……Invito
all’Opera
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Sala Culturale CarGià
si onora di essere sponsor dell’evento
RIGOLETTO di G. Verdi
libretto di
Francesco Maria Piave
TEATRO
PALMARIA
SABATO 23
NOVEMBRE ALLE ORE 21,00
DOMENICA 24
NOVEMBRE ALLE ORE 19,00
Coro Coro Lirico La Spezia
Regia Roberto Messini
Scenografie e Costumi Ivana Parisi
Aiuto
Scenografo Salvatore Lauria
Trucco Anna Klemer
Luci Luciano Rollo
M°
collaboratore Elisabetta Taviani
– Miki Kitaya
Pianoforte Alessandro Cavallini
Direttore
Massimiliano Piccioli
Nuovo invito all’opera che l’instancabile Coro Lirico La Spezia , rivolge alla città
e non solo, per la messa in scena di Rigoletto Melodramma di Giuseppe Verdi su
libretto di Francesco Maria Piave, la cui prima venne data al Teatro La Fenice di Venezia
l'11 marzo del 1851.
Per il soggetto di Rigoletto, Piave si ispirò a
"Le roi s’amuse", dramma in tre atti di Victor Hugo, andato in scena
a Parigi nel novembre 1832.
Verdi, quando musicò Rigoletto, era in un periodo di grande vivacità e
produttività: tra l’11 marzo 1851 e il 6 marzo 1853, il Maestro mise in scena
"Rigoletto", "Il Trovatore" e "La Traviata ", che sono,
con tutta probabilità, le sue opere più popolari.
Dopo il successo di
“Suor Angelica” opera in un atto di G.Puccini, al Teatro Palmaria di La Spezia , che ha visto magnifica interprete
di Suor Angelica, Cristina Martufi, spezzina soprano eccellente, talento
artistico riconosciuto in Italia e all’estero, voce di rara bellezza, raffinata
che ha commosso, suscitato forti emozioni decretando il successo dell’opera, a distanza di giorni ancora ricchi gli applausi per lei, per il Direttore
Massimiliano Piccioli e l‘orchestra Puccini Ensemble.
Non si affievolisce quindi l’entusiasmo e
l’operosità del Coro Lirico La
Spezia guidato al successo da Kentaro Kitaya, tenore di riconosciuto
talento che, con “Rigoletto”, opera in tre atti, Direttore Massimiliano
Piccioli, al pianoforte Alessandro Cavallini,
offrirà agli appassionati di musica lirica uno spettacolo veramente di
pregio, con il patrocinio del Comune di La Spezia , CAI La Spezia e Sala Culturale CarGià di San Terenzo.
Approfondimenti e curiosità nel Bolg di Sala
Culturale CarGià: http://salacargia.blogspot.it/
Ezia Di Capua – Curatore dell’evento
I Solisti tutti bravissimi provenienti da varie
regioni italiane e dall’estero
compongono un cast eccellente: (Gilda) Roberta Ceccotti, (Rigoletto)
Mattia Lim, (Duca) Kentaro Kitaya, (Maddalena) Keiko Ueda, (Sparafucile)
Daniele Nicola, (Giovanna) Tiziana Biagini, (Contessa di Ceprano) Carmen
Venturini, (Monterone) Daniele Nicola, (Marullo) Tino Cerri, (Borsa) Gianni
Tridente, (Ceprano), Enrico Casarino, (Usciere) Claudio Cardinali, (
Paggio)Lidia Di Giovanni.
Il Coro Lirico Vi aspetta numerosi
Ezia Di Capua – Curatore dell’evento
RIGOLETTO - Introduzione
Opera
in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, ispirato al
dramma “Le roi s’amuse” di Victor Hugo, andata in scena a Venezia, Teatro La
Fenice, l’11 Marzo 1851. L’opera, ambientata nel Ducato di Mantova nel periodo
rinascimentale, inizia con una festa al Palazzo Ducale.
Trama
ATTO PRIMO
Il Duca corteggia la contessa di Ceprano, ma è attratto anche
da una fanciulla che vede ogni domenica in chiesa; tuttavia egli stesso
dichiara alla sua Corte che le donne avvenenti sono, per lui, tutte da
conquistare.
Rigoletto, buffone di corte gobbo e maligno, irride il conte di Ceprano, e i cortigiani decidono di punire la sua insolenza. Sopraggiunge il vecchio Conte di Monterone, al quale il duca ha sedotto la figlia, a chiedere ragione dell’onta subita; Rigoletto lo deride sarcasticamente ed il Duca lo fa arrestare: sui due piomba allora la maledizione del vecchio nobile.
La scena successiva si apre sulla casa, molto appartata, di Rigoletto.
