Odissea - Un racconto mediterraneo
Un progetto di Sergio Maifredi
Il progetto nasce nel 2011 da
un’idea di Sergio Maifredi: una serie di appuntamenti sulle spiagge della
Liguria, per raccontare l’Odissea, in compagnia di attori e grecisti. Un format
semplice: una libera ri-lettura in toni conviviali - e in riva
al mare - dei versi di
Omero. Gli incontri dovrebbero essere dislocati sulle più belle spiagge della
Liguria (le più protette, quelle che si prestano ad essere trasformate in
piccoli teatri naturali): dalle Cinque Terre a Portofino, fino ai Balzi Rossi.Circe, Calipso, Nausicaa, i Ciclopi, le Sirene, il ritorno di
Ulisse in patria, la strage dei Proci ecc. rivivono in riva a quello stesso
mare cui il loro mito è indissolubilmente legato. L’intento è quello che da sempre,
dalla sua nascita,definisce l’attività di Teatri Possibili Liguria:valorizzare il territorio ligure attraverso la cultura ed il teatro.
Spettacoli, letture, eventi che, collocati in luoghi
significativi della Liguria, ne esaltino la bellezza paesaggistica o
architettonica.
L’Odissea è la prima
fiction a episodi. Questa è una delle sue forze. I racconti vivono assoluti. Il
“montaggio” avviene nella testa dello spettatore che può conoscere o ignorare
gli episodi precedenti. Odissea – Un racconto mediterraneo è una
rotta, la rotta di Odisseo, ed è la rotta che unisce le sponde del
mediterraneo da Est a Ovest da Nord a Sud. L’Odissea è un’arco che scavalca le
epoche. E’ la classicità e al tempo stesso la modernità, inventa il flash back
tremila anni prima del cinema americano, cala Odisseo all’Inferno duemila anni
prima di Dante. Calipso oggi scolpisce in un sms il suo ultimo pensiero
per Odisseo e Odisseo twitta la strage dei Proci anziché affidarla a Femio il
cantore, padre di tutti gli uffici stampa del mondo. Ma la forza dell’Odissea
resta immutata. Odissea – Un racconto mediterraneo è un progetto permanente, da
costruire canto dopo canto scegliendo come compagni di viaggio i grandi cantori
del teatro contemporaneo e quegli artisti che sanno comunicare in modo
estremamente diretto, senza la protezione del “buio in sala” ma guardando
negli occhi il proprio pubblico, affrontando a mani nude la
parola..
BACINI PICCOLI DELL'ARSENALE
6 AGOSTO ORE 21.00
in caso di pioggia
TEATRO CIVICO DELLA SPEZIA
Per Info e prenotazioni tel. 0187 757075
Urban Center - Via Carpenino
Biglietto singolo spettacolo 10 Euro
Abbonamento 3 spettacoli 20 Euro
6 AGOSTO
PAOLO ROSSI (Canto x) – La maga Circe
Il dio Eolo ha dato a Odisseo l’otre che imprigiona i vènti
contrari al ritorno ad Itaca. I compagni di Odisseo aprono l’otre, i vènti si
scatenano e i marinai sono in balìa del mare per nove giorni. I giganti
Lestrigoni massacrano parte dei compagni di Odisseo, indi finalmente giungono
all’isola di Circe. La bella dea trasforma gli uomini in porci facendo loro
scordare il ritorno. Odisseo riuscirà a liberare i suoi compagni ed a
riprendere il viaggio. Paolo Rossi trova infiniti spunti da questo canto per
chiosare ogni suo pensiero sulle donne di Omero e non solo. La sua lettura sa
restituirci anfratti dell’Odissea che altrimenti rischiano di perdersi,
fagocitati dall’insieme.
