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Opera di Giuseppe Bodrato |
Sarà certamente una novità, anche per
gli appassionati d’arte, avvicinare, grazie alla retrospettiva ordinata al
Circolo Culturale “A.Del Santo” (via don Minzoni, 62), l’esperienza artistica
del pittore Giuseppe Bodrato (1886-1954), nato alla Spezia e vissuto a Genova,
dove esordì nella “Promotrice” dell’aprile 1919 ospitata nell’autorevole
Palazzo Bianco. Rassegna molto importante che allineava, tra gli altri, dipinti
di pittori di elevata considerazione come Giuseppe Cominetti, Aurelio
Craffonara, Pietro Dodero, Alberto H.Gagliardo, Pietro Gaudenzi, Guido Meineri,
Giuseppe Pennasilico e Armando Vassallo. Persona riflessiva, di vasta cultura,
con amicizie di rilievo tra letterati e uomini di scienza, Bodrato conseguì il
diploma in Disegno e Architettura all’Accademia di Modena e mantenne uno stile
di vita quanto mai riservato. Docente all’Istituto Industriale “G.Galilei” del
capoluogo ligure si fece stimare come pittore, scultore, acquarellista, ottimo
medaglista ed eccellente incisore, tecnica che lo vide primeggiare e che è ben documentata nella mostra proposta
dall’Ucai dal 17 (inaugurazione alle ore 17.00) al 31 gennaio prossimo. Per
l’artista l’acquaforte “trattata con tecnica particolare e personale era tutta
armonia, tutta delicatezza, tutta raffinatezza”, così ne parla Vitaliano
Nocchiero, sottolineando la maestria di Bodrato nel creare “atmosfere silenti,
rarefatte e cristalline, ottenute con straordinari segni, più intuibili che
accertabili”. Altrettanto efficace è il tratto che caratterizza le incisioni
sul paesaggio, stampate con meticolosa cura sull’antico torchio di proprietà,
ma anche quelle su altri temi, quali gli alberi e gli animali. In non pochi
acquerelli l’esperto Bodrato ha fissato ameni scorci di Genova e delle Riviere
Liguri, della campagna piemontese e lombarda, di Pisa, Firenze e Venezia. Era
solito dire che “le opere in sé devono dire molto meglio di qualunque tentativo
a spremere didascalie”. La biografia dell’artista lo segnala, inoltre, come
ottimo scultore. A lui si devono iscrizioni marmoree, ritratti in bronzo,
nonché la targa per i Caduti, collocata nel Palazzo San Giorgio a Genova, città
più volte documentata con sentimenti di affetto in acqueforti nelle quali si
ritrova “la Genova
dall’asciutta bellezza architettonica medievale”.
Giuseppe Bodrato |
Si considerava, scrive Sabrina
Matteucci, “uno spirito libero nel pensiero, nell’arte e nella vita e voleva
che la sua mente fosse una finestra aperta sul mondo”. Testimonianza realistica
avallata dalla biblioteca del pittore, che allineava libri di ogni parte del mondo (Bodrato era un
poliglotta), compresi testi di contenuto religioso, approfonditi di continuo e,
talvolta, postillati di suo pugno.
Nel maggio del 1975, con una mostra
postuma dedicata all’opera incisoria, l’Accademia Ligustica di Genova celebrò
la testimonianza artistica e didattica di Bodrato, evidenziandone con l’elevato
magistero umano la non comune professionalità tecnica, che gli consentì di
raggiungere “risultati di straordinaria efficacia espressiva ed autentiche
invenzioni”. Aveva solo sessantotto anni, il 12 settembre 1954, quando la morte
lo colse a Torino, dopo un malore avvertito in Valle d’Aosta.
La mostra programmata dalla locale
sezione dell’Unione Cattolica Artisti Italiani è visitabile da martedì a
sabato, dalle ore 17.30 alle 19.30.
Valerio P.Cremolini
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