Sezione CORO LIRICO LA SPEZIA
Tommaso
Geri firmerà la regia dell' Opera “Pagliacci” prodotta
dall’Associazione Coro Lirico la Spezia, che sarà messa in scena
sabato 23 maggio, alle ore 21,00 al Teatro Civico della Spezia.
Tommaso Geri ha concesso alla scrivente, in esclusiva per Sala
Culturale CarGià l’intervista che segue che, sarà estesa solo
parzialmente ai quotidiani on line e organi di stampa.
Lo
ringrazio moltissimo per la sua amicizia e, contraccambiando stima e
simpatia lo saluto caramente anche a nome di tutti i lettori.
Ezia
Di Capua
TOMMASO GERI regista |
Nella
luce della tua prestigiosa carriera hai firmato la regia di
moltissime Opere, per questa prossima messa in scena dell’Opera
Lirica “Pagliacci” al Teatro Civico della Spezia sabato 23
maggio alla ore 21,00 al Teatro Civico della Spezia, mi hai rivelato
che vorrai lasciare la tua impronta interpretativa, ispirandoti a
Federico Fellini a cento anni dalla sua nascita..... potresti essere più esplicito?
Solitamente
Pagliacci, per la sua durata, viene unita a un'altra
rappresentazione, un'operazione che, se non pensata direttamente
dall'autore, come nel trittico pucciniano, mi lascia un po' dubbioso.
Volevo
fare qualcosa che accompagnasse il pubblico dentro l'opera che, in
questo caso, invitasse al circo gli spettatori; chiunque oggi giorno
si voglia confrontare con quel linguaggio, non può ignorare
l'estetica che ci ha lasciato Fellini con i suoi film, dove clown,
saltimbanchi, maghi e acrobati, sono sempre citati.
Il
doveroso riconoscimento al regista, si accompagna con quello del suo
compositore, troppo spesso non ricordato Nino Rota, una figura
geniale del '900.
Ho
dunque pensato una breve piece teatrale originale, con le musiche di
Rota, che funzionasse da preambolo di Pagliacci, una sorta di arrivo
del circo in città, che poi è l'inizio dell'opera stessa.
Lancia
un invito alla città della Spezia affinchè numeroso sia il pubblico
che possa apprezzare questo evento di straordinaria bellezza che
propone oltre all'Opera “Pagliacci”
E'
un gioiello di rara bellezza, ha tutte le caratteristiche della rito
tragico, quindi si porta dentro una capacità di coinvolgimento e
partecipazione arcaica, allo stesso tempo segna una spinta verso il
teatro moderno in senso pirandelliano: attori/cantanti che
interpretano attori che rappresentano una scena interpretando un
terzo personaggio, giocando ad entrare ed uscire da quest'ultimo.
E'
una storia essenzialmente di gelosia, con esiti, purtroppo, attuali.
Ma proprio questa è la funzione dell'opera, partecipazione ad un
sentimento condiviso attraverso la musica: l'orrore che suscita Canio
nel volgere il coltello contro Nedda, è sentito da chiunque, senza
bisogno di attenuanti date da esperti o dibattiti televisivi.
Puoi
anticiparci una gemma riguardo le scenografie i costumi e la
straordinaria partecipazione di acrobati circensi?
L'estetica
dei costumi avrà un taglio anni '40 e '50, scelta fatta per
avvicinarsi ancora una volta alla filmografia felliniana e anche per
un semplice gusto personale.
Parte
della mia formazione registica, viene anche dal teatro di strada, per
anni come musicista ho accompagnato spettacoli di clown, mimi ed
acrobati in festival in giro per l'Europa e, dove posso, riporto
sempre quest'esperienza nei miei spettacoli; in questo caso, l'opera
di Leoncavallo, m'invitava a nozze...
Autore
e regista di numerose opere teatrali, vent'anni di carriera luminosa,
quanta passione e dedizione ti spingono verso successi sempre più
ambiziosi? Quali sono le soddisfazioni e le difficoltà maggiori in
questa professione?
Più
che l'ambizione, ho sempre voluto raccontare delle storie...per farlo
ho cercato di imparare tutti i mestieri necessari alla messa in
scena, da quelli amministrativi organizzativi , spesso sono anche il
direttore di produzione, a quelli tecnici e pratici di scene e luci.