7 AGOSTO
MONI OVADIA (Canto XXI) - Odisseo e la gara dell’arco
Penelope ha deciso di porre fine all'attesa: sarà sposa di chi, tra i proci, saprà tendere l'arco di Odisseo. I pretendenti si preparano alla sfida; tra loro, sotto i dimessi stracci del medico, si cela Odisseo. Quando l'arco sarà nelle sue mani, Odisseo non esiterà a stoccare il dardo che trafiggerà la gola del più arrogante dei pretendenti. Le porte della reggia si serrano come le reti di una tonnara. La mattanza ha inizio. Moni Ovadia, in una lectio magistralis, ci farà riscoprire il rito civile della lettura ed i due grandi viaggi che segnano la civiltà occidentale, il viaggio di Odisseo e il viaggio di Abramo.
MONI OVADIA (Canto XXI) - Odisseo e la gara dell’arco
Penelope ha deciso di porre fine all'attesa: sarà sposa di chi, tra i proci, saprà tendere l'arco di Odisseo. I pretendenti si preparano alla sfida; tra loro, sotto i dimessi stracci del medico, si cela Odisseo. Quando l'arco sarà nelle sue mani, Odisseo non esiterà a stoccare il dardo che trafiggerà la gola del più arrogante dei pretendenti. Le porte della reggia si serrano come le reti di una tonnara. La mattanza ha inizio. Moni Ovadia, in una lectio magistralis, ci farà riscoprire il rito civile della lettura ed i due grandi viaggi che segnano la civiltà occidentale, il viaggio di Odisseo e il viaggio di Abramo.
10 AGOSTO
ROBERTO ALINGHIERI (Canto XVII). “Odisseo, Telemaco e il
cane Argo” .
Alinghieri, raffinato interprete di teatro contemporaneo,
restituisce un Odisseo moderno, uno spettacolo di rara intensità, una Odissea
contemporanea, delicata e poetica.
Argo, il vecchio cane di Odisseo, è l’emblema, l’immagine
archetipica della proverbiale fedeltà del miglior amico dell’uomo. A lui Omero
dedica, nel XVII canto dell’Odissea, una manciata di versi di commovente
intensità capaci di restituire il senso dell’attesa tenace e testarda, la gioia
del riconoscimento, la capacità - del cane, più che dell’uomo, di tenere sempre
viva la speranza.
Odisseo è approdato nell’agognata Itaca, ma il suo peregrinare è tutt’altro che giunto al termine; la sua reggia è assediata dai proci e l’eroe, rimasto lontano per venti lunghi anni, non può ancora rinunciare, per opportunità, al presentarsi come straniero ed estraneo in casa propria. Si aggira, per questo, sotto mentite spoglie, quelle di un mendicante vestito di stracci. Ma se il camuffamento ha pieno successo con gli uomini, non si può dire lo stesso per Argo. L’amatissimo cane, infatti, lo riconosce immediatamente e, con sforzo immane, ritrova la perduta vitalità, quel che basta per dimostrare all’adorato padrone che lo ha riconosciuto e dedicargli quell’ultimo gesto di affetto per poi morire.
Odisseo è approdato nell’agognata Itaca, ma il suo peregrinare è tutt’altro che giunto al termine; la sua reggia è assediata dai proci e l’eroe, rimasto lontano per venti lunghi anni, non può ancora rinunciare, per opportunità, al presentarsi come straniero ed estraneo in casa propria. Si aggira, per questo, sotto mentite spoglie, quelle di un mendicante vestito di stracci. Ma se il camuffamento ha pieno successo con gli uomini, non si può dire lo stesso per Argo. L’amatissimo cane, infatti, lo riconosce immediatamente e, con sforzo immane, ritrova la perduta vitalità, quel che basta per dimostrare all’adorato padrone che lo ha riconosciuto e dedicargli quell’ultimo gesto di affetto per poi morire.
Per Info e prenotazioni tel. 0187 757075
Ezia Di Capua Pittrice, Scrittrice,
Art Blogger, Ideatrice e Curatrice Art Director di tutti gli eventi artistici e
culturali ideati per Sala CarGià nel Golfo dei Poeti
2010/2014, Responsabile Promozione Arte e Cultura, Comunicati Stampa e
Pubbliche Relazioni . Il Blog di Sala CarGià a cura di Ezia Di Capua per la
qualità dei contenuti è inserito dal 2010 nel Sito Ufficiale del Comune di
Lerici nella pagina Musei e Gallerie D'Arte.
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