Il calendario liturgico della Chiesa cattolica celebra il 3 dicembre la memoria di San Francesco Saverio, un santo che vanta una reale appartenenza, purtroppo dimenticata, alla storia della nostra città. Perchè non recuperare le tradizioni locali legate a questo santo?
san Francesco Saverio |
Il 7 agosto scorso ho introdotto al Castello San
Giorgio la conferenza del dottor Sergio Del Santo, apprezzato storico con vasti
interessi culturali, sul tema “Il compatrono dimenticato della Spezia: san
Francesco Saverio”. Gli spezzini sanno di avere dal 1654 in San Giuseppe il
patrono della città, ma pochissimi sanno che, dal 1670, il santo spagnolo ha
affinità con il nostro territorio. Del Santo è uno studioso meticoloso, che
argomenta il proprio dire con ineccepibili documenti, talvolta da lui stesso
portati alla luce.
Negli ultimi anni sono state destinatarie di
diffuso consenso le sue conferenze su “Spezia
nella Domenica del Corriere”, “La Spezia e il Golfo nelle antiche stampe”, Locande e alberghi nell’antica Spezia, L’Oratorio di Sant’Antonio, senza
dimenticare quella sull’originalissimo Progetto
di canale navigabile Venezia-Spezia, datato 1889, che prevedeva di
realizzare un canale che avrebbe consentito il passaggio delle navi da guerra e
mercantili dall’uno all’altro arsenale, quindi tra i mari Adriatico e Tirreno.
Molti, poi, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, hanno
ascoltato Del Santo, parlare di Giuseppe Garibaldi, ospite nel 1862 nella
fortezza del Varignano ed al centro di una pagina di “malasanità”, così da lui
definita, a causa delle difettose cure prestate al popolare eroe. Del Santo è
noto ancora per essere tra i più competenti studiosi della vita di Virginia
Oldoini, contessa di Castiglione. Argomenti molto diversi tra loro, ma tutti
nell’ambito della storia cittadina.
Ma è tempo di affrontare rapidamente la figura di
san Francesco Saverio e scoprire, grazie a Del Santo, la sua “spezzinità”.
Spagnolo, nasce in Navarra il 7 aprile 1506, Francesco Saverio studia a Parigi nel Collegio di Santa Barbara, dove
incontra Ignazio di Loyola (1491-1556), contribuendo nel 1534 alla nascita
della Compagnia di Gesù. Successivamente accoglie senza indugio l’invito di
Ignazio di donarsi all’attività missionaria in oriente, ad iniziare dall’India.
Prima tappa è Goa, territorio portoghese. In seguito, sempre vicino ai meno
fortunati, raggiunge Giappone e Cina dove fonda numerose comunità cristiane,
battezzando un grandissimo numero di persone: si dice 30.000! Muore nell’isola
di Sancian il 3 dicembre 1552, data della sua festa onomastica. “Il grande
Padre”, così viene amorevolmente chiamato, è proclamato beato da Paolo V nel
1619 e santo nel 1622 da Gregorio XV, insieme ad Ignazio di Loyola. La Chiesa lo annovera dal 1927
con santa Teresa del Bambin Gesù Patrono delle Missioni, ma già nel 1748 è
dichiarato Patrono dell’Oriente. Chiese e cappelle sono dedicate a san
Francesco Saverio, che è sepolto nella chiesa dei Gesuiti di Goa. Un altare è
nella Chiesa del Gesù a Roma, Chiesa Madre della Compagnia di Gesù. A conferma
dell’importanza di questo testimone della fede celebri artisti, quali Pieter
Paul Rubens, Esteban Murillo, Guercino, Guido Reni, Nicolas Poussin, Luca
Giordano, Domenico Piola hanno eseguito straordinari dipinti che richiamano
momenti della vita del santo missionario.
Sergio Del Santo ha scoperto l’atto deliberativo
della municipalità con cui nel 1670 la comunità spezzina lo accoglie quale
compatrono, per le “ammirabili e stupende opere e miracoli e prodigi che per
tutto il mondo si fanno da Dio per mezzo del glorioso apostolo delle Indie San
Francesco Saverio”. Nella stessa deliberazione, approvata con trenta voti
favorevoli ed uno contrario, si esorta
la medesima comunità ad “errigiergli un altare in quella parte della nostra
chiesa parrocchiale (il riferimento è a Santa Maria Assunta) che sarà stimata
più a proposito, con fargli ogni anno la festa in perpetuo di deto Santo che
viene alli tre di dicembre”.
Il vescovo Giovanni Battista Spinola si fa
partecipe di tale determinazione “di poter collocare tal altare nella cappella
della Concezione di N.S (l’attuale cappella dell’Immacolata) concedendo
all’insigne Rettore la facoltà di poterlo benedire”. L’altare verrà eretto e
ciò si deduce dalla relazione della visita pastorale dello stesso vescovo
Spinola e successivamente del vescovo Naselli. In quest’ultimo documento
redatto in latino, rinvenuto nella biblioteca Niccolò V di Sarzana si afferma
che “l’altare stesso è decentemente provvisto e ornato di tutto il necessario
per la celebrazione della messa”.
L’importanza attribuita dalla comunità spezzina al
compatrono san Francesco Saverio è confermata dalla fiera che veniva
organizzata alla Spezia il 2,3 e 4 dicembre di ogni anno, di cui Del Santo ha
puntualmente prodotto il decreto conservato nell’Archivio Storico della
Biblioteca “U.Mazzini”.
Il 16 giugno 1764 l’abate Carlo Spontoni chiede al
vescovo Giulio Cesare Nomellini, che acconsente, di poter riorganizzare
l’assetto interno della chiesa di
Santa Maria, distruggendo i dodici piccoli altari laterali, compreso certamente
anche quello di san Francesco Saverio, per sostituirli con altri quattro “più
magnifici”. Nonostante ciò persiste la devozione al compatrono, ma poi cade il
silenzio per cui oggi nessuno sa che oltre al patrono San Giuseppe la nostra
città ha anche il compatrono San Francesco Saverio. Sergio Del Santo ha il
merito di aver fatto luce su una pagina di antica storia spezzina; una pagina
che merita di essere valorizzata con opportune iniziative religiose e civili.
In merito al tema dei patroni (patronus
principalis) e compatroni (patronus secondarius) la Chiesa si è data da secoli
regole precise sulle modalità da seguire per giungere a tali nomine. Il decreto
di Urbano VIII del 23 marzo 1630 è stato innovato dalle norme del 19 marzo
1973 di papa Paolo VI,
le quali prescrivono che ci dovrebbe essere un solo Patrono , escludendo, da
quella data in poi, la possibilità di eleggere patroni secondari. Non è,
ovviamente, il caso di Spezia che ha già un compatrono.
Singolare è la città di Napoli, che vanta ben 52
compatroni, tra cui san Francesco Saverio. Non scherza nemmeno Venezia con 25,
mentre Bologna, Siena, Padova e Genova (S.Giovanni Battista, San Giorgio, San
Lorenzo, San Bernardo) ne hanno quattro.
L’ Italia ha in san
Francesco d’Assisi, santa Caterina da Siena i suoi patroni, mentre Santi
patroni d’Europa sono san Benedetto, santa Brigida, santa Caterina da Siena,
santi Cirillo e Metodio e santa Teresa Benedetta della Croce.
Nessun commento:
Posta un commento