Sala Culturale CarGià amplifica il
progetto di Promozione Arte e Cultura 2013 riservando uno spazio alla
presentazione di libri.
Ezia Di Capua
Carissima Ezia ti invio in sintesi il
testo di "Labirinti", raccolta di poesie,
Edizioni Cinque Terre2013,
in occasione della ricorrenza di San Valentino,
festa degli innamorati. In questo testo la parola poetica è filo d'Arianna nel
labirinto della vita. In queste pagine l'amore è il sentimento guida, "il primo
mobile"che fa muovere il mondo. "Labirinti" è il percorso di una donna alla
ricerca della felicità e della verità.La prima stesura di questo libro di
poesie risale al 2004, con il titolo provvisorio "Una parte di infinito",
pensato in origine come un vasto canzoniere di circa ottanta brevi poesie
d'amore e modificato più volte fino all'attuale definitiva versione. La silloge
inedita è stata premiata al "Città di Lerici" , nella sezione inediti del
Premio LericiPea ed al Premio San Valentino di Terni, nel 2011 è stata
presentata al castello di S.Terenzo con prefazione di Luigi Leonardi.
Edizioni Cinque Terre
festa degli innamorati. In questo testo la parola poetica è filo d'Arianna nel
labirinto della vita. In queste pagine l'amore è il sentimento guida, "il primo
mobile"che fa muovere il mondo. "Labirinti" è il percorso di una donna alla
ricerca della felicità e della verità.La prima stesura di questo libro di
poesie risale al 2004, con il titolo provvisorio "Una parte di infinito",
pensato in origine come un vasto canzoniere di circa ottanta brevi poesie
d'amore e modificato più volte fino all'attuale definitiva versione. La silloge
inedita è stata premiata al "Città di Lerici" , nella sezione inediti del
Premio LericiPea ed al Premio San Valentino di Terni, nel 2011 è stata
presentata al castello di S.Terenzo con prefazione di Luigi Leonardi.
Donatella Zanello
RIFLESSIONE SUL MITO DEL
LABIRINTO NELLE VARIE CULTURE ATTRAVERSO IL TEMPO di Donatella Zanello
Nelle culture arcaiche ed in
particolare in quella Egizia e Greco – Romana, l’archetipo del labirinto
ricorre continuamente, quasi un tema portante che costituisce la base di ogni
narrazione, elemento religioso, filosofico e storico di grande rilevanza. Il
labirinto è l’immagine emblematica di un intricato percorso realizzato da chi
voglia sconfiggere un mostro, il male stesso personificato, oppure
rappresenta il difficile
viaggio del reduce che fa ritorno in patria (Odisseo) o del fuggiasco fondatore
di un mondo nuovo (Enea).Anche la madre di tutte le guerre rappresentata
nell’Iliade costituisce un vero e proprio labirinto di scontri e battaglie fino
alla tragica conclusione dell’assedio.
Il labirinto di Creta nel quale Teseo
si avventura per uccidere il mostruoso Minotauro seguendo il filo di Arianna ha
dei precedenti anche in civiltà molto lontane da quella cretese. Analogie sono
presenti nel Cristianesimo, basti pensare alle catacombe di Roma, oppure nella
civiltà etrusca (Necropoli, città sotterranee).
Il labirinto rappresenta la lotta tra
il bene ed il male, è simbolo del percorso della vita umana. Dopo l’anno Mille
D.C. in Europa sorgono numerosissimi castelli, monasteri e cattedrali. Anche
qui è facile ritrovare la tipologia del labirinto, così come labirintiche
risultano le piante delle città medioevali con il loro dedalo di vicoli. La
rilettura del mito prosegue nei secoli successivi nella realizzazione dei
giardini rinascimentali e nel Settecento dei giardini neoclassici.
Anche le più moderne
architetture, soprattutto museali ma anche abitative, riflettono continuamente
questa tipologia.
