Ringrazio tutti gli amici che con caloroso affetto sono intervenuti in Sala CarGià il 22 Agosto al vernissage di “ Prospettive in Acquerello 1976 - 2013 “
e dedico a loro
queste riflessioni sulle mie opere.
……ancora il mio
grazie di cuore a Tutti
Ezia
EZIA DI CAPUA |
Il geometrico lo concepisco come armonia e come ordine, come espressione di emozioni delle quali vorrei sottolineare la vastità e la potenza. La sfera, il triangolo e la linea sono simboli di positività interiore, che esprimo attraverso la perfezione della forma sottolineata dai colori usati, a loro volta simbolicamente scelti.
La
luce è concepita come simbolo di vita e positiva lettura di questa.
Indubbiamente con l’arte esprimo il mio animo e i miei stati d’animo, senza pormi un limite senza aver paura di tentare quel cammino dove le emozioni sono “il perché” di un’opera, sono la spinta interiore e sono il messaggio dell’opera stessa.
Tutto questo è semplicemente il mio fare arte, mondo dove tutto è emozione, sensazione, positivo e negativo, vita e non vita.
Spesso dipingo architetture nei miei acquerelli, in sezioni che fluttuano tra la più classica inquadratura Metafisica e una nuova formulazione d’immagine Surrealista dove l’edificio, il monumento sono riflessi di ricordo. La mia visione artistica introduce lo spettatore in un mondo ove le icone principali sono sempre riconoscibili, ma l’ambientazione è in qualche modo trasformata, meglio dire trasfigurata come se lo spettatore fosse all’interno di un mondo “onirico”.
Indubbiamente con l’arte esprimo il mio animo e i miei stati d’animo, senza pormi un limite senza aver paura di tentare quel cammino dove le emozioni sono “il perché” di un’opera, sono la spinta interiore e sono il messaggio dell’opera stessa.
Tutto questo è semplicemente il mio fare arte, mondo dove tutto è emozione, sensazione, positivo e negativo, vita e non vita.
Spesso dipingo architetture nei miei acquerelli, in sezioni che fluttuano tra la più classica inquadratura Metafisica e una nuova formulazione d’immagine Surrealista dove l’edificio, il monumento sono riflessi di ricordo. La mia visione artistica introduce lo spettatore in un mondo ove le icone principali sono sempre riconoscibili, ma l’ambientazione è in qualche modo trasformata, meglio dire trasfigurata come se lo spettatore fosse all’interno di un mondo “onirico”.
Negli acquerelli dove affiora l’architettura metafisica è
definita l’idea di scolpire lo spazio,
attraverso il punto, con equilibrio, funzionalità, bellezza e leggerezza. Lo spazio diviene contemporaneamente testimonianza di memoria e futuro. Le linee che
formano il corpo dell’opera, lanciano, anche se immobili, chiari messaggi si
pensi ai templi greci e romani,
alle chiese che sono simboli permanenti di aggregazione,
elevazione spirituale e potere esercitato in cielo e soprattutto in terra.
Interessante il gioco di presenza e di assenza della figura umana.
Interessante il gioco di presenza e di assenza della figura umana.
In alcuni acquerelli, netta
è la naturale concezione di una realtà parallela interiore “onirica”, ovvero
propria del sogno che mi offre la
possibilità di indagare in universi paralleli del subconscio, senza limitazioni.Da sempre alla ricerca della mia libertà espressiva, con un
sottile filo d’ironia, cerco la magia e
la perfezione nell’icona architettonica sia essa “ impossibile” o “ possibile”,
attraverso prospettive multiple,
sovrapposte, difficilmente ripetibili grazie all’ applicazione della mia
personale tecnica di esecuzione il puntinismo ad acquerello.
Ho poi compreso con l’applicazione delle mie leggi creative, che
le strutture ordinarie viste attraverso più punti di fuga, potevano farmi
accedere ad un’ altra dimensione, fatta d’immagini, dove la riconoscibilità del luogo non è necessaria. Su questa nuova interpretazione e intuizione, abbandono i vecchi
cliché e maturano le mie ultime opere che introducono lo spettatore in un mondo
onirico intriso di storia e di futuro composto da immagini rigorose, che trasmettono una struttura del racconto visivo anche morale, oltre ad essere dense di significati tanto da indurre allo stupore, alla riflessione,
al silenzio.
La mostra ha voluto illuminare il mio percorso artistico che, attraverso questa mostra coglie l’occasione per provare a decifrare quel discorso criptico, quel filo sottile, che unisce le mie opere, guardando attraverso i cicli pittorici che hanno caratterizzato i dipinti nel divenire di una creazione oggi sempre più rigorosa. Si fa dunque il punto su un lavoro di grande coerenza intellettuale e artistica, che sfugge alle definizioni e non può essere incasellato in un movimento ma inquadrato nella storia, una storia tutta personale nella pittura.
La mostra ha voluto illuminare il mio percorso artistico che, attraverso questa mostra coglie l’occasione per provare a decifrare quel discorso criptico, quel filo sottile, che unisce le mie opere, guardando attraverso i cicli pittorici che hanno caratterizzato i dipinti nel divenire di una creazione oggi sempre più rigorosa. Si fa dunque il punto su un lavoro di grande coerenza intellettuale e artistica, che sfugge alle definizioni e non può essere incasellato in un movimento ma inquadrato nella storia, una storia tutta personale nella pittura.
Le
opere sono state esposte secondo i cicli: Opere grafiche (1976-1984), Studi (1984-1999), Acquerelli (
1999-2013)
Nelle
mie opere emerge la figurazione
simbolica, di una pittura che è intenzionalmente religiosa nei richiami
mitologici, etici, simbolici, laici, cristiani, storici e psicologici.
Ezia Di Capua
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