Sala Culturale
CarGia’ amplifica il progetto di Promozione Arte e Cultura 2013 riservando uno
spazio alla presentazione di libri.
Ezia Di Capua
“Mi presento…. di Thea Maria Parodi Roncon
“ Il mio
esordio letterario inizia nel ’65 con la collaborazione ad alcune riviste di
formazione e contenuto politici ed io stessa esordisco come “poeta politico”.
Passeranno degli anni prima di utilizzare le memorie, indagando in un passato
che continua ad essere inesorabilmente presente. Questa consapevolezza avverrà
più tardi, all’indomani della morte di Marianna, mia madre. Da allora ha avuto
inizio una ricerca continua, una presa di coscienza, un’analisi spesso
difficile e contrastata, tenuto conto dell’umana debolezza di indulgere con
eccessiva benevolenza sui propri errori ed omissioni. Ho dedicato tutta la vita
allo studio ed alla lettura. Mio padre, che era un appassionato di Classici, mi
insegnò ad amare Dante e Virgilio, ad apprezzare i Francesi e a considerare i
Greci maestri di ogni conoscenza. Pur avendo una laurea in Lettere e Filosofia,
quello che ho imparato nella vita è stato il risultato dell’esperienza e di una
mia personale ricerca. I miei interessi sono sempre stati vari e numerosi.
Mi sono
interessata di teatro, di fotografia, di pittura, di piante e di animali;
però la
maggior parte del mio tempo l’ho dedicata alla scrittura e a cercare Dio.
Sia in una
cosa che nell’altra ritengo di essere ancora in una fase dilettantistica.
Purtroppo
l’avvicendarsi sempre più rapido delle stagioni mi ricorda che ad ogni alba
segue un inevitabile tramonto e che esistono inderogabili scadenze, alle quali
non ci si può sottrarre. La scrittura è la mia unica garanzia di
sopravvivenza.”
Thea M. Parodi Roncon
“ARIANNA DALLE TROPPE MORTI”, romanzo storico di Thea M.
Parodi Roncon
NOTA INTRODUTTIVA DELL’AUTRICE
Il nome di Arianna è legato a due motivi che
costituiscono il principio e la fine del suo mito: il filo, simbolo della
salvezza, e il labirinto, metafora del dubbio e
Per noi il labirinto – già la parola indica simbolicamente un percorso accidentato e oscuro nel quale chi si addentra non è sicuro di uscirne, prigioniero delle sue stesse incertezze e paure – indica un luogo in cui le forze del Bene e del Male s’incontrano per la lotta finale, senza esclusione di colpi, lotta che porterà alla vittoria o alla sconfitta di una delle due parti. Il labirinto è dunque un cammino spirituale che l’anima intraprende nell’incertezza ma anche nella forza della propria fede, cioè nella speranza dell’aiuto divino. Arianna è il dio che, indicando all’eroe prescelto Teseo il modo di uscire vivo e vittorioso dal labirinto, gli offre la possibilità di sconfiggere il Male e raggiungere l’uscita, cioè la libertà del Bene. Questa scelta indica due opposte soluzioni: da una parte la morte di Asterio, il guardiano del labirinto, dall’altra la fede in una promessa d’amore.
Tuttavia il nome di Arianna travalica questi due
motivi. C’è una ragnatela politica alle sue spalle, una resa di conti senza appello.
Arianna non è solo il labirinto, è soprattutto Creta, l’isola che dominava il
Mediterraneo nei traffici commerciali e alla quale le altre isole e comunità
della Grecia dovevano offrire tributi e garanzie di fedeltà e sudditanza. Dalle
sue coste frastagliate ed impervie partivano ordini che raggiungevano l’Oriente
e l’Occidente, cioè i punti estremi della terra conosciuta. A Creta le due
civiltà si fondono: la prima rappresentata dai colori sgargianti e dalle
schiere chiassose del dio Dioniso, che nell’isola impianta la vite e inaugura
il culto di sua madre Semele, la
Dea Luna ; la seconda rappresentata dalla grandiosa armonia
olimpica: a Creta è nato Zeus, il padre degli dèi dell’Occidente.