È notte e Rigoletto è avvicinato dal borgognone Sparafucile, che mette la propria spada di sicario a disposizione del gobbo in caso di necessità. Rigoletto ricusa ma, rimasto solo, paragona la propria lingua beffarda alla tagliente arma di Sparafucile, ma la maledizione di Monterone l’ha turbato. Nella sua casa vive, nascosta, la figlia Gilda vigilata dalla domestica Giovanna; il loro incontro è tenerissimo, e quando la giovane chiede notizie della madre, Rigoletto la descrive simile ad un angelo prematuramente scomparso. Rigoletto raccomanda alle due donne di non fidarsi degli sconosciuti e di tener sempre chiusa la porta ma appena s’allontana, Giovanna consente ad un giovane, di entrare in casa e di presentarsi a Gilda come Gualtier Maldé, lo studente povero che la segue in chiesa ogni domenica e di cui la fanciulla si è perdutamente innamorata.
Rimasta sola, Gilda manifesta il proprio amore per Gualtier Maldè.
Frattanto il gruppetto di cortigiani, che si propone di rapirla credendola l’amante di Rigoletto, è sorpreso dall’arrivo del gobbo; nel buio, Borsa fa credere a Rigoletto di voler rapire la moglie del conte di Ceprano, il cui palazzo si trova nelle vicinanze e lo benda poiché anche gli altri, gli viene assicurato, sono mascherati.
I cortigiani rapiscono così Gilda con la complicità inconsapevole del padre. Rigoletto, rimasto solo, si avvede della crudele beffa: la maledizione di Monterone sta per avverarsi.
Rigoletto, buffone di corte gobbo e maligno, irride il conte di Ceprano, e i cortigiani decidono di punire la sua insolenza. Sopraggiunge il vecchio Conte di Monterone, al quale il duca ha sedotto la figlia, a chiedere ragione dell’onta subita; Rigoletto lo deride sarcasticamente ed il Duca lo fa arrestare: sui due piomba allora la maledizione del vecchio nobile.
La scena successiva si apre sulla casa, molto appartata, di Rigoletto.
È notte e Rigoletto è avvicinato dal borgognone Sparafucile, che mette la propria spada di sicario a disposizione del gobbo in caso di necessità. Rigoletto ricusa ma, rimasto solo, paragona la propria lingua beffarda alla tagliente arma di Sparafucile, ma la maledizione di Monterone l’ha turbato. Nella sua casa vive, nascosta, la figlia Gilda vigilata dalla domestica Giovanna; il loro incontro è tenerissimo, e quando la giovane chiede notizie della madre, Rigoletto la descrive simile ad un angelo prematuramente scomparso. Rigoletto raccomanda alle due donne di non fidarsi degli sconosciuti e di tener sempre chiusa la porta ma appena s’allontana, Giovanna consente ad un giovane, di entrare in casa e di presentarsi a Gilda come Gualtier Maldé, lo studente povero che la segue in chiesa ogni domenica e di cui la fanciulla si è perdutamente innamorata.
Rimasta sola, Gilda manifesta il proprio amore per Gualtier Maldè.
Frattanto il gruppetto di cortigiani, che si propone di rapirla credendola l’amante di Rigoletto, è sorpreso dall’arrivo del gobbo; nel buio, Borsa fa credere a Rigoletto di voler rapire la moglie del conte di Ceprano, il cui palazzo si trova nelle vicinanze e lo benda poiché anche gli altri, gli viene assicurato, sono mascherati.
I cortigiani rapiscono così Gilda con la complicità inconsapevole del padre. Rigoletto, rimasto solo, si avvede della crudele beffa: la maledizione di Monterone sta per avverarsi.
ATTO SECONDO
Salotto nel Palazzo Ducale.
Il Duca, turbato perché tornato di notte nella casa di Rigoletto non ha più trovato Gilda, medita vendetta ma pensa soprattutto al dolore della fanciulla. Giungono i cortigiani, e gli raccontano d’aver rapito l’amante di Rigoletto.
Appreso che Gilda è stata condotta nel suo palazzo, il duca corre esultante a raggiungerla.
Sopraggiunge Rigoletto: simulando dapprima indifferenza, inveisce poi contro gli astanti invocando infine la loro pietà, ma quando Gilda irrompe in scena, li allontana per permetterle di narrare la vicenda, di come abbia conosciuto il duca e come da lui sia stata ingannata ed ora oltraggiata.
Rigoletto cerca di confortarla ma, alla vista di Monterone che è condotto al patibolo, decide di vendicare l’onore del vecchio conte e di se stesso, mentre Gilda invoca il perdono per l’uomo che l’ha sedotta.
Il Duca, turbato perché tornato di notte nella casa di Rigoletto non ha più trovato Gilda, medita vendetta ma pensa soprattutto al dolore della fanciulla. Giungono i cortigiani, e gli raccontano d’aver rapito l’amante di Rigoletto.
Appreso che Gilda è stata condotta nel suo palazzo, il duca corre esultante a raggiungerla.
