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Maria Bruno, soprano |
LE INTERVISTE DIETRO AL SIPARIO A CURA DI EZIA DI CAPUA
1.Il ruolo di Flora non è centrale come quello di Violetta, ma è fondamentale per l'ambientazione mondana del primo atto e per l'azione successiva. Come descriveresti il tuo personaggio e quali sfumature cerchi di mettere in luce nell'interpretazione di questa donna dell'alta società parigina?
Flora è l’amica intima di Violetta, personaggi appartenenti entrambe allo stesso parterre, sono molto importanti per l’ambiente mondano di Parigi sempre partecipi alle feste di alto rango e solidali l’una con l’altra. Flora nel Primo Atto si contraddistingue per la sua frivolezza in contrasto al grande sacrificio che poi affronterà Violetta, ma contemporaneamente è molto preoccupata per l’amica che accusa i primi sintomi della tisi, per cui, pur essendo spumeggiante la tiene sempre d’occhio. Nella mia interpretazione del personaggio Flora cerco di mettere in luce proprio questa complicità con l’amica Violetta: so del tuo stato di salute ma faremo in modo che non trapeli. Un’amica complice
Classico Senza Tempo La Traviata,è un'opera tra le più amate al mondo. Qual' è, secondo Maria Bruno il segreto della sua eterna attualità e quale momento musicale o scenico dell'opera la tocca o la coinvolge maggiormente, anche non direttamente legato al suo personaggio?
Della Trilogia di Verdi Rigoletto, Trovatore e Traviata quest’ultima è quella che mi ha affascinato di più fin dai miei primi anni di studio. La reputo un’opera attuale per l’argomento trattato, infatti tutt’oggi ci sono discriminazioni fra ceti sociali, non è cambiato proprio nulla. Ed è per questo che sarà sempre eterna la sua rappresentazione per non parlare poi della scrittura musicale, l’orchestrazione accompagna pienamente l’azione scenica ora spensierata ora drammatica dialogando con i personaggi ed il coro che è un elemento fondamentale nell’opera in quanto partecipe in primo piano. I momenti musicali che mi toccano profondamente sono le frasi di Violetta nella scena del secondo atto: Dammi tu forza o cielo… che gli dirò…chi men darà coraggio… e poi Amami Alfredo…in queste frasi intravedo l’anima di Violetta, il dolore nel dover abbandonare il sogno di un amore finalmente trovato e che vuole trattenerlo fino alla sua morte; altri due punti che mi toccano profondamente sono finale secondo atto Alfredo, Alfredo di questo core non puoi comprendere tutto l’amore ….ma verrà tempo in che il saprai come t’amassi…. E per ultimo l’aria Addio del passato. Devo ringraziare mia madre che, amante della Lirica, mi faceva ascoltare La Traviata con Maria Callas e mi cantava anche le famose arie di Violetta e Alfredo.
Hai già collaborato molte volte con l'Associazione Coro Lirico La Spezia per esempio interpretando il medesimo ruolo al teatro Civico della Spezia nel 2019. Com'è lavorare con loro in all'allestimento di un'opera così importante?
Ho avuto più volte il piacere di collaborare con l’Associazione Coro Lirico La Spezia grazie al tenore Kentaro Kitaya che ringrazio molto per avermi sempre coinvolto nelle produzioni liriche dell’Associazione quali Barbiere di Siviglia, Elisir d’Amor, Cavalleria Rusticana e vari concerti. Il tenore Kitaya è anche il direttore del Coro Lirico La Spezia che con dedizione e professionalità lo prepara in questi repertori operistici molto impegnati, avvalendosi della pianista Miki Kitaya. Ma un plauso va fatto alla coordinatrice Ezia Di Capua che lavora dietro le quinte nell’organizzazione, oltre a svolgere il ruolo di corista e comprimaria. Ricordo sempre la produzione della Traviata del 2019 al Teatro Civico di La Spezia, in cui ho sempre interpretato il ruolo Flora. E’ stata una splendida rappresentazione con orchestra e scenografie dell’associazione Orfeo InScena. Lavorare nelle produzioni delle opere con il Coro Lirico La Spezia e tutto lo staff è come essere una grande squadra che lavora per un comune obiettivo allestire professionalmente le opere. Si respira la cosiddetta aria da palcoscenico, tutti si lavora con passione ed amore per la musica.
L'importanza della Festa da Flora: La sua scena clou è la festa in casa di Flora, dove si consuma il dramma della gelosia di Alfredo. Quanto è cruciale, in quella scena di grande agitazione e sfarzo apparente, l'interazione tra i personaggi per creare la tensione necessaria al colpo di scena?