Due culture coesistono dunque a Creta, ombelico del
mondo, centro di una raffinata civiltà che ha avuto il suo massimo splendore
all’epoca dei Palazzi, nella reggia di Cnosso e di Minosse, re dell’isola e
padre di Arianna, la “splendente”, sacerdotessa della Luna e sposa di Dioniso.
Arianna sarà destinata dal Fato ad essere il perno
intorno al quale ruotano queste opposte tendenze e nello stesso tempo la causa
della loro disgregazione: tradirà il padre, tradirà soprattutto Creta e le sue
leggi. In lei che muore, muore tutta la civiltà minoica.
Arianna è
metafora della decadenza, le sue cinque morti, narrate dal mito, sono il
simbolo di un’era che finisce, epifania di riti religiosi e politici che in
Arianna e nelle molteplici forme della sua morte trovano espressione e voce.
(Biblioteca
di Arcola - La Spezia
- 8 febbraio 2013) di Donatella Zanello
In occasione
dell’incontro presso la Sala
multimediale della biblioteca civica di Arcola, Thea ha portato la maggior
parte dei suoi libri, esclusa la produzione poetica.
Si tratta di meravigliosi romanzi e racconti, i cui
protagonisti sono la memoria, il tempo, la natura, le passioni umane, la
solitudine dorata di uno spirito libero ed indomabile.
La scrittura di questa autrice è straordinariamente
fluida, brillante, ha la forza e la lucentezza del diamante, si abbatte come
una spada scintillante, seziona come un bisturi, incide, spezza, risale alle
origini del bene e del male con forza tumultuosa. Thea è persona di grande
cultura, docente e scrittrice molto profonda. Inizia a parlare dell’argomento
principale: la scrittura, il linguaggio come mezzo non solo di comunicazione ma
anche di separazione, a dimostrare che
ogni cosa può trasformarsi nel suo contrario. La parola non solo unisce ma anche divide. Dubbi e tradimenti
nascono dal rivelarsi attraverso le parole.
Parlare è rivelarsi, rendere complici gli altri della propria intimità.
Tuttavia l’interlocutore potrà rivoltarsi contro le parole rivelate e le parole
diverranno elemento di debolezza e di sconfitta. Spesso il silenzio salvaguarda
i rapporti umani più delle parole. Le parole hanno un peso. Le parole sono
pericolose.
Il problema del linguaggio come mezzo di
comunicazione ma anche di incomunicabilità è legato al codice della
comunicazione per cui ad ogni domanda deve corrispondere una risposta e quando
ciò non avviene la comunicazione è scorretta e pericolosa. Le parole sono
importanti perché sono la base di tutti i rapporti umani. Per questo motivo è
fondamentale per ognuno di noi poter trovare gli interlocutori giusti, cioè
interlocutori che abbiano il nostro stesso codice linguistico. Altrimenti la
comunicazione sarà impropria oppure impossibile e dannosa.
L’alternativa più importante alla comunicazione tra
interlocutori è il diario. Una seconda alternativa è il linguaggio rivolto ad
un amico od interlocutore immaginario.
Thea dichiara che alla base dei suoi romanzi c’è
sempre la memoria. La memoria è il nutrimento, il terreno fertile della
sua scrittura.
Un secondo elemento fondamentale nell’opera di Thea
è il paesaggio.
Il paesaggio è protagonista nei suoi romanzi e
racconti, rappresenta e rispecchia lo stato d’animo dei personaggi in una vasta
sequenza di sensazioni ed emozioni che si rincorrono: le nebbie, il fiume, il
lago, la verde campagna, il bosco, la montagna, le colline, le strade sterrate
e le paludi sorvolate dalle folaghe, i rami trascinati dalle correnti, le
giuncaie, i cortili…tutto riconduce alla dimensione stupita ed innocente
dell’infanzia, tutto grida alla nostalgia del passato in cui l’assenza, regina
dei giorni, costruì un muro di solitudine. La natura è grandezza e sogno.
