venerdì 11 luglio 2014

SIMPOSIO LETTERARIO 10 Luglio 2014 LUIGI LEONARDI e LUCIA MARCHI presentano: FANGO DI TRINCEA grande guerra - Italia 1915/1918


SALA CARGIA’ ATELIER A CIELO APERTO - PARCO SHELLEY 
DI SAN TERENZO 

SIMPOSIO LETTERARIO 10 Luglio 2014

LUIGI LEONARDI  e LUCIA MARCHI presentano: 
FANGO DI TRINCEA
grande guerra  -  Italia 1915/1918 

Questa rappresentazione – Fango di trincea – si propone per far riemergere una memoria rimossa, dimenticata o taciuta da decenni: dal fascismo, poi la seconda guerra, il boom economico.. il progresso che corre e non ha tempo di voltarsi indietro.Con le lettere che i nostri soldati mandavano dal fronte si vuol dare ricordo alle loro terribili sofferenze. A oltre un milione di ragazzi e uomini chiamati all’estremo sacrificio.
Il loro sangue non deve essere cancellato dalla storia; un popolo non può dimenticare i suoi figli, il loro dolore. Per rispetto. E poi perché un popolo senza memoria sarà un popolo privo di dignità, libertà, civiltà.
Attraverso la narrazione, le immagini, la  musica si è voluto aprire uno squarcio sul vero della guerra, la parte più cruda, per mettere meglio a nudo la sua inutilità e la sua malefica essenza.
La censura. Ci sono centinaia di sacchi di lettere che sono state censurate: una memoria negata. Da parte del governo come si poteva tollerare che si sapesse, nella società civile, della ferocia e dell’ottusità di alcuni ufficiali, delle miserevoli condizioni di vita nelle trincee, delle atrocità della guerra? Guerra voluta, come tutte, dall’economia, dalla finanza, dall’industria, ossia da chi ne profitta. I politici parlano dei giusti motivi tranne dell’unico vero: il profitto. La marea montante del fango.
La società civile doveva essere convinta che le ragioni per fare la guerra erano assolutamente fondate, e che la guerra non era affatto qualcosa di sporco e tragico, bensì era un evento carico di valori, di eroismi; la trincea era un ambiente non solo salubre ma anche fonte di ispirazione per incitare al coraggio e alla gloria. Per questo la propaganda governativa sfruttò ogni strumento di comunicazione di massa, dalle cartoline, al cinema, ai giornali, alla retorica dei comizi a favore della guerra.

Sono queste lettere di soldati che nel loro stile sgrammaticato denunciano l’ignominia della guerra, non chi conosce la grammatica e scrive sui giornali.
Zona di guerra, 21/3/1916
Cara Zia
Ci scrivo la presente per informarci che la mia salute è ottima, al pari desidero sapere di voialtri tutti in famiglia. Cara zia, certo che mi scuserà se con questa lettera ci faccio pagare la tassa la quale mi trovo senza nemmeno l’odore dei francobolli. Noi il tempo passato siamo stati in seconda linea dentro proprio la città di Monfalcone, diroccata dalle continue mitraglie austriache, ma adesso dobbiamo salire in collina cioè in prima linea, a 700 metri lontano dai nemici. Cara zia, se mi credi, ormai siamo stanchi, non ne possiamo più ci mandano al macello della carne umana a farci massacrare senza pietà, senza vedere se si può avanzare oppure no, certe volte andiamo sotto le sue trincee senza concludere niente, con un fuoco infernale, lasciando sparsi di qua e di là tanti compagni, lasciando tanti padri di famiglia. Eh! Cara zia è difficile scamparmela, se non è oggi è domani  che resto sparso in mezzo ai miei compagni, abbandonato per sempre.. Non parlo più, il dolore mi avvinge nel cuore. Non posso proseguire altro, che il mio povero cuore è torturato da una lama di coltello acuminato.

