Ezia Di Capua soprano nell’organico del coro Schola Cantorum Labronica….Vi invita
Giovedì 11 aprile
EMPOLI - Chiesa di S. Stefano degli Agostiniani Ore 21,30
Concerto di chiusura della rassegna musicale:
"Note di... classica
e altri suoni 2013"
realizzata dall'associazione empolese Mosaico col patrocinio del Comune di Empoli, dell’Assessorato alle politiche giovanili
e della Misericordia di Empoli e grazie al contributo
di numerosi sponsor. Giovedì 11 aprile alle
ore 21.30 presso la chiesa di S.
Stefano degli Agostiniani, messa gentilmente a disposizione
dalla Venerabile Arciconfraternita di Misericordia, si terrà lo spettacolo
"Un coro all'opera. Verdi - Puccini - Mascagni". Ingresso
libero.
UN CORO ALL’OPERA
Verdi -
Puccini - Mascagni
SIMONA
BERTINI - Soprano
ENRICO NENCI
- Tenore
ORCHESTRA –
Ensemble strumentale “Il Mosaico”
SCHOLA
CANTORUM LABRONICA - coro
MAURIZIO
PREZIOSI – maestro del coro
ALESSANDRO
BARTOLOZZI – direttore
Nella
struttura di un'opera lirica, oltre alla presenza di personaggi principali e
secondari, è prevista anche quella del coro.
Nel corso
della storia dell'Opera vi sono stati periodi nei quali il coro, ossia
l'insieme di voci concertanti variamente distribuite, ha subìto alterne vicende
fino quasi a scomparire durante il Settecento. A partire però dal XIX secolo,
il coro ha conquistato un interesse e un'importanza in continua crescita, fino
alle più complesse forme di polifonia del Novecento. In generale, la maggior
parte delle opere dell'Ottocento, in qualsiasi lingua, inizia con una scena
corale, all'interno della quale spesso sono previste una o più parti d'assolo.
Nelle opere di spiccata tendenza nazionalistica, in cui l'eroe non è
rappresentato da un singolo ma da un'intera popolazione, il coro ha un ruolo da
protagonista. Grandi musicisti italiani come Verdi, Mascagni, Puccini, Rossini,
Bellini, Donizetti, ma anche Boito e Ponchielli, hanno inserito cori stupendi
nelle loro composizioni teatrali con funzioni e scopi diversi, ma sempre di
grande rilievo musicale e drammaturgico nel contesto delle loro opere. Alcuni
brani corali raggiunsero singolarmente grande popolarità.
Con questo
concerto si è voluto dare il giusto valore ad alcuni dei cori più noti e famosi
di tre compositori dell'opera lirica italiana, Verdi, Puccini e Mascagni,
offrendo agli ascoltatori la possibilità di apprezzarne tutta la loro bellezza.
Nella
produzione di Giuseppe Verdi, del quale quest'anno ricorre il bicentenario
della nascita, il coro dà significato alle vicende, esprime un giudizio morale,
è un protagonista. Nel Nabucco il “Va pensiero” è il canto nostalgico e
struggente intonato dal popolo ebreo in schiavitù, un canto che trascinava gli
animi alla
conquista
della libertà nel Risorgimento italiano. Ne I Lombardi alla prima crociata il
“Coro della processione” è il canto dei crociati pronti alla loro missione
patriottica e sociale. Nel Trovatore, Verdi ci trasporta nel mondo variopinto
degli zingari che battono laboriosi sulle incudini e inneggiano alla gioia
della loro vita libera ed errabonda. Ne La forza del destino troviamo una
grande preghiera corale, “La
Vergine degli angeli”, preceduta da un severo ed impetuoso
coro di frati. Ne La Traviata
il coro crea l'atmosfera superficiale e
frivola,
trascinante, ma vuota, con un brindisi famoso intonato da Alfredo su invito di
Violetta.
Nelle opere
di Giacomo Puccini il coro è chiamato a rivestire una funzione di sfondo
scenico per creare una sorta di colore locale o per sottolineare situazioni o
sentimenti, come in Turandot o Madama Butterfly, oppure un'interazione più o
meno diretta con i protagonisti: è il caso di Tosca.
Pietro
Mascagni, invece, fa un uso abbondante ed eclettico della massa corale; questa
trova ampio spazio in Cavalleria rusticana, capolavoro del compositore
livornese, con intere scene ad essa dedicate: ne è un fastoso esempio il Coro
della Risurrezione.
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