Un altro tema fondamentale che l’autrice affronta
nei suoi scritti è la depressione,
malattia psichica con sintomi clinici che è caratteristica negativa
della cultura occidentale, laddove si è interrotta la connessione con il
creato, l’armonia primitiva con i ritmi della natura. Thea cita Erich Fromm,
appartenente alla Scuola di Francoforte insieme ad Adamo e Mancuse: “La grande illusione che il progresso
tecnologico portasse benessere attraverso la soddisfazione dei desideri è
fallita.” L’uomo contemporaneo deve evitare di diventare ingranaggio della
immensa macchina tecnologica. Il distacco dal mondo naturale provoca
alienazione, fragilità e depressione. Il mondo virtuale si sovrappone
erroneamente alla realtà quando cerca di sostituirla, è efficace quando cerca
di rappresentarla e salvaguardarla. Il ritorno alla natura è salvifico e
necessario per l’uomo moderno, tormentato da pressioni sociali intollerabili.
La natura è in armonia con il tempo mentre l’uomo non lo è più, nel tentativo
folle di annullare le categorie temporali, incapace di accettare l’alternarsi
delle stagioni, anche quelle della propria esistenza.
Il tempo nella scrittura di Thea è una
categoria indefinita, è un tempo astratto, psicologico, simbolico dello stato
d’animo e ad esso legato, tempo dilatato dalla memoria e dal divampare delle
passioni.
Thea espone infine la carrellata delle sue opere:
alcuni romanzi sono nettamente autobiografici: “Gli apprendisti” , “Appunti
di signora con gatto bianco”;
“Dietro la porta chiusa” e “Il
linguaggio dell’ombra” trattano del fenomeno della depressione e più in
particolare di una forma depressiva definita
come “sindrome da lutto”. Questo tema ricorre anche nell’”Identikit dell’io smarrito”. “Volo cieco”è la narrazione di una
strana leggenda di paese che ripercorre gli schemi della tragedia classica. In
tre volumi di racconti Thea narra molteplici episodi sia autobiografici che di
pura invenzione e fantasia.
Infine, due sono i bei romanzi mitologici,
che nascono dal mito classico con struttura sintattica perfettamente
appropriata alla dignità dell’argomento, caratterizzati da profondità di
ricerca filosofica e psicologica e da una meravigliosa ricchezza lessicale: “Ipotesi su Klitemnestra” e “Arianna dalle troppe morti”.
Carmen Claps, studiosa di letteratura e principale
curatrice attraverso le sue prefazioni degli scritti di Thea Maria Parodi
Roncon, ha parlato diffusamente e dettagliatamente delle singole storie e dei
personaggi presenti sia nei romanzi che nei racconti, anticipando nella giusta
misura alcuni dettagli delle trame, senza nulla togliere a chi si appresta alla
lettura di questa meritevole autrice ed anzi aumentando la curiosità e
l’impazienza del lettore di conoscere questa instancabile narratrice di storie
eleganti,
illuminanti e malinconiche, vere e verisimili,
fantasiose e potenti, a suggerire una cultura rinnovata e salvifica del bello
scrivere.
Thea Maria
Parodi Roncon,
laureata in Lettere e Filosofia, insegnante di Letteratura americana, vive a
Castelnuovo Magra. Esordio nel 1965 con poesia politica su importanti riviste
letterarie. Ha pubblicato numerosi testi di poesia ed ha al suo attivo una
notevole produzione letteraria.
In data 8 febbraio 2013 Thea ha presentato presso la Biblioteca Civica
di Arcola la propria produzione letteraria, relativamente alla parte narrativa
(romanzi e racconti)con introduzione di Carmen Claps.
Di seguito trascrivo il testo di presentazione
redatto dall’autrice, la sintesi dell’incontro tenutosi presso la Sala multimediale della
Biblioteca di Arcola in data 8 Febbraio 2013 e la nota introduttiva
dell’autrice al romanzo storico “Arianna
dalle troppe morti”(quest’ultimo
scritto si ricollega idealmente alla nota introduttiva “Riflessione sul mito del labirinto attraverso le varie culture”da
me proposta nella silloge “Labirinti”).
Donatella
Zanello
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