MUSICA E CANZONI NELLA
TERRA DEI FARAONI: L’ANTICO EGITTO E LE SUE PAROLE "IN-CANTO".
Sala
CarGià Atelier a cielo aperto – Simposio d’arte e cultura 2013
Parco
Shelley di San Terenzo 11 Luglio 2013 ore 21:00
Conferenza
di Valerio Simini: “ Musica e canzoni nella terra dei Faraoni: l’antico Egitto
e le sue parole in-canto “
L’Egitto
è una terra che sa raccontarsi attraverso i millenni. Innumerevoli documenti,
nel loro abbagliante splendore, narrano la vita di uomini e divinità che hanno
vissuto sulla terra del Nilo. Con la decodificazione dei geroglifici, avvenuta
poco meno di due secoli fa per mano di Champollion, un’infinita quantità di
iscrizioni fino ad allora misteriose, ha iniziato a regalarci preziose
informazioni sull’animo, sui pensieri, sulle speranze di un popolo distante
millenni da noi. Con il desiderio di sconfiggere la morte e lo scorrere del
tempo che tutto cancella, gli Egiziani hanno immortalato, con iscrizioni e
opere d’arte, ogni singolo aspetto della loro vita, dalle più grandi esperienze
fino ai piccoli dettagli della loro esistenza. Sorprendentemente, in questa
ansia di rendere tutto eterno, non è stato scritto neppure uno spartito
musicale. I suoni, le melodie e i ritmi di questo popolo sembrano non aver
lasciato traccia. La musica, infatti, si tramandava per via orale e attraverso
la pratica. Eppure per noi è davvero difficile, se non impossibile, immaginare
una civiltà così ricca circondata dal silenzio. Autori classici, come Platone,
hanno scritto sull’arte musicale egizia, tessendone le lodi. Secondo il
filosofo greco, la musica egiziana era perfetta, poiché creata dalla dea Iside
e, in quanto divina, l’arte dei suoni non era mai stata mutata. Gli Egiziani
stessi invece, che non erano soliti scrivere
trattati filosofici, non hanno lasciato alcun documento che facesse luce sulla
loro interpretazione della musica. Se da una parte, dunque, le fonti letterarie
sono “mute”, dall’altre parte le fonti archeologiche sono più che abbondanti.
Papiri, statuette, ostraka, oggetti decorati, rilievi e pitture sulle pareti di
tombe e templi, assieme a una gran quantità di strumenti musicali, conservati
nei musei di tutto il mondo, ci permettono di ricostruire l’antica vita
musicale lungo il Nilo. È possibile quindi costatare quanto la vita di tutti
gli Egiziani fosse costantemente scandita dal ritmo della musica. Tutti potevano
suonare: donne, uomini e bambini; tutti ascoltavano la musica: re, nobili e,
naturalmente la più grande parte del popolo egizio, costituita da contadini e
pastori. In ogni occasione vibrano suoni di strumenti musicali e si alzavano
canti: dalle più gioiose, quali le feste mondane, alle più drammatiche, durante
i riti funebri; dalle più sacre, quali le cerimonie religiose, alle più
solenni, come le processioni militari; nell’harem del faraone e nei campi
durante il lavoro. A fianco delle scene musicali, dipinte e scolpite sulle
pareti delle tombe, restano immortalati i testi delle canzoni dei musicisti
professionisti raffigurati mentre si esibiscono. Sono quindi noti i testi di
molti brani composti più di tremila anni fa. Da queste iscrizioni traspare l’animo
del popolo egizio, in ogni sua sfumatura. È ancora oggi possibile leggere il
dolore e la speranza, nelle parole intonate durante i canti dedicati ai cari
defunti, e abbandonarsi ai “dolci versi”, ovvero i canti d’amore, sofisticati e
emotivamente coinvolgenti al tempo stesso, oppure ripercorrere le profonde
riflessioni dei canti degli arpisti, le cui composizioni affondavano le loro
radici nella letteratura meditativa. Quello dell’Egitto antico è senza dubbio
uno dei popoli più religiosi di tutta la storia ma, sorprendentemente, tra i
capolavori letterari nati sulla terra del Nilo, sorprendono per la loro
profondità alcuni testi di canzoni, generalmente definiti come “canti eretici”…
Valerio
Simini
Valerio Simini
si è laureato in Egittologia a Pisa. Lavora come archeologo, partecipando a
scavi e ricognizioni archeologiche. Ha realizzato gli acquarelli esplicativi
sulla Preistoria nel volume “Sperimentando
la Preistoria: Il Paleolitico” (ed. Grafiche Lunensi, Sarzana 2007).
È coautore del
libro "Sono venuta correndo a
cercarti. Canzoni e musica dell'antico Egitto" (Edizioni ETS, Pisa, 2010),
assieme alla prof.ssa Marilina Betrò (Università di Pisa); a sua cura sono le
illustrazioni del volume.
Suo principale
interesse di ricerca sono la musica e i canti dell’antico Egitto.
Ha al suo
attivo pubblicazioni inerenti l'Egittologia e, in primo luogo, la musica e i
canti dell’Egitto antico.
Su questo tema
ha tenuto conferenze e presentato contributi a convegni internazionali.
Collabora con
il Museo Archeologico del Castello S. Giorgio alla Spezia, per la catalogazione
dei reperti archeologici di produzione egizia.
Ha curato
l'allestimento di una vetrina di reperti di produzione egizia, in occasione della
mostra egittologica “Sulle tracce di Champollion” al Museo Archeologico del
Castello di S. Giorgio alla Spezia.
Al Museo
Archeologico del Castello S. Giorgio alla Spezia svolge attività didattiche di
laboratorio di tipo archeologico.
COMUNICATI STAMPA a cura di Ezia Di Capua
( se clicchi sopra questo link potrai leggere l'articolo)
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