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Un gruppo internazionale di astronomi ha scoperto il primo sistema di stelle quintuplo, tra cui due coppie di stelle che si eclissano a vicenda. E' un sistema pentastellato piuttosto insolito. La curva di luce del nuovo sistema quintuplo, designato come 1SWASP J093010.78 + 533859.5, ha inizialmente rivelato la presenza di una binaria a contatto eclissante, un sistema in cui le due stelle orbitano così vicine da arrivare a condividere la loro atmosfera esterna. Le binarie a contatto sono abbastanza comuni, ma questo particolare sistema è notevole a causa del suo brevissimo periodo orbitale, poco inferiore alle sei ore. Analizzandola meglio, i ricercatori si sono accorti che la curva di luce conteneva alcune inattese eclissi supplementari, rivelando così un secondo sistema binario a eclisse nella stessa posizione del cielo. Questo ulteriore sistema binario è ben distanziato – le stelle che lo compongono sono separate da una distanza di circa 3 milioni di km, circa il doppio d
ella dimensione del Sole – e ha un periodo orbitale più lungo, di un giorno e un terzo. Le due coppie di stelle sono separate da circa 21 miliardi chilometri, più di quanto lo sia Plutone dal Sole.
Ma la storia non finisce qui: tutte e quattro le stelle sono state successivamente osservate spettroscopicamente, suddividendo la loro luce nelle diverse lunghezze d’onda, in modo da studiarne i dettagli caratterizzanti di ciascuna. Questo ha inaspettatamente rivelato la presenza di una quinta stella, lontana un paio di miliardi km dalla coppia più distaccata, che apparentemente non produce alcuna eclissi aggiuntiva.
Combinando i dati delle cinque stelle con i loro rispettivi spettri, i ricercatori sono stati in grado di confermare che sono tutte legate insieme gravitazionalmente in un unico sistema, a circa 250 anni luce di distanza dalla Terra, in direzione dell’Orsa Maggiore. Tutte le stelle sono piuttosto piccole e più fredde del Sole.
Un risultato particolarmente interessante è che i due sistemi binari sembrano orbitare sullo stesso piano. Ciò suggerisce che si possono essere formati originariamente da un unico disco di gas e polveri, dissolto mano a mano che la gravità ha prodotto delle zone d’aggregazione. Anche per questo motivo, secondo i ricercatori, lo studio di questo bizzarro sistema aiuterà gli astronomi a comprendere meglio come stelle e pianeti, compreso il nostro, siano “venuti alla luce”.
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