Le
soddisfazioni sono tante quando si chiude il sipario, la fatica che
ti porti a casa a fine serata è una...ma anche quando senti il
pubblico ridere o commuoversi insieme a te, è qualcosa che
difficilmente si spiega.
Le
difficoltà sono scontrarsi con un ambiente molto chiuso, fatto di
poca meritocrazia e tante raccomandazioni, la precarietà della
professione, pensare che per fare teatro, l'opera in particolare,
siano necessari i mezzi e non le idee.
Hai
qualche aneddoto simpatico della tua carriera da raccontarci?
Ne
avrei, ma meglio di no, qualcuno potrebbe riconoscersi, ed è un
ambiente permalosetto...
Insegnante
di musica teatro e tragedia greca , hai pubblicato saggi di filosofia
e sei autore di testi , questo percorso ha influito anche sul modo
di concepire l'opera?
Sono
laureato in filosofia ermeneutica, erroneamente tradotta come
interpretazione dei testi, ma in questo errore c'è un frammento di
verità che spiega il mio lavoro.
Quello
che faccio è tradurre in colori ed immagini uno spartito e un
libretto, la vera difficoltà per un regista, questo anche nella
prosa, è scomparire dentro l'opera.
Credi
che ci siano limiti nella ricezione dell'Opera Lirica da parte delle
nuove generazioni?
Ritengo
il 'recitar cantando', dunque semplicemente la poesia, una via
privilegiata per raccontare la vita.
Da
sempre ha accompagnato la storia dell'uomo, da molto prima della
nascita della Tragedia Greca.
Oltre
il linguaggio, la musica arriva a tutti, oltre le epoche, la cultura
o l'istruzione di chi assiste ad un'opera, siamo casse di risonanza
che vibrano insieme ai cantanti ed all'orchestra..
Sono
quasi dieci anni che con colleghi musicisti e attori giriamo per le
scuole con il laboratorio "Fabbricare un'opera", da
quest'anno anche a Luni, lavoreremo con circa 300 ragazzi sulla vita
e le opere di Verdi, costruendo insieme un'opera originale ispirata
al compositore di Busseto. Ragazzi e professionisti, cantanti e
attori, saliranno insieme sul palco del Teatro di Sarzana a Maggio.
Nello stesso mese in cui a La Spezia debutteremo con Pagliacci.
Dobbiamo non solo far conoscere l'opera, ma affinchè essa stessa si
rinnovi, tramandare un mestiere.
L'unico
limite è per la concezione che abbiamo tutti, senza limiti di età,
di come ci approcciamo alla musica o ad un qualsiasi
spettacolo...riempiamo semplicemente il tempo; la musica in
particolare è sempre musica per fare qualcos'altro, guidare,
cucinare, jogging...
Quali
sono il principale pregio e il peggior difetto di Tommaso Geri?
Dovrebbe
chiederlo alla mia compagna o a i miei amici.
Vuoi
lanciare un messaggio ai giovani?
Anche
in questo caso, non ne faccio un caso generazionale e mi rivolgo a
tutti:
Spegnete
ogni tanto gli schermi e comunicate guardandovi negli occhi.
Venite
a Teatro, dove la rappresentazione della vita è l'unica verissima
finzione a cui vale la pena assistere...
Hai
un sassolino nella scarpa? Parla liberamente
In
teatro i tecnici portano scarpe da lavoro, chiuse e robuste, con
l'età ho imparato a non farci entrare i sassolini.
Testo dell'intervista a cura di Ezia
Di Capua – Vicepresidente e Curatore artistico Associazione Coro
Lirico La Spezia
REGISTI E SOLISTI : TUTTE LE INTERVISTE DI EZIA DI CAPUA
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NICCOLO'
DI STANI
CARLO
TORRIANI
http://salacargia.blogspot.com/2019/03/carlo-torriani-baritono-interpretera.html
ROBERTA
CECCOTTI
TOMMASO GERI
https://salacargia.blogspot.com/2020/01/tommaso-geri-regista-dellopera-lirica_31.html
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