Col workshop WALKING MY LIFE
realizzato con gli studenti del Liceo Artistico e
dell’Istituto Fossati La Spezia
a cura di Enrico
Formica
16 MAGGIO – 22
GIUGNO 2013
Inaugurazione: 16
maggio ore 18
Orario: dal 16 maggio al 7 giugno: martedì-sabato
17,30-19,30
Dall’8 giugno al 22 giugno: lunedì-sabato
9,00-13,00
WALKING
MY LIFE: sempre lunedì-sabato 9,00-13,00
Per gruppi e scuole possibilità di visita al
mattino su prenotazione (0187510228)
Enrico Amici lavora da
tempo su committenze pubbliche e private alla documentazione di eventi artistici e culturali. Inoltre, sulla scorta
dell’insegnamento di Sergio Fregoso, ha condotto numerose campagne di indagine
e documentazione del territorio, ampliate in una generale dimensione di Urban
landscape.
Vengono proposte alcune di
queste esperienze, presentando tra l’altro estratti della documentazione di Artsenal,
la stagione di spettacoli ambientata nel 2012 all’ex-caserma Mardichi.
La mostra è accompagnata
dalla presentazione del workshop WALKING MY LIFE (il mondo visto dai piedi
degli adolescenti), realizzato con gli studenti del Liceo Artistico e
dell’Istituto Fossati, ultimo di una lunga serie di laboratori didattici nelle
scuole.
ENRICO AMICI: VISIONI URBANE
Nel lavoro di Enrico Amici, che attraversa tutti
gli ambiti canonici della fotografia dal ritratto al paesaggio, prevale
l'esecuzione di progettimirati su committenza pubblica e privata.
ENRICO AMICI |
La sua
professionalità si è affermata in modo particolare in due direzioni: da un
lato, ha documentato eventi artistici e culturali; dall'altro, sulla scorta
dell’insegnamento di Sergio Fregoso, ha condotto numerose campagne di indagine
del territorio, ampliate in una generale dimensione di Urban landscape.
Le due direttive sono accomunate dall'essere
comunque rappresentazione dell'incessante azione umana, creativa o distruttiva
che sia. Anche le non molte foto da lui scattate nella natura, per esempio
nelle Cinque terre, sono più riflessioni sulle modalità dell'intervento umano
che esaltazioni della bellezza del paesaggio.
In sostanza il suo intero percorso è una
riflessione sulla trasformazione del territorio: costruzioni e rovine, strade
scalinate e piazze, luoghi socialmente rilevanti (tribunale, ospedale e edifici
pubblici) e non luoghi di confine (il concetto di limite è stato da lui
lungamente meditato). Le incessanti mutazioni della contemporaneità comportano
rilevanti cambiamenti delle percezioni estetiche, inducono sempre nuove
prospettive di osservazione. Ogni giorno si creano nuovi oggetti, con nuove
linee e nuovi colori, innaturali, artificiali, ma non per questo meno
affascinanti. Allo stesso tempo, gli edifici e i manufatti sono soggetti a
rapide obsolescenze, ristrutturazioni, restauri, perdono centralità e senso.
Enrico Amici osserva queste mutazioni senza
giudicare, con una partecipazione estetica più che etica, capace, come i libri
di Ballard o i film di Wenders, di cogliere nuovi spunti sia in desolati spazi
periferici, in recinzioni arrugginite, in strutture corrose e abbandonate, sia
in svincoli e tangenziali,in vetri e acciai levati al cielo, in oggetti seriali
freddi e funzionali prodotti dal design più avanzato.
Allo stesso modo, pur rispondendo in partenza a
esigenze di documentazione, le riprese di mostre,
installazioni ed eventi
artistici in tutta Italia (spicca la collaborazione con Michelangelo Pistoletto
a Biella) fanno scaturire nuove relazioni, inducono a riflettere su come le
collocazioni spaziali generano effetti indipendenti dall'intenzione delle
opere, producono nuove opere di opere.
ENRICO AMICI |
Accanto a materiali che riassumono alcune delle
recenti esperienze professionali e precedenti esposizioni, si presentano
estratti della documentazione di Artsenal, la stagione di spettacoli
ambientata nel 2012 all’ex-caserma Mardichi.
La distanza cronologica e i differenti contesti in
cui le foto sono scattate non impediscono di cogliere una sorprendente unità
estetica, frutto di uno sguardo lirico e straniante sulla realtà. L'attenzione
a un particolare, un taglio ravvicinato dell'inquadratura, la cattura di una
luce anomala bastano a trasformare l'osservazione del reale, la registrazione
dei fatti in immagini nuove e diverse.
Viene sottolineata in tal modo la natura autonoma
dell'immagine fotografica, il suo acquistare pregnanza e nuovo senso in quanto
tale, a prescindere dal soggetto rappresentato. L'autonomia della forma è la
necessaria premessa affinché si generino anche nuove consapevolezze e
riflessioni sulla complessità in cui si articola la convivenza urbana.
La mostra è accompagnata dalla presentazione del
workshop WALKING MY LIFE (il mondo visto dai piedi degli adolescenti),
realizzato con gli studenti del Liceo Artistico e dell’Istituto Fossati, ultimo
di una lunga serie di laboratori didattici nelle scuole. Anche in questo caso,
dati e esperienze quotidiane vengono filtrate con un taglio che ne mette in
luce valori formali altrimenti difficili da scorgere.
Enrico Formica
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