In letteratura il labirinto è un
potente simbolo del viaggio dell’anima, senza dubbio utilizzato anche da Dante
nella Divina Commedia, in particolare nella rappresentazione della discesa agli
Inferi attraverso molteplici gironi ma anche nell’ascesa drammatica alla vetta
del Purgatorio. Labirinti di andamento circolare, sferico, si ripetono nella
terza cantica laddove anche i cieli risultano suddivisi in più cerchi
concentrici. Si tenga presente che la sfera è un altro simbolo magico a cui il
labirinto fa riferimento, infatti chi si perde all’interno del labirinto torna
sui suoi passi descrivendo un percorso circolare. Un simbolismo potente che è
possibile utilizzare in ambito filosofico, artistico e letterario, laddove il
labirinto diviene, appunto, raffigurazione del percorso interiore dell’anima umana
alla perenne ricerca della felicità che consiste nella sconfitta del male,
felicità che è appunto assenza del dolore. Un’altra possibile interpretazione è
quella del labirinto inteso come luogo di incessante ricerca della verità
attraverso molteplici tappe ed ostacoli insidiosi che si frappongono, memorie
culturali che forniscono indizi, ricordi ed esperienze che aiutano a proseguire
il cammino nonostante le difficoltà che appaiono insormontabili.
Esistono quotidiani labirinti della mente
tanto che la vita stessa è definibile in quanto percorso come l’attraversamento
di una serie di labirinti che conducono alla sconfitta delle paure e ad un
progressivo aumento della conoscenza, da intendersi come saggezza o sapienza
nel senso classico del termine. Va detto che ad esempio anche lo scrittore
Umberto Eco nelle sue opere (“Il nome
della rosa”, “Il pendolo di Focault”) fa riferimento alla tipologia del
personaggio protagonista che si perde all’interno di un labirinto di luoghi e
di avvenimenti, dal quale non riesce più ad uscire, in un crescendo continuo di
tensione.
Senz’altro il tema del labirinto è a
maggior ragione applicabile alla scrittura e non solo alla narrativa ma anche
alla scrittura poetica. Esiste un vero e proprio labirinto della poesia ovvero
la poesia stessa è un labirinto. Infatti la parola poetica è astratta,
mutevole, ermetica ed enigmatica e per questo motivo imprigiona in un dedalo di
incertezze e domande, rappresentando in modo efficace le pulsioni umane ed i
grandi temi filosofici. Da qui il titolo di una silloge inedita che si
configura come irrinunciabile momento di ricerca artistica e di compiutezza
formale della parola. La versificazione è scabra, nettamente scandita quasi
sempre in due gruppi di quartine, per dare maggiore risalto al contenuto. Si
tratta di una riflessione concisa ed essenziale sulla condizione umana,
attraverso un filo conduttore comune, il labirinto come elemento chiave di ogni
percorso artistico ed umano.
Donatella Zanello
LABIRINTI
Preferisco lasciarti
in questi giorni sospesi.
Non temo nulla ormai.
Percorro labirinti di vicoli dove
il tempo è viandante cieco.
E’ dietro le spalle il desiderio,
irraggiungibile, è un sogno
che il cielo rispecchia in mille fuochi.
LABIRINTI - Prefazione di Luigi Leonardi
In
“Labirinti” molteplici sono i temi evocati da questo elemento mitico. Dal greco
“labirinto” significa “ascia a due lame”. Era il simbolo del potere. In altre
accezioni potrebbe essere il simbolo del disegno imperscrutabile di Dio o del
fato. Riprendendo la leggenda di Dedalo e del figlio Icaro, che costruirono il
labirinto di Cnosso e che ne restarono prigionieri, potremmo interpretare il
labirinto come l’ordito, la trama della vita prodotta dall’uomo che alla fine
resta intrappolato nelle sue stesse costruzioni, cioè passioni, desideri,
ambizioni, progetti. E’ prigioniero di se stesso, questo è il messaggio. Il
labirinto del passato si confonde e si interseca con le incertezze del
presente, che si aprono ad un futuro sconosciuto e inquietante. Meglio un
silenzio già consolidato ad un futuro buio, carico di presagi.”Una parte di
infinito”. Metaforicamente il labirinto è
per questa poetessa il male interiore, una sorta di latente inquietudine
foriera di dubbi e paure. Tanta simbologia si può trovare nel labirinto: una
lotta, una ricerca forse anche senza fine, un viaggio, il viaggio della vita,
il mistero.”Labirinti”.”Percorro labirinti di vicoli/dove il tempo è viandante
cieco.”Nel labirinto si avverte la presenza forte della divinità, laddove la
ricerca della felicità è la sconfitta del male o cessazione del male, secondo
Epicuro, assenza del dolore, alle radici della filosofia greca. “Temporale
estivo” è una poesia estremamente bella e significativa, essenziale per il tema
della ricerca della felicità. E’ una sintesi perfetta della vita umana. “Nel
cielo tragico sul mare”.L’atmosfera tragica ci riporta ai primordi della
storia, ai classici greci, dicevo. La tragedia rappresenta la lotta umana
contro gli elementi soverchianti.