La fine del secondo atto, la festa presso la casa di Flora, rappresenta apparentemente una fase goliardica dell’opera ma è solo apparenza perché si consuma il vero dramma: la gelosia di Alfredo che porterà ad aggravare lo stato di salute di Violetta. Qui entrano in gioco tutti i personaggi ed il loro aspetto psicologico, praticamente si mettono a nudo le loro emozioni e le loro personalità. In questo finale il coro diventa un personaggio collettivo mostrando sensibilità e solidarietà verso Violetta, prendendo una posizione ben precisa. Il Finale secondo apre con Flora che comunica agli amici che ha invitato anche Violetta ed Alfredo, ma ben presto saprà dal Marchese e dal Dottore che si sono lasciati e verrà con il Barone. Qui Flora rimane molto stupita, ma non può mostrare agli invitati il suo stupore perché si aprono le danze , nel viso però si intravede la preoccupazione per la sua amica Violetta. Deve celare la preoccupazione ancor di più quando entra Alfredo e chiede di Violetta. Ma ecco che quando arriva Violetta Flora è perplessa e la frase “Grata vi son Barone” è solo per formalità, e appena può parlare da sola a Violetta si fa confidare la motivazione della separazione. Purtroppo Flora deve portare avanti la festa con gioia e frivolezza ma dentro di sé è molto preoccupata. Nella scena in cui Alfredo butta i soldi a Violetta entra il coro nel concertato “Oh infamia orribile” mostrerà tutta la sua bravura nell’esprimere l’indignazione, ed il Coro Lirico di La Spezia riesce magistralmente ad esprimerla, perché ogni corista si immedesima nella situazione che come ho detto prima può essere attualissima.
L'Emotività e la Tecnica Vocale: Da tue dichiarazioni passate sappiamo che il canto è per te "vita, ossigeno, linfa vitale". In un ruolo che richiede una vocalità precisa e un'ottima presenza scenica, come bilanci l'esigenza della tecnica con la passione e l'affettività nell'esecuzione?
Faccio una premessa si legge che Flora vocalmente è un contralto, ma ha molte note acuta sia nel primo atto il “Libiamo... Libiamo” che anche nel concertato “Oh quanto peni ma pur fa cor” , per cui la vocalità deve essere svettante ed agile. Si hai detto bene per me il canto è respiro, linfa vitale per cui tutto il lavoro tecnico deve essere fatto a monte, quando sono sulla scena mi immedesimo in pieno nel personaggio e cerco di scandire bene le frasi affinché arrivino le parole al pubblico che deve seguire l’azione.
6. L'opera verrà rappresentata al Teatro Astoria di Lerici, un luogo che permette un contatto più diretto con gli artisti rispetto ai grandi teatri d'opera. Che tipo di relazione o energia si crea con il pubblico in un contesto più intimo e raccolto come questo?
Io adoro avere un contatto più diretto con il pubblico, negli ultimi tempi mi trovo spesso ad eseguire concerti e performance a tu per tu con il pubblico, in alcuni casi lo coinvolgo in prima persona. Al Teatro Astoria di Lerici, sono sicura che si istaurerà un clima molto intimo che permetterà di più la partecipazione del pubblico nel seguire tutta l’opera.
7 L'opera lirica è un'esperienza che va vissuta. Rivolgendoti direttamente al pubblico di Lerici e della Spezia, perché ritieni che non debbano mancare a questa rappresentazione de La Traviata e qual è l'emozione o il messaggio che speri rimanga con loro dopo l'ultima nota?
Si hai detto bene, l’Opera Lirica va seguita nel luogo deputato quale il teatro, ascoltarla dal vivo è tutt’altra cosa, per cui invito il pubblico a partecipare a questa rappresentazione per diversi motivi innanzi tutto per la professionalità del cast riconosciuta a livello internazionale Un’altra motivazione è perché attraverso questa rappresentazione si possano ascoltare il canto ma anche le parole in quanto ogni artista interpreta e pronuncia bene le frasi, così tutto il cast trasmette emozioni dall'inizio fino alla fine dell’opera, Infine il coro non accompagna ma è un importante protagonista che interagisce nell’opera ed è veramente un grande coro. Per ultima ma in realtà sul podio la pianista Miki Kitaya, una eccellente concertatrice. Auguro a tutti Buona Visione e Buon Ascolto.
Testo dell'intervista a cura di Ezia Di Capua – Ogni diritto è riservato
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