atto, dove si consumano le ultime e strazianti ore di vita della protagonista: a livello interpretativo è una parte difficilissima. Rappresentare la morte in scena è qualcosa che mette veramente alla prova qualsiasi interprete. Violetta è il ruolo che ho interpretato più volte nel corso della mia carriera ma ogni volta è una sfida.
Questa produzione vede in scena anche Kentaro Kitaya come Alfredo e Miki Kitaya alla concertazione. Come descriveresti la sinergia con i tuoi partner in scena e il lavoro di preparazione con questa associazione?
La collaborazione con Miki e Kentaro dura ormai da diversi anni e ha sempre dato buoni frutti. Sono partner di lavoro affidabili con cui si è stabilito un ottimo feeling
L'opera andrà in scena al Teatro Astoria di Lerici, in un contesto unico, il Golfo dei Poeti. Quanto influisce sulla tua interpretazione cantare in un luogo così suggestivo e magari meno "convenzionale" rispetto ai grandi teatri d'opera?
Paradossalmente cantare in teatri più piccoli è più impegnativo: il pubblico è vicino e non ci sono tutti quei filtri - grandi scenografie, luci complesse, grandi masse corali e orchestrali - che in qualche modo proteggono ed aiutano il cantante. Qui siamo nudi e crudi di fronte al pubblico…..ma questo è anche un grande stimolo per cercare di dare il meglio di noi
Qual è, secondo Roberta Ceccotti, il messaggio più attuale che La Traviata continua a trasmettere al pubblico moderno, in un'epoca in cui le convenzioni sociali sono cambiate?
Verdi ci lascia un messaggio complesso sull’amore, il sacrificio e la critica delle convenzioni sociali che secondo me è ancora attualissimo nonostante l’evoluzione della società. L’amore che salva e distrugge al contempo e l’impossibilità di una vera redenzione per una persona giudicata dalla società sono temi universali.
Se dovessi scegliere un solo momento, un'aria o un duetto di questa Traviata che ti commuove particolarmente, quale sarebbe e perché?
Il momento che più mi commuove è il passaggio dell’ultimo atto “se una pudica vergine”: è l’ultimo addio tra Violetta ed Alfredo dove la protagonista fa l’ennesimo atto d’amore: regala un medaglione con la sua immagine ad Alfredo ma nello stesso momento gli augura di trovare nuovamente l’amore di una fanciulla. E’ come se volesse liberarlo dai sensi di colpa. Lo ritengo un atto di grandissima generosità. Anche di fronte alla propria morte Violetta pensa al bene dell’amato invece che al proprio.
Questa produzione a cura dall' Associazione Coro Lirico La Spezia include la partecipazione della scuola ProDanza SSD. Come si integra l'elemento della danza, in questo allestimento e cosa aggiunge alla narrazione?
Verdi, da grande uomo di teatro, introduce il balletto di zingarelle e matadori all’inizio del finale secondo. E’ un momento di festa e spensieratezza che prelude alla tragedia che si consumerà di li a breve. In questa ottica il balletto assume quasi delle connotazioni grottesche: da una parte la leggerezza e superficialità di una società edonistica, dall’altra la tragedia personale di una donna condannate dalle ipocrisie di quella stessa società.
Per concludere, lancia un invito affinchè il pubblico sia numeroso e desideroso di applaudire “La Traviata” al Teatro Astoria di Lerici – venerdì 10 ottobre ore 21
Offriremo al pubblico la possibilità di vivere intimamente le vicende della cortigiana più famosa di tutti i tempi. Traviata è sempre Traviata!
Testo di Ezia Di Capua – Ogni diritto è riservato
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