L’uomo sarà sempre schiacciato, per essere
nato dovrà, alla fine, necessariamente, sacrificare la vita, tuttavia non
rinuncerà alla lotta nella quale consisterà la sua ricerca, per arginare il
dolore che non potrà annientare. In una delle varie interpretazioni di tragedia
il termine veniva inteso come “canto per il sacrificio di un capro”, ovvero il
sacrificio di un bene, la vita, del quale l’uomo sarà comunque privato.
“Afferro la mia vita con le unghie”. L’anima è disposta al sacrificio per
raggiungere quel centro del labirinto dove si trova l’assenza del dolore. “Vedo
le cose che non esistono”: il male, seguendo un certo pensiero tomistico, è
proprio ciò che non c’è, è la mancanza dell’Essere, è mancanza del bene. E
sempre si annuncia la tempesta che incombe, è un momento di smarrimento e di
sgomento per il poeta. La poesia potrà essere soluzione allo smarrimento? La
poesia è parte della verità? La ricerca della verità è un altro tema che
scaturisce da certi labirinti della mente o dell’anima. La verità: molti
conflitti sono stati consumati in nome di questa parola, che a mio avviso ha il
vuoto alle spalle. Cos’è Dov’è? Chi la possiede? Atheleia ovvero non
nascondimento, eppure come potrebbero nascondersi i dubbi?Di fronte alla parola
“Verità” si apre un labirinto di interrogativi.
Nella
poesia” La presenza di Dio” si evince che la verità secondo la poetessa
consiste nel “credere”. E’ una verità relativa ma nella sua soggettività
diventa un assoluto. Se non voler credere è dolore, allora la mancanza di
verità allontana dalla felicità.
Poiché credere è in ogni caso un atto di fede
inderogabile .E resta il mistero, l’ultimo enigma dei labirinti psichici.
Insolute domande, dubbi lancinanti, emozioni rincorse, rimorsi, rimpianti,
gioie, dolori, innumerevoli riferimenti storici, spazio-temporali, letterari.
Ciò che potrebbe essere stato, ciò che potrebbe accadere. E’ il continuo
moltiplicarsi di rami, come in un intrico complicatissimo di vegetazione. Rami
di labirinto che si sommano nel progressivo svilupparsi della vita. Misteri che
incessantemente ci avviluppano, lasciandoci come assoluta certezza la nostra
solitudine.(“L’ultimo enigma”). Infine l’amore, spirituale e materiale, avaro e
distruttore, amore che determina come marionette ai suoi fili le
esistenze,seduzione e vaneggiamento ebbro nella “notte bianca”.
Amore e sogno, che si manifesta all’interno
del labirinto in incontri fatali, non casuali o causali, laddove il destino
dell’uomo si dipana, appunto, tra casualità ed autodeterminazione o volontà,
libero arbitrio, filo di Arianna ovvero strada per raggiungere la libertà, che
è soprattutto assenza del dolore e coincide con la verità.
(“Miniere di sogni”,”Incertezza”, “Il
rifugio dei sogni”, “Le glorie del millennio”,
“Il funambolo”, “Cascata”).”Non ti darò la
mia solitudine, stasera”.
Luigi Leonardi
Luigi Leonardi risiede a Sarzana, è
scrittore e studioso di storia locale .Tra le pubblicazioni, “Dentro lo Stige”,
storia della Resistenza in Lunigiana. Recentissima, “Epurazioni”, edito da
Mursia, 2011.
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