Ezia Di Capua "La Donna di pietra " - particolare |
In occasione dell’8 Marzo, Festa della Donna,
è bello ricordare alcune grandi donne che hanno saputo raggiungere le vette
della parola poetica: Sibilla Aleramo, Emily Dickinson, Anna Achmatova, Alda Merini, Maria Luisa
Spaziani, Bella Achmadulina. Oltre a queste che ho ricordato, numerosissime e
straordinarie sono le donne che scrivono poesia e più ancora le donne che
esprimono la loro femminilità nel complesso e variegato mondo dell’Arte,
fornendo un contributo fondamentale. Esiste una letteratura al femminile ed
esiste una dimensione femminile della poesia, incorporata nel concetto
universale di arte. La sensibilità femminile innalza la sua voce forte e chiara
nell’universo poetico con forza straordinaria
fin dai primordi, basti pensare alla descrizione del sentimento e della
“malattia d’amore” che
l’antica Saffo ci fornisce con sorprendente
modernità:
“Solo che
appena ti veda…..come erba patita scoloro: e morte non pare lontana/a me rapita
di mente”
“Eros mi ha
squassato il cuore, come vento che sul monte s’abbatte sulle querce”.
Saffo, VI secolo A.C.
Con queste premesse, prendendo a modello la
scrittura poetica femminile attraverso il tempo,
“La donna di pietra” , silloge (2002), si iscrive
in un contesto letterario di interpretazione femminile della condizione umana e
dei sentimenti che da essa scaturiscono.
Nelle liriche seguenti , tratte dalla raccolta,
sono presenti tre grandi temi esistenziali tipici dell’universo femminile:
- la passione che si consuma rapidamente nel
trascorrere del tempo (“Tular : villaggio di confine”);
- l’istinto dell’amore materno che nutre e protegge
una nuova vita (“Isabel”);
- la femminilità come simbolo ed archetipo presente
in tutte le religioni e nella storia dell’umanità (“La donna di pietra”).
Completano il testo alcune annotazioni, la recensione del compianto critico d’arte
Ferruccio Battolini ed una sintesi della
prefazione del poeta Francesco Tonelli:
“…Una poesia, la sua, limpida, narrante; una poesia
per celebrare privati affetti e grandi speranze, ricordi intensi e dialoghi tra
pensieri giovani, privi di consunte ipocrisie e di malcelati nascondimenti. Una
poesia, ove le inquietudini sono regolate da una fede genuina e disarmante, ove
i sogni sono ad un tempo vicini e sconfinati come i sentimenti, incerti come il
mare. Anche il male di vivere fa parte di questa sua singolare inquietudine,
fatta di silenzi e sussurrate grida, di messaggi che sanno di pianto. Ma la
natura, il paesaggio, il golfo in tutte le sue torturate perle, sono lì pronti
a salvarla, a farle da rifugio, ad indurla a credere nelle rinascite, in sempre
nuove armonie, in nuove stagioni (anche emozionali), in seducenti albe e
placidi tramonti sui paesi di mare, che sono poi i paesi di una certa sua “saudade”, anche qui
mediterranea, sanguinante ma orgogliosa”.
Ferruccio Battolini
“Dove cantano
le sirene, il mondo rinascerà.”
Per l’amore è sempre la prima volta..
Un diario senza fine, sognando ad occhi aperti
sulle colline del Golfo dei Poeti.
Seguire il volo della rondine e del gabbiano, il
profumo dell’acacia e del timo, il volo delle farfalle, il nettare delle
orchidee selvagge, il grande sogno della vita. Questa lirica è melodia di
violini, nel folto dei boschi abitati dagli antichi avi. Incanto e meditazione
sul mistero della Vita e dell’Amore.”
Francesco Tonelli
Nella radura degli antichi
misteri
il sole scende a disegnare
farfalle.
Sulla pietra vedrai un viso
di donna
scolpito da nessuno.
Nel mio cuore il dolore,
la guerra, la passione,
la storia dei secoli,
la musica, il silenzio.
Nella pietra io resto,
nel mistero dell’universo.
Nella roccia il mio
respiro,
imprigionato.
NOTA: l’autrice fa riferimento al sito di interesse archeologico
detto “della farfalla dorata” in Località Monti di San Lorenzo a Lerici, La Spezia. Gli studiosi
ritengono si trattasse di un luogo di culto in epoca preistorica.
Donatella
Zanello
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