Scrivere era un gesto catartico, uno sfogo. Ma più le esternazioni dei soldati nelle lettere diventavano audaci più si inasprivano i controlli dei censori. Così le lettere si ammucchiarono, come una memoria scomoda da tener segreta ai più. Dopo la guerra, il regime fascista aveva bisogno di cavalcare la retorica della vittoria per sostenere la sua propaganda. Le lettere dovevano quindi continuare a tacere. Una seconda morte. Perché, appunto, prima dei comandi militari erano i vertici politici a non poter tollerare che certi aspetti del conflitto fossero divulgati. Il servizio di censura fu voluto dal governo. I governi hanno bisogno di annebbiare le menti.   
Estratto da “ Fango di Trincea “ di Luigi Leonardi
In "Fango di Trincea", - Grande guerra, Italia 1915/1918,  Lucia Marchi interpreta cinque brani: L'urlo dei poeti - a rappresentare la vanità degli uomini e delle loro guerre; citazioni di Leopardi, Quasimodo, J. Steinbeck., Orchestra di fantasmi - brano dedicato alle terribili battaglie del fronte occidentale - Francia 1916 ( Somme, Verdun ), Give me water - il senso dell'assurdo della diplomazia e dell'economia di fronte alla miseria di bambini supplicanti acqua -  brani di Luigi Leonardi,  Ta pum - Tipica canzone della grande guerra legata alla battaglia dell' Ortigara ( giugno 1917 ), Gorizia Maledetta - altra canzone simbolo delle carneficine, in particolare dei circa ventimila morti per tentare di conquistare la città di Gorizia
LUIGI LEONARDI E LUCIA MARCHI
Luigi Leonardi nel 1981 tra i fondatori e redattori della rivista milanese di cultura Malvagia, nata con l’appoggio di C.Cassola – Sulla stessa: pubblicazione di poesie e brevi racconti. “ Il sogno di un altro “, 4 racconti – Compagnia dei librai (GE). “ La brina sulla pelle “, romanzo.“ Dentro lo Stige “, romanzo ( Resistenza Lunigiana ) – Firenze Libri.“ Libertà van cercando “ saggistica/narrativa ( Resistenza Lunigiana ) – Edigrafica Sarzana.“ Il segreto antico di Beppe il maniscalco “, romanzo ( Guerra Libano 1982 ) – Firenze libri.“ I vermi e le rose “, saggistica/narrativa a quattro mani con il prof. G.Azzolina ( Malasanità ) – Ed. Memori – Roma.“Epurazioni “, 1945 la resa dei conti nello spezzino – narrativa storica ( Sanzioni contro il fascismo ) Mursia – Milano.
Produzioni teatrali:“ Il cuore va mangiato”, “ Tenebrosi peccati e vanità “, “ Medioevo nostro coevo “.“ Eroi, santi & C. spa “  -  farse medievali rappresentate dal ’95 al 2005 in teatro e in piazze.“ Ancora sulla nostra pelle “, “ La follia “, “ Cara ghigliottina “ – monologhi per Alessandro Albertini ( attore – regista ) rappresentati alla Spezia: teatro Civico, Dialma Ruggero, Centro Allende.“ Le bambole di Marte “, “ Oltre il vizio assurdo “ – spettacoli di prosa, poesia, musica, canto, con la partecipazione di musicisti.
Dal 2004 quest’ultimo tipo di spettacolo viene portato avanti con la collaborazione della cantante Lucia Marchi e, per la parte tecnica, di Alessandro Leonardi, sempre sotto lo stesso titolo di “ Diario disordinato “.
Recitazioni e letture di vari autori: Dante, Leopardi, Pascoli, Pavese, Hikmet, Rabindranath Tagore, Rebora, Baudelaire, Remarque..
Recensioni per pittori, scrittori e poeti: G.Dagna, R.Cavaliere, Elisabetta D’Andrea, G.L.Coluccia, D.Zanello, E.Di Capua, Marco Raiti..

Lucia Marchi : ha iniziato la scuola di canto  fin da bambina presso l' istituto delle suore Marcelline di Bolzano.Singolare apertura vocale, ha partecipato con diversi cori, anche come voce solista, a moltissime tournée in Italia e all'estero.Dopo un breve ritiro, ha ripreso come cantante di piano bar, interpretando brani di Mina, Mia Martini, Céline Dion, F.Mannoia, Patricia Kaas, e altri artisti simili per tonalità.L'incontro artistico con L.Leonardi è del 2002; l'interpretazione dei testi di L.Leonardi, con dolcezza e melodia particolari, tra cui un album CD "Sfumature", è legata a spettacoli di prosa, poesia, musica, proposti in teatri e piazze, ultimo dei quali al parco Shelley di San erenzo nel contesto di Atelier a cielo aperto, dal titolo "Diario disordinato".




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Ezia Di Capua 
Pittrice, Scrittrice, Art Blogger, Ideatrice e Curatrice Art Director di tutti gli eventi artistici e culturali ideati per Sala CarGià nel Golfo dei Poeti 2010/2014, Responsabile Promozione Arte e Cultura, Comunicati Stampa e Pubbliche Relazioni . Il Blog di Sala CarGià a cura di Ezia Di Capua per la qualità dei contenuti è inserito dal 2010 nel Sito Ufficiale del Comune di Lerici nella pagina Musei e Gallerie D'Arte.


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