Sopraggiunge Rigoletto: simulando dapprima indifferenza, inveisce poi contro gli astanti invocando infine la loro pietà, ma quando Gilda irrompe in scena, li allontana per permetterle di narrare la vicenda, di come abbia conosciuto il duca e come da lui sia stata ingannata ed ora oltraggiata.
Rigoletto cerca di confortarla ma, alla vista di Monterone che è condotto al patibolo, decide di vendicare l’onore del vecchio conte e di se stesso, mentre Gilda invoca il perdono per l’uomo che l’ha sedotta.
ATTO TERZO
Rigoletto ha assoldato il borgognone per uccidere il Duca.
In riva al Mincio, nottetempo, nella locanda di Sparafucile, ove Maddalena, sorella del sicario, ha attirato il duca, del quale si incapriccia, giungono anche Rigoletto e Gilda, in abiti maschili, che verrà fatta partire per Verona; prima dovrà però constatare quali siano i veri sentimenti del Duca libertino, che travestito da ufficiale di cavalleria, canta un’aria sulla volubilità delle donne.
Mentre Maddalena si beffa delle proposte del suo corteggiatore, Gilda ricorda con amarezza le lusinghe che il duca le aveva rivolto; Rigoletto la esorta a partire e dimenticare.
Rigoletto anticipa a Sparafucile dieci scudi, promettendone altrettanti quando gli sarà consegnato, chiuso in un sacco, il cadavere del corteggiatore di Maddalena.
Maddalena, invaghita, chiede al fratello di non uccidere il bel giovane (il Duca) e lo convince a risparmiare l’ufficiale sostituendo il suo cadavere con quello del primo viandante che chiederà ospitalità per la notte.
Gilda, spinta dall’amore per il Duca, torna alla locanda e dopo aver ascoltato quanto Sparafucile e Maddalena hanno convenuto, decide di sacrificarsi per salvargli la vita, fingendosi un mendicante di passaggio.
Viene infatti pugnalata durante la notte tempestosa e quando Rigoletto aprirà, fuori dell’osteria, il sacco consegnatogli da Sparafucile, troverà il corpo dell’agonizzante figlia mentre in lontananza si udrà la beffarda melodia di “La donna è mobile”.
Gilda spira, dopo aver chiesto al disperato padre il perdono per sé e per il suo seduttore.
In riva al Mincio, nottetempo, nella locanda di Sparafucile, ove Maddalena, sorella del sicario, ha attirato il duca, del quale si incapriccia, giungono anche Rigoletto e Gilda, in abiti maschili, che verrà fatta partire per Verona; prima dovrà però constatare quali siano i veri sentimenti del Duca libertino, che travestito da ufficiale di cavalleria, canta un’aria sulla volubilità delle donne.
Mentre Maddalena si beffa delle proposte del suo corteggiatore, Gilda ricorda con amarezza le lusinghe che il duca le aveva rivolto; Rigoletto la esorta a partire e dimenticare.
Rigoletto anticipa a Sparafucile dieci scudi, promettendone altrettanti quando gli sarà consegnato, chiuso in un sacco, il cadavere del corteggiatore di Maddalena.
Maddalena, invaghita, chiede al fratello di non uccidere il bel giovane (il Duca) e lo convince a risparmiare l’ufficiale sostituendo il suo cadavere con quello del primo viandante che chiederà ospitalità per la notte.
Gilda, spinta dall’amore per il Duca, torna alla locanda e dopo aver ascoltato quanto Sparafucile e Maddalena hanno convenuto, decide di sacrificarsi per salvargli la vita, fingendosi un mendicante di passaggio.
Viene infatti pugnalata durante la notte tempestosa e quando Rigoletto aprirà, fuori dell’osteria, il sacco consegnatogli da Sparafucile, troverà il corpo dell’agonizzante figlia mentre in lontananza si udrà la beffarda melodia di “La donna è mobile”.
Gilda spira, dopo aver chiesto al disperato padre il perdono per sé e per il suo seduttore.
Brani celebri
§
Atto
Primo
§
Questa o quella, Duca di Mantova,
Pari siamo, Rigoletto
§
Caro nome, Gilda
§
Zitti zitti muoviamo a vendetta, coro cortigiani
§
Atto
Secondo
§
Ella mi fu rapita... Parmi veder le lacrime, Duca di Mantova
§
Scorrendo uniti, coro cortigiani
§
Possente amor mi chiama, Duca di Mantova
§
Cortigiani vil razza dannata, Rigoletto
§
Tutte le feste al tempio, Gilda
§
Si, vendetta, tremenda vendetta, duetto Gilda e Rigoletto
§
Atto
Terzo
§
La donne è mobile, Duca di Mantova
§
Un dì se ben rammentommi, quartetto Duca di Mantova, Gilda,
Maddalena Rigoletto
Maddalena Rigoletto
COMUNICATI STAMPA a cura di Ezia Di Capua
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LA GAZZETTA DELLA SPEZIA:
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